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E Brava Martina
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Lutz!
Messaggio: #26
Autoscatti che qualsiasi 16 enne si fa normalmente e di cui Facebook e i blog sono pieni... Piacevole che si sia messa in gioco, che si sia divertita, ma a parte il gossip di fotograficamente interessante ci vedo ben poco. Certo, diventa interessante il fatto che una modella che siamo abituati a vedere al top in fotografie patinate e di altissima qualita', si metta a nudo in casa, senza trucco, dove capita. La volonta' e' da apprezzare... ma come direi a qualsiasi ragazza su questo forum, martina, son sicuro che puoi fare di piu!

Certo appena Nikon fara' una compatta come quella G.... gliela regaliamo?
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #27
QUOTE(kintaro70 @ Nov 24 2010, 02:52 PM) *
Su quella non entro in merito, ma sulla qualità ho visto gran belle cose.


daccordissimo Pollice.gif
tiellone
Messaggio: #28
Spot CaGon. dry.gif
Nightdark
Messaggio: #29
Ok io non capisco niente di fotografia.
Ma queste foto, oltre a non piacermi, mi sembrano davvere fatte male. A parte un paio che sembrano pose un po' più "da studio" o da set insomma, le altre, la maggior parte, mi sanno di 13enne che pubblica gli autoscatti su Facebook. Ad esempio quelle con la faccia tagliata, o gli scatti al bagno o quella col reggiseno mezzo giù..
Per essere esposte in una mostra meritano pochi scatti.
Mario Tarello
Messaggio: #30
martina in_visibile
Attilio PB
Messaggio: #31
QUOTE(Mario Tarello @ Nov 25 2010, 09:13 AM) *


Perdono ma non sono d'accordo... capisco che Benedusi debba pur dire qualcosa, ma la "verità senza photoshop" non basta..., non basta perché non c'è nulla in quell'insieme di scatti, non c'è racconto, non c'è struttura, non c'è volontarietà di costruire un racconto, di voler mostrare qualcosa di realmente nuovo e da un nuovo punto di vista, non c'è freschezza di visione, non è questione di tecnica e tecnicismi, manca proprio la volontarietà della comunicazione, manca l'uso di linguaggio, in poesia tra un endecasillabo e dei versi sciolti c'è differenza tecnica ed espressiva e dei versi sciolti possono essere altrettanto belli e poetici ma "mfjgoprt ndroep lnahapr s pen snpeqp" non è poesia e non sono versi sciolti, sono solo lettere messe li' a caso... sì, verità nel senso che lei ha preso la macchina e si è fotografata, se prendi mio nipote (4 anni e mezzo) e gli dai una compatta su P e gli dici di tenerla orizzontale e fotografare sempre ottiene gli stessi scatti con il valore aggiunto di un'inquadratura dal basso che magari è anche piu' interessante..., e sono scatti "veri e senza photoshop" anche quelli... "con tutta l'innocenza di una visione pura e cristallina di un bimbo non ancora condizionato dallo specchio distorcente della società dei media che piegano la purezza di visione ecc...." insomma se vogliamo dire quattro parole per vendere una mostra se ne trovano per qualsiasi situazione biggrin.gif
Che poi magari Martina sia brava, simpatica e meriti l'amicizia di Benedusi o chi altri non lo metto in dubbio, ma fotografa talentuosa beh... no... proprio no.... almeno non con quella roba li'...
Ciao
A.
89stefano89
Messaggio: #32
a me sembra che quell´articolo sia proprio una toppa ai pantaloni giusto giusto per arginare gli insulti!
sentirsi dire che quelle sono foto "vere" senza photoshop molto sensuali etc etc allora ocme detto sopra ne abbiamo pieni i blog di ragazzine che voglniono mettersi in mostra
Marco Senn
Messaggio: #33
Guardo l'aspetto fotografico, quello della Colombari come soggetto poco mi interessa.

Se la migliore del gruppo l'avessi messa io in glamour mi avreste sotterrato.
Hanno un senso solo perchè lei è famosa...

L'unica cosa che bisogna concederle è il coraggio di mostrarsi com'è davvero che di certo non è la modellina bella truccata dei tempi migliori
Mario Tarello
Messaggio: #34
Benedusi giustamente tira l'acqua al suo mulino.

smile.gif

Ciao,
mario
simone_chiari
Messaggio: #35
QUOTE(Marco Senn @ Nov 25 2010, 12:33 PM) *
Guardo l'aspetto fotografico, quello della Colombari come soggetto poco mi interessa.

Se la migliore del gruppo l'avessi messa io in glamour mi avreste sotterrato.
Hanno un senso solo perchè lei è famosa...

