Aiuto - Cerca - Utenti - Calendario - Salta a fondo pagina - Versione completa  
NikonClub.it Community > PRODOTTI NIKON > NIKON DIGITAL REFLEX
Pagine: 1, 2
Titoro
Ciao a tutti, questo è il mio primo post, innanzitutto leggere tutto qui è davvero tanto, ma vedo che siete molto afferrati, io avrei migliaia di domande da fare, sperando di non cadere nell'errore di mettere un post già esistente;
Inizio dicendo che ho una D90 con obiettivo nikkor 18-105, acquistato da meno di un mese, e mi sto appassionando tantissimo...vado con le domande:

1) visto il mio obiettivo nikkor, come posso mettere a fuoco a una distanza predefinita da me?? non so me si sono spiegato, facciamo un ipotesi, io devo fotografare un soggetto distante da me 2 m, e non ho possibilità di vedere l'immagine perchè ho la reflex in alto o in basso, quindi cerco di lavorare con priorità dei diaframmi, ma tenendo conto che con l'AF non è veloce vorrei utilizzare una messa a fuoco manuale, ma leggendo vari post, tutorial leggo che ci sono obiettivi dove te puoi decidere la distanza di messa a fuco, ma nel mio obiettivo non c'è questa opzione, come potrei fare??

2)fotografando in raw + jpeg , noto alcune differenze sostanziali tra le 2 foto, o meglio la jpeg è quella che mi da quello che voglio dall'esposizione, mentre quella raw mi sembra più oscura o con una luce diversa, o meglio non sembra, lo è...come mai?? mi fa rosicare tanto questa cosa. se volete vi posto 2 esempi Clicca per vedere gli allegatiClicca per vedere gli allegati
MauSerPhoto
Ciao e benvenuto, allora per quanto riguarda la prima domanda il 18-105 è uno dei "nuovi obiettivi" af s ai quali Nikon ha deciso di togliere la scala delle distanze per cui materialmente non puoi fare quello che vorresti; ma non sarebbe semplice a 2 m anche con un obiettivo con scala delle distanze, perchè non sono più come quelle di una volta, nel senso che ruotando di pochi mm passi da 1,5 a 5 m e se ti serve qualche misura nel mezzo devi andare ad occhio.
Per la seconda domanda non so risponderti, ma penso che anche sui raw in visualizzazione dovrebbero essere applicati i picture control, però non ho mai utilizzato questa modalità di salvataggio, lascio ai più esperti la risposta.

A presto
Maurizio
Lucabeer
Per il discorso delle due immagini, noto che quella dal raw l'hai convertita con Vienx NX 1.1, programma ormai obsoleto.

Scarica la versione più recente (View NX 2.2.3, gratuita) e secondo me andrà tutto a posto.

monteoro
Purtroppo sul 18/105 non c'è la scala delle distanze per cui per il tuo primo quesito la risposta è; "devi fare ad occhio", ovvero mettere a fuoco manualmente un qualcosa che sia alla stessa distanza di ciò che vorrai fotografare (ma comunque se vuoi utilizzare una messa a fuoco manuale in questo tipo di scatti la cosa risulterà molto difficile, meglio affidarsi all'autofocus)

Per la seconda domanda la lieve differenza di luminosità è data dal fatto che un RAW, rappresentando quello che è il vecchio negativo della pellicola", ti da la possibilità di operare svariate correzioni in PP con software proprietari (hai utilizzato View NX1, faresti bene a scaricare l'ultima versione del View NX2, io sono alla 2.2.1), e saranno interventi non "distruttivi", ovvero con possibilità di ritorno indietro.
Il JPG invece è un file pronto all'uso, che se ha degli errori grossolani di esposizione e/o bilanciamento del bianco ad esempio, non da molte possibilità di recupero.

Comunque non ho mai notato simili cose perchè non scatto mai in RAW+JPG, scatto sempre in RAW eccezion fatta per le partite di volley delle squadre del mio paese, in questo caso scatto solo in JPG, le foto sono destinate al sito WEB della società e quindi non richiedono una cura particolare, scelgo solo le migliori.

Direi quindi di prendere un po' con le molle quanto da me asserito riguardo ai RAW/JPG, è semplicemente una mia opinione.
ciao
Franco
Giorgio Baruffi
ciao, in situazioni come quelle descritte da te si può ancora utilizzare un "vecchio" metodo sempre efficace: la distanza iperfocale.

Ok dirai tu, "ma che diavolo è???" wink.gif


Presto detto:

Una delle prime cose che si impara in fotografia e che un obiettivo è capace di mettere a fuoco, in un dato momento, esattamente ad una e una sola distanza dalla macchina fotografica. Ogni oggetto che non è collocato su questa linea immaginaria in realtà non è a fuoco, ma come tutti noi ben sappiamo, questo non significa che non sia sufficientemente nitido per far credere al nostro occhio che in realtà sia a fuoco. Questa “fascia di nitidezza” è chiamata profondità di campo e dipende essenzialmente da tre fattori:

Lunghezza focale dell’obiettivo – Più aumenta più la profondità di campo si restringe
Apertura del diaframma – Più il diaframma è aperto, più la profondità di campo si restringe
Distanza a cui si mette a fuoco – Più è vicino l’oggetto che mettiamo a fuoco, più la profondità di campo si restringe

Se vogliamo rendere nitidi sia gli oggetti in primo piano che quelli sullo sfondo, soprattutto in situazioni in cui non si riesce a "vedere" il soggetto per via della posizione di scatto, una tecnica è quella del calcolo della distanza iperfocale.


Questa tecnica sostanzialmente si può riassumere così:

metodo per ottenere una profondità di campo che si estende, a partire da una certa distanza da noi, fino all’infinito, proprio giocando sui tre fattori elencati prima, e in particolare in base alla formula

H = ((f^2) / (N * c)) + f

dove

H è la distanza iperfocale espressa in millimetri
f è la lunghezza focale espressa in millimetri
N è l’apertura del diaframma (espresso come rapporto di apertura, quindi ad esempio 1.4 per un diaframma f/1.4)
c è il circolo di confusione, che in rapporto alle pellicole è pari a 0.016 mm per il formato APS-C e 0.026 mm per il formato full frame.

