DigitalArt

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  4 anni fa
5.89 Punteggio più alto 30 Luglio 2020
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Image Impact
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Un "quadro" digitale terminato, fatto da me ovviamente, anche se si possono aggiungere altre cose. Il disegno digitale permette di fare cose che con l'arte tradizionale (pennelli) non è possibile fare. Alcuni di questi programmi hanno dei "tool" per migliorare la pennellata, o per "camuffare" difetti dovuti alle pennellate. E' un'illusione digitale che serve a mascherare difetti tecnici (esempio come fare una linea perfetta) e nel disegno "tradizionale" su carta necessita di enorme abilità. Non è che abbia utilizzato queste funzioni, è tutta l'abilità - o errore - manuale che determina l'imperfezione, e quindi la bellezza. Se Vincent van Gogh non avesse avuto problemi di alcolismo, sarebbe stato capace di "dare" quelle pennellate nevrotiche inconfondibili? Quello che questi programmi non potranno mai fare è sostituire la tela e il pennello. La tela perchè la ruvidezza (cotone o lino sono diversissimi) determina anche "l'effetto" sulla tela, e i pennelli - meglio se pelo di cinghiale - insieme con i colori ad olio (acrilici altri effetti) contribuiscono alla scelta del pittore sulla rappresentazione da ottenere. Trementina o olio di lino (che si utilizza nella pittura ad olio) detemina non solo l'asciugatura, ma anche la "persistenza" e la brillantezza, la mescolanza tra colori. Gli acrilici sono più "pastosi" e meno miscelabili, e poi altre tecniche come acquerelli, china... immense possibilità. Qui disegno con tavoletta grafica. Foto dirimensionata

Dati EXIF
Dispositivo NIKON D300
Data 30/07/2020 14:14:33
Lunghezza focale 55 mm
Diaframma f 5.6
Tempo di posa 1/20 sec
Sensibilità ISO 400
Image Info
Categoria Conceptual e minimal
Album VisionArt

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QUOTE (alpacigno @ 04 Agosto 2020 14:54)
QUOTE (Paolo Tomberli @ 31 Luglio 2020 17:14)
QUOTE (alpacigno @ 31 Luglio 2020 11:17)
QUOTE (Paolo Tomberli @ 30 Luglio 2020 17:58)
Vedere l’arte può essere un’esperienza molto intima e coinvolgente, o può essere un esercizio sociale attraverso cui il fotografo sa esprimere le sue emozioni. Così, alla maniera di un subacqueo olimpico, nella tecnica più classica di questo sport, (mi immergo in questo DigitalArt) ma devo prepararmi per il mio salto nel futuro di oggi spostandomi prudentemente all'indietro, senza mai perdere di vista il limite, oggi raggiunto consapevole dell'immaterializzazione dell'arte digitale. Complimenti per bella realizzazione. Un caro saluto, Paolo.

L'arte digitale è un tipo di arte figurativa, e come qualsiasi Arte può essere manipolata. L'artista potrebbe inserire dei rimandi o significati, ma è anche vero che chi guarda può anche lui dare un significato. Il balzo "futuristico" è a mio avviso un'arma a doppio taglio, perché da una parte c'è l'artista, ma dall'altra c'è una macchina un calcolatore. Del resto, molti fumetti o disegni soprattutto design vengono fatti al computer, il quale lavora per migliorare quello che altrimenti la mano umana non potrebbe fare se non è preparata. Disegno tecnico presumeva anche abilità nell'utilizzo di squadretta, goniometro e calcoli. Ora con CAD e simili... Insomma la vecchia scuola è tramontata. Personalmente ci vuole sia l'uno che l'altro. In fotografia a mio avviso la standardizzazione crea un miscuglio o per meglio dire una staticità dell'intento umano. Ma del resto, solitamente è più facile trovare un disegnatore o artista che sia anche fotografo, che il contrario: pochissimi fotografi sanno maneggiare pennelli e scalpelli.


