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riccardobucchino.com
Una buona fotografia deve raccontare qualcosa*, lo dicono tutti e credo che sia la verità.
Raccontare qualcosa non importa se bello o brutto.
*spesso va accompagnata da didascalie ma immaginiamo il "prodotto finito" una foto o una foto più la sua didascalia, deve "dirci" qualcosa


In un mondo sempre più superficiale dove niente viene analizzato con cura, dove ogni cosa viene vista e dimenticata in fretta. A chi stiamo raccontando qualcosa?
t_raffaele
QUOTE(riccardobucchino.com @ Jan 24 2020, 05:26 PM) *
Una buona fotografia deve raccontare qualcosa*, lo dicono tutti e credo che sia la verità.
Raccontare qualcosa non importa se bello o brutto.
*spesso va accompagnata da didascalie ma immaginiamo il "prodotto finito" una foto o una foto più la sua didascalia, deve "dirci" qualcosa
In un mondo sempre più superficiale dove niente viene analizzato con cura, dove ogni cosa viene vista e dimenticata in fretta. A chi stiamo raccontando qualcosa?

Dipende. Ci sono le foto meditate, dove ci si può impegnare
Nel cercare il soggetto, la situazione più appropriats al nostro
Intento. Ci sono le foto cosi dette... al volo, dove si spera
In qualcosa di buono/fortuito...
Spesso accade che, nei click sbagliati
Si trova qualcosa di buono da raccontare. Certo, cercare qualcosa
Di particolare, es. nella fotografia naturalistica su soggetti
In volo, non è cosi semplice premeditare...
Insomma... quel dicono, vuole dire tanto
Ma anche poco.... diciamo che alla fine
Ogni click, ha qualcosa da raccontare...
Bisogna trovare chi ha voglia di ascoltare
Il racconto.

Saluti@cordialità
marmo
QUOTE(riccardobucchino.com @ Jan 24 2020, 05:26 PM) *
Una buona fotografia deve raccontare qualcosa*, lo dicono tutti e credo che sia la verità.
Raccontare qualcosa non importa se bello o brutto.
*spesso va accompagnata da didascalie ma immaginiamo il "prodotto finito" una foto o una foto più la sua didascalia, deve "dirci" qualcosa
In un mondo sempre più superficiale dove niente viene analizzato con cura, dove ogni cosa viene vista e dimenticata in fretta. A chi stiamo raccontando qualcosa?


Sorrido perchè nei quaranta secondi trascorsi da quando ho letto la tua domanda a quando ho iniziato a scrivere (poi sono stato interrotto da una telefona e nel mentre Raffaele ha aggiunto la sua opinione) la mia idea si è evoluta.
Di primo acchito avrei pensato di rispondere: dipende dall' argomento, nel senso che se è reportage da un luogo di guerra è un conto se è naturalistica è un altro.
Poi ho pensato che sia in un caso che nell'altro possono o raccontare oppure evocare.
Spiego cosa intendo: un'immagine racconta ciò che il fotografo vuole trasmettere mentre un'altra evoca ciò che viene alla mente all'osservatore.
Concludo, prosaicamente, che una foto per essere buona non deve lasciar indifferenti (Monsieur de Lapalisse)
Mauro Orlando
Roland Barthes ne La camera chiara (che secondo me rimane un testo irrinunciabile per chi ama la fotografia) distingue tre elementi fondamentali dell'arte fotografica:
  • L'operator ovvero l'operatore, colui che fa la foto.
  • Lo spectator ossia il fruitore, lo spettatore.
  • Lo spectrum vale a dire il soggetto immortalato.