Ma veniamo ad un esempio pratico, non occorre essere dei matematici, solo un calcolino svelto:

se tu fossi in montagna (con una reflex APS-C, come la tua) e volessi riprendere le cime che ti circondano ma anche qualcosa davanti a te, potresti scegliere come valori f/11, focale 50mm (solo per fare un esempio)

H = ((50^2)/(11*0,16)+50)

in questo modo la formula ti restituisce che la distanza iperfocale H = 14.254 mm = 14,25 metri.

E ora potresti chiederti: "cosa ne faccio di questo numero?"

Semplice, dovrai collocarti in modo tale che la distanza tra la il sensore della fotocamera reflex e il soggetto sia pari ad almeno la metà della distanza iperfocale, e tutto verrà accettabilmente nitido!

Nell’esempio sopra citato dovresti dunque posizionarti a circa sette metri da ciò che hai di fronte.




VinMac
QUOTE(Giorgio Baruffi @ Nov 19 2011, 11:40 AM) *
ciao, in situazioni come quelle descritte da te si può ancora utilizzare un "vecchio" metodo sempre efficace: la distanza iperfocale.

Questa è tecnica fotografica "in pillole" ... fa bene a chi è ancora alle prime foto ... ed anche a chi, come me, ha oltrepassato ... le seconde e le terze biggrin.gif
E' sempre un piacere leggerti, Giorgio, buona Nikon a te!
Vincenzo
Ripolini
QUOTE(Titoro @ Nov 19 2011, 10:21 AM) *
Ciao a tutti, questo è il mio primo post

Ciao e benvenuto.

QUOTE(Titoro @ Nov 19 2011, 10:21 AM) *
1) visto il mio obiettivo nikkor, come posso mettere a fuoco a una distanza predefinita da me??

Il tuo obiettivo (questo) non ha la scala delle distanze. Ma anche se la avesse (come ce l'ha ad esempio il mio 16-85) non riusciresti comunque a focheggiare ad una distanza predefinita di 2 m. Infatti, questi zoom AFS "tuttofare" hanno una corsa ridottissima della rotazione della ghiera di maf, per cui con pochi gradi di rotazione si passa da infinito a 1,5 m (come nel caso del 16-85 su citato).
Lo stesso vale anche per zomm AFS professionali, quale ad esempio il 24-70/2.8 (lo vedi qui). In quell'obiettivo, la prima distanza segnata prima di infinito è 2 m. Ma se uno volesse pre-focheggiare a 3 m, niente da fare. Per queste cose occorre un'ottica fissa, preferibilmente con messa a fuoco manuale, quale un Nikkor AI/AIS o uno Zeiss ZF/ZF.2 (con baionetta Nikon, ne vedi un esempio qui).
Le ottiche con maf manuale sono anche preferibili per lavorare sull'iperfocale, anche in virtù delle indicazioni riportate sui loro barilotti (a differenza dei barilotti delle ottiche AF dove i riferimenti sono più scarsi).

QUOTE(Titoro @ Nov 19 2011, 10:21 AM) *
2)fotografando in raw + jpeg , noto alcune differenze sostanziali tra le 2 foto...

il raw e il jpeg non sono uguali.
Quando scatto raw+jpeg con la mia D300 noto, oltre a minime differenze di esposizione (meno visibili rispetto al tuo esempio, però) anche leggere differenze di cromia. Apro le immagini con Nikon Capture NX2 (v. 2.2.8).
Il jpeg è un file pronto all'uso; il raw è un file su cui è previsto l'intervento in post-produzione. Non escludo che il firmware della fotocamera agisca in tal senso, causando così le minime differenze che si riscontrano tra i due formati dello stesso scatto.
Anche se scatti solo in raw, la fotocamera crea comunque un jpeg (lo si può estrarre con appositi software), e - se non ricordo male - quel che vedi sul monitor della fotocamera si riferisce a quel jpeg, non al raw.
claudioxx
QUOTE(Giorgio Baruffi @ Nov 19 2011, 11:40 AM) *
ciao, in situazioni come quelle descritte da te si può ancora utilizzare un "vecchio" metodo sempre efficace: la distanza iperfocale.

Ok dirai tu, "ma che diavolo è???" wink.gif
Presto detto:

Una delle prime cose che si impara in fotografia e che un obiettivo è capace di mettere a fuoco, in un dato momento, esattamente ad una e una sola distanza dalla macchina fotografica. Ogni oggetto che non è collocato su questa linea immaginaria in realtà non è a fuoco, ma come tutti noi ben sappiamo, questo non significa che non sia sufficientemente nitido per far credere al nostro occhio che in realtà sia a fuoco. Questa “fascia di nitidezza” è chiamata profondità di campo e dipende essenzialmente da tre fattori:

Lunghezza focale dell’obiettivo – Più aumenta più la profondità di campo si restringe
Apertura del diaframma – Più il diaframma è aperto, più la profondità di campo si restringe
Distanza a cui si mette a fuoco – Più è vicino l’oggetto che mettiamo a fuoco, più la profondità di campo si restringe

Se vogliamo rendere nitidi sia gli oggetti in primo piano che quelli sullo sfondo, soprattutto in situazioni in cui non si riesce a "vedere" il soggetto per via della posizione di scatto, una tecnica è quella del calcolo della distanza iperfocale.
Questa tecnica sostanzialmente si può riassumere così:

metodo per ottenere una profondità di campo che si estende, a partire da una certa distanza da noi, fino all’infinito, proprio giocando sui tre fattori elencati prima, e in particolare in base alla formula

H = ((f^2) / (N * c)) + f

dove

H è la distanza iperfocale espressa in millimetri
f è la lunghezza focale espressa in millimetri
N è l’apertura del diaframma (espresso come rapporto di apertura, quindi ad esempio 1.4 per un diaframma f/1.4)
c è il circolo di confusione, che in rapporto alle pellicole è pari a 0.016 mm per il formato APS-C e 0.026 mm per il formato full frame.

