Infatti, è proprio quello che dicevo e cioè che è necessario FOCHEGGIARE SULLA DISTANZA DELL'IPERFOCALE per avere la massima profondità di campo.
"......When the lens is focused on the hyperfocal distance,........"
Claudio
...perchè ci sono delle foto che in jpeg mi fanno impazzire, ma in raw perdono parecchio....parlando sempre a prima occhiata, poi naturalmente in pp tutto migliora, ma io ogni tanto voglio giusto ritoccare il necessario per rendere la foto ok ...
Il raw va considerato come un negativo, il jpeg come il positivo.
Il raw inoltre non può "perdere parecchio". Tutte le informazioni acquisite dal sensore al momento dello scatto sono lì. E' semmai il jpeg che perde informazioni per via della compressione e della conversione operata in-camera.
Il raw, essendo una sorta di negativo digitale, deve essere "sviluppato" e, dunque, lavorato.
Il jpeg è già pronto all'uso, come un Polaroid, ma - come una Polaroid - non avrà mai la qualità che si può estrarre da un raw.
Attendersi un file raw "quasi pronto", o identico al jpeg, è concettualmente sbagliato: il raw nasce per un altro scopo.
E le differenze che vedi su un raw così come uscito dalla fotocamera e il jpeg sono dovute:
1 - alla modalità con cui il firmware della fotocamera produce il jpeg, sempre e comunque dai dati originali acquisiti dal sensore, e dunque da dati "grezzi" (raw in inglese vuol dire, appunto, "grezzo");
2 - dal software che usi per aprire il raw, che può agire in modo non sempre identico anche con le stesse impostazioni in-camera: lo stesso picture control può essere interpretato in modo diverso da diversi programmi. E' acclarato che non tutti i raw converter riescono a produrre la stessa qualità di file, anche a livello di nitidezza e non solo di colore, e molti fotografi preferiscono Lightroom per un fatto di praticità/velocità, ed usano NX2 quando desiderano estrarre il massimo dal file raw per certe specifiche applicazioni.
Per il firmware, puoi dare un'occhiata qui.
Messaggio modificato da Ripolini il Nov 19 2011, 04:08 PM
grazie mille per la risposta...però io nn riesco a capire cm poter portare il mio file raw cm il jpeg ke vedo...perchè alla fine quando io faccio la foto, è il jpeg quello ke vedo in camera, e quello mi piace....quindi come posso fare?? e quale programma mi consigli di utilizzare per il raw??
Messaggio modificato da Titoro il Nov 21 2011, 06:38 PM
Messaggio modificato da Titoro il Nov 21 2011, 06:38 PM
Il file RAW, che noi vediamo unico, in realtà é composto da tre files: il primo che registra le informazioni del sensore, il secondo che raccoglie le modalità di interpretazione di tali informazioni e il terzo costituito da un JPEG per la visualizzazione rapida.
Quando si "sviluppa" un RAW si interviene solo sulle modalità di interpretazione delle informazioni raccolte dal sensore che costituiscono una sorta di negativo digitale proprio perché non vengono in nessun caso modificate.
Riaprendo il file e intervenendo nuovamente su tali interpretazioni si può sempre tornare alla situazione originale.
Nei files JPEG e TIFF invece il file, oltre ad essere compresso, é anche unico per cui non é possibile scindere le informazioni e pertanto, una volta modificato, é impossibile tornare al precedente (a meno ovviamente che non se ne salvi una copia).
E' stato dimostrato da diverse prove fatte in passato da utenti di questo forum che un JPEG ottenuto da RAW risulta migliore del corrispondente JPEG ottenuto direttamente on camera.
Mi sembra strano che tu abbia una sensazione diversa che credo possa derivare da una fase di sviluppo e conversione non ottimale.
Prova a trattare il RAW con NX2.
Spero di essere stato sufficientemente chiaro ma, in caso contrario, sono sempre qui.
