Tour del Monviso estate 2009
Partenza dalla Val Varaita, località Castello, paesino posto sull’omonimo lago dove si affaccia anche Pontechianale, altezza 1600 Mt s.l.m.
Il programma prevede 4 giorni di trekking su un anello svolto in senso orario, con 3 pernotti in rifugio. Dopo aver caricato gli zaini , la macchina fotografica e aver consultato il meteo inizia l’avventura una mattina di agosto, carichi di peso e di entusiasmo.
Il sentiero inizia subito in salita, il primo giorno ci aspetta un dislivello positivo di 1200mt e negativo di 350mt, per più di 5 ore di cammino più le soste e le fotografie, naturalmente!
Destinazione del primo giorno il rifugio Viso, in valle Guil, Francia. La giornata è ottima, sole e nessuna nuvola all’orizzonte.
Prima tappa intermedia il rifugio e lago di Vallanta (2450mt slm).
Il rifugio è stato inaugurato nel 1988 al posto di quelli precedenti distrutti dalle slavine, il primo era del 1935.
La valle sale fino al passo di Vallanta, dove si trova il confine con la Francia
Dal passo di Vallanta, 2815 mt verso la Francia e la Valle del Guil. Quà resistono i nevai, residuo dell’inverno decisamente nevoso,e sia sul passo che per i primi 100 mt di discesa li dobbiamo attraversare. Mano male che i bastoncini ci aiutano a tenere l’equilibrio sulla neve!
Ci giriamo verso Sud e ammiriamo la parete Nord Ovest del Monviso, che da qui perde un pò il suo caratteristico aspetto a piramide.
Il sole oramai calante lo illumina, forte e maestoso.
Cima più alta delle Alpi Cozie(3841mt), domina l’intero arco alpino e tutta la pianura Piemontese, ed è visibile nelle giornate più limpide sia dall’appennino Ligure che dalle Guglie del duomo di Milano (quando non c’è inquinamento atmosferico...) .
Inizia la sofferta discesa tra nevai e sfasciumi lungo la valle del Guil , sino al lago e successivamente al rifugio Viso (mt 2490) dove finalmente possiamo riposare.
Dal rifugio Viso verso Sud il Monviso e il passo di Vallanta alla luce del tramonto.
Il secondo giorno ci aspetta la giornata più emozionante : Buco del Viso, Passo delle Traversette, Sentiero del Postino e Rifugio Giacoletti. Ma ancora non sappiamo cosa di preciso ci aspetta...zaino in spalla alle 8 e subito inizia la salita verso il buco del Viso, alle pendici del monte Granero.
Il sentiero si inerpica aspramente tra sassaie di pietra scura e il sole a picco in un cielo senza nuvole.
Finalmente arriviamo all’ingresso Francese del Buco del Viso(2800mt). Muniti preventivamente di torce a testa ci caliamo verso l’ingresso, parzialmente ostruito da rocce e dal nevaio.
Non è un impresa semplice, non certo agevolata dello zaino!
Interessante la storia di questo tunnel, che parzialmente riporto da Wikipedia.
l Buco di Viso o Buco delle Traversetteè un tunnel non carrabile che collega l'Italia con la Francia. È stato il primo traforo alpino della storia e rappresenta una delle più antiche opere di ingegneria civile realizzate in alta montagna
E’ lungo 75 metri, alto mediamente 2,5 e largo 2 (altezza e larghezza sono continuamente variabili).
Il promotore dell'opera fu il Marchese di Saluzzo Ludovico II, filofrancese ed ostile ai Savoia.
La galleria fu poi costruita tra il luglio del 1479, ad avvenuto scioglimento delle nevi, e la fine del 1480.Le cronache dell'epoca riportano che la galleria fu scavata con ferro, fuoco, acqua bollente ed aceto.Lo scopo del tunnel era quello di permettere un passaggio più agevole alle carovane mercantili di muli che necessitavano di attraversare la barriera imposta dalle Alpi. In questo modo si evitava anche il passaggio sul più pericoloso colle delle Traversette, che procurava non pochi danni alle spedizioni.