Ma veniamo ad un esempio pratico, non occorre essere dei matematici, solo un calcolino svelto:

se tu fossi in montagna (con una reflex APS-C, come la tua) e volessi riprendere le cime che ti circondano ma anche qualcosa davanti a te, potresti scegliere come valori f/11, focale 50mm (solo per fare un esempio)

H = ((50^2)/(11*0,16)+50)

in questo modo la formula ti restituisce che la distanza iperfocale H = 14.254 mm = 14,25 metri.

E ora potresti chiederti: "cosa ne faccio di questo numero?"

Semplice, dovrai collocarti in modo tale che la distanza tra la il sensore della fotocamera reflex e il soggetto sia pari ad almeno la metà della distanza iperfocale, e tutto verrà accettabilmente nitido!

Nell’esempio sopra citato dovresti dunque posizionarti a circa sette metri da ciò che hai di fronte.

Io ero convinto, fino a quando non ho letto questa spiegazione, che la distanza iperfocale fosse la distanza a cui impostare la scala di messa fuoco, per un dato obiettivo ed un dato diaframma (14,25 mt. nel caso di cui sopra) per avere la massima PDC.
C'è sempre da imparare........!!
Claudio
FE85
C'è da dire che però scattare in iperfocale con ottiche dotate di scala delle distanze e ghiera dei diaframmi è mooooolto più semplice viste le varie "tacchette" sul barilotto... o no?
Ripolini
QUOTE(FE85 @ Nov 19 2011, 12:42 PM) *
C'è da dire che però scattare in iperfocale con ottiche dotate di scala delle distanze e ghiera dei diaframmi è mooooolto più semplice viste le varie "tacchette" sul barilotto... o no?

Assolutamente sì!

QUOTE(Ripolini @ Nov 19 2011, 12:38 PM) *
... Ma se uno volesse pre-focheggiare a 3 m, niente da fare. Per queste cose occorre un'ottica fissa, preferibilmente con messa a fuoco manuale, quale un Nikkor AI/AIS o uno Zeiss ZF/ZF.2 (con baionetta Nikon, ne vedi un esempio qui).
Le ottiche con maf manuale sono anche preferibili per lavorare sull'iperfocale, anche in virtù delle indicazioni riportate sui loro barilotti (a differenza dei barilotti delle ottiche AF dove i riferimenti sono più scarsi).
Giorgio Baruffi
QUOTE(FE85 @ Nov 19 2011, 12:42 PM) *
C'è da dire che però scattare in iperfocale con ottiche dotate di scala delle distanze e ghiera dei diaframmi è mooooolto più semplice viste le varie "tacchette" sul barilotto... o no?



beh ovvio, ma dato che ormai è un pò di tempo che non le segnano più... rolleyes.gif



bergat@tiscali.it
QUOTE(Giorgio Baruffi @ Nov 19 2011, 12:45 PM) *
beh ovvio, ma dato che ormai è un pò di tempo che non le segnano più... rolleyes.gif

E si ora si economicizza anche sulla stampa delle serigrafie....
Ripolini
Non è un caso se qualcuno preferisce certe ottiche ad altre per il paesaggio ... rolleyes.gif
FE85
QUOTE(Giorgio Baruffi @ Nov 19 2011, 12:45 PM) *
beh ovvio, ma dato che ormai è un pò di tempo che non le segnano più... rolleyes.gif


Beh allora mi levo lo sfizio di una domanda, forse stupida, che magari può essere utile anche a chi ha aperto il topic. Per scattare in iperfocale con le nuove ottiche sarebbe utile farsi uno schemino con le varie distanze iperfocali ad ogni lunghezza (proprio per situazioni dove si deve scattare necessariamente alla cieca e l'autofocus potrebbe toppare) o è un lavoraccio inutile? tongue.gif
Giorgio Baruffi
QUOTE(Ripolini @ Nov 19 2011, 12:50 PM) *
Non è un caso se qualcuno preferisce certe ottiche ad altre per il paesaggio ... rolleyes.gif



ah perchè esistono altre ottiche oltre a quelle marcate Nikkor??

Oh mamma, non lo sapevo!! laugh.gif laugh.gif laugh.gif


sappiamo bene cosa prediligi tu caro Riccardo, sappiamo bene... (ovviamente sto giocando) un abbraccio! messicano.gif
Ripolini
QUOTE(FE85 @ Nov 19 2011, 12:50 PM) *
... o è un lavoraccio inutile? tongue.gif

E' utile se ti porti dietro una fettuccia di metro (bella lunga però!), dato che su certi obiettivi la scala delle distanze e' ridicola.
Giorgio Baruffi
QUOTE(FE85 @ Nov 19 2011, 12:50 PM) *
Beh allora mi levo lo sfizio di una domanda, forse stupida, che magari può essere utile anche a chi ha aperto il topic. Per scattare in iperfocale con le nuove ottiche sarebbe utile farsi uno schemino con le varie distanze iperfocali ad ogni lunghezza (proprio per situazioni dove si deve scattare necessariamente alla cieca e l'autofocus potrebbe toppare) o è un lavoraccio inutile? tongue.gif



totalmente inutile non direi, lo si potrebbe fare prendendo in esame le focali più comuni se si dispone di uno zoom, perchè no? wink.gif
Ripolini
QUOTE(Giorgio Baruffi @ Nov 19 2011, 12:52 PM) *
Oh mamma, non lo sapevo!! laugh.gif laugh.gif laugh.gif

Non sai che ti perdi ....
laugh.gif


QUOTE(FE85 @ Nov 19 2011, 12:50 PM) *
...sarebbe utile farsi uno schemino con le varie distanze iperfocali ad ogni lunghezza ...

Ti sei dimenticato il diaframma ...
Piuttosto che andare in giro con tabelle, basta ricordarsi la formulina data da Giorgio:
H = ((f^2) / (N * c)) + f
in cui puoi trascurare f, in quanto solitamente è molto minore di H, e usare questa:
H = (f^2) / (N * c)
Il calcolo si può fare con qualunque telefonino.
michelemagra
Riguardo alla seconda domanda guarda questo link ti servirà di aiuto per capire la differenza tra RAW e JPG

http://www.abfotografia.it/articoli/Quale_...re_Jpeg_Raw.htm
Vincenzo Ianniciello
QUOTE(Giorgio Baruffi @ Nov 19 2011, 11:40 AM) *
ciao, in situazioni come quelle descritte da te si può ancora utilizzare un "vecchio" metodo sempre efficace: la distanza iperfocale.