Ciao
Maurizio
Messaggio modificato da maurizio angelin il Nov 22 2011, 09:01 AM
Quando si "sviluppa" un RAW si interviene solo sulle modalità di interpretazione delle informazioni raccolte dal sensore che costituiscono una sorta di negativo digitale proprio perché non vengono in nessun caso modificate.
Riaprendo il file e intervenendo nuovamente su tali interpretazioni si può sempre tornare alla situazione originale.
Nei files JPEG e TIFF invece il file, oltre ad essere compresso, é anche unico per cui non é possibile scindere le informazioni e pertanto, una volta modificato, é impossibile tornare al precedente (a meno ovviamente che non se ne salvi una copia).
E' stato dimostrato da diverse prove fatte in passato da utenti di questo forum che un JPEG ottenuto da RAW risulta migliore del corrispondente JPEG ottenuto direttamente on camera.
Mi sembra strano che tu abbia una sensazione diversa che credo possa derivare da una fase di sviluppo e conversione non ottimale.
Prova a trattare il RAW con NX2.
Spero di essere stato sufficientemente chiaro ma, in caso contrario, sono sempre qui.
Ciao
Maurizio
Messaggio modificato da maurizio angelin il Nov 22 2011, 09:01 AM
Scusate, ma nella formula la "c" (ossia il c.d. "circolo di confusione") mi risulta che nella d90 sia 0.02 e non 0.16.
Almeno così mi dice proprio dofmaster (ottimo sito, linkato nel post precedente), tanto è vero che sempre il calcolatore di dofmaster indica per focale di 50mm aperta a f/11 una distanza iperfocale di 11.1 m. anzichè 14.25 m. come da calcolo di Giorgio Baruffi.
Almeno così mi dice proprio dofmaster (ottimo sito, linkato nel post precedente), tanto è vero che sempre il calcolatore di dofmaster indica per focale di 50mm aperta a f/11 una distanza iperfocale di 11.1 m. anzichè 14.25 m. come da calcolo di Giorgio Baruffi.
Il file RAW, che noi vediamo unico, in realtà é composto da tre files: il primo che registra le informazioni del sensore, il secondo che raccoglie le modalità di interpretazione di tali informazioni e il terzo costituito da un JPEG per la visualizzazione rapida.
Quando si "sviluppa" un RAW si interviene solo sulle modalità di interpretazione delle informazioni raccolte dal sensore che costituiscono una sorta di negativo digitale proprio perché non vengono in nessun caso modificate.
Riaprendo il file e intervenendo nuovamente su tali interpretazioni si può sempre tornare alla situazione originale.
Nei files JPEG e TIFF invece il file, oltre ad essere compresso, é anche unico per cui non é possibile scindere le informazioni e pertanto, una volta modificato, é impossibile tornare al precedente (a meno ovviamente che non se ne salvi una copia).
E' stato dimostrato da diverse prove fatte in passato da utenti di questo forum che un JPEG ottenuto da RAW risulta migliore del corrispondente JPEG ottenuto direttamente on camera.
Mi sembra strano che tu abbia una sensazione diversa che credo possa derivare da una fase di sviluppo e conversione non ottimale.
Prova a trattare il RAW con NX2.
Spero di essere stato sufficientemente chiaro ma, in caso contrario, sono sempre qui.
Ciao
Maurizio
Quando si "sviluppa" un RAW si interviene solo sulle modalità di interpretazione delle informazioni raccolte dal sensore che costituiscono una sorta di negativo digitale proprio perché non vengono in nessun caso modificate.
Riaprendo il file e intervenendo nuovamente su tali interpretazioni si può sempre tornare alla situazione originale.
Nei files JPEG e TIFF invece il file, oltre ad essere compresso, é anche unico per cui non é possibile scindere le informazioni e pertanto, una volta modificato, é impossibile tornare al precedente (a meno ovviamente che non se ne salvi una copia).
E' stato dimostrato da diverse prove fatte in passato da utenti di questo forum che un JPEG ottenuto da RAW risulta migliore del corrispondente JPEG ottenuto direttamente on camera.
Mi sembra strano che tu abbia una sensazione diversa che credo possa derivare da una fase di sviluppo e conversione non ottimale.