La merce più utile che passava attraverso questa via commerciale era sicuramente il sale, proveniente dalle saline di Aigues-Mortes, Qui, come in molti altri valichi del territorio dell'Italia settentrionale, si formò quindi una rotta commerciale chiamata comunemente "via del sale”
Altri passaggi illustri furono quelli di re Carlo VIII di Francia nel 1494, il quale ci fece passare una parte della sua artiglieria, Luigi XII nel 1499 e soprattutto Francesco I di Francia con la sua artiglieria quando scese in Italia per sfidare l'imperatore Carlo V nel 1525.
Negli anni seguenti, a causa anche di alcune frane, il Buco di Viso rimase chiuso soprattutto per ragioni politico-militari. Riaperto definitivamente nel 1907 per iniziativa del CAI
Dopo i 75 metri di galleria, facendo attenzione a non dare testate contro la volta, si arriva all’uscita Italiana, un pò più ampia ed agevole da percorrere.
Quà ci aspetta una sorpresa meteorologica, sotto di noi un tappeto di nuvole. Il tempo stà cambiando.
Scendiamo dai 2950 mt del Passo delle Traversette e ci dirigiamo verso il bivio che ci portarà sul famigerato “Sentiero del Postino”.
Il sentiero si inerpica tra nevai e sfasciumi, in alcuni punti è attrezzato con gradini, passamano e corde.
Suggestivo il passaggio tra questo nevaio e la roccia. E non vi dico il fresco che faceva li sotto!
Dando una occhiata verso Sud ovest scorgiamo il lato nord est del Monviso, con davanti il Visolotto.
Il Viso sembra che stia fumando, come un vulcano!
« Quand Viso a l'ha la spiumasera:
bel ëd matìn e brut ëd sèra. »
« Quando il Monviso ha un pennacchio di nubi:
bello di mattino e brutto di sera. »
Siamo raggiunti dalle nuvole della perturbazione, e ci ritroviamo immersi in un panorama quasi surreale. Camminiamo a stento in salita seguendo un ruscello che scende allegro verso valle, per congiungersi poi insieme agli altri e formare le sorgenti del Po, comunemente indicate a Pian del Re. In cima camminiamo tra i residui di un nevaio nella nebbia, siamo quasi arrivati a destinazione!
Quota 2741mt, dal rifugio Giacoletti si gode una splendida vista verso sud.
Quà il Viso Mozzo, alle sue pendici sotto le nuvole il passo Sella dove passeremo l’indomani.
La perturbazione, spinta verso le alpi dalla pianura, si ammassa sotto di noi. Sembra di volare.
Da sn il Viso Mozzo, Il Monviso e Il Visolotto davanti. E il sole stà tramontando dietro le montagne.
Secondo l'opinione di alcuni valligiani, il Monviso sarebbe la montagna raffigurata nel logo della Paramount Pictures o comunque ne sarebbe stata l'ispirazione.
Incontri ravvicinati lungo il sentiero..... siamo noi o lei di troppo? Non sembra particolarmente spaventata questa meravigliosa femmina di Stambecco, abituata probabilmente agli escursionisti che ben la trattano.
Poco prima che il sole tramonti definitivamente dietro le cime, una panoramica per apprezzare nel suo insieme questa meraviglia di posto. Siamo oltre i 2700 mt, ma sembra di essere molto più in alto, ad altezze dove solo l’anima può volare.
L’indomani il tempo peggiorerà progressivamente mentre proseguiamo verso il rifugio Alpetto (2268mt). In questa immagine in un momento di apertura delle nuvole scorgiamo il Monviso nella sua rappresentazione più comune, quella della parete est. Incredibile la sensazione dopo il risveglio, sembra naturale mettersi lo zaino in spalla e iniziare a camminare... l’automobile e il traffico sono solo un lontano ricordo.
Arrivati nel pomeriggio al rifugio alpetto riceviamo il grido di accoglienza di un simpatico abitante di queste montagne
Il quarto giorno di trekking inizia sotto una leggera pioggia e siamo immersi nelle nuvole più dense, e allora fuori le mantelle e i coprizaini. Il paesaggio diventa grigio e nebbioso, i suoni sono ovattati e ..le fotografie grigie! E “ti sembra di non conoscere più il posto dove stai”
Vanno
vengono
ogni tanto si fermano
e quando si fermano
sono nere come il corvo
sembra che ti guardano con malocchio
Certe volte sono bianche
e corrono
e prendono la forma dell’airone
o della pecora
o di qualche altra bestia
ma questo lo vedono meglio i bambini
che giocano a corrergli dietro per tanti metri
Certe volte ti avvisano con rumore
prima di arrivare
e la terra si trema
e gli animali si stanno zitti
certe volte ti avvisano con rumore
Vanno
vengono
ritornano
e magari si fermano tanti giorni
che non vedi più il sole e le stelle
e ti sembra di non conoscere più
il posto dove stai
Vanno
vengono
per una vera
mille sono finte
e si mettono li tra noi e il cielo
per lasciarci soltanto una voglia di pioggia.