Ok dirai tu, "ma che diavolo è???" wink.gif
Presto detto:

Una delle prime cose che si impara in fotografia e che un obiettivo è capace di mettere a fuoco, in un dato momento, esattamente ad una e una sola distanza dalla macchina fotografica. Ogni oggetto che non è collocato su questa linea immaginaria in realtà non è a fuoco, ma come tutti noi ben sappiamo, questo non significa che non sia sufficientemente nitido per far credere al nostro occhio che in realtà sia a fuoco. Questa “fascia di nitidezza” è chiamata profondità di campo e dipende essenzialmente da tre fattori:

Lunghezza focale dell’obiettivo – Più aumenta più la profondità di campo si restringe
Apertura del diaframma – Più il diaframma è aperto, più la profondità di campo si restringe
Distanza a cui si mette a fuoco – Più è vicino l’oggetto che mettiamo a fuoco, più la profondità di campo si restringe

Se vogliamo rendere nitidi sia gli oggetti in primo piano che quelli sullo sfondo, soprattutto in situazioni in cui non si riesce a "vedere" il soggetto per via della posizione di scatto, una tecnica è quella del calcolo della distanza iperfocale.
Questa tecnica sostanzialmente si può riassumere così:

metodo per ottenere una profondità di campo che si estende, a partire da una certa distanza da noi, fino all’infinito, proprio giocando sui tre fattori elencati prima, e in particolare in base alla formula

H = ((f^2) / (N * c)) + f

dove

H è la distanza iperfocale espressa in millimetri
f è la lunghezza focale espressa in millimetri
N è l’apertura del diaframma (espresso come rapporto di apertura, quindi ad esempio 1.4 per un diaframma f/1.4)
c è il circolo di confusione, che in rapporto alle pellicole è pari a 0.016 mm per il formato APS-C e 0.026 mm per il formato full frame.

Ma veniamo ad un esempio pratico, non occorre essere dei matematici, solo un calcolino svelto:

se tu fossi in montagna (con una reflex APS-C, come la tua) e volessi riprendere le cime che ti circondano ma anche qualcosa davanti a te, potresti scegliere come valori f/11, focale 50mm (solo per fare un esempio)

H = ((50^2)/(11*0,16)+50)

in questo modo la formula ti restituisce che la distanza iperfocale H = 14.254 mm = 14,25 metri.

E ora potresti chiederti: "cosa ne faccio di questo numero?"

Semplice, dovrai collocarti in modo tale che la distanza tra la il sensore della fotocamera reflex e il soggetto sia pari ad almeno la metà della distanza iperfocale, e tutto verrà accettabilmente nitido!

Nell’esempio sopra citato dovresti dunque posizionarti a circa sette metri da ciò che hai di fronte.

...dopo un anno che mi rompo il capo su questa iper focale finalmente credo di aver afferrato il concetto....grazie Giorgio...oltre a essere un grande fotografo, sei anche un grande moderatore di questo forum....

....quello che non ho capito pero e' come si fa il calcolo....sono moltiplicazioni, addizioni, divisioni o cosa?...non so se ho reso...
Giorgio Baruffi
H = ((f^2) / (N * c)) + f

che starebbe per:

H = ((focale al quadrato) diviso (diaframma moltiplicato 0,16 nel caso di sensore APS-C) sommato alla focale (non strettamente necessario)

così è più chiara! biggrin.gif
claudioxx
QUOTE(claudioxx @ Nov 19 2011, 12:39 PM) *
Io ero convinto, fino a quando non ho letto questa spiegazione, che la distanza iperfocale fosse la distanza a cui impostare la scala di messa fuoco, per un dato obiettivo ed un dato diaframma (14,25 mt. nel caso di cui sopra) per avere la massima PDC.
C'è sempre da imparare........!!
Claudio

mi aspettavo qualche reazione al mio post, invece nulla.
Quindi insisto:
un terzo fattore determinante per la PDC (che non compare nella formula di cui sopra) è la DISTANZA (di messa fuoco) IMPOSTATA SULL'OBIETTIVO al momento dello scatto.
O no?

Claudio
Titoro
Ciao ragazzi, e grazie a tutti quanti per le risposte, ringrazio Giorgio per la spiegazione, devo dire la verità l'ho studiata abbastanza l'iperfocale e la profondità di campo...impazzendo...te sei stato molto più conciso e quindi più facile da capire....quindi grazie ancora, naturalmente io speravo in qualke funzione dove si poteva digitalizzare la messa fuoco a metri....chiedevo troppo? ahaha....
mentre per la 2 domanda, io ho convertito con viewnx ma per comodità, ma con tutti i programmi che uso, da bridge, capture one, o lightroom ho lo stesso risultato...mi fa rabbià però perchè quella che vedo in jpeg è quella che vedo sul display ed è quella che a me piace, quindi quando sul pc vedo quella in formato raw con quelle luci diverse mi mangio le mani, perchè è come se dovessi rifare il lavoro...non so se può essere il Dlighting attivo che su raw non si vede, o la gestione dei colori, ma è un vero peccato...perchè ci sono delle foto che in jpeg mi fanno impazzire, ma in raw perdono parecchio....parlando sempre a prima occhiata, poi naturalmente in pp tutto migliora, ma io ogni tanto voglio giusto ritoccare il necessario per rendere la foto ok...spero di essermi spiegato....aiutatemiiii :( il firmware ultimo della d90 qual'è?
Giorgio Baruffi
QUOTE(claudioxx @ Nov 19 2011, 02:36 PM) *
mi aspettavo qualche reazione al mio post, invece nulla.
Quindi insisto:
un terzo fattore determinante per la PDC (che non compare nella formula di cui sopra) è la DISTANZA (di messa fuoco) IMPOSTATA SULL'OBIETTIVO al momento dello scatto.
O no?

