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DEREGISTRATO
Messaggio: #1
Qualcuno, per favore, mi toglierebbe una curiosità?
Possibilmente senza trasformare questo 3d in una rissa, perché la mia curiosità è sincera.

Non capisco i problemi legati alle gestione delle sezioni e non vorrei che questo inficiasse un mio corretto utilizzo dello strumento forum.

Quando leggo guardo le foto, leggo i commenti, cerco di farmi un'idea e di imparare qualche cosa.
Onestamente faccio poco caso alla sezione in cui la foto è postata.

Quando pubblico (quasi sempre, per non sbagliare, in foto a tema libero) non mi preoccupo di etichettare la fotografia, visto che ho tutto lo spazio che voglio per descrivere le intenzioni che avevo quando ho scattato e proporre una chiave di lettura dello scatto; approfitto abbondantemente di questo spazio (al punto che qualcuno simpaticamente e non a torto mi definisce logorroico) e poi aspetto di leggere i commenti.
Se sono positivi, mi godo la soddsfazione di aver fatto un buon lavoro.
Se sono negativi, ancora una volta cerco di imparare qualche cosa.
Se li trovo distruttivi, semplicemente resto della mia opinione e li copro con uno spesso velo di indifferenza.

È proprio così indispensabile classificare una fantasia?

Grazie a chi volesse rispondere,
Roberto

PS. Prego i moderatori di cancellare questo 3d qualora la discussione dovesse degenerare.

Messaggio modificato da tide il Oct 20 2007, 01:23 AM
4 Pagine: V  < 1 2 3 4 >  
Nuova Discussione
Risposte (50 - 74)
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #51
QUOTE(carlo.dainese @ Oct 22 2007, 01:30 PM) *
nella frase quotata non capisco...

Cerco di spegarmi un po' meglio...
In estetica (la branca della filosofia che studia l'arte e la sua funzione), come in ogni altra discisplina filosofica di tipo ermeneutico, spesso si iniziano le analisi partendo da postulati che assumono un carattere quasi dogmatico e che, in genere, sono ereditati da altri campi di studio.
Io, per esempio, condivido le posizioni che (partendo da studi prevalentemente di carattere antropologico) considerano l'arte un mezzo di comunicazione. Questa è un accezione largamente condivisa, ma non universalmente accettata.
Quindi, se si accetta il presupposto che l'arte sia un mezzo per comunicare, si può supporre che l'artista, nel plasmare la forma, stia tentando di comunicare qualcosa (il contenuto) a qualcuno (l'interlocutore).
Ovvio però che se non si condividono i postulati di partenza non è possibile arrivare alle stesse conclusioni.
Ecco perché dicevo che alcune considerazioni sono valide solo in questo tipo di accezione dell'arte.

Volevo, però, riprendere il discorso su libertà e interpretazione soggettiva riallacciandomi all'esempio gastronomico di Buzz, qualche post indietro.

Sono stato in Messico tempo fa; in alcune zone raccolgono le mosche, le fanno seccare, le riducono in polvere e poi cucinano delle frittelle che, come potete immaginare, non mi sono neanche sognato di mettere in bocca.
Non posso dire che quel cibo non sia commestibile perché altri lo mangiano.
Non posso neanche dire che la mia repulsione dipenda dalla qualità della preparazione, perché anche se le frittelle fossero cucinate alla perfezione non le mangerei comunque.
Il problema è che le mosche mi fanno schifo, non le considero "una cosa che si mangia", e questo dipende da un insieme di fattori che potremmo definire, per semplicità, la mia provenienza culturale.
Questioni di gusto personale, appunto.
Ma a questo punto il mio gusto personale non va tanto considerato una libertà, quanto piuttosto un limite.
La libertà sta nel fatto che, fortunatamente, nessuno mi ha costretto a bastonate a mangiare frittelle di mosca.

Torniamo alla foto di Leibovitz. Ho già detto che non mi piace.
Non posso dire che non sia "commestibile"; altri ne fruiscono con un piacere tale che fa parte del "menu" di uno dei più prestigiosi "ristoranti d'arte" del mondo.
Non posso neanche dire, come giustamente faceva notare Buzz, che sia "cucinata" male. Questo significa che non è sufficiente che una foto sia fatta bene per piacermi.
È, esattamente come per le frittelle, una questione di gusto.
Ed è, esattamente come per le frittelle, un mio limite, non una mia libertà.
La libertà sta nel fatto che, fortunatamente, nessuno mi ha costretto a bastonate ad appendere quella foto in ufficio.