Se manca lo spectator di che parliamo a fare.
Quindi "Bisogna trovare chi ha voglia di ascoltare" come dice Raffaele, ma se vogliamo trovarlo anche essere capaci di raccogliere la sua attenzione, io dico seguendo il nostro istinto e non certo la moda wink.gif
R9positivo
Ecco perchè, da sempre, la vera fotografia è sempre stata considerata quella di reportage, specie quella in bianco e nero, dove viene messo in risalto ciò che si vuole raccontare, ed ecco perchè questo genere di fotografia verrà guardata con interesse anche tra 50 anni........perchè il bravo fotografo di reportage, o documentarista, sa raccontare attraveso le sue immagini la realtà in cui si trova, e a tutti piace guardare fotografie del passato, per vedere come eravamo, o come erano i luoghi in cui ora viviamo.
In realtà il vero scopo della fotografia è proprio quello di raccontare, e di lasciare una testimonianza alle generazioni future.......in pratica sono dei documenti che mostrano, o mostreranno, a coloro che ci succederanno, come eravamo e come era la realtà in cui abbiamo vissuto......ecco perchè è più importante il significato di un immagine, di quanto lo sia il sensore con cui è stata registrata, o la sua tenuta agli alti iso......perchè queste stupidaggini dell'era moderna non avranno significato quando tra 50 o 100 anni qualcuno osserverà le nostre fotografie. (quelle poche che troveranno stampate....perchè per lo piu quelle digitali andranno perdute).
Quindi, per quanto riguarda il discorso fotografia intesa come testimonianza documentata attraverso un immagine, è ovvio che la macro di una farfalla, o una coppia di Cincie Zigrinate del Guatemala, hanno un peso diverso rispetto ad una foto di reportage urbano.......credo..........
davidebaroni
"Una buona fotografia deve raccontare qualcosa"... Vero. Ma IMHO ci sono un paio di caveat. smile.gif

Intanto, il racconto richiede un ascoltatore, e magari un ascoltatore attento, che abbia voglia di trovare la storia "nascosta" nella foto. E, a volte, la storia che viene raccontata é "qualcosa" che un ascoltatore non abbastanza "aperto" non riconoscerebbe come una "storia"... A volte, ad esempio, si cerca la storia di qualcuno, mentre la foto racconta la storia di qualcosa, magari attraverso l'assenza di qualcuno. A volte di QUALSIASI "qualcuno". smile.gif

Un altro aspetto sta nel fatto che spesso (e nel caso dei fotografi non professionisti, quelli che non devono portare a casa la pagnotta magari lavorando "su layout", quasi sempre...) le foto raccontano "la storia" del fotografo. Chi é "vecchio" del forum potrebbe ricordare diverse discussioni su questo argomento, magari partite dalla "lettura" di una foto o di una "serie"... smile.gif

E poi c'é il fatto che, se il fruitore ha un approccio "soggettivo" alla foto (come é nella stragrande maggioranza dei casi), "legge" nelle foto praticamente quello che gli pare, quello che la foto gli suggerisce "di pancia", e non é questo il modo più efficace di "riconoscere la storia" e "leggerla"... messicano.gif

Se la foto é veramente buona, probabilmente tenderà a raccontare la stessa storia più o meno a chiunque... Più o meno. Ma quelle in grado di farlo davvero sono veramente poche...
davidebaroni
QUOTE(R9positivo @ Jan 24 2020, 09:25 PM) *
Ecco perchè, da sempre, la vera fotografia è sempre stata considerata quella di reportage, specie quella in bianco e nero, dove viene messo in risalto ciò che si vuole raccontare, ed ecco perchè questo genere di fotografia verrà guardata con interesse anche tra 50 anni........perchè il bravo fotografo di reportage, o documentarista, sa raccontare attraveso le sue immagini la realtà in cui si trova, e a tutti piace guardare fotografie del passato, per vedere come eravamo, o come erano i luoghi in cui ora viviamo.
In realtà il vero scopo della fotografia è proprio quello di raccontare, e di lasciare una testimonianza alle generazioni future.......in pratica sono dei documenti che mostrano, o mostreranno, a coloro che ci succederanno, come eravamo e come era la realtà in cui abbiamo vissuto......ecco perchè è più importante il significato di un immagine, di quanto lo sia il sensore con cui è stata registrata, o la sua tenuta agli alti iso......perchè queste stupidaggini dell'era moderna non avranno significato quando tra 50 o 100 anni qualcuno osserverà le nostre fotografie. (quelle poche che troveranno stampate....perchè per lo piu quelle digitali andranno perdute).
Quindi, per quanto riguarda il discorso fotografia intesa come testimonianza documentata attraverso un immagine, è ovvio che la macro di una farfalla, o una coppia di Cincie Zigrinate del Guatemala, hanno un peso diverso rispetto ad una foto di reportage urbano.......credo..........

