Non capisco il senso di quella foto
Saluti,Gigi
Saluti,Gigi
Non capisco il senso di quella foto
Saluti,Gigi
Saluti,Gigi
stava scattando una semplice foto per documentare un'esercitazione,ma qualcosa è andato storto,il mortaio è esploso e la foto ne ritrae l'esplosione poco prima di venirne investita.
probabilmente è anche l'ultima immagine dei 2 militari ancora integri....
stava scattando una semplice foto per documentare un'esercitazione,ma qualcosa è andato storto,il mortaio è esploso e la foto ne ritrae l'esplosione poco prima di venirne investita.
probabilmente è anche l'ultima immagine dei 2 militari ancora integri....
probabilmente è anche l'ultima immagine dei 2 militari ancora integri....
anche la seconda foto che c'è nell'articolo.
era l'assistente della fotografa, anche lui stava scattando ed anche lui è rimasto ucciso nell'incidente
Io capisco il senso della foto (documento) ma non comprendo l'opportunità di pubblicarla... ma qui si entra nella sfera della sensibilità personale.
infatti il mio non capire era inteso proprio questo,va bene come documento,magari dal fotogramma si riesce a capire cos'è andato storto,ma per il resto non vedo proprio il senso di pubblicare una foto simile
Saluti,Gigi
Io capisco il senso della foto (documento) ma non comprendo l'opportunità di pubblicarla... ma qui si entra nella sfera della sensibilità personale.
il senso della pubblicazione era questo:
l’Esercito ha pubblicato la foto appena oggi, a quattro anni di distanza, sulla sua rivista Military Review, assieme alla stessa scena fotografata dall’anonimo assistente. Il motivo è preciso: «Clayton ha aiutato a documentare le attività di collaborazione tra esercito e forze afghane, mostrando però il rischio che si corre in questo sforzo», scrive il giornale. Non solo, perché Clayon è la prima fotoreporter militare donna morta su suolo afghano, tanto che ora la sua compagnia, di base a Fort Meade in Maryland, le ha intitolato il Best Combat Camera Competition, un premio di fotografia per fotoreporter di guerra.
il senso della pubblicazione era questo:
l’Esercito ha pubblicato la foto appena oggi, a quattro anni di distanza, sulla sua rivista Military Review, assieme alla stessa scena fotografata dall’anonimo assistente. Il motivo è preciso: «Clayton ha aiutato a documentare le attività di collaborazione tra esercito e forze afghane, mostrando però il rischio che si corre in questo sforzo», scrive il giornale. Non solo, perché Clayon è la prima fotoreporter militare donna morta su suolo afghano, tanto che ora la sua compagnia, di base a Fort Meade in Maryland, le ha intitolato il Best Combat Camera Competition, un premio di fotografia per fotoreporter di guerra.
l’Esercito ha pubblicato la foto appena oggi, a quattro anni di distanza, sulla sua rivista Military Review, assieme alla stessa scena fotografata dall’anonimo assistente. Il motivo è preciso: «Clayton ha aiutato a documentare le attività di collaborazione tra esercito e forze afghane, mostrando però il rischio che si corre in questo sforzo», scrive il giornale. Non solo, perché Clayon è la prima fotoreporter militare donna morta su suolo afghano, tanto che ora la sua compagnia, di base a Fort Meade in Maryland, le ha intitolato il Best Combat Camera Competition, un premio di fotografia per fotoreporter di guerra.
Si, la spiegazione l'avevo letta. Ma non mi convince. In primo luogo proprio perché per 4 anni non era stata pubblicata, un motivo ci doveva essere e magari era proprio l'opportunità di pubblicarla. A mio modo di vedere, non è il tempo trascorso che può cambiare l'impatto e le conseguenze che può avere questa immagine. In secondo luogo, sempre per me, gli ultimi istanti prima della morte di una persona dovrebbero essere "sacri", quantomeno da vivere tra i propri cari. Poi ci sono anche le eccezioni per cui una immagine va mostrata per l'eroismo, per il coraggio estremo, per l'altruismo... non mi sembra questo il caso. Io "vedo" solo la foto di un incidente mortale. Termino con una domanda: perché per 4 anni non l'avevano pubblicata? Cosa è cambiato nel frattempo?
Destino e rischi del mestiere. In guerra si muore pure ogni tanto, si sa, e se ti arruoli in USA dovresti sapere che prima o poi in qualche guerra ti vai a trovare. A me la foto piace, a livello di documentazione è formidabile...
Esatto, per me è quello il senso della foto.
Stavano facendo una innocua esercitazione, stavano sparando con un banalissimo mortaio, l'avranno fatto milioni di volte.
I militari sono morti e nemmeno se ne sono accorti, non hanno avuto nemmeno il tempo di togliere le mani dalle orecchie.
Una cosa che sembrava del tutto innocua ha fatto 4 vittime.
È la guerra signori, sono i milioni di esercitazioni militari che avvengono ogni giorno.
E poi c'è lo scatto "della vita" di una donna che faceva la fotografa di professione, l'attimo "perfetto" che le è costato la vita.
C'era da rendere omaggio a 4 vittime.
C'è un'enormità di cose in quelle sue foto.
C'è tutto.
La perfezione, la vita, la morte, la guerra ed il desiderio di pace che tutti dobbiamo avere.
No alle armi! No alla guerra!
Sempre e comunque.
No alle armi! No alla guerra!
Sempre e comunque.
Sempre e comunque.
Quando è possibile si, come non essere d'accordo.
Spesso però la guerra è un male inevitabile, puoi porgere due guance, poi o soccombi o reagisci.
Hitler andava fermato con la guerra: diplomazia, appelli con bandiere arcobaleno o slogan della serie "volemose bene" non avrebbero spostato di una virgola le intenzioni della Crande Cermania!
E tu senza guerra, oggi (se mai fossi nato), parlavi tetesco e stavi in un campo a coltivare patate per gli ariani della Merkel.
WOW ! Come si dice, il classico momento che capita una volta una sola nella vita
sono l'unico che si chiede come sono sopravvissute ben entrambe le schede di memoria?
Perché non pubblicarla? Se io morissi scattando una foto vorrei che quella foto venisse pubblicata!
Riccardo appunto perché siamo tutti diversi. Se io morissi così, forse vorrei pubblicare la foto, più probabilmente no.
Se morisse un mio stretto parente così, sicuramente no alla pubblicazione.
Questo non significa che poi ognuno possa scegliere secondo coscienza. E quindi va bene la tua scelta come la mia.
Comunque non credo sia (o sarebbe) una scelta così facile quando c'è di mezzo la morte di una persona.