mia85
Dense di celidonie e di spineti
le rocce mi si drizzano davanti
come uno strano popolo d\'atleti
pietrificato per virtù d\'incanti.
Sotto fremono al vento ampi mirteti
selvaggi e gli oleandri fluttuanti,
verde plebe di nani; giù pei greti
van l\'acque della Spendula croscianti.
Sopra, il ciel grigio, eguale. A l\'umidore
della pioggia un acredine di effluvi
aspra esalano i timi e le mortelle.
Ne la conca verdissima il pastore
come fauno di bronzo, su \'l calcare,
guarda immobile, avvolto in una pelle.
G. D\'Annunzio, 1882