Un perfetto esempio di quello che ho scritto sopra... La foto di reportage prende in considerazione prevalentemente UN TIPO di "storia". Quella delle PERSONE. E tutte le ALTRE? smile.gif
Per inciso, personalmente la foto di reportage NON mi racconta gran ché, se non la "visione" che IL FOTOGRAFO ha degli eventi.
E non mi sogno nemmeno di considerarla "la vera fotografia". Ma chi lo volesse fare, si accomodi... messicano.gif
mauriziomaestri
QUOTE(R9positivo @ Jan 24 2020, 09:25 PM) *
Ecco perchè, da sempre, la vera fotografia è sempre stata considerata quella di reportage, specie quella in bianco e nero, dove viene messo in risalto ciò che si vuole raccontare, ed ecco perchè questo genere di fotografia verrà guardata con interesse anche tra 50 anni........perchè il bravo fotografo di reportage, o documentarista, sa raccontare attraveso le sue immagini la realtà in cui si trova, e a tutti piace guardare fotografie del passato, per vedere come eravamo, o come erano i luoghi in cui ora viviamo.
In realtà il vero scopo della fotografia è proprio quello di raccontare, e di lasciare una testimonianza alle generazioni future.......in pratica sono dei documenti che mostrano, o mostreranno, a coloro che ci succederanno, come eravamo e come era la realtà in cui abbiamo vissuto......ecco perchè è più importante il significato di un immagine, di quanto lo sia il sensore con cui è stata registrata, o la sua tenuta agli alti iso......perchè queste stupidaggini dell'era moderna non avranno significato quando tra 50 o 100 anni qualcuno osserverà le nostre fotografie. (quelle poche che troveranno stampate....perchè per lo piu quelle digitali andranno perdute).
Quindi, per quanto riguarda il discorso fotografia intesa come testimonianza documentata attraverso un immagine, è ovvio che la macro di una farfalla, o una coppia di Cincie Zigrinate del Guatemala, hanno un peso diverso rispetto ad una foto di reportage urbano.......credo..........


La macro di una farfalla estinta racconta a chi non l'ha mai vista e non potrà mai più vederla come era quella farfalla E' una foto preziosissima. Magari ci fosse una foto di un dinosauro! La foto di un centro urbano è importantissima se il centro urbano è crollato per un terremoto. La foto di un osso rotto è importantissima se vogliamo fare il gesso correttamente. La foto di un capo di abbigliamento è importantissima se vuoi capire o meno se ti interessa acquistarlo. La foto di un crimine è importantissima per il magistrato. La foto di un paparazzo è importantissima per vendere un giornale. Sinceramente non riesco a capire, chi e perché, da sempre, considera la foto di reportage superiore alle altre foto frase alla quale non credo affatto.

Per tornare alla domanda iniziale, la fotografia è un linguaggio e come ogni linguaggio la sua finalità è comunicare. Per comunicare serve un emittente (che al giorno d'oggi sono tanti, molti più di prima) e un ricevente che sono tutti coloro che non sono afflitti da cecità. Tutto quello che c'è in mezzo è ignoranza - intelligenza, manipolazione - onestà, vissuto personale - gestalt e semiotica, emozione - consapevolezza.
riccardobucchino.com
Avete interpretato la mia domanda in un modo giusto ma che non é quello che intendevo.

Io dicevo in un mondo in cui nessuno "ascolta" con attenzione a chi raccontano qualcosa le foto? E lo chiedo come per dire "ha senso raccontare qualcosa in un mondo che guarda le foto e contestualmente le dimentica?". Io ho come la sensazione di dare perle ai porci, sto pubblicando sempre meno foto le sto archiviando per tempi migliori che forse non arriveranno mai.
mansu.p
QUOTE(riccardobucchino.com @ Jan 25 2020, 04:18 AM) *
Avete interpretato la mia domanda in un modo giusto ma che non é quello che intendevo.

Io dicevo in un mondo in cui nessuno "ascolta" con attenzione a chi raccontano qualcosa le foto? E lo chiedo come per dire "ha senso raccontare qualcosa in un mondo che guarda le foto e contestualmente le dimentica?". Io ho come la sensazione di dare perle ai porci, sto pubblicando sempre meno foto le sto archiviando per tempi migliori che forse non arriveranno mai.

Questa è una delle ragioni per cui ho cancellato la mia gallery e non pubblico più. Perché quando di una foto viene criticato tutto a parte la foto stessa
capisci che è ora di cambiare pubblico.
Ciao
Mansueto
mauriziomaestri
QUOTE(riccardobucchino.com @ Jan 25 2020, 04:18 AM) *
Avete interpretato la mia domanda in un modo giusto ma che non é quello che intendevo.