A questo punto, la scelta sta sul "come pormi" di fronte a un mio limite.
Posso rifiutare; posso disinteressarmi e ignorare, oppure posso cercare di conoscere e comprendere; in alcuni casi posso addirittura cercare di condividere e spingermi sino al punto, in casi più rari, di riuscire a superare il mio limite e provare ad assaggiare la frittella.
In ogni caso non ho MAI il diritto di giudicare e considerare un barbaro chi mangia le mosche partendo da un mio punto di vista che non può essere che parziale e condizionato.

Nel caso della foto di Leibovitz, personalmente, considero un atteggiamento costruttivo cercare di scoprire "perché non mi piace", in quanto mi permette di conoscere meglio me stesso, e "perché piace ad altri", in quanto mi apre la finestra su di una porzione di mondo a me sconosciuto.

Roberto

Messaggio modificato da tide il Oct 23 2007, 05:42 AM
nonnoGG
Messaggio: #52
Spero vorrete perdonarmi per l'intrusione in questo interessante dibattito, ma ho da concludere le operazioni di scrutinio. biggrin.gif

Ho appena ricevuto il verbale dal seggio:

IPB Immagine

Votanti 11
Voti validi 11

Schiacciante la maggioranza che ha votato a favore... non mi resta che spostare in TEMI, lasciando il link per i ritardatari che ancora se la dormono, il riferimento a tal Alfredo è puramente voluto. laugh.gif

Buon proseguimento...

nonnoGG
buzz
Staff
Messaggio: #53
@ tide

Condivido tutto, ma ho una riserva sulla comunicatività dell'arte.
Sono daccordo che non per forza si crea per gli altri, ma a quel punto a che serve sottoporre la propria arte al pubblico giudizio?
Se io dipingo per me stesso, posso esporre il mio quadro ma non avrò mai la pretesa che altri lo capiscano. Se poi capita che qualcuno lo interpreta correttamente allora avrò trovato la mia anima gemella!

@alfredo

E' vero che un giudizio è sempre soggettivo, ma se si devono valutare determinati parametri il discorso cambia.
Un bilanciamento della luce è oggettivo, poi soggettivamente lo puoi modificare a piacimento.
la nitidezza (linee per mm.) è oggettiva e misurabile, se poi ami il flou è un discorso personale. E così altri parametri tecnici o tecnicistici
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #54
QUOTE(tide @ Oct 23 2007, 06:38 AM) *
A questo punto, la scelta sta sul "come pormi" di fronte a un mio limite.
Posso rifiutare; posso disinteressarmi e ignorare, oppure posso cercare di conoscere e comprendere; in alcuni casi posso addirittura cercare di condividere e spingermi sino al punto, in casi più rari, di riuscire a superare il mio limite e provare ad assaggiare la frittella.
In ogni caso non ho MAI il diritto di giudicare e considerare un barbaro chi mangia le mosche partendo da un mio punto di vista che non può essere che parziale e condizionato.

Nel caso della foto di Leibovitz, personalmente, considero un atteggiamento costruttivo cercare di scoprire "perché non mi piace", in quanto mi permette di conoscere meglio me stesso, e "perché piace ad altri", in quanto mi apre la finestra su di una porzione di mondo a me sconosciuto.