L'unica cosa che bisogna concederle è il coraggio di mostrarsi com'è davvero che di certo non è la modellina bella truccata dei tempi migliori

Picchiolino
Messaggio: #36
Penso che come al solito l'unica cosa che conta nella vita sono le conoscenze, non c'è uno scatto tecnicamente decente, si è vero che la fotografia non è solo tecnica, anzi, ma dico solo che alla fine tutto gira attorno ai soldi.
Ci sono un sacco di fotografi bravissimi e sconosciuti.
Boh, fine.
Ciao ciao
qwaszx
Messaggio: #37
Caspita quanto accanimento!
Premesso che io come fotografo (e non solo!) sono un cane, devo dire che il fuoco di fila che si è scatenato su questa vicenda mi è sembrato francamente eccessivo.
Quello della Colombari mi sembrava un esperimento interessante, non foss'altro perché lei non è (più) una qualsiasi sedicenne in fiore. Insomma se una modella fa delle foto da modella dov'è la novità? Se un bravo fotografo fa delle belle foto, dov'è la sorpresa? Ci mancherebbe altro. Se Adrià mi cucina un piatto con l'azoto liquido... e allora? Se la Colombari si fotografa tutta ciancicata (ovvero sovvertendo l'immagine di lei che l'ha resa giustamente o ingiustamente ricca e famosa e le ha garantito le entrature e tutto il resto...) beh allora cerco di capire, prima di fare anch'io la cosa più scontata: sparare a p a l l e incatenate. (N.d.R.: che p a l l e che non si possa scrivere p a l l e anche solo per indicare le cose sferiche indipendentemente da ogni connotazione sessuale!!). Insomma quelle foto certamente sono il top della banalità per la sedicenne facebookara, non è detto (magari si, ma non è detto per forza) che lo siano per una modella quasi quarantenne che deve fare i conti con il passare del tempo, e che evidentemente non è che doversse avere un rapporto del tutto pacificato con il suo corpo nemmeno prima, visto che ha ritenuto (anche qui a torto o a ragione) di modificarlo e anche piuttosto pesantemente...
Ero abbastanza convinto di questa mia opinione, ma poiché sempre più spesso mi ritrovo ad essere d'accordo con me stesso solo a maggioranza, non volevo intervenire.
Poi però ho letto sul blog di Sara Lando, una fotografa professionista che secondo me non solo è tecnicamente molto competente, ma che ha delle "cose da dire" (e secondo me questo aspetto non è certo indifferente) un post che mi ha colpito.
Se volete leggerlo lo trovate qui http://www.saralando.com/blog/?p=900#more-900
UmbertoBellitto
Messaggio: #38
QUOTE(Antonio Canetti @ Nov 24 2010, 11:14 AM) *
lmpressione che mi da, è quella di essere sia arrivata alla frutta, ma posso sbaglare.
Antonio

anche io ho avuto questa sensazione!
Comuque a parte la 2ª foto, il resto è da cestinare; secondo me.
Attilio PB
Messaggio: #39
QUOTE(qwaszx @ Nov 26 2010, 07:24 PM) *
... non è detto (magari si, ma non è detto per forza) che lo siano per una modella quasi quarantenne che deve fare i conti con il passare del tempo, e che evidentemente non è che doversse avere un rapporto del tutto pacificato con il suo corpo nemmeno prima...