Io dicevo in un mondo in cui nessuno "ascolta" con attenzione a chi raccontano qualcosa le foto? E lo chiedo come per dire "ha senso raccontare qualcosa in un mondo che guarda le foto e contestualmente le dimentica?". Io ho come la sensazione di dare perle ai porci, sto pubblicando sempre meno foto le sto archiviando per tempi migliori che forse non arriveranno mai.


Ha senso finché la tua fotografia ha uno scopo indipendentemente dalle reazioni dell’osservatore che comunque qualcosa ci dicono, si sull’ignoranza o meno dell’osservatore , ma anche sull’efficacia della nostra fotografia. Ha senso raccontare per tramandare una memoria o per svolgere una funzione, o per fare soldi, o per esprimere un rigurgito di pensiero autoreferenziale sulla disciplina fotografica o dell’arte. Ha senso se quello che si fa ha un proposito o meglio ha proprio uno scopo. Questo scopo può interessare molte persone e allora la platea si allarga ma poi dipende come abbiamo messo in forma questo scopo e se siamo stati bravi arrivano i riconoscimenti. Questo mordi e fuggi, questo guarda e dimentica è figlio della quantità enorme di fotografie tutte uguali fra loro dove forma e contenuto hanno un valore “medio” o basso che non rimane nell’iconografia collettiva. Insomma essere dimenticati o ricordati dipende dalla bontà di cosa si dice e di come si dice. La foto del bambino morto sulle spiagge turche è arrivata, la ricordiamo e la ricorderemo, è un simbolo di un fatto collettivo di questa epoca, prima “foto” di un buco nero rimarrá per sempre negli annali di scienze perché fotografare qualcosa che non emette luce è una bella impresa. Ecco: a ricordare saremo in tanti ma ne ricorderemo davvero pochi di quelli che han provato ad alimentare la memoria o a dirci qualcosa. Riguardo alle tue foto purtroppo sono fuori dal forum da troppo tempo e non posso esprimerti un’opinione. Certo è che è difficile a volte rimanere in tema, osservare con occhio critico o rimanere lucidi. Molte volte poi mancano diverse informazioni sull’autore, sul suo vissuto, sulla sua storia e sul motivo per il quale fotografa che una analisi attenta, non di parte o basata su un metodo oggettivo è difficile. Un saluto.
R9positivo
QUOTE(davidebaroni @ Jan 24 2020, 09:33 PM) *
"Una buona fotografia deve raccontare qualcosa"... Vero. Ma IMHO ci sono un paio di caveat. smile.gif

Intanto, il racconto richiede un ascoltatore, e magari un ascoltatore attento, che abbia voglia di trovare la storia "nascosta" nella foto. E, a volte, la storia che viene raccontata é "qualcosa" che un ascoltatore non abbastanza "aperto" non riconoscerebbe come una "storia"... A volte, ad esempio, si cerca la storia di qualcuno, mentre la foto racconta la storia di qualcosa, magari attraverso l'assenza di qualcuno. A volte di QUALSIASI "qualcuno". smile.gif

Un altro aspetto sta nel fatto che spesso (e nel caso dei fotografi non professionisti, quelli che non devono portare a casa la pagnotta magari lavorando "su layout", quasi sempre...) le foto raccontano "la storia" del fotografo. Chi é "vecchio" del forum potrebbe ricordare diverse discussioni su questo argomento, magari partite dalla "lettura" di una foto o di una "serie"... smile.gif

E poi c'é il fatto che, se il fruitore ha un approccio "soggettivo" alla foto (come é nella stragrande maggioranza dei casi), "legge" nelle foto praticamente quello che gli pare, quello che la foto gli suggerisce "di pancia", e non é questo il modo più efficace di "riconoscere la storia" e "leggerla"... messicano.gif

Se la foto é veramente buona, probabilmente tenderà a raccontare la stessa storia più o meno a chiunque... Più o meno. Ma quelle in grado di farlo davvero sono veramente poche...


Puo darsi che tu abbia ragione, però alla fine....le foto che rimangono sono quelle che ho detto io, le altre spariscono....ci sarà un perchè!?
marmo
QUOTE(riccardobucchino.com @ Jan 24 2020, 05:26 PM) *
Una buona fotografia deve raccontare qualcosa*, lo dicono tutti e credo che sia la verità.
Raccontare qualcosa non importa se bello o brutto.
*spesso va accompagnata da didascalie ma immaginiamo il "prodotto finito" una foto o una foto più la sua didascalia, deve "dirci" qualcosa
In un mondo sempre più superficiale dove niente viene analizzato con cura, dove ogni cosa viene vista e dimenticata in fretta. A chi stiamo raccontando qualcosa?