Prova a trattare il RAW con NX2.
Spero di essere stato sufficientemente chiaro ma, in caso contrario, sono sempre qui.
Ciao
Maurizio
Ciao maurizio, non so se hai visto le foto ke ho messo, non ho fatto altro ke convertire il raw in jpeg e mettere il jpeg ke mi crea la mia d90 in automatico, e cm vedi so diverse.....ecco perchè nn capisco....naturalmente se dopo lavoro il raw, esce qualcosa di bello, ma io come base del mio lavoro vorrei partire da quello ke vedo nel jpeg...nn so se mi so spegato... :(
Ciao maurizio, non so se hai visto le foto ke ho messo, non ho fatto altro ke convertire il raw in jpeg e mettere il jpeg ke mi crea la mia d90 in automatico, e cm vedi so diverse.....ecco perchè nn capisco....naturalmente se dopo lavoro il raw, esce qualcosa di bello, ma io come base del mio lavoro vorrei partire da quello ke vedo nel jpeg...nn so se mi so spegato... :(
Si, le ho viste e quello che tu chiami raw+jpeg mi sembra assai migliore come potrai vedere dall'immagine che ti allego (vedi muretto e ciottolato in basso a destra).
Devo però dirti che confronti su immagini come questa che é completamente errata come bilanciamento del bianco e anche come esposizione risultano assai difficili e si rischia di dire delle emerite c......e.
Per avere un giudizio più sereno e centrato ritengo lo si dovrebbe fare con scatti in luce diurna.
Ciao
Maurizio
e allora nn sono riuscito a spiegarmi...io vorrei avere la foto raw cm quella ke vedo in jpeg
Pensi che io non avessi capito perfettamente ciò che avevi scritto?
così da poter ritoccare il minimo indispensabile...
Ribadisco il mio consiglio precedente ...
Pensi che io non avessi capito perfettamente ciò che avevi scritto?
Ribadisco il mio consiglio precedente ...
Ribadisco il mio consiglio precedente ...
beh fotografare solo in jpeg poi nn mi renderebbe quello ke potrei rendere in raw.....insomma voglio la botte piena, e la moglie ubriaca.... se te vedi l'esempio, io vorrei partire il mio pp da quel jpeg ma con tutti i dati ke potrei avere in raw....
scusami se ho frainteso....
ciao, in situazioni come quelle descritte da te si può ancora utilizzare un "vecchio" metodo sempre efficace: la distanza iperfocale.
Ok dirai tu, "ma che diavolo è???"
Presto detto:
Una delle prime cose che si impara in fotografia e che un obiettivo è capace di mettere a fuoco, in un dato momento, esattamente ad una e una sola distanza dalla macchina fotografica. Ogni oggetto che non è collocato su questa linea immaginaria in realtà non è a fuoco, ma come tutti noi ben sappiamo, questo non significa che non sia sufficientemente nitido per far credere al nostro occhio che in realtà sia a fuoco. Questa “fascia di nitidezza” è chiamata profondità di campo e dipende essenzialmente da tre fattori:
Lunghezza focale dell’obiettivo – Più aumenta più la profondità di campo si restringe
Apertura del diaframma – Più il diaframma è aperto, più la profondità di campo si restringe
Distanza a cui si mette a fuoco – Più è vicino l’oggetto che mettiamo a fuoco, più la profondità di campo si restringe
Se vogliamo rendere nitidi sia gli oggetti in primo piano che quelli sullo sfondo, soprattutto in situazioni in cui non si riesce a "vedere" il soggetto per via della posizione di scatto, una tecnica è quella del calcolo della distanza iperfocale.
Questa tecnica sostanzialmente si può riassumere così:
metodo per ottenere una profondità di campo che si estende, a partire da una certa distanza da noi, fino all’infinito, proprio giocando sui tre fattori elencati prima, e in particolare in base alla formula
H = ((f^2) / (N * c)) + f
dove
H è la distanza iperfocale espressa in millimetri
f è la lunghezza focale espressa in millimetri
N è l’apertura del diaframma (espresso come rapporto di apertura, quindi ad esempio 1.4 per un diaframma f/1.4)
c è il circolo di confusione, che in rapporto alle pellicole è pari a 0.016 mm per il formato APS-C e 0.026 mm per il formato full frame.