Claudio



ehm... non ho capito...

la pdc sarà (circa) un terzo anteriormente al piano di messa a fuoco (che ricordo essere solo uno) e due terzi posteriormente (anche se non è proprio così in realtà, ma prendiamolo per buono)...
Red Roby
Questo forse può servire...

http://www.dofmaster.com/dofjs.html

ciao
claudioxx
QUOTE(Red Roby @ Nov 19 2011, 02:56 PM) *
Questo forse può servire...

http://www.dofmaster.com/dofjs.html

ciao

Infatti, è proprio quello che dicevo e cioè che è necessario FOCHEGGIARE SULLA DISTANZA DELL'IPERFOCALE per avere la massima profondità di campo.
"......When the lens is focused on the hyperfocal distance,........"
Claudio
Ripolini
QUOTE(Titoro @ Nov 19 2011, 02:46 PM) *
...perchè ci sono delle foto che in jpeg mi fanno impazzire, ma in raw perdono parecchio....parlando sempre a prima occhiata, poi naturalmente in pp tutto migliora, ma io ogni tanto voglio giusto ritoccare il necessario per rendere la foto ok ...

Il raw va considerato come un negativo, il jpeg come il positivo.
Il raw inoltre non può "perdere parecchio". Tutte le informazioni acquisite dal sensore al momento dello scatto sono lì. E' semmai il jpeg che perde informazioni per via della compressione e della conversione operata in-camera.
Il raw, essendo una sorta di negativo digitale, deve essere "sviluppato" e, dunque, lavorato.
Il jpeg è già pronto all'uso, come un Polaroid, ma - come una Polaroid - non avrà mai la qualità che si può estrarre da un raw.
Attendersi un file raw "quasi pronto", o identico al jpeg, è concettualmente sbagliato: il raw nasce per un altro scopo.
E le differenze che vedi su un raw così come uscito dalla fotocamera e il jpeg sono dovute:

1 - alla modalità con cui il firmware della fotocamera produce il jpeg, sempre e comunque dai dati originali acquisiti dal sensore, e dunque da dati "grezzi" (raw in inglese vuol dire, appunto, "grezzo");

2 - dal software che usi per aprire il raw, che può agire in modo non sempre identico anche con le stesse impostazioni in-camera: lo stesso picture control può essere interpretato in modo diverso da diversi programmi. E' acclarato che non tutti i raw converter riescono a produrre la stessa qualità di file, anche a livello di nitidezza e non solo di colore, e molti fotografi preferiscono Lightroom per un fatto di praticità/velocità, ed usano NX2 quando desiderano estrarre il massimo dal file raw per certe specifiche applicazioni.

Per il firmware, puoi dare un'occhiata qui.
Titoro
grazie mille per la risposta...però io nn riesco a capire cm poter portare il mio file raw cm il jpeg ke vedo...perchè alla fine quando io faccio la foto, è il jpeg quello ke vedo in camera, e quello mi piace....quindi come posso fare?? e quale programma mi consigli di utilizzare per il raw??
maurizio angelin
Il file RAW, che noi vediamo unico, in realtà é composto da tre files: il primo che registra le informazioni del sensore, il secondo che raccoglie le modalità di interpretazione di tali informazioni e il terzo costituito da un JPEG per la visualizzazione rapida.
Quando si "sviluppa" un RAW si interviene solo sulle modalità di interpretazione delle informazioni raccolte dal sensore che costituiscono una sorta di negativo digitale proprio perché non vengono in nessun caso modificate.
Riaprendo il file e intervenendo nuovamente su tali interpretazioni si può sempre tornare alla situazione originale.

Nei files JPEG e TIFF invece il file, oltre ad essere compresso, é anche unico per cui non é possibile scindere le informazioni e pertanto, una volta modificato, é impossibile tornare al precedente (a meno ovviamente che non se ne salvi una copia).
E' stato dimostrato da diverse prove fatte in passato da utenti di questo forum che un JPEG ottenuto da RAW risulta migliore del corrispondente JPEG ottenuto direttamente on camera.
Mi sembra strano che tu abbia una sensazione diversa che credo possa derivare da una fase di sviluppo e conversione non ottimale.
Prova a trattare il RAW con NX2.
Spero di essere stato sufficientemente chiaro ma, in caso contrario, sono sempre qui.
Ciao

Maurizio
osterman
Scusate, ma nella formula la "c" (ossia il c.d. "circolo di confusione") mi risulta che nella d90 sia 0.02 e non 0.16.
Almeno così mi dice proprio dofmaster (ottimo sito, linkato nel post precedente), tanto è vero che sempre il calcolatore di dofmaster indica per focale di 50mm aperta a f/11 una distanza iperfocale di 11.1 m. anzichè 14.25 m. come da calcolo di Giorgio Baruffi.
Titoro
QUOTE(maurizio angelin @ Nov 22 2011, 08:58 AM) *
Il file RAW, che noi vediamo unico, in realtà é composto da tre files: il primo che registra le informazioni del sensore, il secondo che raccoglie le modalità di interpretazione di tali informazioni e il terzo costituito da un JPEG per la visualizzazione rapida.
Quando si "sviluppa" un RAW si interviene solo sulle modalità di interpretazione delle informazioni raccolte dal sensore che costituiscono una sorta di negativo digitale proprio perché non vengono in nessun caso modificate.
Riaprendo il file e intervenendo nuovamente su tali interpretazioni si può sempre tornare alla situazione originale.