De Andrè, Nuvole
Rimane da superare il passo di san Ciaffredo(mt 2764) e il Passo Gallarino (2727 mt), per reincontrare il bivio (2000 mt circa) che, attraverso una fitta boscaglia, porta nuovamente a Castello.
Ingrandimento full detail : 472.1 KB
Il sole che tramonta tra le guglie del Monviso ci saluta.
Siamo partiti carichi di speranze ed entusiasmo, ritorniamo con tante emozioni in più nel nostro cuore.
Note tecniche, fotografiche e non.
Attrezzatura fotografica:
D90, 12-24 tok, 55-200Vr (grazie a chi me lo ha prestato, ne ho apprezzato la leggerezza), Filtri GND, polarizzatore, 3 schede 4GB, batteria di ricambio
Borsa posizionata sul davanti fissata alla cinta e ai poggia-pollici dello zaino con due moschettoni.
Peso 2,6 Kg
Zaino con acqua e libagioni per il pranzo peso 12,9Kg
Bastoncini
Km stimati 50-60
Altezza positiva totale +2892 mt
Escluso il rifugio Alpetto, per il restante percorso non c’è copertura cellulare (che bello!)
Nei rifugi è problematico ricaricare la batteria, meglio avere una scorta.
I rifugi non sono propriamente degli alberghi, richiedono una certa dose di adattamento.
Leggende
Una delle più note leggende tramandate nelle valli piemontesi che riguardano il Monviso è quella del suo attraversamento da parte di Annibale e del suo esercito (elefanti compresi), diretti a Roma. Si racconta che Annibale, addentratosi fra le gole alpine alla ricerca di un valico, avesse trovato nient'altro che aspre e dirupate pareti rocciose. Stanco di tanti impedimenti ma volendo assolutamente passare, il cartaginese sperimentò un metodo singolare ed efficace per aprirsi un varco in mezzo alla montagna impervia. Fece accatastare attorno ad una rupe che sbarrava il passaggio una gran quantità di legname e diede ordine che venisse incendiato. Quando la roccia divenne rovente, la fece inondare d’aceto. Alternò fuoco e aceto più volte finché la roccia divenne frantumabile con il piccone, e lui poté passare assieme all’esercito e alla sua sete di conquista. Il luogo del valico così aperto resta a tutt'oggi ignoto anche se alcuni storici come sir Gavin de Beer suggeriscono che si tratti dell'odierno colle delle Traversette
Un grazie a chi, fino a qui, ha prestato la sua attenzione.
Molto gradito un commento su questo lavoro.
Ciao Max
Partenza dalla Val Varaita, località Castello, paesino posto sull’omonimo lago dove si affaccia anche Pontechianale, altezza 1600 Mt s.l.m.
Il programma prevede 4 giorni di trekking su un anello svolto in senso orario, con 3 pernotti in rifugio. Dopo aver caricato gli zaini , la macchina fotografica e aver consultato il meteo inizia l’avventura una mattina di agosto, carichi di peso e di entusiasmo.
Il sentiero inizia subito in salita, il primo giorno ci aspetta un dislivello positivo di 1200mt e negativo di 350mt, per più di 5 ore di cammino più le soste e le fotografie, naturalmente!
Destinazione del primo giorno il rifugio Viso, in valle Guil, Francia. La giornata è ottima, sole e nessuna nuvola all’orizzonte.
Prima tappa intermedia il rifugio e lago di Vallanta (2450mt slm).
Il rifugio è stato inaugurato nel 1988 al posto di quelli precedenti distrutti dalle slavine, il primo era del 1935.