Roberto

Il proprio limite può stare nel non comprendere perchè la distanza culturale è eccessiva, ovvero perchè non si si pone neppure nei confronti della diversità. E' ovvio che ogni punto di vista non può che essere parziale e condizionato (dalle esperienza, dalla cultura, dalle abitudini, ecc.), ma, secondo me, bisogna porsi nella condizione di leggere con diversi codici che non sono i propri. Allora, se la foto di Leiboviz non piace, questo è un parere personale, se non piace perchè non è accettata dalle convenzioni personali e sociali potrebbe essere un misfit comunicativo, per carenza degli strumenti di lettura. Ci sono poi altre considerazioni più prettamente inerenti la fotografia: l'importanza della tecnica di ripresa, che potrebbe sottolineare aspetti che con tecnica inadeguata non vengono sottolineati. Anche questo aspetto è relativo alla lettura della scena che ne fa il fotografo, dato che è ovvio che solo quello che viene visto può essere accentuato; ancora, la scelta del colore o del BN e, ancora, il tipo di BN (più o meno "drammatico", più o meno grigio, più o meno chiaro, ecc.). Ancora, la interpretazione che ne da il fruitore in funzione della tecnica di ripresa: ci sono fotografie nel Forum che piacciono o meno a secondo se l'esposizione sia corretta o meno, oppure farei un taglio qui o là, ecc. (al di là di commenti strumentali a qualcosa di diverso).
Anche la classificazione delle foto (ammesso che abbia un senso estetico e non pratico) fa parte dell'interpretazione, nel senso della lettura critica dell'immagine, come pure la didascalia o titolo che dir si voglia, indirizza verso una chiave di lettura che può anche non essere univoca.
E questo non solo nelle arti figurative: pensiamo alla musica, dove l'interpretazione del segno è anche interpretazione del contenuto (basti pensare alla musica barocca, dove non vi sono segni d'espressione autografi del compositore), oppure alla musica lirica, dove taluni compositori componevano ad hoc per un determinato cantante.

Mi fermo, perchè se no eccedo ogni limite di spazio.

Saluti

Giovanni
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #55
QUOTE(buzz @ Oct 23 2007, 11:33 AM) *
ho una riserva...

E fai bene ad averla...
Io ho, per così dire, aderito a quelle correnti di pensiero che definiscono l'arte come una forma di comunicazione, però mi sembrava corretto citare che ce ne sono anche altre.
Alcune correnti, che potremmo definire neo-epicureiste, ad esempio considerano l'arte come una forma di "ricerca del piacere", che accomuna tanto chi l'opera crea quanto chi dell'opera ne fruisce.
È ovvio che partendo da un simile presupposto, l'esistenza o meno di un interlocutore è ininfluente e l'artista non ha nessuna necessità di calibrare il linguaggio che usa.
Personalmente non sono di quest'avviso, perché se questo modo di concepire la creatività può avere un senso (almeno nelle culture occidentali) negli ultimi 5/6 secoli (dall'umanesimo in avanti) nel precedente periodo della storia della nostra civiltà non trova riscontro. In questi casi io più che di "arte" preferisco parlare di "decorazione"
Ma, ripeto, la mia è una sola delle possibili posizioni.

QUOTE(gciraso @ Oct 23 2007, 11:40 AM) *
Ci sono poi altre considerazioni più prettamente inerenti la fotografia...

Per me è molto difficile tracciare una netta linea di confine fra tecnica e composizione.
Una foto sfuocata è in genere sbagliata, ma la sfocatura si "usa" e si "amministra" nella composizione. Lo stesso si può dire per il mosso, il poco nitido, il disallineato.
Io, visto che dal punto di vista tecnico non sono molto attrezzato, mi limito a definire "tecnica" la conoscenza di caratteristiche e comportamenti del mezzo meccanico che si utilizza per plasmare la materia (nel nostro caso la macchina fotografica) e la capacità di dominarlo per raggiungere il risultato compositivo che ci si è prefissato.
Più in la, sinceramente, non mi sento di spingermi.
Roberto.

Messaggio modificato da tide il Oct 23 2007, 04:38 PM
alcarbo
Messaggio: #56
QUOTE(nonnoGG @ Oct 23 2007, 09:44 AM) *
Spero vorrete perdonarmi per l'intrusione in questo interessante dibattito, ma ho da concludere le operazioni di scrutinio. biggrin.gif

Ho appena ricevuto il verbale dal seggio:

IPB Immagine

Votanti 11
Voti validi 11

Schiacciante la maggioranza che ha votato a favore... non mi resta che spostare in TEMI, lasciando il link per i ritardatari che ancora se la dormono, il riferimento a tal Alfredo è puramente voluto. laugh.gif

Buon proseguimento...

nonnoGG



Io ho votato per il bar (anche se non ero ostile a Temi............ sezione che non conoscevo e frequentavo e che ora ho felicemente scoperto. Questo forum è proprio una miniera di ..... tesori .... non solo di notizie ma anche come uomini ... naturalmente intesi come esseri umani ... quindi uomini e donne......... e di spunti ....... e di ..... D3 in omaggio messicano.gif tanto da 3d a d3 c'è poca differenza)

p.s. I post in Temi fanno punti o come quelli nel bar non fanno salire i punti. ?