Nei files JPEG e TIFF invece il file, oltre ad essere compresso, é anche unico per cui non é possibile scindere le informazioni e pertanto, una volta modificato, é impossibile tornare al precedente (a meno ovviamente che non se ne salvi una copia).
E' stato dimostrato da diverse prove fatte in passato da utenti di questo forum che un JPEG ottenuto da RAW risulta migliore del corrispondente JPEG ottenuto direttamente on camera.
Mi sembra strano che tu abbia una sensazione diversa che credo possa derivare da una fase di sviluppo e conversione non ottimale.
Prova a trattare il RAW con NX2.
Spero di essere stato sufficientemente chiaro ma, in caso contrario, sono sempre qui.
Ciao

Maurizio

Ciao maurizio, non so se hai visto le foto ke ho messo, non ho fatto altro ke convertire il raw in jpeg e mettere il jpeg ke mi crea la mia d90 in automatico, e cm vedi so diverse.....ecco perchè nn capisco....naturalmente se dopo lavoro il raw, esce qualcosa di bello, ma io come base del mio lavoro vorrei partire da quello ke vedo nel jpeg...nn so se mi so spegato... :(
Ripolini
QUOTE(Titoro @ Nov 22 2011, 08:38 PM) *
... come base del mio lavoro vorrei partire da quello ke vedo nel jpeg ...

Consiglio allora di scattare solo in jpeg. Si risparmia anche molto spazio sulla CF ...
maurizio angelin
QUOTE(Titoro @ Nov 22 2011, 08:38 PM) *
Ciao maurizio, non so se hai visto le foto ke ho messo, non ho fatto altro ke convertire il raw in jpeg e mettere il jpeg ke mi crea la mia d90 in automatico, e cm vedi so diverse.....ecco perchè nn capisco....naturalmente se dopo lavoro il raw, esce qualcosa di bello, ma io come base del mio lavoro vorrei partire da quello ke vedo nel jpeg...nn so se mi so spegato... :(


Si, le ho viste e quello che tu chiami raw+jpeg mi sembra assai migliore come potrai vedere dall'immagine che ti allego (vedi muretto e ciottolato in basso a destra).
Devo però dirti che confronti su immagini come questa che é completamente errata come bilanciamento del bianco e anche come esposizione risultano assai difficili e si rischia di dire delle emerite c......e.
Per avere un giudizio più sereno e centrato ritengo lo si dovrebbe fare con scatti in luce diurna.
Ciao

Maurizio
Titoro
QUOTE(Ripolini @ Nov 22 2011, 10:28 PM) *
Consiglio allora di scattare solo in jpeg. Si risparmia anche molto spazio sulla CF ...

e allora nn sono riuscito a spiegarmi...io vorrei avere la foto raw cm quella ke vedo in jpeg, così da poter ritoccare il minimo indispensabile.....
Ripolini
QUOTE(Titoro @ Nov 22 2011, 10:32 PM) *
e allora nn sono riuscito a spiegarmi...io vorrei avere la foto raw cm quella ke vedo in jpeg

Pensi che io non avessi capito perfettamente ciò che avevi scritto? rolleyes.gif

QUOTE(Titoro @ Nov 22 2011, 10:32 PM) *
così da poter ritoccare il minimo indispensabile...

Ribadisco il mio consiglio precedente ...
Titoro
QUOTE(Ripolini @ Nov 22 2011, 10:39 PM) *
Pensi che io non avessi capito perfettamente ciò che avevi scritto? rolleyes.gif
Ribadisco il mio consiglio precedente ...

beh fotografare solo in jpeg poi nn mi renderebbe quello ke potrei rendere in raw.....insomma voglio la botte piena, e la moglie ubriaca.... biggrin.gif se te vedi l'esempio, io vorrei partire il mio pp da quel jpeg ma con tutti i dati ke potrei avere in raw....
biggrin.gif scusami se ho frainteso....
utah
QUOTE(Giorgio Baruffi @ Nov 19 2011, 11:40 AM) *
ciao, in situazioni come quelle descritte da te si può ancora utilizzare un "vecchio" metodo sempre efficace: la distanza iperfocale.

Ok dirai tu, "ma che diavolo è???" wink.gif
Presto detto:

Una delle prime cose che si impara in fotografia e che un obiettivo è capace di mettere a fuoco, in un dato momento, esattamente ad una e una sola distanza dalla macchina fotografica. Ogni oggetto che non è collocato su questa linea immaginaria in realtà non è a fuoco, ma come tutti noi ben sappiamo, questo non significa che non sia sufficientemente nitido per far credere al nostro occhio che in realtà sia a fuoco. Questa “fascia di nitidezza” è chiamata profondità di campo e dipende essenzialmente da tre fattori:

Lunghezza focale dell’obiettivo – Più aumenta più la profondità di campo si restringe
Apertura del diaframma – Più il diaframma è aperto, più la profondità di campo si restringe
Distanza a cui si mette a fuoco – Più è vicino l’oggetto che mettiamo a fuoco, più la profondità di campo si restringe

Se vogliamo rendere nitidi sia gli oggetti in primo piano che quelli sullo sfondo, soprattutto in situazioni in cui non si riesce a "vedere" il soggetto per via della posizione di scatto, una tecnica è quella del calcolo della distanza iperfocale.
Questa tecnica sostanzialmente si può riassumere così:

metodo per ottenere una profondità di campo che si estende, a partire da una certa distanza da noi, fino all’infinito, proprio giocando sui tre fattori elencati prima, e in particolare in base alla formula

H = ((f^2) / (N * c)) + f

dove

H è la distanza iperfocale espressa in millimetri
f è la lunghezza focale espressa in millimetri
N è l’apertura del diaframma (espresso come rapporto di apertura, quindi ad esempio 1.4 per un diaframma f/1.4)
c è il circolo di confusione, che in rapporto alle pellicole è pari a 0.016 mm per il formato APS-C e 0.026 mm per il formato full frame.

Ma veniamo ad un esempio pratico, non occorre essere dei matematici, solo un calcolino svelto:

se tu fossi in montagna (con una reflex APS-C, come la tua) e volessi riprendere le cime che ti circondano ma anche qualcosa davanti a te, potresti scegliere come valori f/11, focale 50mm (solo per fare un esempio)

H = ((50^2)/(11*0,16)+50)

in questo modo la formula ti restituisce che la distanza iperfocale H = 14.254 mm = 14,25 metri.

E ora potresti chiederti: "cosa ne faccio di questo numero?"

Semplice, dovrai collocarti in modo tale che la distanza tra la il sensore della fotocamera reflex e il soggetto sia pari ad almeno la metà della distanza iperfocale, e tutto verrà accettabilmente nitido!