La valle sale fino al passo di Vallanta, dove si trova il confine con la Francia
Dal passo di Vallanta, 2815 mt verso la Francia e la Valle del Guil. Quà resistono i nevai, residuo dell’inverno decisamente nevoso,e sia sul passo che per i primi 100 mt di discesa li dobbiamo attraversare. Mano male che i bastoncini ci aiutano a tenere l’equilibrio sulla neve!
Ci giriamo verso Sud e ammiriamo la parete Nord Ovest del Monviso, che da qui perde un pò il suo caratteristico aspetto a piramide.
Il sole oramai calante lo illumina, forte e maestoso.
Cima più alta delle Alpi Cozie(3841mt), domina l’intero arco alpino e tutta la pianura Piemontese, ed è visibile nelle giornate più limpide sia dall’appennino Ligure che dalle Guglie del duomo di Milano (quando non c’è inquinamento atmosferico...) .
Inizia la sofferta discesa tra nevai e sfasciumi lungo la valle del Guil , sino al lago e successivamente al rifugio Viso (mt 2490) dove finalmente possiamo riposare.
Dal rifugio Viso verso Sud il Monviso e il passo di Vallanta alla luce del tramonto.
Il secondo giorno ci aspetta la giornata più emozionante : Buco del Viso, Passo delle Traversette, Sentiero del Postino e Rifugio Giacoletti. Ma ancora non sappiamo cosa di preciso ci aspetta...zaino in spalla alle 8 e subito inizia la salita verso il buco del Viso, alle pendici del monte Granero.
Il sentiero si inerpica aspramente tra sassaie di pietra scura e il sole a picco in un cielo senza nuvole.
Finalmente arriviamo all’ingresso Francese del Buco del Viso(2800mt). Muniti preventivamente di torce a testa ci caliamo verso l’ingresso, parzialmente ostruito da rocce e dal nevaio.
Non è un impresa semplice, non certo agevolata dello zaino!
Interessante la storia di questo tunnel, che parzialmente riporto da Wikipedia.
l Buco di Viso o Buco delle Traversetteè un tunnel non carrabile che collega l'Italia con la Francia. È stato il primo traforo alpino della storia e rappresenta una delle più antiche opere di ingegneria civile realizzate in alta montagna
E’ lungo 75 metri, alto mediamente 2,5 e largo 2 (altezza e larghezza sono continuamente variabili).
Il promotore dell'opera fu il Marchese di Saluzzo Ludovico II, filofrancese ed ostile ai Savoia.
La galleria fu poi costruita tra il luglio del 1479, ad avvenuto scioglimento delle nevi, e la fine del 1480.Le cronache dell'epoca riportano che la galleria fu scavata con ferro, fuoco, acqua bollente ed aceto.Lo scopo del tunnel era quello di permettere un passaggio più agevole alle carovane mercantili di muli che necessitavano di attraversare la barriera imposta dalle Alpi. In questo modo si evitava anche il passaggio sul più pericoloso colle delle Traversette, che procurava non pochi danni alle spedizioni.
La merce più utile che passava attraverso questa via commerciale era sicuramente il sale, proveniente dalle saline di Aigues-Mortes, Qui, come in molti altri valichi del territorio dell'Italia settentrionale, si formò quindi una rotta commerciale chiamata comunemente "via del sale”
Altri passaggi illustri furono quelli di re Carlo VIII di Francia nel 1494, il quale ci fece passare una parte della sua artiglieria, Luigi XII nel 1499 e soprattutto Francesco I di Francia con la sua artiglieria quando scese in Italia per sfidare l'imperatore Carlo V nel 1525.
Negli anni seguenti, a causa anche di alcune frane, il Buco di Viso rimase chiuso soprattutto per ragioni politico-militari. Riaperto definitivamente nel 1907 per iniziativa del CAI
Dopo i 75 metri di galleria, facendo attenzione a non dare testate contro la volta, si arriva all’uscita Italiana, un pò più ampia ed agevole da percorrere.
Quà ci aspetta una sorpresa meteorologica, sotto di noi un tappeto di nuvole. Il tempo stà cambiando.
Scendiamo dai 2950 mt del Passo delle Traversette e ci dirigiamo verso il bivio che ci portarà sul famigerato “Sentiero del Postino”.
Il sentiero si inerpica tra nevai e sfasciumi, in alcuni punti è attrezzato con gradini, passamano e corde.