Ma queste sono cose che vedi tu e che hai elaborato da solo, nelle foto non ci sono... non c'è una donna che si avvia alla quarantina che è spaventata dal passare del tempo, non c'è una donna che si sofferma sulla ruga, sulla tonicità del fondoschiena non piu' in forma come un tempo, della donna Martina in quelle foto non c'è niente..., è felice? allegra? triste? spaventata? e da cosa? quali sono le sue paure? quali sono le sue gioie? non si capisce neppure se è a casa sua o in un albergo, cosa molto piu' probabile (le mensole del bagno sono vuote, sui mobili non ci sono soprammobili, alle pareti non ci sono quadri, solo raramente qualche stampa "da albergo")...
In quelle foto continua a fare la modella, come ha sempre fatto, ma le vostre mogli, compagne, madri, figlie, la mattina abitualmente si alzano in perizoma, mettono un paio di comodi stivaletti con tacco a spillo e vanno a lavarsi i denti?
Vogliamo guardare la foto in ascensore? Sedere in fuori, gamba opposta piegata, spalla lato sedere piu' bassa, a disegnare una "esse", alle mie modelle meno esperte lo ripeto ogni dieci scatti, certo lei è stata una brava modella e le viene molto naturale, ma cio' non toglie che sia una posa fotografica ben precisa che serve a dare armonia e movimento alla figura e mettere in evidenza alcune caratteristiche, banalmente è in posa...
Vogliamo guardare la foto sul letto in perizoma? Al di là della probabilità che abitualmente qualcuna dorma in perizoma e camiciola D&G sapientemente sbottonata e tirata su sul sedere, è proprio cosi' abituale avere il bacino che non tocca il materasso? perché chiaramente per una modella che posa è normale, non appoggiare l'anca al materasso fa tirare su il sedere e gli dona una forma piu' sensuale e piacevole, ma è una posa un pochino scomoda, siamo proprio sicuri che una donna che riposa voglia farlo cosi'?
Accovacciata in terra? Sdraiata sul parquet o sul tappeto? Ma che diavolo ci fa in terra? non è in posa? A me non è mai capitato di tornare a casa e trovare la mia mamma a faccia in giù sul parquet, o mia sorella in perizoma sdraiata sul tappeto di lana (comodo deve essere...); non sono scatti di una abituata a posare e che altro non fa che ripetere quello che ha sempre fatto? Posare?
Io tutte le volte che mi sono trovato con una donna in questa situazione:
Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.
(Foto Martina Colombari da www.corriere.it)
o la stavo fotografando oppure la serata sarebbe andata avanti in un certo modo ma di certo non era la sua interiorità che voleva mostrarmi...
Vuoi vedere interiorità in un autoritratto? Vai a guardare quelli di Mapplethorpe....
Qui (attenzione contenuto sessuale esplicito, non cliccate se siete sensibili a tali contenuti) trovi un autoritratto di un uomo con tutte le sue paure, un uomo che vede il suo mondo, la scena artistica newyorkese degli anni '80, andare in pezzi, crollare falcidiato dall'AIDS, un uomo in trappola, come un ratto (con tanto di coda), contro un muro con la paura di una fine atroce e vicina, che sta arrivando e che vede in faccia, con la speranza disperata (in cui in fondo non crede neppure lui) che magari succeda qualcosa di impossibile che lo salvi ma con il terrore che invece il suo destino sarà inesorabile e doloroso, con la consapevolezza di non poter fuggire, di non avere prospettiva, lui è quello che è, ratto, e non si trasformerà in colomba per volare via da quel destino e quel muro bianco e pulito li' davanti a lui rimarrà muro, non si aprirà magicamente per offrirgli una via di fuga, non c'è fuga... ecco, mettersi a nudo è questo, non farsi due scatti allo specchio in perizoma...
Ciao
Attilio
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #40
Attilio...a mettere Mapplethorpe sei stato cattivello!
laugh.gif


Voglio dire...è un paragone difficile per chiunque....figuriamoci per una alle prime armi senza una particolare genialità

Il problema italico è questo: manca una cultura dell'immagine anche a livelli dove dovrebbero essere ragionevolmente preparati
Compensiamo con il solito nome noto che attira la massa che di fotografia sa poco e nulla , e che nel 90 % dei casi propone cose che hanno grossi limiti (eufemismo), com'è giusto che sia per CHIUNQUE alle prime armi...


Tristezza a palate, ahimè....



QUOTE(Lutz! @ Nov 24 2010, 02:53 PM) *
Autoscatti che qualsiasi 16 enne si fa normalmente e di cui Facebook e i blog sono pieni...



Eh no!
Su Fb e su altri network si vedono cose anche di ben altro livello

Tra l'altro l'evidentissima artificiosità degli scatti sottolineata da Attilio tolgono anche il valore di una documentazione spontanea di se stessi

Non ci siamo proprio...basta saper leggere un minimo , ma davvero un minimo l'immagine e tutti i limiti fanno la fine della palla di pelle di Apollo (vengono a galla)

Ho usato la filastrocca solo per sottolineare l'infantilità di tale serie di scatti
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #41
La foto che , personalmente , trovo più fastidiosa è questa:

http://images.corriereobjects.it/gallery/S...-458_resize.jpg


Che , molto in brutto , in maniera del tutto errata e falsa ( e su livelli infinitamente inferiori , e solo come qualche vaghissimo richiamo estetico) ricorda un pochino Antoine D'Agata
Senza lo spessore , senza gli innumerevoli livelli di lettura dell'artista francese , ma anche senza l'estetica

Finzione allo stato puro


Per mostrare davvero se stessi , non bastano di certo due settimane in compagnia di una compattina
Cara Martina , il percorso è assai lungo, più complicato e doloroso

Per capire davvero come ci si mette in mostra suggerirei "The Cambodian Rooms-- Situations with Antoine D'agata "
Un film-documentario (che proietteranno al Farnese a Roma questo lunedì se non erro...) che ha dei contenuti davvero interessanti , ed a tratti una poetica non indifferente

http://www.youtube.com/watch?v=9hBN_1YWyOs

Non è un documentario perfetto...ma è bello, molto interessante , fa pensare e capire la profondità di certe visioni...