Nell’esempio sopra citato dovresti dunque posizionarti a circa sette metri da ciò che hai di fronte.

utah
leggendo le risposte a questo post mi sono venuti mille dubbi e ho bisogno di un chiarimento confidando nella vostra gentilezza
ho sempre pensato che per avere tutto a fuoco dalla distanza minima di messa a fuoco dell'obiettivo all'infinito fosse necessario impostare il valore di diaframma piu' chiuso possibile e far coincidere la ghiera di messa a fuoco su infinito manualmente,ho sempre sabagliato non avendo capito cosa sia effettivamente la distanza iperfocale?
grazie
ciao
Ripolini
QUOTE(utah @ Nov 23 2011, 04:20 AM) *
...ho sempre sabagliato non avendo capito cosa sia effettivamente la distanza iperfocale?

Sì.
Un paio di letture (in inglese) qui, e qui.
Giorgio Baruffi
purtroppo Tony hai senpre sbagliato, ma la colpa non è solo tua, quel sistema veniva suggerito da molti veccchi fotografi, mi ricordo articoli di Vacchiano o qualcuno del suo tempo in cui si dice proprio che, per comodità, i vecchi fotografi facevano così...

quello che ho scritto e i suggerimenti di Riccardo ti aiuteranno a comprendere meglio la questione.

mr-fuso
QUOTE(Giorgio Baruffi @ Nov 19 2011, 02:19 PM) *
H = ((f^2) / (N * c)) + f

che starebbe per:

H = ((focale al quadrato) diviso (diaframma moltiplicato 0,16 nel caso di sensore APS-C) sommato alla focale (non strettamente necessario)

così è più chiara! biggrin.gif


Anche sopra hai sbagliato di ricopiare: bisogna dividere per 0,016.

Il valore più preciso però sarebbe 0,019 mm per DX e 0,029 per FX.

Questi valori si trovano dalla diagonale del sensore (in mm) diviso 1500

Circolo di confusione = digonale/1500
utah
QUOTE(Giorgio Baruffi @ Nov 23 2011, 08:25 AM) *
purtroppo Tony hai senpre sbagliato, ma la colpa non è solo tua, quel sistema veniva suggerito da molti veccchi fotografi, mi ricordo articoli di Vacchiano o qualcuno del suo tempo in cui si dice proprio che, per comodità, i vecchi fotografi facevano così...

quello che ho scritto e i suggerimenti di Riccardo ti aiuteranno a comprendere meglio la questione.

Grazie mille Giorgio e grazie anche a Riccardo
UgoD90
Scusate, ma nell'interessante discorso sull'iperfocale mi pare sia rimasta sottintesa una variabile: la messa a fuoco come va regolata? In manuale e all'infinito?
visa78
QUOTE(UgoD90 @ Nov 24 2011, 01:40 PM) *
Scusate, ma nell'interessante discorso sull'iperfocale mi pare sia rimasta sottintesa una variabile: la messa a fuoco come va regolata? In manuale e all'infinito?



almeno la metà della distanza iperfocale!

claudioxx
QUOTE(UgoD90 @ Nov 24 2011, 01:40 PM) *
Scusate, ma nell'interessante discorso sull'iperfocale mi pare sia rimasta sottintesa una variabile: la messa a fuoco come va regolata? In manuale e all'infinito?

Hai pienamente ragione.

Per definizione, la distanza iperfocale è la distanza a cui impostare l'obiettivo per avere la massima profondità di campo.
l'ho già detto in precedenti interventi su questo argomento, anche in risposta a Giorgio Baruffi che, nella sua spiegazione, ha totalmente ignorato la variabile impostazione messa a fuoco.
Inoltre, il consiglio che Giorgio ha dato al ns. amico di "SPOSTARSI per posizionarsi a circa la metà della distanza iperfocale......" lo ritengo poco pratico e pericoloso (...specie in montagna!). Sarebbe stato più efficace e pratico suggerire di scegliere la posizione dello scatto in funzione della composizione che si vuole dare alla foto e FOCHEGGIARE L'OBIETTIVO SULLA DISTANZA IPERFOCALE (risultante dalla focale e dal diaframma scelto) per avere la massima pdc.
Claudio
claudioxx
QUOTE(visa78 @ Nov 24 2011, 02:10 PM) *
almeno la metà della distanza iperfocale!

NO, va focheggiata alla distanza focale (non alla metà). In tal modo si otterrà la massima pdc che sarà compresa tra la metà della distanza focale fino ad infinito cerotto.gif
claudioxx
QUOTE(claudioxx @ Nov 24 2011, 04:37 PM) *
NO, va focheggiata alla distanza iperfocale (non alla metà). In tal modo si otterrà la massima pdc che sarà compresa tra la metà della distanza iperfocale fino ad infinito cerotto.gif

scusate la svista!
Claudio
Titoro
QUOTE(maurizio angelin @ Nov 22 2011, 10:30 PM) *
Si, le ho viste e quello che tu chiami raw+jpeg mi sembra assai migliore come potrai vedere dall'immagine che ti allego (vedi muretto e ciottolato in basso a destra).
Devo però dirti che confronti su immagini come questa che é completamente errata come bilanciamento del bianco e anche come esposizione risultano assai difficili e si rischia di dire delle emerite c......e.
Per avere un giudizio più sereno e centrato ritengo lo si dovrebbe fare con scatti in luce diurna.
Ciao