A riprova che il tuo dubbio è fondatissimo quando ti ho risposto non avevo letto la seconda parte in grassetto così ho travisato completamente il senso del tuo 3D.
Il grande pubblico è ormai subissato di immagini, perfino di ciò che gli amici stanno mangiando al ristorante (!?!), si scambiano immagini, commenti e informazioni tramite smartphone camminando o peggio mentre si guida.
Personalmente non ho account facebook, ho avuto Instagram ma l'ho chiuso, quando una foto scattata mi piace la stampo e la ripongo in un cassetto, questo per mia soddisfazione personale perché non fotografo per professione ma per mio piacere.
Recentemente ho provato a postare una foto naturalistica che a fronte di un problema di inquadratura "raccontava" una scena non banalissima e proprio per misurare il comportamento di un pubblico di settore ho posto la domanda su come si sarebbe comportato ciascuno con uno scatto del genere.
Ci sono stai alcuni che hanno affermato che avrebbero cestinato senza remore, altri hanno invece suggerito come avrebbero rimediato al problema tecnico per preservare il significato dello scatto.
Non a caso la comunicazione servo il grande pubblico si è spostata dall'immagine al video, secondo me perchè il messaggio è più facile comprenderne il messaggio.
in definitiva chi ha qualcosa da dire e lo vuole divulgare deve anche scegliere il pubblico a cui rivolgersi

Antonio Canetti
QUOTE(riccardobucchino.com @ Jan 25 2020, 04:18 AM) *
Avete interpretato la mia domanda in un modo giusto ma che non é quello che intendevo.

Io dicevo in un mondo in cui nessuno "ascolta" con attenzione a chi raccontano qualcosa le foto? E lo chiedo come per dire "ha senso raccontare qualcosa in un mondo che guarda le foto e contestualmente le dimentica?". Io ho come la sensazione di dare perle ai porci, sto pubblicando sempre meno foto le sto archiviando per tempi migliori che forse non arriveranno mai.


la digitalizzazione sta falciando tutti più di una peste nera.
la Carta Stampata fino a pochi decenni era l'unico modo di far circolare l'informazione e le foto annesse era finestra del lettore per guardare cosa c'era in giro per il mondo e una foto rafforzava lo scritto e invitava ad approfondire il "racconto" della foto ( anche se a volte alcune foto erano manipolate sia in fase di esecuzione o di cosa volevano rappresentare...questioni di " fake " ),

oggi la carta stampata sta morendo e al suo posto c'è la labilità di internet e di tutta la digitalizzazione che c'è dietro; una rivista finita di leggerla non rimaneva che rileggerla e soffermarsi di più su una foto e quindi ad usufruirne di più e osservare di più i particolari "del racconto " fotografico", sulla rete vista una foto per cinque secondi poi si passa ad un altra.

se capisco bene il secondo problema e che si fatica di più a pubblicare/vendere foto? la digitalizzazione a semplificato enormemente la post produzione rendendola alla porta di tutti, non c'è più bisogno di anni di studio di arti grafiche, quindi una grande offerta di prodotti buoni che inevitabilmente un abbassamento dei prezzi a danno di chi fa il fotografo di mestiere, un secolo fa si andava dal fotografo per farsi una bella foto, oggi si allunga il braccio e via un selfie.

Antonio

PS: un appello a chi scrive tanto: usate di più gli interlinee (andare a capo) non costano nulla e rendete il testo più leggibile. smile.gif
davidebaroni
QUOTE(R9positivo @ Jan 25 2020, 09:48 AM) *
Puo darsi che tu abbia ragione, però alla fine....le foto che rimangono sono quelle che ho detto io, le altre spariscono....ci sarà un perchè!?