Senza dubbio, la missione principale della fotografia è testimoniare. Un documento di comunicazione è un’esigenza sociale essenziale. Come prodotto con una breve durata, è distribuito da un certo sistema commerciale. Le agenzie distribuiscono le informazioni ottenute dai fotografi come merci all’ingrosso a vari media che poi distribuiscono al dettaglio ai consumatori. La maggior parte delle persone consuma nei media solo le abitudini e le aspettative. Quel pubblico è irritato da tutto ciò che non nutre i loro pregiudizi. Ma la semplicità e la chiarezza non sono carenze. I concetti di “oggettivo” e “soggettivo” sono piuttosto relativi. Ho scoperto per conto mio un rapporto molto interessante: più l’informazione è impersonale, più è oggettiva. Tanti cari saluti, Paolo.

Nella fotografia, almeno da quello che ho capito - in parte per lettura di vari forum fotografici, in parte su social - si tende a mischiare o non far distinzione tra soggettività e oggettività. Nella fotografia, paradossalmente se spieghi come fai a fare una fotografia è meglio ma non sempre, perché chi vede in certi casi può essere condizionato più da quello che si possiede e non dall'abilità intrinseca. Ovviamente la massificazione crea un'accozzaglia di cose, quindi ad esempio vedere da uno smartphone una qualsiasi fotografia trae in inganno, così come vedere la stessa fotografia in una TV di ultima generazione. Tra percezione e quello che realmente c'è è molto labile. Io sono del parere che c'è qualcosa in ognuno di noi, ma questo qualcosa non dipende da quello che si ha. Forse ho avuto la piccola fortuna di aver utilizzato una volta soltanto una reflex analogica - ora inutilizzabile - e aver sviluppato da me un paio di rullini, quando il digitale era alla mercé di professionisti (parlo nel 2003/2004) e che purtroppo non ho potuto più continuare. Feci un corso, dì quelli che ti accendono qualcosa dentro, e non quelli freddi che ti spiegano migliaia di cose e alla fine non dicono nulla. L'insegnante mi ha formato, senza che mi dicesse chissà che cosa. Presi la reflex - una Yashica FX-7 - e mi misi a fotografare, però non a casaccio. Alla fine dopo aver sviluppato le mie fotografie, bèh... Poi segui dopo qualche anno la mia prima reflex. Se sarà possibile mi allestirò una stanza per sviluppare rullini bianco e nero. Un bel passatempo...


Proprio così come dici, in realtà – la macchina fotografica importa poco -. Bisogna conoscerla ma solo chi ha idee può fare belle foto. Credo nell’arte come un punto vista, ma credo più nell’artista che ragiona col cervello. Si potranno inventare mille diavolerie del mondo, ma dietro l’obiettivo c’è sempre un uomo con la sua sensibilità. Quando forma e sostanza si fondono, la fotografia è riuscita e durerà nel tempo.

alpacigno 4 anni fa
QUOTE (Paolo Tomberli @ 31 Luglio 2020 17:14)
QUOTE (alpacigno @ 31 Luglio 2020 11:17)
QUOTE (Paolo Tomberli @ 30 Luglio 2020 17:58)
Vedere l’arte può essere un’esperienza molto intima e coinvolgente, o può essere un esercizio sociale attraverso cui il fotografo sa esprimere le sue emozioni. Così, alla maniera di un subacqueo olimpico, nella tecnica più classica di questo sport, (mi immergo in questo DigitalArt) ma devo prepararmi per il mio salto nel futuro di oggi spostandomi prudentemente all'indietro, senza mai perdere di vista il limite, oggi raggiunto consapevole dell'immaterializzazione dell'arte digitale. Complimenti per bella realizzazione. Un caro saluto, Paolo.