Suggestivo il passaggio tra questo nevaio e la roccia. E non vi dico il fresco che faceva li sotto!
Dando una occhiata verso Sud ovest scorgiamo il lato nord est del Monviso, con davanti il Visolotto.
Il Viso sembra che stia fumando, come un vulcano!
« Quand Viso a l'ha la spiumasera:
bel ëd matìn e brut ëd sèra. »
« Quando il Monviso ha un pennacchio di nubi:
bello di mattino e brutto di sera. »
Siamo raggiunti dalle nuvole della perturbazione, e ci ritroviamo immersi in un panorama quasi surreale. Camminiamo a stento in salita seguendo un ruscello che scende allegro verso valle, per congiungersi poi insieme agli altri e formare le sorgenti del Po, comunemente indicate a Pian del Re. In cima camminiamo tra i residui di un nevaio nella nebbia, siamo quasi arrivati a destinazione!
Quota 2741mt, dal rifugio Giacoletti si gode una splendida vista verso sud.
Quà il Viso Mozzo, alle sue pendici sotto le nuvole il passo Sella dove passeremo l’indomani.
La perturbazione, spinta verso le alpi dalla pianura, si ammassa sotto di noi. Sembra di volare.
Da sn il Viso Mozzo, Il Monviso e Il Visolotto davanti. E il sole stà tramontando dietro le montagne.
Secondo l'opinione di alcuni valligiani, il Monviso sarebbe la montagna raffigurata nel logo della Paramount Pictures o comunque ne sarebbe stata l'ispirazione.
Incontri ravvicinati lungo il sentiero..... siamo noi o lei di troppo? Non sembra particolarmente spaventata questa meravigliosa femmina di Stambecco, abituata probabilmente agli escursionisti che ben la trattano.
Poco prima che il sole tramonti definitivamente dietro le cime, una panoramica per apprezzare nel suo insieme questa meraviglia di posto. Siamo oltre i 2700 mt, ma sembra di essere molto più in alto, ad altezze dove solo l’anima può volare.
L’indomani il tempo peggiorerà progressivamente mentre proseguiamo verso il rifugio Alpetto (2268mt). In questa immagine in un momento di apertura delle nuvole scorgiamo il Monviso nella sua rappresentazione più comune, quella della parete est. Incredibile la sensazione dopo il risveglio, sembra naturale mettersi lo zaino in spalla e iniziare a camminare... l’automobile e il traffico sono solo un lontano ricordo.
Arrivati nel pomeriggio al rifugio alpetto riceviamo il grido di accoglienza di un simpatico abitante di queste montagne
Il quarto giorno di trekking inizia sotto una leggera pioggia e siamo immersi nelle nuvole più dense, e allora fuori le mantelle e i coprizaini. Il paesaggio diventa grigio e nebbioso, i suoni sono ovattati e ..le fotografie grigie! E “ti sembra di non conoscere più il posto dove stai”
Vanno
vengono
ogni tanto si fermano
e quando si fermano
sono nere come il corvo
sembra che ti guardano con malocchio
Certe volte sono bianche
e corrono
e prendono la forma dell’airone
o della pecora
o di qualche altra bestia
ma questo lo vedono meglio i bambini
che giocano a corrergli dietro per tanti metri
Certe volte ti avvisano con rumore
prima di arrivare
e la terra si trema
e gli animali si stanno zitti
certe volte ti avvisano con rumore
Vanno
vengono
ritornano
e magari si fermano tanti giorni
che non vedi più il sole e le stelle
e ti sembra di non conoscere più
il posto dove stai
Vanno
vengono
per una vera
mille sono finte
e si mettono li tra noi e il cielo
per lasciarci soltanto una voglia di pioggia.
De Andrè, Nuvole
Rimane da superare il passo di san Ciaffredo(mt 2764) e il Passo Gallarino (2727 mt), per reincontrare il bivio (2000 mt circa) che, attraverso una fitta boscaglia, porta nuovamente a Castello.
Ingrandimento full detail : 472.1 KB
Il sole che tramonta tra le guglie del Monviso ci saluta.
Siamo partiti carichi di speranze ed entusiasmo, ritorniamo con tante emozioni in più nel nostro cuore.
Note tecniche, fotografiche e non.