"Le foto che rimangono" A CHI?
Io di foto di reportage ne ricordo forse due. In compenso ricordo un SACCO di meravigliose foto che mi raccontano "altre storie". Prendi Haas... Tutte le sue foto "raccontano una storia". Ma se non la vedi come tale, o non le consideri "storie", non le registri in memoria. smile.gif
Le foto di reportage raccontano storie che hanno a che fare con GLI UOMINI. A me non interessano, tanto che il mio "progetto fotografico" di sempre si intitola "Il Mondo SENZA di noi". Giusto? Sbagliato? Non mi importa, é giusto PER ME. Ed é esattamente questo a cui mi riferivo... Se non ci si apre a vedere le ALTRE storie, quelle che non sono "la storia che interessa a noi", nemmeno le vedremo, o non le registreremo, o le considereremo meno importanti. smile.gif

QUOTE(riccardobucchino.com @ Jan 25 2020, 04:18 AM) *
Avete interpretato la mia domanda in un modo giusto ma che non é quello che intendevo.

Io dicevo in un mondo in cui nessuno "ascolta" con attenzione a chi raccontano qualcosa le foto? E lo chiedo come per dire "ha senso raccontare qualcosa in un mondo che guarda le foto e contestualmente le dimentica?". Io ho come la sensazione di dare perle ai porci, sto pubblicando sempre meno foto le sto archiviando per tempi migliori che forse non arriveranno mai.

Sintetizzando la mia risposta precedente... Alla fin fine, "raccontiamo" a noi stessi, ma in un modo che speriamo possa "toccare" anche qualcun altro. Anche se probabilmente non sapremo nemmeno che lo hanno fatto. smile.gif
marmo
QUOTE(Antonio Canetti @ Jan 25 2020, 10:07 AM) *
PS: un appello a chi scrive tanto: usate di più gli interlinee (andare a capo) non costano nulla e rendete il testo più leggibile. smile.gif


un appello che faccio a me stesso: usare solo il pc e rileggere prima di inviare
R9positivo
Davide Baroni, questa è la tua realtà, ed è quello che tu intendi per fotografia, ed è giusto che sia cosi....cio non toglie che la fotografia è sempre stata intesa come un mezzo per documentare una realtà, e trasmetterla agli altri, anche alle generazioni future....c'è chi sa farlo molto bene......cioè pochissimi, e poi ci siamo noi..... ci sei tu, io, e tutti gli altri che facciamo quello che ci pare, e che molto probabilmente non lascerà granchè di interessante, ma va bene lo stesso!
davidebaroni
QUOTE(R9positivo @ Jan 25 2020, 12:31 PM) *
Davide Baroni, questa è la tua realtà, ed è quello che tu intendi per fotografia, ed è giusto che sia cosi....cio non toglie che la fotografia è sempre stata intesa come un mezzo per documentare una realtà, e trasmetterla agli altri, anche alle generazioni future....c'è chi sa farlo molto bene......cioè pochissimi, e poi ci siamo noi..... ci sei tu, io, e tutti gli altri che facciamo quello che ci pare, e che molto probabilmente non lascerà granchè di interessante, ma va bene lo stesso!

R9positivo, certo che é giusto che ognuno abbia la propria "realtà". Ma qui stiamo cercando di rispondere a una domanda precisa,
QUOTE
"Io dicevo in un mondo in cui nessuno "ascolta" con attenzione a chi raccontano qualcosa le foto? E lo chiedo come per dire "ha senso raccontare qualcosa in un mondo che guarda le foto e contestualmente le dimentica?"

...e in quel senso, pur con tutti i caveat di soggettività del caso (d'altra parte ci si chiede la nostra opinione, non la "verità assoluta ed incontrovertibile"), mi sembra che la risposta "ognuno di noi racconta storie a sé stesso, magari sperando che anche qualcun altro (di cui probabilmente nemmeno conosceremo mai l'esistenza) le ascolti" abbia senso. smile.gif
Se raccontassimo le nostre storie soltanto per avere un riscontro "di pubblico" non racconteremmo le NOSTRE storie. Racconteremmo quelle che piacciono al pubblico, come molti fanno oggi (e infatti moltissime foto in giro sono "tutte uguali", clichés, esercizi di stile, chiamale come vuoi...), perché il focus dell'attenzione sarebbe "raccontare una storia che gli altri riconoscano e apprezzino", che spesso vuol dire "una storia che rispecchi la tendenza narrativa del momento", e quasi mai é "la storia che vorremmo davvero raccontare". smile.gif
Certo, é altrettanto ovvio che "la storia che raccontiamo" si sviluppa attraverso tutta la produzione di una vita, e che se guardi una "panoramica" della produzione di una vita di un dato fotografo (o musicista, o pittore, o cuoco, o attore, o quel che ti pare) allora sì, che vedi "la Storia che ha raccontato". smile.gif
E, per me, la singola foto "racconta una storia" tanto meglio quanto più é inserita e contestualizzata nel tempo, nello spazio e nella produzione (e di conseguenza nella personalità, nella "visione", nella psicologia e nella "filosofia") del fotografo che la scatta... che, molto spesso, non sa di star raccontando QUELLA storia, ma é cosciente solo del piccolo "capitolo" che sta raccontando(si) con quello specifico scatto. smile.gif