Buone visioni a tutti , Martina compresa


Federico

Messaggio modificato da FZFZ il Nov 27 2010, 04:22 PM
qwaszx
Messaggio: #42
Una serie di analisi interessanti e competenti, rispetto alla tecnica fotografica.
Il mio punto di vista però non era esattamente questo.
Trovavo (e trovo ancora) interessante (non professionale e nemmeno artistico) l'operazione. Trovavo interessante che una modella non (si) facesse delle foto da modella. Non completamente almeno. Mi sembrava più interessante il fatto della rinuncia al trucco, al set di luci, alla postproduzione del fatto che venissero mantenute (consciamente o meno in fondo poco importa) le astuzione del mestiere sul come mettersi in posa.
In fondo che la Colombari non sia più una fanciullina non è del tutto e solo una mia presunzione. Penso che lo sappia e molto bene anche lei. Mostrarsi in modo certo piacevole, ma altrettanto certamente non al top di come permetterebbero altre foto non è del tuto banale. Magari (sicuramente) non cambierà la storia dell'iconologia contemporanea, ma è comunque un'operazione curiosa. Dal mio punto di vista certamente più interessante di moltissime foto tecnicamente "sapienti" ma altrettanto "vuote".
La citazione di Mapplethorpe (autore che peraltro conosco un po' sia tramite le pubblicazioni che per aver visitato la sua mostra del 2005 a Torino) mi sembra un po' forzata. Lui era sia un signor professionista che un vero artista: che c'entra con una dilettante allo sbaraglio? Speravo di aver chiarito il mio pensiero quando avevo scritto: "Se un bravo fotografo fa delle belle foto, dov'è la sorpresa? Ci mancherebbe altro. Se Adrià mi cucina un piatto con l'azoto liquido... e allora?". Mi è chiaro, e lo sottolineo solo per evitare di essere frainteso, che la Colombari non è allo sbaraglio in assoluto. E che se non fosse chi è, probabilmente molto probabilmente non sarebberiuscita a organiizare una sua mostra.
Tutto ciò però non toglie che secondo me habbia messo un po' del suo in un campo che certamente non è il suo.
E vorrei chiarire che non intendo nemmeno e solo rispolverare una vecchia battuta e dire che come impiegata (modella) è una brava tennista (fotografa). In realtà è del tutto probabile che non sia una brava fotografa nemmeno come modella.
La questione è quella di mettersi in gioco.
Naturalmente non sono così ingenuo da pensare che quest'operazione non sia finalizzata a uno scopo "commerciale", a cercare un utile economico diretto o indiretto. Un'operazione appunto. Ma nemmeno questo mi scandaliza. L'arte è una gran cosa, ma quanti la praticano realmente? Quanti sono artisti per riconoscimento pubblico e non solo nella propria rispettabile, ma privata convinzione? In fondo i professionisti solo tali non perché sono bravi, ma perché riescono a farsi pagare per quello che fanno...
eao.aie
Messaggio: #43
A me la Colombari piace sempre... rolleyes.gif
cono
Messaggio: #44
Aggiungo un po' di cattiveria...

Martina e' una bravissima modella...e come tutte le modelle deve fare anche bun marketing di se stessa. Non e' che, come molti hanno notato, stava banalmente seguendo l'idea di uno pseudo fotografo che quando effettua uno sfocato lo decanta come opera d'arte? Lei e' una modella...sa fare (bene il lavoro da una parte dell'obiettivo...e si e' fidata di un professionista che le ha detto "scatta su P e falle orizzontali". Che colpa ne ha lei?
Il problema per me e' la troppa importanza e credibilita' che si sta dando a certi fotografi o sedicenti tali...lei non ne ha colpa...ma lui si!

PS E come e' stato notato...altro che MArtina acqua e sapone nella vita di tutti i giorni...facile ci sia pure photoshop oltre a quelle foto.

Pubblicate solo perche' il soggetto e' famoso...e l'idea viene da uno che gode di crediblita' sproporzionata.

Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #45
Ragazzi è scandalosamente triste che uno dei centri della fotografia d'avanguardia in Italia (se non IL centro...) abbia bisogno di foto orrende accompagnate dal solito nome noto per attirare gente alla mostra

L'ennesima dimostrazione che in Italia la meritocrazia è un miraggio e che NON esiste cultura fotografica

Neanche dove ti aspetteresti che esista, evidentemente


Francamente erano dimostrazioni di cui non ne sentivo il bisogno

Le foto sfocate , a chi sa leggere l'immagine , non riescono a mentire
Le bufale escono....sempre
Anche perché nella stragrande maggioranza dei casi gli errori sono davvero grossolani (come in questo caso)

Possiamo fare a meno della tecnica?
Si, assolutamente
Ma a quel punto devi avere un contenuto da comunicare davvero importante
Devi avere occhio, sensibilità e talento mica da ridere....
Non tutti siamo artisti , anche se tutti possiamo produrre "arte" come pura espressione di se stessi, come comunicazione assolutamente personale
Il livello di tale comunicazione , l'efficacia, poi è tutta da verificare
Non è un caso che di artisti ne esistano davvero pochi


Antoine D'agata ,tanto per citarlo di nuovo, è uno che lo sfocato lo gestisce...ehm...discretamente.
Dietro al suo sfocato di sostanza ce ne è
Tanta
Ma proprio tanta

Lo sfocato da solo non dice nulla
Gli esercizi di stile , non dicono nulla , annoiano.


La differenza è come tra il grande reportagista di viaggio ed un mediocre fotografo
Il primo riuscirà a raccontare un Paese attraverso la narrazione di una storia (il reportage che costruirà)
Più si è bravi, più si raggiungerà una certa profondità , nel racconto

Il secondo porterà a casa tante cartoline , magari irreprensibili da un punto di vista tecnico , ma completamente slegate tra di loro , senza una minima narrazione , e rimarrà assai superficiale nel raccontare il Paese visitato

La cosa buffa è che senza un'adeguata cultura fotografica , potrà anche apparire migliore il lavoro del secondo...magari perché molto "leccato" , patinato, scenografico

Che tristezza.... cerotto.gif

Meglio spendere di più in libri fotografici che in attrezzatura...

Buone foto

Federico
Attilio PB
Messaggio: #46
QUOTE(qwaszx @ Nov 28 2010, 07:23 PM) *
...
Trovavo (e trovo ancora) interessante (non professionale e nemmeno artistico) l'operazione. Trovavo interessante che una modella non (si) facesse delle foto da modella. Non completamente almeno. Mi sembrava più interessante il fatto della rinuncia al trucco, al set di luci, alla postproduzione del fatto che venissero mantenute (consciamente o meno in fondo poco importa) le astuzione del mestiere sul come mettersi in posa.
...