Prima della riforma del sito io vedevo quanti post avevo fatto al bar (ed erano ben superiori a quelli fatti altrove e conteggiati per i punti premio) Ora non c'è più modo ? Scusate l'OT.
Vedo solo che il 3d in cui sono più attivo è il forum notturno....
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #57
QUOTE(alcarbo @ Oct 23 2007, 05:57 PM) *
p.s. I post in Temi fanno punti o come quelli nel bar non fanno salire i punti. ?

No, li tolgono in automatico messicano.gif

Giovanni
alcarbo
Messaggio: #58
No Giovanni. Qui si fanno punti (ho provato).

Però ora che siamo in TEMI e non più al Bar non scrive più nessuno.

Facciamo la fine del dimenticato Forum Notturno. ciao a tutti alfredo
paolo1947
Nikonista
Messaggio: #59
QUOTE(alcarbo @ Oct 26 2007, 09:04 PM) *
No Giovanni. Qui si fanno punti (ho provato).

Però ora che siamo in TEMI e non più al Bar non scrive più nessuno.

Facciamo la fine del dimenticato Forum Notturno. ciao a tutti alfredo


io ho punti shell,ma pensavo di cambiare
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #60
QUOTE(alcarbo @ Oct 26 2007, 09:04 PM) *
Però ora che siamo in TEMI e non più al Bar non scrive più nessuno.


Non c'entra nulla la sezione, caro Alfredo.
È semplicemente che, per chissà quale arcano motivo, questi argomenti non interessano; forse addirittura spaventano.
Spaventa pensare al linguaggio e alla comunicazione in termini di meccanismo.
Eppure è questo ciò che sono e, bada bene, questa non è una mia opinione ma un dato di fatto, suffragato da una enorme quantità di studi e di ricerche e dall'infinità di applicazioni pratiche di questi studi e ricerche, che spaziano dalla medicina, all'informatica, al marketing, passando anche attraverso l'espressione artistica e, di conseguenza, la fotografia.
Perché qualora, come è stato discusso in questo 3d, l'intento dell'artista nel momento in cui crea sia quello di comunicare delle emozioni, conoscere i meccanismi del linguaggio e della comunicazione non può che aiutarlo ad essere più efficace.

Meccanismi dunque, esattamente come un motore, in cui un pistone è un pistone e non "secondo me un parapioggia"; meccanismi regolati da principi di funzionamento analizzabili con metodo e rigore scientifico. E, ahimé, il metodo scientifico lascia ben poco spazio ai "secondo me". Non è colpa mia.

Personalmente avevo ingenuamente pensato che mettere a disposizione della comunità quel poco che sono riuscito ad apprendere in trent'anni di studi e di professione avrebbe potuto essere un modo di contraccambiare, almeno in piccola parte, ciò che dalla comunità ricevo in termini di apprendimento della tecnica fotografica (campo nel quale ho sempre accettato con umiltà i consigli e provato a metterli in pratica alla prima occasione).
Ma non credo che proseguirò su questa strada, visto che ogni volta che intervengo su questi temi, cercando di contribuire alla correzione di errori talvolta anche molto grossolani, vengo assalito e tacciato di essere una specie di nazista che vuol fare il lavaggio del cervello alle persone (non mi riferisco a questo 3d ma a molte altre discussioni a cui ho partecipato e che non cito perché non sono interessato a tirare in ballo altri membri della community).
Onestamente, ho cose più interessanti da fare che non lavare il cervello a persone che non conosco.
Molto più comodo e riposante anche per me, accodarmi al gruppo e fare (come si dice in gergo ciclistico) il succhiaruote.

Ovviamente se qualcuno dovesse essere interessato a discutere di questi argomenti con me può contattarmi via PM: sono a sua disposizione.