Attrezzatura fotografica:
D90, 12-24 tok, 55-200Vr (grazie a chi me lo ha prestato, ne ho apprezzato la leggerezza), Filtri GND, polarizzatore, 3 schede 4GB, batteria di ricambio
Borsa posizionata sul davanti fissata alla cinta e ai poggia-pollici dello zaino con due moschettoni.
Peso 2,6 Kg
Zaino con acqua e libagioni per il pranzo peso 12,9Kg
Bastoncini
Km stimati 50-60
Altezza positiva totale +2892 mt
Escluso il rifugio Alpetto, per il restante percorso non c’è copertura cellulare (che bello!)
Nei rifugi è problematico ricaricare la batteria, meglio avere una scorta.
I rifugi non sono propriamente degli alberghi, richiedono una certa dose di adattamento.
Leggende
Una delle più note leggende tramandate nelle valli piemontesi che riguardano il Monviso è quella del suo attraversamento da parte di Annibale e del suo esercito (elefanti compresi), diretti a Roma. Si racconta che Annibale, addentratosi fra le gole alpine alla ricerca di un valico, avesse trovato nient'altro che aspre e dirupate pareti rocciose. Stanco di tanti impedimenti ma volendo assolutamente passare, il cartaginese sperimentò un metodo singolare ed efficace per aprirsi un varco in mezzo alla montagna impervia. Fece accatastare attorno ad una rupe che sbarrava il passaggio una gran quantità di legname e diede ordine che venisse incendiato. Quando la roccia divenne rovente, la fece inondare d’aceto. Alternò fuoco e aceto più volte finché la roccia divenne frantumabile con il piccone, e lui poté passare assieme all’esercito e alla sua sete di conquista. Il luogo del valico così aperto resta a tutt'oggi ignoto anche se alcuni storici come sir Gavin de Beer suggeriscono che si tratti dell'odierno colle delle Traversette
Un grazie a chi, fino a qui, ha prestato la sua attenzione.
Molto gradito un commento su questo lavoro.
Ciao Max
Cosa posso dirti amico mio, se non ammirare il tuo lavoro, ma, soprattutto, l'amore per la montagna che ne esce prorompente !!!
Sei veramente un ligure d'altissima quota
Oppikkiamiiiiiiiiii
Ale
Sei veramente un ligure d'altissima quota
Oppikkiamiiiiiiiiii
Ale
Chissà forse un giorno anche io riuscirò a fare un giro di 4 giorni.... Intanto sogno guardando il tuo life....
Concordo con Alessandro, questo life trasuda tutto il tuo amore per la montagna....
Concordo con Alessandro, questo life trasuda tutto il tuo amore per la montagna....
grandissimo e vero (finalmente!) Life!
coinvolgente, sia per la parte fotografica che per la parte testuale... davvero un bel lavoro, me lo sono gustato al posto di uscire subito per il pranzo, i miei complimenti!
coinvolgente, sia per la parte fotografica che per la parte testuale... davvero un bel lavoro, me lo sono gustato al posto di uscire subito per il pranzo, i miei complimenti!
......Senza parole........
Saluti Massi
Saluti Massi
Bellissimo Life.
Una esauriente parte testuale e nozionistica a corredo di un servizio di tutto rispetto, con immagine suggestive anche in condizioni meteo avverse.
Complimenti vivissimi.
Una esauriente parte testuale e nozionistica a corredo di un servizio di tutto rispetto, con immagine suggestive anche in condizioni meteo avverse.
Complimenti vivissimi.
Innanzitutto i complimenti per l'ottimo lavoro!
davvero notevole, in tutti i sensi, dal grande sforzo fisico richiesto dal tour, dalle immagini molto eloquenti e sopratutto dalla narrazione che personalmente è quella mi riesce meno bene e che tu hai sapientemente proposto.
L'unico appunto che mi sento fare, è che avrei cercato di inserire ancora di più nelle foto la figura umana, anche solo in lontananza in modo da avvalorare maggiormante la maestosità dell'ambiente e nello stesso tempo renderlo meno distaccato. Per esempio tra mie preferite sicuramente la 13 "Suggestivo il passaggio tra questo nevaio e la roccia" e la 21 "In questa immagine in un momento di apertura delle nuvole scorgiamo il Monviso nella sua rappresentazione più comune, quella della parete est".
ciao, edy
davvero notevole, in tutti i sensi, dal grande sforzo fisico richiesto dal tour, dalle immagini molto eloquenti e sopratutto dalla narrazione che personalmente è quella mi riesce meno bene e che tu hai sapientemente proposto.