L'arte digitale è un tipo di arte figurativa, e come qualsiasi Arte può essere manipolata. L'artista potrebbe inserire dei rimandi o significati, ma è anche vero che chi guarda può anche lui dare un significato. Il balzo "futuristico" è a mio avviso un'arma a doppio taglio, perché da una parte c'è l'artista, ma dall'altra c'è una macchina un calcolatore. Del resto, molti fumetti o disegni soprattutto design vengono fatti al computer, il quale lavora per migliorare quello che altrimenti la mano umana non potrebbe fare se non è preparata. Disegno tecnico presumeva anche abilità nell'utilizzo di squadretta, goniometro e calcoli. Ora con CAD e simili... Insomma la vecchia scuola è tramontata. Personalmente ci vuole sia l'uno che l'altro. In fotografia a mio avviso la standardizzazione crea un miscuglio o per meglio dire una staticità dell'intento umano. Ma del resto, solitamente è più facile trovare un disegnatore o artista che sia anche fotografo, che il contrario: pochissimi fotografi sanno maneggiare pennelli e scalpelli.


Senza dubbio, la missione principale della fotografia è testimoniare. Un documento di comunicazione è un’esigenza sociale essenziale. Come prodotto con una breve durata, è distribuito da un certo sistema commerciale. Le agenzie distribuiscono le informazioni ottenute dai fotografi come merci all’ingrosso a vari media che poi distribuiscono al dettaglio ai consumatori. La maggior parte delle persone consuma nei media solo le abitudini e le aspettative. Quel pubblico è irritato da tutto ciò che non nutre i loro pregiudizi. Ma la semplicità e la chiarezza non sono carenze. I concetti di “oggettivo” e “soggettivo” sono piuttosto relativi. Ho scoperto per conto mio un rapporto molto interessante: più l’informazione è impersonale, più è oggettiva. Tanti cari saluti, Paolo.

Nella fotografia, almeno da quello che ho capito - in parte per lettura di vari forum fotografici, in parte su social - si tende a mischiare o non far distinzione tra soggettività e oggettività. Nella fotografia, paradossalmente se spieghi come fai a fare una fotografia è meglio ma non sempre, perché chi vede in certi casi può essere condizionato più da quello che si possiede e non dall'abilità intrinseca. Ovviamente la massificazione crea un'accozzaglia di cose, quindi ad esempio vedere da uno smartphone una qualsiasi fotografia trae in inganno, così come vedere la stessa fotografia in una TV di ultima generazione. Tra percezione e quello che realmente c'è è molto labile. Io sono del parere che c'è qualcosa in ognuno di noi, ma questo qualcosa non dipende da quello che si ha. Forse ho avuto la piccola fortuna di aver utilizzato una volta soltanto una reflex analogica - ora inutilizzabile - e aver sviluppato da me un paio di rullini, quando il digitale era alla mercé di professionisti (parlo nel 2003/2004) e che purtroppo non ho potuto più continuare. Feci un corso, dì quelli che ti accendono qualcosa dentro, e non quelli freddi che ti spiegano migliaia di cose e alla fine non dicono nulla. L'insegnante mi ha formato, senza che mi dicesse chissà che cosa. Presi la reflex - una Yashica FX-7 - e mi misi a fotografare, però non a casaccio. Alla fine dopo aver sviluppato le mie fotografie, bèh... Poi segui dopo qualche anno la mia prima reflex. Se sarà possibile mi allestirò una stanza per sviluppare rullini bianco e nero. Un bel passatempo...

QUOTE (alpacigno @ 31 Luglio 2020 11:17)
QUOTE (Paolo Tomberli @ 30 Luglio 2020 17:58)
Vedere l’arte può essere un’esperienza molto intima e coinvolgente, o può essere un esercizio sociale attraverso cui il fotografo sa esprimere le sue emozioni. Così, alla maniera di un subacqueo olimpico, nella tecnica più classica di questo sport, (mi immergo in questo DigitalArt) ma devo prepararmi per il mio salto nel futuro di oggi spostandomi prudentemente all'indietro, senza mai perdere di vista il limite, oggi raggiunto consapevole dell'immaterializzazione dell'arte digitale. Complimenti per bella realizzazione. Un caro saluto, Paolo.