Roberto
buzz
Staff
Messaggio: #61
Questi argomenti non spaventano, ma forse hai detto bene, non interessano.
Ma non per un rifiuto aprioristico, ma forse per il semplice fatto che moltissimi fotografano per hobby, e vogliono sentire un disimpegno culturale da questo.
Un approfondimento sul tema in corso potrebbe risultare "pesante" da affrontrare per chi invce si limita a scattare qua e la, senza un preciso scopo comunicativo.
Forse è più facile discutere di nitidezza, esposizione e filtri piuttosto che di composizione, accostamenti estetici e significato delle immagini.
Del resto non biasimo affatto questo atteggiamento.
Quanti si sentono davvero artisti? quanti creativi? e quanti invece umilmente fotoamatori?

Il thread è qui.
Chi avesse qualcosa da dire ne ha lo spazio, e l'argomento resta aperto.
alcarbo
Messaggio: #62
Faccio una deviazione dal tema del 3d.
Un valido sistema di comunicazione del messaggio contenuto in una foto ovvero meglio in un life è quello di accompagnare la visione (meglio la proiezione, siano dia o siano digitali) con la Musica adatta.
E' un connubio di elevata resa, almeno per mio conto.
Si abbinano due linguaggi due metodi di comunicazione che se si accoppiano bene si esaltano a vicenda.
buzz
Staff
Messaggio: #63
Vorresti aggiungere una musica alle foto postate? smile.gif
alcarbo
Messaggio: #64
Sarebbe un'idea (se fosse tecnicamente possibile). hmmm.gif
Per ora mi basta cercare di abbinarla a quellel che mi guardo a casa. rolleyes.gif
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #65
QUOTE(tide @ Oct 27 2007, 08:06 AM) *
È semplicemente che, per chissà quale arcano motivo, questi argomenti non interessano; forse addirittura spaventano.
Spaventa pensare al linguaggio e alla comunicazione in termini di meccanismo.

Roberto, le cose che spaventano lo fanno per un motivo. Giustamente dice Buzz che molta gente utilizza la fotografia come hobby e non vuole impegno culturale. Ma, nonostante tutto, qualsiasi cosa fotografino, usano un linguaggio e comunicano qualcosa, fosse solo una foto della tazzina del caffè.
Il 3D è presente e talora frequentato, se a qualcuno viene in mente qualcosa od ha voglia di leggerselo tutto, forse troviamo qualche altro utente interessato.

Saluti

Giovanni
Luc@imola
Messaggio: #66
Io penso che la fotografia, cosi' come anche la musica sono concetti cosi' immediati e alla portata di tutti che io considero artista chi con queste "armi" sa comunicare il meglio possibile.
In una foto non dovrebbe esserci molto da spiegare se questa e' comunicativa, una canzone si assimila e la fai tua in pochi minuti se c'e' il feeling dell'autore che comunica qualcosa.
Questa credo sia la massima liberta' (anche di non essere capiti) di espressione.
Non credo ci sia niente di male se a me la foto del maculato non mi dice niente... pazienza! smile.gif
Con la liberta' di non approfondire.
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #67
QUOTE(Luc@imola @ Oct 27 2007, 05:14 PM) *
Io penso che la fotografia, cosi' come anche la musica sono concetti cosi' immediati e alla portata di tutti che io considero artista chi con queste "armi" sa comunicare il meglio possibile.
In una foto non dovrebbe esserci molto da spiegare se questa e' comunicativa, una canzone si assimila e la fai tua in pochi minuti se c'e' il feeling dell'autore che comunica qualcosa.

Al di là del maculato, ho già detto che non mi piace. Il tuo assunto può anche essere vero, ma se ascolti una musica particolarmente ostica e poco "popolare", non penso che ci si possa capire qualcosa se non hai il codice adatto: sentito Berio, Stockhausen, Cage ..... ? E la musica è astrazione assoluta, non devi confrontarti con l'evocazione di una immagine ben precisa. E quindi, in buona sostanza, anche la comunicatività di una immagine dipende dalla soggettività di ognuno di noi.

Saluti

Giovanni
reefaddict
Messaggio: #68
QUOTE(tide @ Oct 20 2007, 01:22 AM) *
È proprio così indispensabile classificare una fantasia?


No, ma per molti è un'insopprimibile esigenza.

