QUOTE(R9positivo @ Jan 25 2020, 12:31 PM)
Davide Baroni, questa è la tua realtà, ed è quello che tu intendi per fotografia, ed è giusto che sia cosi....cio non toglie che la fotografia è sempre stata intesa come un mezzo per documentare una realtà, e trasmetterla agli altri, anche alle generazioni future....c'è chi sa farlo molto bene......cioè pochissimi, e poi ci siamo noi..... ci sei tu, io, e tutti gli altri che facciamo quello che ci pare, e che molto probabilmente non lascerà granchè di interessante, ma va bene lo stesso!
R9positivo, certo che é giusto che ognuno abbia la
propria "realtà". Ma qui stiamo cercando di
rispondere a una domanda precisa,
QUOTE
"Io dicevo in un mondo in cui nessuno "ascolta" con attenzione a chi raccontano qualcosa le foto? E lo chiedo come per dire "ha senso raccontare qualcosa in un mondo che guarda le foto e contestualmente le dimentica?"
...e in quel senso, pur con tutti i
caveat di soggettività del caso (d'altra parte ci si chiede la nostra opinione, non la "verità assoluta ed incontrovertibile"), mi sembra che la risposta "ognuno di noi
racconta storie a sé stesso, magari sperando che anche
qualcun altro (di cui probabilmente nemmeno conosceremo mai l'esistenza) le ascolti" abbia senso.
Se raccontassimo le nostre storie soltanto
per avere un riscontro "di pubblico" non racconteremmo le
NOSTRE storie. Racconteremmo
quelle che piacciono al pubblico, come molti fanno oggi (e infatti moltissime foto in giro sono "tutte uguali", clichés, esercizi di stile, chiamale come vuoi...), perché il
focus dell'attenzione sarebbe "raccontare una storia
che gli altri riconoscano e apprezzino", che spesso vuol dire "una storia
che rispecchi la tendenza narrativa del momento", e quasi mai é "la storia
che vorremmo davvero raccontare".
Certo, é altrettanto ovvio che "la storia che raccontiamo"
si sviluppa attraverso tutta la produzione di una vita, e che se guardi
una "panoramica" della produzione di una vita di un dato fotografo (o musicista, o pittore, o cuoco, o attore, o quel che ti pare) allora sì, che vedi "la Storia che ha raccontato".
E, per me, la
singola foto "racconta una storia" tanto meglio quanto più é
inserita e contestualizzata nel
tempo, nello
spazio e nella
produzione (e
di conseguenza nella
personalità, nella
"visione", nella
psicologia e nella
"filosofia") del fotografo che la scatta... che, molto spesso,
non sa di star raccontando QUELLA storia, ma é cosciente solo del piccolo "capitolo" che sta raccontando(si) con quello specifico scatto.
Poi é ovvio che posso sbagliarmi, eh. Ma questa é la mia risposta alla domanda di Riccardo.