L'unico appunto che mi sento fare, è che avrei cercato di inserire ancora di più nelle foto la figura umana, anche solo in lontananza in modo da avvalorare maggiormante la maestosità dell'ambiente e nello stesso tempo renderlo meno distaccato. Per esempio tra mie preferite sicuramente la 13 "Suggestivo il passaggio tra questo nevaio e la roccia" e la 21 "In questa immagine in un momento di apertura delle nuvole scorgiamo il Monviso nella sua rappresentazione più comune, quella della parete est".
ciao, edy
Coinvolgente e spettacolare nelle parole ,piene d'amore per la montagna, e nelle immagini che tale amore riflettono. Complimenti sinceri e sentiti.
non potevo non gustarmi tutto questo bel racconto corredato da ottime foto!
nel leggerlo mi pareva di essere lassu con voi! Sicuramente mi sono passate tutte le emozioni che solo la montagna sa regalare!
Bel giro, complimenti!
ciao
Anna
nel leggerlo mi pareva di essere lassu con voi! Sicuramente mi sono passate tutte le emozioni che solo la montagna sa regalare!
Bel giro, complimenti!
ciao
Anna
Dopo questa lettura coinvolgente ora mi siedo a riposare anch'io.
Bellissimo racconto completato ed arricchito da buonissime foto che mi hanno fatto vivere questa "passeggiata" con voi.
Complimenti Max.
Un saluto.
Mau
Bellissimo racconto completato ed arricchito da buonissime foto che mi hanno fatto vivere questa "passeggiata" con voi.
Complimenti Max.
Un saluto.
Mau
Max ...Max ....mi sono qusi emozionato nel leggere ed ammirare il tuo grande Life ...
il tuo amore per la montagna abbinato alla fotografia ci hanno regalato immgini ed emozioni uniche ....
Sinceri complimenti ....
ciao ciao Massy
il tuo amore per la montagna abbinato alla fotografia ci hanno regalato immgini ed emozioni uniche ....
Sinceri complimenti ....
ciao ciao Massy
Fantastico reportage... e te lo dico da appassionato di montagna che ha casa in Val Varaita e che quindi conosce MOLTO bene la prima parte della tua escursione. Pensa che fra l'altro il nonno di mia moglie era Nicola "Mario" Girello, compagno di scalate del Gagliardone a cui fu dedicato il vecchio rifugio che si trovava al Vallanta (all'interno del rifugio moderno c'è una sua foto, scattata appunto da Girello).
Lasciami dire che quest'anno il tempo era invidiabile... era da tantissimi anni che ad agosto non si vedevano così tanti giorni consecutivi di bel tempo in valle. Appena mia figlia cresce un po', voglio fare anche io il tuo stesso giro... Per ora, mi accontento di escursioni un po' più brevi!
Messaggio modificato da Lucabeer il Aug 28 2009, 04:54 PM
Lasciami dire che quest'anno il tempo era invidiabile... era da tantissimi anni che ad agosto non si vedevano così tanti giorni consecutivi di bel tempo in valle. Appena mia figlia cresce un po', voglio fare anche io il tuo stesso giro... Per ora, mi accontento di escursioni un po' più brevi!
Messaggio modificato da Lucabeer il Aug 28 2009, 04:54 PM
Credo proprio che 'Emozioni' sia la parola chiave di questo reportage, che mi è piaciuto molto e mi ha ricordato zone e percorsi che molti anni fa frequentavo assiduamente.
Complimenti.
ciao
RS
Complimenti.
ciao
RS
Ciao Max
Foto racconto suggestivo con un’ottima scelta delle immagini più significative per accompagnarci lungo il percorso.
Da amante della montagna ti faccio i miei complimenti: un gran bel lavoro.
Foto racconto suggestivo con un’ottima scelta delle immagini più significative per accompagnarci lungo il percorso.
Da amante della montagna ti faccio i miei complimenti: un gran bel lavoro.
