Reportage

Paradisi perduti - la Plage Blanche nel sud del Marocco
30 11 2022
Nel sud del Marocco, lungo la costa atlantica, poco a nord della foce del fiume Draa inizia la lunghissima Plage Blanche che risale verso nord per oltre 30 chilometri. La spiaggia è caratterizzata dalla presenza delle propaggini occidentali delle dune del deserto del Sahara che qui si gettano in mare. Un ambiente privo di insediamenti umani, lontano da ogni centro di civiltà, dominato unicamente dalla presenza di una natura selvaggia. La possente voce dell’oceano che si frange sempre con alte onde ed un rombo quasi di tuono da una parte fa da contraltare alla maestosa presenza delle dune che paiono stringere d’assedio la lunga e larghissima spiaggia. Dune popolate unicamente da radi cespugli che traggono l’umidità necessaria per sopravvivere in questo ambiente ostile dalla nebbia notturna che puntuale ogni notte giunge dal mare, come accade nel lontano deserto del Namib. E assieme alla vegetazione le dune recano le impronte di un vasto popolo di creature: insetti, piccoli roditori, volpi, sciacalli, serpenti, che – invisibili agli occhi del visitatore - sopravvivono anch’essi in questo ambiente dall’apparenza inospitale. Eppure, questa lontananza da tutto, da tutto ciò che è umano, “civile”, e che farebbe presupporre un ambiente naturale incontaminato, reca e mostra uno scempio di rifiuti spiaggiati dalle maree e dalle tempeste, in parte semisepolti, in parte ancora galleggianti sulla sabbia della spiaggia. Rifiuti costituiti soprattutto dal quasi eterno ed indistruttibile materiale plastico, di ogni tipologia, natura, provenienza. Reti da pesca, scarpe, contenitori di ogni tipo, deturpano la bellezza del luogo. Il carapace spiaggiato in disfacimento di una tartaruga marina apparentemente avvolta da fibre di platica racconta un’altra triste storia di quanto danno e sofferenza e morte produce l’inquinamento ambientale anche nei luoghi più remoti e lontani. Ho percorso a piedi la Plage Blanche in tutta la sua lunghezza e il triste spettacolo dell’inquinamento ambientale mi ha seguito e perseguitato per tutto il percorso.
Oasi Zegna
29 11 2022
Foliage all'Oasi Zegna
Isole Faroe, isole ai confini del mondo
29 11 2022
Repotage di un viaggio alle Isole Faroe
RACCONTI DEI SETTE MARI
28 11 2022
Per i naviganti dei tempi antichi “I Sette Mari” simboleggiavano tutte le distese d’acqua conosciute. Di secolo in secolo poi quelle distese si ampliarono fino a comprendere, oggi, tutti i mari e gli oceani. Per il viaggiatore fortunato “I Sette Mari” cessano di essere aree geografiche delimitate da linee immaginarie, trasformandosi in luoghi della memoria, frutto di impressioni ed esperienze vissute. I loro nomi diventano quelli di storie ed emozioni, ingigantite e rese più vivide dal ricordo, come: il Mare del Mito, il Mare del Grande Golfo, il Mare alla Fine del Mondo, il Mare dalle Mille Isole, il Mare del Grande Squalo Bianco, il Mare delle Spezie ed il Mare Prodigioso di Sinbad. E le fotografie scattate non sono più solo immagini, ma racconti…..
1997, Lhasa e dintorni
22 11 2022
Lhasa, Xigatse, Saga, tra alti passi e grandi monasteri lamaisti...
1993, Kashgar, Uighuri...
22 11 2022
Marco Polo: “Casciar fue anticamente reame; aguale è al Grande Kane; e adorano Malcometto. Ell'à molte città e castella, e la magiore è Casciar; e sono tra greco e levante. E' vivono di mercatantia e d'arti. Egli ànno begli giardini e vigne e possessioni e bambagie assai; e sonvi molti mercanti che cercano tutto il mondo. E' sono gente scarsa e misera, ché male mangiano e mal beono. Quivi dimorano alquanti cristiani nestorini, che ànno loro legge e loro chiese; e ànno lingua per loro. E dura questa provincia 5 giornate.” E marco Polo non cita Cinesi, a Kashgar,