Se non classifico non ho un metodo preconfezionato e a me noto per decifrare il linguaggio. Se mi dici "ritratto", applico i miei parametri standard di decodifica, mi aspetto gli occhi a fuoco, plasticità, un bello sfocato, fondo neutro che non disturba, ecc.
Non so se si è capito, ma a me questo modo di procedere piace poco o nulla. Limita e svilisce la creatività.

mi ricorda un thread che avevo iniziato sul "genere fotografico", lo trovate qui

QUOTE
Io penso che la fotografia, cosi' come anche la musica sono concetti cosi' immediati e alla portata di tutti che io considero artista chi con queste "armi" sa comunicare il meglio possibile.


mmmm hmmm.gif trovo che gran parte delle buone foto e della buona musica utilizzino linguaggi complessi che richiedono capacità elevate di decodifica per fruirne appieno. In altre parole, molte foto e molta musica sono assai difficili e per nulla immediate.

Faccio un esempio: ti regalano "guerra e pace" edizione originale in lingua russa rolleyes.gif e dopo un mese (bontà loro) ti chiedono "com'è". La risposta onesta sarebbe "non ho gli strumenti per decodificare il testo e non ho quindi modo di giudicare quest'opera"; le risposte che invece sono comunemente date in casi analoghi sono queste: "è un romanzo assai corposo"; "è un libro pesante"; "non mi piace"; "non lo capisco"; "odio Tolstoj".

Per cui la prima domanda che mi farei nella lettura di un'immagine fotografica è... "conosco il russo?" smile.gif

buzz
Staff
Messaggio: #69
Alessandro, fai un errore di base.
la musica, come le arti figurative, non hanno una codifica univoca.
Una lingua è impossibile da capire se non la siconosce bene, ma una immagine no.
La musica non ha bisogno di traduzioni per essere apprezzata così come l'immagine.
Una foto "russa" sarà facilmente leggibile anche da un africano.
Quello che cambia è il background culturale che ti permette di collocare la foto in un contesto preciso, così come la non conoscenza degli stili musicali non ti permette di definirli distinguere jazz, da funky, o da classica, se non hai mai avuto un insegnamento anche generico non lo sai, ma non vul dire che non può piacerti.
Così per la fotografia. Un ignorante totale non saprà de una foto è street, glamour, macro o altro. vedrà un insetto, una bella donna o un mendicante (se ne ha mai visti prima) o una semplice immagine che appaga la sua vista.. o che la disgusta.
reefaddict
Messaggio: #70
Buzz, parto dal presupposto che una foto o un brano musicale siano arte e comunichino qualcosa in un proprio linguaggio. Come ha espresso molto bene Roberto (tide) anch'io penso che l'arte comunichi qualcosa e utilizzi un linguaggio.

Se io non ho gli strumenti di decodifica non posso interpretare completamente ciò che vedo/sento. Nella musica, come nelle arti figurative, mi verrebbero decine di esempi di opere così complesse che se non hai il "dizionario" non sei minimamente in grado di apprezzare. Una fuga di Bach, ad esempio, la capiscono in pochi. Un quadro di Mondrian per molti è un insieme decorativo di riquadri colorati! Non è che chi è ingnorante (nel senso etimologico del termine) sia anche scemo, e solo che non conosce la lingua. Tu dici "quello che cambia è il background culturale". Bene! Questo fa parte degli elementi di decodifica, come è un elemento la conoscenza della storia dell'arte, della storia, dell'autore, tutto quello che serve a decodificare il messaggio.

Ogni tanto succede che qualcuno salta in piedi e dice, a proposito di una foto: "la mia opinione è buona come la tua". Mi permetto di dissentire... L'opinione di un critico serio vale molto di più della mia, ad esempio. Perché? Perché se uno fa il critico si suppone abbia maturato un bagaglio di conoscenza tale da permettere di capire il linguaggio fotografico, io no, mi dò da fare, sono ancora un novizio nella lettura dell'immagine fotografica.

Eppure tutti si esprimono su una foto dicendo "mi piace/non mi piace" e si incazzano pure, ma, a mio parere, solo in pochi l'hanno letta compiutamente, mentre gli altri si sono fermati alla superficie, come quello del libro in russo che lo trova "spesso".

