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Sigma 105 Micro Su Nphotography
Meglio del Nikon?
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F.Giuffra
Messaggio: #1
Su nphotography scrivono che il nuovo Sigma 105 è migliore del Nikon e pure del 150 Sigma.

Certamente avere il limitatore di Af in posizione macro penso sia utile, ma possibile che la prova non sia esatta, completa, che in qualche modo non sia vera? Non esistono altre prove comparative oggettive, magari in siti come DxOmark o simili?

grazie.gif
Metalslug
Banned
Messaggio: #2
QUOTE(F.Giuffra @ Oct 3 2013, 11:54 PM) *
Su nphotography scrivono che il nuovo Sigma 105 è migliore del Nikon e pure del 150 Sigma.

Certamente avere il limitatore di Af in posizione macro penso sia utile, ma possibile che la prova non sia esatta, completa, che in qualche modo non sia vera? Non esistono altre prove comparative oggettive, magari in siti come DxOmark o simili?

grazie.gif

Ho la lente in questione, non so come siano gli altri macro, posso solo dire che è sorprendetemente nitida su tutti i diaframmi utili.
Il primo test fatto su nphotography hanno sballato completamente i dati. le caratteristiche erano del 150.
Sull ultimo numero hanno aggiustato il tiro e li hanno messi entrambi.

Se sia effettivamente il migliore non lo so, in rete danno pareri molto positivi, molti lo ritengono il migliore.

Quando presi la d800 feci 10000 prove per testare la maf di sinistra, solo con il sigma ho avuto tutti i punti nitidi a TA. ok la lunghezza focale andrebbe molto più corta per fare certe prove, si sa i fissi sono migliori degli zoom.
A TA si mangia in un sol boccone il 24-70. il 24-70 ai boridi ha una forte aberrazione sferica.

Sono considerazioni che non andrebbero fatte in quanto un macro è il suo lavoro funzionare bene a diaframmi aperti.

le 3 opzioni di messa a fuoco le trovo inutili in macro, avendo un ghiera molto fluida e precisa si va in manuale.

Può non essere l ottica migliore di sicuro non è un fondo di bottiglia.
Nella mia ignoranza fotografica è l ottica che mi ha dato più soddisfazioni.

Messaggio modificato da Metalslug il Oct 4 2013, 12:52 AM
F.Giuffra
Messaggio: #3
Ti ringrazio della risposta. Credevo che i macro dovessero lavorare bene a diaframmi chiusi, quando fotografi una formica, anche a diaframma tutto chiuso, hai sempre gli occhi magari a fuoco ma la coda sfuocata.
E con soggetti in movimento l'autofocus, meglio se con un bel limitatore di escursione, eccome se serve.

In che anno è uscito?
pes084k1
Messaggio: #4
QUOTE(F.Giuffra @ Oct 4 2013, 09:28 AM) *
Ti ringrazio della risposta. Credevo che i macro dovessero lavorare bene a diaframmi chiusi, quando fotografi una formica, anche a diaframma tutto chiuso, hai sempre gli occhi magari a fuoco ma la coda sfuocata.
E con soggetti in movimento l'autofocus, meglio se con un bel limitatore di escursione, eccome se serve.

In che anno è uscito?


I 100 mm sono facili da costruire per gli attuali sensori. Essendo di solito a campo piatto, è ovvio che siano quasi gli unici a non spostare la MAF laterale. I macro 1:1 comunque non raggiungono mai la nitidezza/risolvenza alle grandi aperture dei tele classici f/2-2.8 con copertura a distanza normale o al massimo 1:2. Devono spalmare la correzione su un maggiore campo di distanze o specializzarsi lasciando aberrazioni o sfocature verso l'infinito. I macro buoni sono/devono essere ottimizzati a breve distanza e diaframma chiuso, con bassa distorsione e curvatura di campo, forte microcontrasto a bassa-media frequenza. Dopo possono fare quasi quello che vogliono. Così fanno i Nikon 105, per esempio. Conta anche la meccanica per i macro, e il Nikon (o soprattutto il Tokina) mi sembrano nettamente migliori dei Sigma in questo e altro.


A presto telefono.gif

Elio
F.Giuffra
Messaggio: #5
QUOTE(pes084k1 @ Oct 4 2013, 01:04 PM) *
I 100 mm sono facili da costruire per gli attuali sensori. Essendo di solito a campo piatto, è ovvio che siano quasi gli unici a non spostare la MAF laterale.
Cosa significa campo piatto?
QUOTE
I macro 1:1 comunque non raggiungono mai la nitidezza/risolvenza alle grandi aperture dei tele classici f/2-2.8 con copertura a distanza normale o al massimo 1:2. Devono spalmare la correzione su un maggiore campo di distanze o specializzarsi lasciando aberrazioni o sfocature verso l'infinito. I macro buoni sono/devono essere ottimizzati a breve distanza e diaframma chiuso, con bassa distorsione e curvatura di campo, forte microcontrasto a bassa-media frequenza. Dopo possono fare quasi quello che vogliono. Così fanno i Nikon 105, per esempio.
Interessante, puoi spiegarci di più?
QUOTE
Conta anche la meccanica per i macro, e il Nikon (o soprattutto il Tokina) mi sembrano nettamente migliori dei Sigma in questo e altro.