Ma veniamo ad un esempio pratico, non occorre essere dei matematici, solo un calcolino svelto:
se tu fossi in montagna (con una reflex APS-C, come la tua) e volessi riprendere le cime che ti circondano ma anche qualcosa davanti a te, potresti scegliere come valori f/11, focale 50mm (solo per fare un esempio)
H = ((50^2)/(11*0,16)+50)
in questo modo la formula ti restituisce che la distanza iperfocale H = 14.254 mm = 14,25 metri.
E ora potresti chiederti: "cosa ne faccio di questo numero?"
Semplice, dovrai collocarti in modo tale che la distanza tra la il sensore della fotocamera reflex e il soggetto sia pari ad almeno la metà della distanza iperfocale, e tutto verrà accettabilmente nitido!
Nell’esempio sopra citato dovresti dunque posizionarti a circa sette metri da ciò che hai di fronte.
Ok dirai tu, "ma che diavolo è???"
Presto detto:
Una delle prime cose che si impara in fotografia e che un obiettivo è capace di mettere a fuoco, in un dato momento, esattamente ad una e una sola distanza dalla macchina fotografica. Ogni oggetto che non è collocato su questa linea immaginaria in realtà non è a fuoco, ma come tutti noi ben sappiamo, questo non significa che non sia sufficientemente nitido per far credere al nostro occhio che in realtà sia a fuoco. Questa “fascia di nitidezza” è chiamata profondità di campo e dipende essenzialmente da tre fattori:
Lunghezza focale dell’obiettivo – Più aumenta più la profondità di campo si restringe
Apertura del diaframma – Più il diaframma è aperto, più la profondità di campo si restringe
Distanza a cui si mette a fuoco – Più è vicino l’oggetto che mettiamo a fuoco, più la profondità di campo si restringe
Se vogliamo rendere nitidi sia gli oggetti in primo piano che quelli sullo sfondo, soprattutto in situazioni in cui non si riesce a "vedere" il soggetto per via della posizione di scatto, una tecnica è quella del calcolo della distanza iperfocale.
Questa tecnica sostanzialmente si può riassumere così:
metodo per ottenere una profondità di campo che si estende, a partire da una certa distanza da noi, fino all’infinito, proprio giocando sui tre fattori elencati prima, e in particolare in base alla formula
H = ((f^2) / (N * c)) + f
dove
H è la distanza iperfocale espressa in millimetri
f è la lunghezza focale espressa in millimetri
N è l’apertura del diaframma (espresso come rapporto di apertura, quindi ad esempio 1.4 per un diaframma f/1.4)
c è il circolo di confusione, che in rapporto alle pellicole è pari a 0.016 mm per il formato APS-C e 0.026 mm per il formato full frame.
Ma veniamo ad un esempio pratico, non occorre essere dei matematici, solo un calcolino svelto:
se tu fossi in montagna (con una reflex APS-C, come la tua) e volessi riprendere le cime che ti circondano ma anche qualcosa davanti a te, potresti scegliere come valori f/11, focale 50mm (solo per fare un esempio)
H = ((50^2)/(11*0,16)+50)
in questo modo la formula ti restituisce che la distanza iperfocale H = 14.254 mm = 14,25 metri.
E ora potresti chiederti: "cosa ne faccio di questo numero?"
Semplice, dovrai collocarti in modo tale che la distanza tra la il sensore della fotocamera reflex e il soggetto sia pari ad almeno la metà della distanza iperfocale, e tutto verrà accettabilmente nitido!