L'arte digitale è un tipo di arte figurativa, e come qualsiasi Arte può essere manipolata. L'artista potrebbe inserire dei rimandi o significati, ma è anche vero che chi guarda può anche lui dare un significato. Il balzo "futuristico" è a mio avviso un'arma a doppio taglio, perché da una parte c'è l'artista, ma dall'altra c'è una macchina un calcolatore. Del resto, molti fumetti o disegni soprattutto design vengono fatti al computer, il quale lavora per migliorare quello che altrimenti la mano umana non potrebbe fare se non è preparata. Disegno tecnico presumeva anche abilità nell'utilizzo di squadretta, goniometro e calcoli. Ora con CAD e simili... Insomma la vecchia scuola è tramontata. Personalmente ci vuole sia l'uno che l'altro. In fotografia a mio avviso la standardizzazione crea un miscuglio o per meglio dire una staticità dell'intento umano. Ma del resto, solitamente è più facile trovare un disegnatore o artista che sia anche fotografo, che il contrario: pochissimi fotografi sanno maneggiare pennelli e scalpelli.


Senza dubbio, la missione principale della fotografia è testimoniare. Un documento di comunicazione è un’esigenza sociale essenziale. Come prodotto con una breve durata, è distribuito da un certo sistema commerciale. Le agenzie distribuiscono le informazioni ottenute dai fotografi come merci all’ingrosso a vari media che poi distribuiscono al dettaglio ai consumatori. La maggior parte delle persone consuma nei media solo le abitudini e le aspettative. Quel pubblico è irritato da tutto ciò che non nutre i loro pregiudizi. Ma la semplicità e la chiarezza non sono carenze. I concetti di “oggettivo” e “soggettivo” sono piuttosto relativi. Ho scoperto per conto mio un rapporto molto interessante: più l’informazione è impersonale, più è oggettiva. Tanti cari saluti, Paolo.

alpacigno 4 anni fa
QUOTE (Paolo Tomberli @ 30 Luglio 2020 17:58)
Vedere l’arte può essere un’esperienza molto intima e coinvolgente, o può essere un esercizio sociale attraverso cui il fotografo sa esprimere le sue emozioni. Così, alla maniera di un subacqueo olimpico, nella tecnica più classica di questo sport, (mi immergo in questo DigitalArt) ma devo prepararmi per il mio salto nel futuro di oggi spostandomi prudentemente all'indietro, senza mai perdere di vista il limite, oggi raggiunto consapevole dell'immaterializzazione dell'arte digitale. Complimenti per bella realizzazione. Un caro saluto, Paolo.

L'arte digitale è un tipo di arte figurativa, e come qualsiasi Arte può essere manipolata. L'artista potrebbe inserire dei rimandi o significati, ma è anche vero che chi guarda può anche lui dare un significato. Il balzo "futuristico" è a mio avviso un'arma a doppio taglio, perché da una parte c'è l'artista, ma dall'altra c'è una macchina un calcolatore. Del resto, molti fumetti o disegni soprattutto design vengono fatti al computer, il quale lavora per migliorare quello che altrimenti la mano umana non potrebbe fare se non è preparata. Disegno tecnico presumeva anche abilità nell'utilizzo di squadretta, goniometro e calcoli. Ora con CAD e simili... Insomma la vecchia scuola è tramontata. Personalmente ci vuole sia l'uno che l'altro. In fotografia a mio avviso la standardizzazione crea un miscuglio o per meglio dire una staticità dell'intento umano. Ma del resto, solitamente è più facile trovare un disegnatore o artista che sia anche fotografo, che il contrario: pochissimi fotografi sanno maneggiare pennelli e scalpelli.

Vedere l’arte può essere un’esperienza molto intima e coinvolgente, o può essere un esercizio sociale attraverso cui il fotografo sa esprimere le sue emozioni. Così, alla maniera di un subacqueo olimpico, nella tecnica più classica di questo sport, (mi immergo in questo DigitalArt) ma devo prepararmi per il mio salto nel futuro di oggi spostandomi prudentemente all'indietro, senza mai perdere di vista il limite, oggi raggiunto consapevole dell'immaterializzazione dell'arte digitale. Complimenti per bella realizzazione. Un caro saluto, Paolo.

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