Questo Life trasporta letteralmente lassù sopra le nuvole .. dentro la nebbiolina dei momenti di pioggia ... al sole dei momenti limpidi ... dentro le tue emozioni che diventano anche le mie e di tutti quelli che la montagna la amano.
Ho molto apprezzato sia il racconto che le foto!
Bravo Max!
Ho molto apprezzato sia il racconto che le foto!
Bravo Max!
Beh...davvero complimenti per il reportage, ben descritto e ricco di belle immagini, come già ti avevo scritto su Flickr! Interessante...ottima la descrizione dell'itinerario, dell'accoglienza ai rifugi e della attrezzatura!
Sinceri complimenti Max un grande lavoro realizzato perfettamente...BRAVO
Ciao
Vito
Ciao
Vito
un ottimo lavoro, un viaggio dove si sente alta la partecipazione e scatti che ti aprono i polmoni!
Che bei colori
ciao , max che cosa possiamo dirti?
io e mia moglie dopo aver letto il tuo life, in silenzio , davanti alle tue immagini ci siamo emozionati.
Abitiamo a Torino, e tutti i giorni recandoci sul lavoro il nostro sguardo va al monviso e alle montagne dell'arco alpino che amiamo.
Non ti nascondo che sono mesi che penso a cosa fare per andare sotto/sul/sopra il monviso e fare fotografia.
tu lo hai fatto ed è bellissimo.
(un guru da parte mia ,sergio, e uno da parte di clara)
ciao
io e mia moglie dopo aver letto il tuo life, in silenzio , davanti alle tue immagini ci siamo emozionati.
Abitiamo a Torino, e tutti i giorni recandoci sul lavoro il nostro sguardo va al monviso e alle montagne dell'arco alpino che amiamo.
Non ti nascondo che sono mesi che penso a cosa fare per andare sotto/sul/sopra il monviso e fare fotografia.
tu lo hai fatto ed è bellissimo.
(un guru da parte mia ,sergio, e uno da parte di clara)
ciao
Bellissimo in tutto: parole, foto, emozioni ... sì emozioni io mi sono emozionato e non lo nascondo.
Bravo bellissimo lavoro, complimenti.
Bravo bellissimo lavoro, complimenti.
Grazie a tutti ragazzi, troppo buoni!
Devo dire che quando rivedo e ripenso alle emozioni di questo trekking, mi migliora istantaneamente l'umore!
Ciao Max
Devo dire che quando rivedo e ripenso alle emozioni di questo trekking, mi migliora istantaneamente l'umore!
Ciao Max
Letto tutto d'un fiato, parole e foto veramente magiche, anch'io amo la montagna in tutte le sue rappresentazioni ed apprezzo tantissimo quando qualcuno la rappresenta in modo così degno e spettacolare
Marcello
Messaggio modificato da marce956 il Sep 25 2009, 09:29 PM
Marcello
Messaggio modificato da marce956 il Sep 25 2009, 09:29 PM
Che dire Max, il tour del Re di Pietra lascia sempre il segno, complimenti per l'ottimo life e per le foto che rendono molto bene lo stato d'animo che si prova quando si è al cospetto del signore delle Cozie.
Quando apro la finestra di casa al mattino ho la fortuna di vederlo lì, a dominare con la sua mole sulle altre cime che gli fanno corona ed è per me una presenza consueta.
Per chi ama la montagna le tue immagini, il tuo racconto e le tue sensazioni riescono in pieno a descriverne la forza.
Dario
Quando apro la finestra di casa al mattino ho la fortuna di vederlo lì, a dominare con la sua mole sulle altre cime che gli fanno corona ed è per me una presenza consueta.
Per chi ama la montagna le tue immagini, il tuo racconto e le tue sensazioni riescono in pieno a descriverne la forza.
Dario
Ciao Max!!
Mi sto avvicinando da poco a questa sezione e il tuo è uno dei primi life che leggo!!
interessantissime le nozioni storiche che arricchiscono il tuo racconto e di ottima qualità le foto che ben integrano il testo!!
Bellissimo il passaggio sui nevai
Complimenti!!
Mi sto avvicinando da poco a questa sezione e il tuo è uno dei primi life che leggo!!
interessantissime le nozioni storiche che arricchiscono il tuo racconto e di ottima qualità le foto che ben integrano il testo!!
Bellissimo il passaggio sui nevai
Complimenti!!