Nell’esempio sopra citato dovresti dunque posizionarti a circa sette metri da ciò che hai di fronte.
leggendo le risposte a questo post mi sono venuti mille dubbi e ho bisogno di un chiarimento confidando nella vostra gentilezza
ho sempre pensato che per avere tutto a fuoco dalla distanza minima di messa a fuoco dell'obiettivo all'infinito fosse necessario impostare il valore di diaframma piu' chiuso possibile e far coincidere la ghiera di messa a fuoco su infinito manualmente,ho sempre sabagliato non avendo capito cosa sia effettivamente la distanza iperfocale?
grazie
ciao
ho sempre pensato che per avere tutto a fuoco dalla distanza minima di messa a fuoco dell'obiettivo all'infinito fosse necessario impostare il valore di diaframma piu' chiuso possibile e far coincidere la ghiera di messa a fuoco su infinito manualmente,ho sempre sabagliato non avendo capito cosa sia effettivamente la distanza iperfocale?
grazie
ciao
purtroppo Tony hai senpre sbagliato, ma la colpa non è solo tua, quel sistema veniva suggerito da molti veccchi fotografi, mi ricordo articoli di Vacchiano o qualcuno del suo tempo in cui si dice proprio che, per comodità, i vecchi fotografi facevano così...
quello che ho scritto e i suggerimenti di Riccardo ti aiuteranno a comprendere meglio la questione.
quello che ho scritto e i suggerimenti di Riccardo ti aiuteranno a comprendere meglio la questione.
H = ((f^2) / (N * c)) + f
che starebbe per:
H = ((focale al quadrato) diviso (diaframma moltiplicato 0,16 nel caso di sensore APS-C) sommato alla focale (non strettamente necessario)
così è più chiara!
che starebbe per:
H = ((focale al quadrato) diviso (diaframma moltiplicato 0,16 nel caso di sensore APS-C) sommato alla focale (non strettamente necessario)
così è più chiara!
Anche sopra hai sbagliato di ricopiare: bisogna dividere per 0,016.
Il valore più preciso però sarebbe 0,019 mm per DX e 0,029 per FX.
Questi valori si trovano dalla diagonale del sensore (in mm) diviso 1500
Circolo di confusione = digonale/1500
purtroppo Tony hai senpre sbagliato, ma la colpa non è solo tua, quel sistema veniva suggerito da molti veccchi fotografi, mi ricordo articoli di Vacchiano o qualcuno del suo tempo in cui si dice proprio che, per comodità, i vecchi fotografi facevano così...
quello che ho scritto e i suggerimenti di Riccardo ti aiuteranno a comprendere meglio la questione.
quello che ho scritto e i suggerimenti di Riccardo ti aiuteranno a comprendere meglio la questione.
Grazie mille Giorgio e grazie anche a Riccardo
Scusate, ma nell'interessante discorso sull'iperfocale mi pare sia rimasta sottintesa una variabile: la messa a fuoco come va regolata? In manuale e all'infinito?
Messaggio modificato da UgoD90 il Nov 24 2011, 01:42 PM
Messaggio modificato da UgoD90 il Nov 24 2011, 01:42 PM
Scusate, ma nell'interessante discorso sull'iperfocale mi pare sia rimasta sottintesa una variabile: la messa a fuoco come va regolata? In manuale e all'infinito?
Hai pienamente ragione.
Per definizione, la distanza iperfocale è la distanza a cui impostare l'obiettivo per avere la massima profondità di campo.
l'ho già detto in precedenti interventi su questo argomento, anche in risposta a Giorgio Baruffi che, nella sua spiegazione, ha totalmente ignorato la variabile impostazione messa a fuoco.
Inoltre, il consiglio che Giorgio ha dato al ns. amico di "SPOSTARSI per posizionarsi a circa la metà della distanza iperfocale......" lo ritengo poco pratico e pericoloso (...specie in montagna!). Sarebbe stato più efficace e pratico suggerire di scegliere la posizione dello scatto in funzione della composizione che si vuole dare alla foto e FOCHEGGIARE L'OBIETTIVO SULLA DISTANZA IPERFOCALE (risultante dalla focale e dal diaframma scelto) per avere la massima pdc.