Da dove inizio biggrin.gif ?
Che ci possa essere un vago interesse nell'operazione al limite potrei anche essere d'accordo, il primo problema pero' dal mio punto di vista è la sincerità, l'onestà intellettuale dell'operazione: è stata fatta dicendo "vediamo che salta fuori, se vagamente interessante la pubblichiamo" oppure, come mi sembra piu' probabile e per come conosco le dinamiche di queste operazioni, pensata a tavolino avendo già lo spazio espositivo, lo sponsor e tutto il resto "qual'è il nostro target? la donna lavoratrice con una media capacità di spesa, sui 35/40 anni che vuole ancora sentirsi ragazzina, si tiene in forma in palestra, iscritta a facebook ecc..., quale ex modella/donna dello spettacolo potrebbe incarnare il target e contemporaneamente potrebbe aver voglia di rilanciare al sua immagine diversa dalla bellona senz'anima? Potrebbe essere la Arcuri? No, troppo distante dal prototipo di donna in carriera lavoratrice ed ancora troppo visibile. La Ferilli? No, troppo romana, troppo connotata geograficamente. Ma una tipo la Colombari? Ecco, certo, la Colombari..." e venga fuori qualsiasi cosa da quegli scatti, con quattro belle parole già pronte (e valide per chiunque) le proponiamo come un viaggio introspettivo ecc....
Il secondo enorme problema è proprio lo spazio espositivo: gli spazi del Forma dovrebbero essere idealmente l'equivalente a Milano degli spazi del Moma o del Guggenheim a New York, quegli spazi a New York non sono certamente esenti da operazioni "anche" commerciali, ci mancherebbe che gli americani non cavino dollari da qualsiasi cosa gli passi per le mani, ma la differenza è tutta in quell' "anche", al Moma non troverai mai nulla di pensato in chiave esclusivamente commerciale, prima di tutto ci vuole un contenuto forte, enorme, significativo, poi magari diventa "anche" commerciale, ma senza contenuto al Moma non ci si entra in nessuna maniera, il Forma a Milano dovrebbe quantomeno avere di base la medesima ambizione, se manca l'ambizione di base crolla tutto il resto. Nel factory shop del Moma puoi comprare lo spremiagrumi di Starck, lo stesso che è anche esposto nelle sale del museo, proprio quello, ma prima di venderti quello e non uno spremiagrumi qualsiasi a monte è stato visto altro, quello spremiagrumi prima di tutto è un oggetto di design, c'è una visione dietro quell'oggetto, c'è un contenuto, poi te lo vendono anche, ma solo in un secondo tempo, non si è presentato lì il signor Alessi dicendo "ora faccio disegnare uno spremiagrumi a qualcuno cosi' poi voi lo esponete e lo vendete". Nel factory shop del Moma puoi comprare le tazze con "Starry Night" di VanGogh sopra, ma non si è presentato Vincent dicendo "ora vi faccio un bel panorama notturno stranetto cosi' voi lo esponete e poi vendiamo milioni di tazze"... ecco la differenza è tutta qui, sembra poca, è un abisso.
Vedi, sempre dal mio punto di vista, queste operazioni, proprio perché ben fatte e studiate, sono proprio le piu' pericolose dal punto di vista culturale, se mi permetti faccio un esempio volutamente iperbolico per spiegare il concetto: cinquant'anni fa i licei erano davvero difficili, erano molto pochi quelli che uscivano dal liceo, avevamo bisogno di più persone che accedevano all'Università e quindi di più persone che uscivano dal liceo, i llivello di insegnamento è stato progressivamente abbassato in modo da avere una popolazione diplomata maggiore, giusto, bello, avremo molte piu' persone con una cultura maggiore, sarà un bene, certamente; vent'anni fa il livello dei licei era tale per cui un diplomato medio come me usciva con una cultura di base tale per cui davanti ad una frase in latino piu' o meno ne comprendeva facilmente il senso, certo mio padre diplomato cinquant'anni fa ancora traduce tranquillamente senza vocabolario e perfettamente, ma poco danno, comunque complessivamente c'è piu' gente diplomata con una cultura di base maggiore; andando avanti quello che è successo nei successivi vent'anni è stato che il trend non solo non si è stabilizzato ma anzi gli è stata data un'accelerazione, certo oggi sono tutti diplomati, ma come? Il livello culturale è davvero aumentato nel suo complesso? Oppure si è assistito ad un progressivo abbassamento della soglia minima per cui alla fine questo vino è stato cosi' tanto annacquato che di vino non c'è rimasto piu' nulla? Certo nessuno ha proposto di punto in bianco di chiudere le scuole, ci è stata venduta come un'operazione democratica per allargare la cultura liceale a tutti, in realtà un passo per volta è stata sottratta a tutti fino all'annullamento, oggi ci sono diplomati del liceo che non hanno idea di chi sia Calvino...
Tornando alla fotografia il concetto è analogo, di operazione al ribasso in operazione al ribasso il risultato è che pian piano la cultura dell'immagine è sempre più degradata al punto che le uniche immagini che funzionano sono quelle "facili" con concetti semplici e clamorosi, poche cose evidenti perché nessuno si sofferma (gli è stato insegnato, è stato educato...) ad osservare piu' a lungo, a cercare un significato piu' profondo, piu' nascosto, un secondo o un terzo livello di lettura dell'immagine...
Martina è finita nel piu' clamoroso spazio espositivo in Italia per un fotografo, dovrebbero essere le sue fotografie a fare cultura? Dovrebbe essere quello uno dei lavori di riferimento per chi si occupa di fotografia? Un Giacomelli oggi dovrebbe esporre accanto a Martina? Dovrei valutarli dal punto di vista espressivo "assimilabili"??? Una mostra itinerante presso gli spazi dei rivenditori Canon mi starebbe benissimo, una mostra itinerante negli spazi di una catena commerciale mi starebbe benissimo, al Forma no, assume una valenza diversa che non ha e che è pericolosa, dannosa... è un impoverimento importante per tutti noi che ci occupiamo di fotografia.
Purtroppo oggi, come dissero ad un amico "Finire in una galleria, se si hanno le maniglie giuste e la grazia di sapervisi aggrappare, può essere più facile che non farsi commissionare un catalogo di pigiami. "
La pianto qui, ho approfittato anche troppo della vostra pazienza biggrin.gif
Ciao
A.
qwaszx
Messaggio: #47
QUOTE(Attilio PB @ Nov 29 2010, 08:31 PM) *
Da dove inizio biggrin.gif ?
Che ci possa essere un vago interesse nell'operazione al limite potrei anche essere d'accordo, il primo problema pero' dal mio punto di vista è la sincerità, l'onestà intellettuale dell'operazione: è stata fatta dicendo "vediamo che salta fuori, se vagamente interessante la pubblichiamo" oppure, come mi sembra piu' probabile e per come conosco le dinamiche di queste operazioni, pensata a tavolino avendo già lo spazio espositivo, lo sponsor e tutto il resto "qual'è il nostro target? la donna lavoratrice con una media capacità di spesa, sui 35/40 anni che vuole ancora sentirsi ragazzina, si tiene in forma in palestra, iscritta a facebook ecc..., quale ex modella/donna dello spettacolo potrebbe incarnare il target e contemporaneamente potrebbe aver voglia di rilanciare al sua immagine diversa dalla bellona senz'anima? Potrebbe essere la Arcuri? No, troppo distante dal prototipo di donna in carriera lavoratrice ed ancora troppo visibile. La Ferilli? No, troppo romana, troppo connotata geograficamente. Ma una tipo la Colombari? Ecco, certo, la Colombari..." e venga fuori qualsiasi cosa da quegli scatti, con quattro belle parole già pronte (e valide per chiunque) le proponiamo come un viaggio introspettivo ecc....