Grazie Elio
Fabrizio
Metalslug
Banned
Messaggio: #6
QUOTE(F.Giuffra @ Oct 4 2013, 09:28 AM) *
Ti ringrazio della risposta. Credevo che i macro dovessero lavorare bene a diaframmi chiusi, quando fotografi una formica, anche a diaframma tutto chiuso, hai sempre gli occhi magari a fuoco ma la coda sfuocata.
E con soggetti in movimento l'autofocus, meglio se con un bel limitatore di escursione, eccome se serve.

In che anno è uscito?

Non vorrei dire una cavolata, mi pare 2011/2012, recente comunque.
Per quanto riguarda la maf, non sono mai riuscito a beccare un soggetto cosi piccolo in movimento, quindi in manuale per me è ideale.

L apertura f, sinceramente non so se un macro deve essere nitido a TA, trovo che per quanto possa essere limitata la pdc, per staccare nettamente lo sfondo bisogna aprire un bel po.

A TA rimane comunque molto nitido.
pes084k1
Messaggio: #7
QUOTE(F.Giuffra @ Oct 4 2013, 01:40 PM) *
Cosa significa campo piatto?Interessante, puoi spiegarci di più?
Grazie Elio
Fabrizio


Campo piatto (flat field) significa trascurabile curvatura di campo, ovvero che soggetti piani e paralleli al piano sensore vengono tutti messi a fuoco perfettamente sull'immagine. I normali tele manifestano una curvatura di campo (in genere bisogna accorciare la MAF sui bordi angoli e il piano di fuoco è bombato) molto bassa alle normali distanze, ma che cresce avvicinandosi. Sotto il metro circa, se si mette a fuoco il centro i bordi sono sfocati. Si rimedia con lenti addizionali acromatiche e/o focus stacking, ma la correzione migliore consiste nel costruire o un obiettivo speciale, perfettamente corretto in un range di distanze predeterminato (es: ottiche custom Edmund Optics, ottiche da ingrandimento, come i Componon, da proiezione, come i Colorplan CF, e da scansione) o un ottica, che, grazie a gruppi flottanti, sia in grado di ridurre a livelli minimi la curvatura di campo su un vasto intervallo di distanze: un MACRO appunto.
Ovviamente la correzione variabile costa in termini di numero di lenti e non è perfetta come quella di un'ottica custom o anche di un normale tele a medio-lunghe distanze e si hanno altre penalità su altre aberrazioni e quindi sulla risolvenza ultima e sulla luminosità. Un macro 1:2 non supera f/2, uno 1:1 non passa f/2.8, i custom sono f/4-f/5.6.
Una bassa curvatura di campo permette, ad esempio, di mettere correttamente a fuoco al centro usando un sensore laterale.
I grandangolari e molti normali hanno invece una curvatura di campo oscillante attorno al piano di fuoco nominale, quindi non possono mettere a fuoco al massimo della qualità centro, mediana, bordi e angoli. C'è un compromesso di progetto e un compromesso di uso: devo trovare il piano di MAF che minimizza la massima sfocatura (minimax) sulle regioni di INTERESSE, se la nitidezza non basta si deve chiudere il diaframma. Se non si riesce nell'intento a f/5.6-8, meglio cambiare ottica. Molte paure sulla D800e nascono dal fatto che gli zoom e i grandangoli retrofocus hanno una pronunciata curvatura di campo in zona mediana. Se metto a fuoco lì con un sensore insensibile da f/8, certamente sballo una qualsiasi MAF in zona centrale. I macro non lo fanno proprio questo effetto.
Inoltre il macro deve lavorare a diaframmi chiusi in diffrazione anche per altre ragioni, quindi l'equilibrio corretto della risposta MTF è pompare le medio-basse frequenze fino a 30-40 lp/mm, oltre l'ottica può fare quasi quello che vuole. Quindi i macro 1:1 saranno sempre meno nitidi, dettagliati soprattutto, di quelli 1:2 e dei normali tele (85 1.8, 105 2.5, 135/2-3.5, ecc...) oltre circa 1-1.5 m.
L'equivoco storico sulla nitidezza dei macro nasce dalla costruzione del Micro 55/2.8 AIS (il Micro 55/3.5 AI era un custom ottimizzato a 1:10) che raggiunge risolvenze straordinarie, ma, guarda caso, rende meno in macro di predecessore e dei successori 60 mm proprio come curvatura di campo e microcontrasto alle distanze minime e sui tubi.
L'equivoco è stato chiarito dai tecnici nel tempo anche sullo stesso 55/2.8 (gli ultimi esemplari, tra cui quello personale, sono chiaramente ottimizzati in un range 1:10 - infinito, un super-normale con buone capacità close-up), ma è restato nell'immaginario dei forum (macro = supernitidezza).
Un contrasto elevato a basse frequenze aiuta con scene nebbiose, nuvolose e da vicino, ma è cupo e sbilanciato nei ritratti, nell'architettura e nei paesaggi soleggiati. Non toglierò mai il mio 105/2.5 sopra 1.2-1.3 m per un macro 1:1.


A presto telefono.gif

Elio
cesare forni
Messaggio: #8
grazie Elio per le spiegazioni

Buona domenica

Cesare
F.Giuffra
Messaggio: #9
Grazie, Elio.

Son ancora un po' frastornato dalle tue spiegazioni fin troppo tecniche per i comuni fotografi, ma quello che credo di aver capito è che ogni ottica va usata per il suo scopo.

grazie.gif
 
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