Claudio
Messaggio modificato da claudioxx il Nov 24 2011, 02:57 PM
Si, le ho viste e quello che tu chiami raw+jpeg mi sembra assai migliore come potrai vedere dall'immagine che ti allego (vedi muretto e ciottolato in basso a destra).
Devo però dirti che confronti su immagini come questa che é completamente errata come bilanciamento del bianco e anche come esposizione risultano assai difficili e si rischia di dire delle emerite c......e.
Per avere un giudizio più sereno e centrato ritengo lo si dovrebbe fare con scatti in luce diurna.
Ciao
Maurizio
Devo però dirti che confronti su immagini come questa che é completamente errata come bilanciamento del bianco e anche come esposizione risultano assai difficili e si rischia di dire delle emerite c......e.
Per avere un giudizio più sereno e centrato ritengo lo si dovrebbe fare con scatti in luce diurna.
Ciao
Maurizio
scusami maurizio se ti rispondo solo ora, e che tra tanti casini mi sono accorto ora della tua risposta. Perdonami.
Hai ragione il ciotolato nella raw è molto molto meglio e so io che so sbagliato e che la luce del jpeg mi attira di più. Volevo chiederti un altra cosa, te mi hai detto che il bilanciamento del bianco non è corretto, ma come mai? il fatto che la luce è calda? e poi mi hai detto di provare a convertire con nx2, ma intendi sempre il viewNx? perchè non riesco a capire come mai dal programma stesso non riesco a scaricare la versione aggiornata.
Mi scuso con tutti voi, ma sono un ragazzo alle prime armi con una reflex, e sto cercando in tutti i modi di studiare il più possibile, anche se so che servirà del tempo e tanta esperienza, ma lo voglio imparare per bene, perchè sono sempre stato attirato da questo mondo fantastico.
Grazie a tutti sempre.
Roberto
mi fa rabbià però perchè quella che vedo in jpeg è quella che vedo sul display ed è quella che a me piace, quindi quando sul pc vedo quella in formato raw con quelle luci diverse mi mangio le mani, perchè è come se dovessi rifare il lavoro...
perchè ci sono delle foto che in jpeg mi fanno impazzire, ma in raw perdono parecchio....parlando sempre a prima occhiata, poi naturalmente in pp tutto migliora, ma io ogni tanto voglio giusto ritoccare il necessario per rendere la foto ok...spero di essermi spiegato....aiutatemiiii :( il firmware ultimo della d90 qual'è?
perchè ci sono delle foto che in jpeg mi fanno impazzire, ma in raw perdono parecchio....parlando sempre a prima occhiata, poi naturalmente in pp tutto migliora, ma io ogni tanto voglio giusto ritoccare il necessario per rendere la foto ok...spero di essermi spiegato....aiutatemiiii :( il firmware ultimo della d90 qual'è?
Il fatto che tu le veda diverse è assolutamente normale. Parlando moooolto in soldoni, quando sctti in jpeg la maccchina registra cmq un raw che viene successivamente elaborato "on-board" dal processore della tua reflex applicando tutte le impostazioni di contrasto,saturazione,nitidezza ecc.ecc. alla fine di questo procedimento la macchina cancella il raw dopo aver salvato il tuo jpeg bello pronto. Tutto questo sarebbe molto bello e comodo se non fosse che il jpeg è difficilmente lavorabile in seguito (penso al wb per esempio). Quando scatti in raw tu dici alla macchina (sempre facendo una semplificazione che definirei "brutale") "fermati al momento dell'acquisizione della foto al resto ci penso io" e la tua brava reflex ti restituisce il famoso raw (in inglese vuol dire grezzo, nome nomen!), che, data la sua natura, contiene tutte, ma proprio tutte le info che il sensore ha registrato (e sono veramente tante!), e non contiene alcuna correzione di contrasto, saturazione, wb,nitidezza ecc.ecc. per questo la vedi smorta! Diciamo che il lavoro che devi fare con un raw è quasi come quello dello scultore che parte dalla pietra grezza appunto, devi togliere per aggiungere, limare per ottenere il risultato che vuoi. In questo senso, con il raw, non puoi fare un ritocchino ogni tanto, devi per forza sviluppare la foto dalla a alla zeta...