Una disamina interessante e probabilmente assolutamente corretta. Io però non ho conoscenza del settore nè delle sue dinamiche (posso farmi delle idee, coltivare ipotesi e sospetti ma è altra cosa dall'avere conoscenza) e quindi, proprio per onestà intellettuale non faccio processi alle intenzioni e valuto il "prodotto" (qualsiasi prodotto) con il minor numero di pre-giudizi che posso (non senza pre-giudizi perché se lo sostenessi addio onestà intelletuale rolleyes.gif )


Il secondo enorme problema è proprio lo spazio espositivo: gli spazi del Forma dovrebbero essere idealmente l'equivalente a Milano degli spazi del Moma o del Guggenheim a New York, quegli spazi a New York non sono certamente esenti da operazioni "anche" commerciali, ci mancherebbe che gli americani non cavino dollari da qualsiasi cosa gli passi per le mani, ma la differenza è tutta in quell' "anche", al Moma non troverai mai nulla di pensato in chiave esclusivamente commerciale, prima di tutto ci vuole un contenuto forte, enorme, significativo, poi magari diventa "anche" commerciale, ma senza contenuto al Moma non ci si entra in nessuna maniera, il Forma a Milano dovrebbe quantomeno avere di base la medesima ambizione, se manca l'ambizione di base crolla tutto il resto. Nel factory shop del Moma puoi comprare lo spremiagrumi di Starck, lo stesso che è anche esposto nelle sale del museo, proprio quello, ma prima di venderti quello e non uno spremiagrumi qualsiasi a monte è stato visto altro, quello spremiagrumi prima di tutto è un oggetto di design, c'è una visione dietro quell'oggetto, c'è un contenuto, poi te lo vendono anche, ma solo in un secondo tempo, non si è presentato lì il signor Alessi dicendo "ora faccio disegnare uno spremiagrumi a qualcuno cosi' poi voi lo esponete e lo vendete". Nel factory shop del Moma puoi comprare le tazze con "Starry Night" di VanGogh sopra, ma non si è presentato Vincent dicendo "ora vi faccio un bel panorama notturno stranetto cosi' voi lo esponete e poi vendiamo milioni di tazze"... ecco la differenza è tutta qui, sembra poca, è un abisso.

Si, sono conscio che i mercanti nel tempio siano una brutta bestia. Io però, che sono reduce abbastanza recente dal Moma (tra l'altro, la mia visita mi ha fruttato una troppo generosa pubblicazione nel contest 2010 di Nital) devo dire che di "mercanzia" varia ne ho vista parecchia e ben al di là dei circosritti confini dello shop. Ovviamente mercanzia dal mio punto di vista. Opinione assolutamente soggettiva e sconfessabile da chiunque. Ma proprio per questo ritengo che la sacralità dei luoghi sia un concetto interessante, ma troppo sopravvalutato. La commistione, il meticciamento, soprattutto quello che non è frutto di un'elaborazione teorica e intellettuale secondo me sono sempre una cosa con cui misurarsi. Spesso non ne viene fuori nulla di interessante, talvolta nascono dei mostri (non quelli di Goya), ma rare volte assitiamo a svolte epocali. Non sto dicendo che sia il caso della Colombari, parlo del concetto in generale...