Visto che ho citato Mondrian ecco una foto famosa di Kertesz, "chez Mondrian". Ora io vi chiedo, chi non sa nulla di Kertesz o di Mondrian cosa vede in questa foto? E chi conosce entrambi, il periodo storico, le evoluzioni artistiche del tempo, non è che magari gode molto di più di questa foto e vede ben oltre?

Anteprima(e) allegate
Immagine Allegata

 
buzz
Staff
Messaggio: #71
Non conosco Mondrian nè il suo periodo storico, ma non credo si a necessario per sapere se una immagine a lui ispirata piace o meno.
Così cone non è necessario collocare Michelangelo o Fidia nei loro periodi storici per poter dire che le loro statue sembrano vive, eppure credo che si passino di circa 2000 anni.
Se poi a questo giudizio superficiale vogliamo inserire una marea di "paroloni" che servono più a esaltare il critico che l'artista, allora liberi tutti di farlo.
Del resto Dante ha scritto 3 cantiche di Divina Commedia e i critici hanno scritto migliaia di volumi speculando su di lui, e dicendo cose contraddittorie. Chi ha realmente ragione? .ìNon possiamo chiederlo all'autore, ma per quanti ci abbiano studiato, tanti ci vedono cose diverse.

Del resto "fare le pulci" ad un quadro come ad una foto non so quanto possa servire al giudizio personale di chi la guarda-
Per me non cambia sapere che la foto di Kertes è stata scattata questo secolo o il secolo scorso, a casa Mondrian o a casa mia.
Io ci vedo quello che sento, e potrei anche farmi influenzare da un titolo o da una collocazione preconcetta, ma non sarà esattamente quello che ci vede l'artista che l'ha fatta.

Ovviamente questa è la mia opinione che differirà senz'altro da altre mille.
Ma siamo qui per questo.
PAS
Messaggio: #72
QUOTE(buzz @ Oct 29 2007, 03:44 PM) *
...
Del resto "fare le pulci" ....


Ricopio Buzz con la carta carbone.
Lascierei perdere i critici di professione tra i quali spesso impera il più sfrenato edonismo.
Ne ho lette alcune da rotolarsi per terra.

Trovo anche poco pertinente l’accenno alla lingua russa fatto da Alessandro: la comunicazione per immagini non ha nulla di attinente alle barriere idiomatiche.

Molto più semplicemente:
Il fotografo che riesce a consegnare il proprio messaggio espressivo ad un maggior numero di fruitori, senza necessità di particolari chiavi di lettura o strumenti di decodifica è quello che più efficacemente ha centrato il target della fotografia.

Poi, recepito il messaggio espressivo possiamo con opportune basi culturali approfondire contesti storico etologici…etc, ma questo approfondimento analitico è altra cosa.

Mia opinione ovviamente.
smile.gif
reefaddict
Messaggio: #73
QUOTE(PAS @ Oct 29 2007, 05:13 PM) *
Lascierei perdere i critici di professione tra i quali spesso impera il più sfrenato edonismo.


Io no. Sarebbe un errore esattamente come lasciar perdere un fotografo professionista per un matrimonio ma ricorrere "a mio cugino Carmine che tanto tutti sanno fare le foto". Cerco anche di evitare i qualunquismi, la critica è una professione e se c'è qualche edonista, beh, c'è un tutte le famiglie. Per contro, c'è qualcuno che ti aiuta ad accrescere le tue capacità di lettura e interpretazione dell'opera. Alla fine, ti aiuta a goderne maggiormente.

QUOTE(PAS @ Oct 29 2007, 05:13 PM) *
Trovo anche poco pertinente l’accenno alla lingua russa fatto da Alessandro: la comunicazione per immagini non ha nulla di attinente alle barriere idiomatiche.


Accetto che sia poco pertinente, ma ogni linguaggio deve essere decodificato. L' immediatezza di una immagine, qualcuno vi ha accennato prima, non capisco in cosa possa consistere, a meno che uno pensi che in una foto con un tavolo e un vaso il messaggio sia... il tavolo e il vaso.