Ti confermo che quello che vedi sullo schermo della macchina, anche quando scatti solo in raw, è un'anteprima basata su un jpeg sviluppato dal C.I. che è selezionato al momento dello scatto, per avere conferma di questo basta che scatti una stessa foto più volte in raw, cambiando ogni volta il C.I. e vedrai che cambieranno sia l'immagine che l'istogramma...
Spero di essere stato abbastanza chiaro, un saluto
Messaggio modificato da fabriziovolpe il Nov 30 2011, 10:53 PM
Il fatto che tu le veda diverse è assolutamente normale. Parlando moooolto in soldoni, quando sctti in jpeg la maccchina registra cmq un raw che viene successivamente elaborato "on-board" dal processore della tua reflex applicando tutte le impostazioni di contrasto,saturazione,nitidezza ecc.ecc. alla fine di questo procedimento la macchina cancella il raw dopo aver salvato il tuo jpeg bello pronto. Tutto questo sarebbe molto bello e comodo se non fosse che il jpeg è difficilmente lavorabile in seguito (penso al wb per esempio). Quando scatti in raw tu dici alla macchina (sempre facendo una semplificazione che definirei "brutale") "fermati al momento dell'acquisizione della foto al resto ci penso io" e la tua brava reflex ti restituisce il famoso raw (in inglese vuol dire grezzo, nome nomen!), che, data la sua natura, contiene tutte, ma proprio tutte le info che il sensore ha registrato (e sono veramente tante!), e non contiene alcuna correzione di contrasto, saturazione, wb,nitidezza ecc.ecc. per questo la vedi smorta! Diciamo che il lavoro che devi fare con un raw è quasi come quello dello scultore che parte dalla pietra grezza appunto, devi togliere per aggiungere, limare per ottenere il risultato che vuoi. In questo senso, con il raw, non puoi fare un ritocchino ogni tanto, devi per forza sviluppare la foto dalla a alla zeta...
Ti confermo che quello che vedi sullo schermo della macchina, anche quando scatti solo in raw, è un'anteprima basata su un jpeg sviluppato dal C.I. che è selezionato al momento dello scatto, per avere conferma di questo basta che scatti una stessa foto più volte in raw, cambiando ogni volta il C.I. e vedrai che cambieranno sia l'immagine che l'istogramma...
Spero di essere stato abbastanza chiaro, un saluto
Ti confermo che quello che vedi sullo schermo della macchina, anche quando scatti solo in raw, è un'anteprima basata su un jpeg sviluppato dal C.I. che è selezionato al momento dello scatto, per avere conferma di questo basta che scatti una stessa foto più volte in raw, cambiando ogni volta il C.I. e vedrai che cambieranno sia l'immagine che l'istogramma...
Spero di essere stato abbastanza chiaro, un saluto
Nel tuo intervento ci sono, a mio avviso, delle inesattezze (le ho evidenziate in rosso)
Quella più evidente è che alla frase devi per forza sviluppare la foto dalla a alla zeta. dovevi far precedere "se sviluppi il file RAW con software di terze parti"
Infatti il NEF è un file grezzo che in effetti non ha insiti i settaggi on camera ma li tiene "in separati" TAG.
Il processo di sviluppo, a patto che si utilizzi un software "proprietario" (Viev NX o Capture NX), avviene nel seguente modo:
Viene letto quello che è lo scatto NEF, ovvero quello che il sensore ha registrato e questo viene modificato con le istruzioni contenute nei singoli TAG di settaggio restituendo un file che può essere convertito direttamente in altro formato (JPG o TIF).
Ovviamente questo è un mio parere basato sulle personali esperienze da me effettuate.
Ho notato per esempio che ingrandendo il file NEF a schermo pieno per operare delle modifiche utilizzando View NX2 conviene clickare preventivamente sul pulsante RAW in alto a sinistra per leggere il file effetivo RAW con tutti TAG applicati.
Senza polemica ovviamente, solo per completezza di informazione.
ciao
Franco