Risultato della ricerca: industria
massimo tommi
In quel tempo l\'imprenditoria agraria si trasformava in piccola industria, le verdi foglie di tabacco venivano raccolte e lentamente essiccate a fuoco, tramutandosi in tabacco dorato pronto per diventare sigaro toscano. Oggi teatro di avvistamento della fauna migratoria, si percepisce ancora il buon profumo del tabacco che la Tabaccaia, abbandonata nel padule delle Morette, emana nell\'aria.
mauriziot
...., i vigneti del prosecco, sulle colline dorate dall'autunno e lungo la strada dell'omonimo vino, un area piena di interesse, dove le tradizioni alimentari si sposano con l'industria tecnologicamene più avanzata. Valdobbiadene, ottobre 2015.
mino magnifico
Un tramonto su di un'area industriale non è ,a mio parere,mai bello per le sensazioni che induce. Questo tramonto è su di un'area che nel corso degli anni ha causato morti dirette ed indirette per l'inquinamento. Ho voluto trasmettere questa tristezza attraverso la mia foto. Comunque è una foto sulla quale riflettere...se volete. Grazie a tutti
sassopiatto
Nella prima decade del XX secolo il mondo si sta prepotentemente modernizzando e la richiesta di energia elettrica cresce a dismisura, anche nel nostro paese: il modo migliore per produrla sembra legato alle centrali idro elettriche, alimentate da appositi bacini artificiali. Dunque inizia la caccia ai luoghi migliori per sviluppare questa nuova attività. Nel 1907 viene chiesta la prima autorizzazione per creare uno sbarramento sul torrente Povo, nella località detta Piano del Gleno, a circa 1500 m di altitudine, per ottenere un serbatoio di circa 4 milioni di mc. La guerra 1915-18 blocca tutto e solo nel 1919 la ditta Viganò (allora una potenza nell’industria cotoniera ma evidentemente interessata a differenziare le proprie attività) presenta il progetto ed inizia i lavori. Ma il progetto viene cambiato in corso d’opera, passando da una diga “a gravità” ad una struttura “ad archi multipli”più economica della precedente..
francesco.presepi
Senza spazio e senza tempo, i ricordi corrono liberi...
pau67
Nel 1894 l'industriale Cristoforo Benigno Crespi (1833-1948), titolare di una celebre industria cotoniera e fondatore del villaggio di Crespi d'Adda acquistò il promontorio di Trezzo sul quale si trovavano i resti del castello con l'intento di costruire una centrale idroelettrica che fornisse energia al suo cotonificio. La realizzazione fu affidata a Gaetano Moretti (1860-1938), architetto ed illustre esponente di una corrente ispirata al modernismo mentre il direttore tecnico fu Adolfo Covi aiutato da Alessandro Taccani e Oreste Simonatti. Una delle direttive date dal Crespi era che l'impianto fosse ben inserito da un punto di vista ambientale e non contrastasse con i resti del castello visconteo, la scelta del materiale da costruzione di rivestimenti cadde su una tipologia di puddinga nota come "ceppo dell'Adda".
IvoMarkes
Si trova ai confini del comune di Sant'Anna d'Alfaedo (VR) situato al di sotto della contrada Crestena e della frazione Giare.E' ad una altitudine di 602 m s.l.m. sul percorso del sentiero europeo numero 5. Il ponte è all'incrocio degli impluvi delle vallette di Crestena e Fenile, la continuazione dell'impluvio porta in Valpantena. Il ponte è frutto dell'evoluzione naturale di una grotta. L'ipotesi più plausibile la propone Giuseppe Corrà . In principio vi era un covolo, una caverna carsica. La struttura della caverna era rappresentata da una sorta di architrave costituita dall'attuale ponte con al di sotto calcari più erodibili. Il corso prevalentemente torrentizio delle acque passava sopra il ponte formando una cascata. Molto lentamente si crearono degli inghiottitoi che portarono il corso delle acque all'interno della grotta e che scavarono la parte più debole risparmiando l'arco del ponte, costituito da lastriformi calcari del Rosso ammonitico. Attualmente il torrente scorre al di sotto, tra grandi massi di crollo, alimentato anche dalla sorgente della Grotta dell'Acqua. Il ponte, per la sua struttura insolita, ha sempre attratto gli artisti. Probabilmente il più famoso fu Andrea Mantegna che lo riprodusse a Mantova nel Palazzo Ducale all'interno degli affreschi della Camera degli Sposi. La vulgata popolare riporta che Dante Alighieri, esiliato a Verona e ospite di Cangrande della Scala, vi si ispirò per le Malebolge. Il gigantesco castagno (albero di castagne) presente nelle immediate vicinanze viene tuttora detto il Castagno di Dante. Ai lati della base del ponte vi sono alcune grotte abitate in periodo preistorico. Gli studi e gli scavi iniziarono nel 1932 e furono condotti, tra gli altri, da Achille Forti, Ramiro Fabiani e Raffaello Battaglia. Successivamente l'area fu studiata dal Museo Civico di Storia Naturale di Verona e attualmente dall'Istituto di Geologia dell'Università  di Ferrara. Molti dei ritrovamenti, costituiti da reperti che testimoniano la presenza di una industria litica basata sulla lavorazione delle selci, abbondantemente presenti nelle rocce affioranti nell'area, sono esibiti nel Museo Paleontologico e Preistorico di Sant'Anna d'Alfaedo (VR) che raccoglie reperti che vanno dal Ponte di Veja ai bacini del comune di Fumane. Le stime della presenza umana partono dal Paleolitico superiore e risalgono a 100.000 anni fa, la permanenza dovrebbe essere durata fino alla fine del secondo millennio a.C., periodo di probabile decadenza degli estrattori di selci a causa della diffusione dei metalli in quantità  sufficiente per la realizzazione dei manufatti che prima venivano fatti in selce. Gli abitanti vicino al ponte dovevano essere abili artigiani nel lavoro della selce costruendo frecce, aghi e punte. Come per altre comunità  della zona si sono trovati loro manufatti in molte parti dell'Europa, dal nord della Francia fino in Polonia.
Fabio Todeschini
Un'alba davvero magica, contrasto di colori e soggetti...
Paolo Tomberli
Le grandi navi sono lunghi mostri che ogni giorno attraversano i mari del mondo, alte come un grande palazzo, trasportano container, specializzate in reefer cargo, e merci pericolose. Ingombranti e voluminose, appaiano e scompaiono, mastodontiche all'orizzonte. Quest'industria del mare è fondamentale per l'economia. La fotografia come sguardo speciale che esprime un punto di vista, una domanda, quindi non soltanto un'immagine documentaria.
gian_dudu
Industria & natura , un connubio imbarazzante .
Mirko.men83
Alta 32 metri, è il simbolo del lavoro e della Terni industriale. Rappresenta il progressivo affinamento del ferro dalla materia grezza fino allo splendore della luce.
gio12
La Sagrada Familia - Barcellona