QUOTE(PAS @ Oct 29 2007, 05:13 PM) *
Il fotografo che riesce a consegnare il proprio messaggio espressivo ad un maggior numero di fruitori, senza necessità di particolari chiavi di lettura o strumenti di decodifica è quello che più efficacemente ha centrato il target della fotografia.


direi che questo più che altro è quello che vende di più biggrin.gif Lascio quale sia il "target" della fotografia perché questo è argomento sufficiente per una intera biblioteca.

QUOTE(PAS @ Oct 29 2007, 05:13 PM) *
Poi, recepito il messaggio espressivo possiamo con opportune basi culturali approfondire ...


E come recepisci il "messaggio espressivo" senza strumenti? Parliamo in concreto della foto di Kertesz: l'ha scattata a casa di Mondrian ed è riuscito a cogliere, tra le geometrie della composizione, l'inquadratura, la scelta precisa di includere la scala che forma un particolare motivo, il capello appeso, il vaso su uno dei terzi, ecc. Se conosci un poco Mondrian e la sua pittura ce la ritrovi tutta. morale: Kertesz ha parlato (notare il verbo...) di Mondrian e della sua arte senza mostrare né lui né la sua opera. Io lo trovo entusiasmante. Me l'hanno spiegato e ora mi godo meglio questa foto. Ma ditemi, sinceramente, cosa ci vedreste mai in questa foto se non sapeste nulla?


carlo.dainese
Messaggio: #74
quoto reefaddit:
"E come recepisci il "messaggio espressivo" senza strumenti? Parliamo in concreto della foto di Kertesz: l'ha scattata a casa di Mondrian ed è riuscito a cogliere, tra le geometrie della composizione, l'inquadratura, la scelta precisa di includere la scala che forma un particolare motivo, il capello appeso, il vaso su uno dei terzi, ecc. Se conosci un poco Mondrian e la sua pittura ce la ritrovi tutta. morale: Kertesz ha parlato (notare il verbo...) di Mondrian e della sua arte senza mostrare né lui né la sua opera. Io lo trovo entusiasmante. Me l'hanno spiegato e ora mi godo meglio questa foto. Ma ditemi, sinceramente, cosa ci vedreste mai in questa foto se non sapeste nulla?

Il tuo esempio mi ha fatto riflettere. Quando guardo una foto, piuttosto che un dipinto o una scultura o un'altra forma di espressione artistica (sto pensando all'arte contemporanea), quasi sempre se non è accompagnata da un commento l'osservo e mi interrogo su cosa riesce a trasmettermi. Se c'è il commento o la contestualizzazione, la leggo solo dopo per non farmi, in linea di principio, condizionare. Poi effettivamente il riuscire a "saperne di più", capire magari il contesto, l'originalità dell'opera e dell'artista nel spingersi oltre i movimenti del suo periodo aiuta a goderne appieno l'opera. Del resto quando mostriamo una nostra foto a qualche conoscente non "addetto ai lavori" in termine tecnico (composizione e tecnica o stile) l'accompagniamo con una spiegazione. Almeno io faccio così. Perchè? Per dargli valore aggiunto. Poi certe opere in realtà parlano da sè e non serve davvero aggiungere nulla (che sarebbe invero un sottrarre qualcosa al tutto).Sto pensando ad esempio ad un life che ho visto poco fa (credo s'intitoli "l'amore non ha età") dove pur essendo accompagnato dalle spiegazioni nulla aggiunge all'ultima foto che dice in realtà tutto. Potrei trarre per il momento la conclusione che una foto accompagnata da spiegazione sicuramente fornisce elementi aggiuntivi di interpretazione, ch eperò a volte sono non significativi.

Luc@imola
Messaggio: #75
Un elemento da non trascurare in una foto e' anche la capacita' di destare curiosita' e approfondimento, che certamente e' merito anche dell'autore.
Sinceramente trovarmi di fronte a una foto da "farmi tradurre" totalmete, magari di un altra epoca e da un altra parte del pianeta, e che quindi non fa parte del mio bagaglio culturale, e cmq non ne fara' mai parte completamente in modo naturale, se non nella documentazione cmq filtrata da altri, e' un po' come tornare alla scuola dell'obbligo e pur essendo un mio limite, non riuscirei a vivere la fotografia diversamente.
Diversamente dal messaggio estetico, emozionale e assimilabile nel modo piu' diretto possibile.
 
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