sergio3
Esiste forse una linea di demarcazione dello spirituale? La domanda contiene un’insidia perché il solo dire spirituale, porta con sé una sbarra che lo isola da tutto quanto si ritiene diverso. Come se al confine tra i mondi “spirituale” e “materiale” ci fosse un doganiere, pronto ad alzare o abbassare la sbarra, a seconda dei casi. Ma esiste un criterio di discrimine che sia attendibile sotto ogni cielo, dentro ogni cuore? Qualcuno, interrogato in proposito, ha fatto zampillare una bella metafora: spirituali (pneumatikói) sarebbero i “raccoglitori di scintille” o forse, mi verrebbe di dire, coloro che sanno suscitarle nel cuore: il loro e quello altrui. Le scintille sprizzano luce, e se la spiritualità consistesse in luce, la presenza o l’assenza di luce interiore segnerebbe la sbarra, un discrimine vidimato in pieno dalla formula armena di saluto tradizionale. A chi s’incontra per via, invece che “Salve!”, si dice: Barì Luìs (Buona Luce!), prima di tirare dritto….