Vedi, sempre dal mio punto di vista, queste operazioni, proprio perché ben fatte e studiate, sono proprio le piu' pericolose dal punto di vista culturale, se mi permetti faccio un esempio volutamente iperbolico per spiegare il concetto: cinquant'anni fa i licei erano davvero difficili, erano molto pochi quelli che uscivano dal liceo, avevamo bisogno di più persone che accedevano all'Università e quindi di più persone che uscivano dal liceo, i llivello di insegnamento è stato progressivamente abbassato in modo da avere una popolazione diplomata maggiore, giusto, bello, avremo molte piu' persone con una cultura maggiore, sarà un bene, certamente; vent'anni fa il livello dei licei era tale per cui un diplomato medio come me usciva con una cultura di base tale per cui davanti ad una frase in latino piu' o meno ne comprendeva facilmente il senso, certo mio padre diplomato cinquant'anni fa ancora traduce tranquillamente senza vocabolario e perfettamente, ma poco danno, comunque complessivamente c'è piu' gente diplomata con una cultura di base maggiore; andando avanti quello che è successo nei successivi vent'anni è stato che il trend non solo non si è stabilizzato ma anzi gli è stata data un'accelerazione, certo oggi sono tutti diplomati, ma come? Il livello culturale è davvero aumentato nel suo complesso? Oppure si è assistito ad un progressivo abbassamento della soglia minima per cui alla fine questo vino è stato cosi' tanto annacquato che di vino non c'è rimasto piu' nulla? Certo nessuno ha proposto di punto in bianco di chiudere le scuole, ci è stata venduta come un'operazione democratica per allargare la cultura liceale a tutti, in realtà un passo per volta è stata sottratta a tutti fino all'annullamento, oggi ci sono diplomati del liceo che non hanno idea di chi sia Calvino...

Anche su questo punto varrebbe la pena di scavere un po'. Ad esempio io non riesco a condividere l'impianto per cui una scuola aperta a tutti debba necessariamente essere una scuola scadente. Il contrario di una scuola "democratica" è una scuola "elitaria". Il contrario di una scuola "che fa male il suo mestiere" è una scuola "meritocratica e selettiva". Ovviamente possiamo avere una scuola democratica che fa male il suo mestiere, oppure che è meritocratica e selettiva. Non è l'elitarismo che conduce al merito...


Tornando alla fotografia il concetto è analogo, di operazione al ribasso in operazione al ribasso il risultato è che pian piano la cultura dell'immagine è sempre più degradata al punto che le uniche immagini che funzionano sono quelle "facili" con concetti semplici e clamorosi, poche cose evidenti perché nessuno si sofferma (gli è stato insegnato, è stato educato...) ad osservare piu' a lungo, a cercare un significato piu' profondo, piu' nascosto, un secondo o un terzo livello di lettura dell'immagine...
Martina è finita nel piu' clamoroso spazio espositivo in Italia per un fotografo, dovrebbero essere le sue fotografie a fare cultura? Dovrebbe essere quello uno dei lavori di riferimento per chi si occupa di fotografia? Un Giacomelli oggi dovrebbe esporre accanto a Martina? Dovrei valutarli dal punto di vista espressivo "assimilabili"??? Una mostra itinerante presso gli spazi dei rivenditori Canon mi starebbe benissimo, una mostra itinerante negli spazi di una catena commerciale mi starebbe benissimo, al Forma no, assume una valenza diversa che non ha e che è pericolosa, dannosa... è un impoverimento importante per tutti noi che ci occupiamo di fotografia.

Le foto della Colombari non faranno forse certamente (che belli gli ossimori!) Cultura con la C maiuscola, ma almeno fanno discutere che è una cosa sempre più rara. Non urlarsi addosso che è altra cosa, e quindi molto diffusa...


Purtroppo oggi, come dissero ad un amico "Finire in una galleria, se si hanno le maniglie giuste e la grazia di sapervisi aggrappare, può essere più facile che non farsi commissionare un catalogo di pigiami. "

Concordo che la piaga italica delle raccomandazioni sia uno dei veri problemi contemporanei. Ma in questo caso o si dà per assodato che l'intera operazione è una bufala (e su questo rimando al punto 1: non sono in grado di esprimermi, oppure tale operazione è possibile solo per un nome noto. in quanto la valenza (se c'è) nell'operazione è data proprio dalla dicotomia tra immagine consolidata e immagine "nuova" di un volto noto.


La pianto qui, ho approfittato anche troppo della vostra pazienza biggrin.gif
Ciao
A.

Invece grazie per il tempo che mi hai dedicato...

Danilo Ronchi
Messaggio: #48
Ho letto su repubblica, qua: http://smargiassi-michele.blogautore.repub...ice-del-tempio/ che l'esposizione è avvenuta sotto il patrocinamento della Canon in uno spazio espositivo di Canon... quindi tutta l'operazione pare essere "commerciale" in senso stretto e puro.

Per il resto non mi esprimo se non per dire che dal vivo è molto meglio che in quelle foto :-)
 
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