Maurizio

scusami maurizio se ti rispondo solo ora, e che tra tanti casini mi sono accorto ora della tua risposta. Perdonami. biggrin.gif
Hai ragione il ciotolato nella raw è molto molto meglio e so io che so sbagliato biggrin.gif e che la luce del jpeg mi attira di più. Volevo chiederti un altra cosa, te mi hai detto che il bilanciamento del bianco non è corretto, ma come mai? il fatto che la luce è calda? e poi mi hai detto di provare a convertire con nx2, ma intendi sempre il viewNx? perchè non riesco a capire come mai dal programma stesso non riesco a scaricare la versione aggiornata.
Mi scuso con tutti voi, ma sono un ragazzo alle prime armi con una reflex, e sto cercando in tutti i modi di studiare il più possibile, anche se so che servirà del tempo e tanta esperienza, ma lo voglio imparare per bene, perchè sono sempre stato attirato da questo mondo fantastico.
Grazie a tutti sempre.
Roberto
fabriziovolpe
QUOTE(Titoro @ Nov 19 2011, 02:46 PM) *
mi fa rabbià però perchè quella che vedo in jpeg è quella che vedo sul display ed è quella che a me piace, quindi quando sul pc vedo quella in formato raw con quelle luci diverse mi mangio le mani, perchè è come se dovessi rifare il lavoro...
perchè ci sono delle foto che in jpeg mi fanno impazzire, ma in raw perdono parecchio....parlando sempre a prima occhiata, poi naturalmente in pp tutto migliora, ma io ogni tanto voglio giusto ritoccare il necessario per rendere la foto ok...spero di essermi spiegato....aiutatemiiii :( il firmware ultimo della d90 qual'è?

Il fatto che tu le veda diverse è assolutamente normale. Parlando moooolto in soldoni, quando sctti in jpeg la maccchina registra cmq un raw che viene successivamente elaborato "on-board" dal processore della tua reflex applicando tutte le impostazioni di contrasto,saturazione,nitidezza ecc.ecc. alla fine di questo procedimento la macchina cancella il raw dopo aver salvato il tuo jpeg bello pronto. Tutto questo sarebbe molto bello e comodo se non fosse che il jpeg è difficilmente lavorabile in seguito (penso al wb per esempio). Quando scatti in raw tu dici alla macchina (sempre facendo una semplificazione che definirei "brutale") "fermati al momento dell'acquisizione della foto al resto ci penso io" e la tua brava reflex ti restituisce il famoso raw (in inglese vuol dire grezzo, nome nomen!), che, data la sua natura, contiene tutte, ma proprio tutte le info che il sensore ha registrato (e sono veramente tante!), e non contiene alcuna correzione di contrasto, saturazione, wb,nitidezza ecc.ecc. per questo la vedi smorta! Diciamo che il lavoro che devi fare con un raw è quasi come quello dello scultore che parte dalla pietra grezza appunto, devi togliere per aggiungere, limare per ottenere il risultato che vuoi. In questo senso, con il raw, non puoi fare un ritocchino ogni tanto, devi per forza sviluppare la foto dalla a alla zeta...

Ti confermo che quello che vedi sullo schermo della macchina, anche quando scatti solo in raw, è un'anteprima basata su un jpeg sviluppato dal C.I. che è selezionato al momento dello scatto, per avere conferma di questo basta che scatti una stessa foto più volte in raw, cambiando ogni volta il C.I. e vedrai che cambieranno sia l'immagine che l'istogramma...
Spero di essere stato abbastanza chiaro, un saluto
monteoro
QUOTE(fabriziovolpe @ Nov 30 2011, 10:51 PM) *
Il fatto che tu le veda diverse è assolutamente normale. Parlando moooolto in soldoni, quando sctti in jpeg la maccchina registra cmq un raw che viene successivamente elaborato "on-board" dal processore della tua reflex applicando tutte le impostazioni di contrasto,saturazione,nitidezza ecc.ecc. alla fine di questo procedimento la macchina cancella il raw dopo aver salvato il tuo jpeg bello pronto. Tutto questo sarebbe molto bello e comodo se non fosse che il jpeg è difficilmente lavorabile in seguito (penso al wb per esempio). Quando scatti in raw tu dici alla macchina (sempre facendo una semplificazione che definirei "brutale") "fermati al momento dell'acquisizione della foto al resto ci penso io" e la tua brava reflex ti restituisce il famoso raw (in inglese vuol dire grezzo, nome nomen!), che, data la sua natura, contiene tutte, ma proprio tutte le info che il sensore ha registrato (e sono veramente tante!), e non contiene alcuna correzione di contrasto, saturazione, wb,nitidezza ecc.ecc. per questo la vedi smorta! Diciamo che il lavoro che devi fare con un raw è quasi come quello dello scultore che parte dalla pietra grezza appunto, devi togliere per aggiungere, limare per ottenere il risultato che vuoi. In questo senso, con il raw, non puoi fare un ritocchino ogni tanto, devi per forza sviluppare la foto dalla a alla zeta...
Ti confermo che quello che vedi sullo schermo della macchina, anche quando scatti solo in raw, è un'anteprima basata su un jpeg sviluppato dal C.I. che è selezionato al momento dello scatto, per avere conferma di questo basta che scatti una stessa foto più volte in raw, cambiando ogni volta il C.I. e vedrai che cambieranno sia l'immagine che l'istogramma...
Spero di essere stato abbastanza chiaro, un saluto


Nel tuo intervento ci sono, a mio avviso, delle inesattezze (le ho evidenziate in rosso)
Quella più evidente è che alla frase devi per forza sviluppare la foto dalla a alla zeta. dovevi far precedere "se sviluppi il file RAW con software di terze parti"

Infatti il NEF è un file grezzo che in effetti non ha insiti i settaggi on camera ma li tiene "in separati" TAG.
Il processo di sviluppo, a patto che si utilizzi un software "proprietario" (Viev NX o Capture NX), avviene nel seguente modo:
Viene letto quello che è lo scatto NEF, ovvero quello che il sensore ha registrato e questo viene modificato con le istruzioni contenute nei singoli TAG di settaggio restituendo un file che può essere convertito direttamente in altro formato (JPG o TIF).

Ovviamente questo è un mio parere basato sulle personali esperienze da me effettuate.
Ho notato per esempio che ingrandendo il file NEF a schermo pieno per operare delle modifiche utilizzando View NX2 conviene clickare preventivamente sul pulsante RAW in alto a sinistra per leggere il file effetivo RAW con tutti TAG applicati.

Senza polemica ovviamente, solo per completezza di informazione.
ciao
Franco
Pagine: 1, 2
Salta a inizio pagina | Per vedere la versione completa del forum Clicca qui.