Poi é ovvio che posso sbagliarmi, eh. Ma questa é la mia risposta alla domanda di Riccardo. smile.gif
R9positivo
Credo che stiamo dicendo le stesse cose ma in maniera diversa, forse anche perchè le idee sulla foto di reportage sono "lievemente" confuse, dato che la parola reportage ha un significato molto ampio. Per esempio anche la fotografia di matrimoni é reportage....tra l'altro anche tra le piu difficili da realizzare, se si vuole farla davvero bene e non in modo banale! E anche attraverso un reportage di matrimonio si puo raccontare una storia, o piu di una, e lasciare un documento o un ricordo di un momento, in una determinata epoca!
Raccontare una storia attraverso la fotografia è come scrivere un libro, c'è chi può scrivere una storia interessante, che verrà letta con interesse anche dalle generazioni future, e c'è chi solo sentirà la necessità di scrivere, spinto anche dalla passione, ma che non avendo particolari doti o capacità, purtroppo scriverà qualcosa che risulterà di scarso interesse generale, se non addirittura nullo! Non a caso i fotografi che hanno lasciato un segno nella storia come reporter, si contano sul palmo della mano!
davidebaroni
QUOTE(R9positivo @ Jan 25 2020, 03:27 PM) *
Credo che stiamo dicendo le stesse cose ma in maniera diversa, forse anche perchè le idee sulla foto di reportage sono "lievemente" confuse, dato che la parola reportage ha un significato molto ampio. Per esempio anche la fotografia di matrimoni é reportage....tra l'altro anche tra le piu difficili da realizzare, se si vuole farla davvero bene e non in modo banale! E anche attraverso un reportage di matrimonio si puo raccontare una storia, o piu di una, e lasciare un documento o un ricordo di un momento, in una determinata epoca!
Raccontare una storia attraverso la fotografia è come scrivere un libro, c'è chi può scrivere una storia interessante, che verrà letta con interesse anche dalle generazioni future, e c'è chi solo sentirà la necessità di scrivere, spinto anche dalla passione, ma che non avendo particolari doti o capacità, purtroppo scriverà qualcosa che risulterà di scarso interesse generale, se non addirittura nullo! Non a caso i fotografi che hanno lasciato un segno nella storia come reporter, si contano sul palmo della mano!

...Sembri continuare a dare una grande importanza al fatto che ALTRI trovino o meno interessante quello che si racconta... E a me viene spontanea la domanda: "E chi se ne frega, se gli altri la trovano interessante o meno?" smile.gif
Mi viene in mente VIvian Maier, le cui foto sono state ritenute interessantissime dopo il loro ritrovamento, due anni prima che morisse, e che lei non aveva mai nemmeno voluto pubblicare. E come lei molti altri, che magari non sono nemmeno mai finiti in mano ai rigattieri e la cui opera non é mai stata conosciuta dal grande pubblico. Questo li rende forse meno grandi? O rende le loro storie meno interessanti? Non credo proprio... smile.gif
Viviamo in un'epoca in cui il marketing (o marketting...) é tutto, ma non é la notorietà delle storie che racconti a farne "buone storie". È la stessa cosa in tutti i campi "artistici". Cavolo, Gigi d'Alessio vende più dischi di Miles Davis (e di molti altri grandi della musica, se é per quello), ma non mi verrai a dire che la qualità delle sue "storie" é migliore? Suvvia... messicano.gif
No, la notorietà non ha nulla a che vedere con la qualità delle storie che racconti, e nemmeno con il fatto che siano o no "interessanti". Fra l'altro, le storie interessano solo chi riesce a capirle, e al giorno d'oggi questo costituisce un grosso limite alla diffusione delle "storie" di qualità... rolleyes.gif
R9positivo
Beh, il fatto che le persone siano tanto tonte da non capire le storie, tra virgolette, di qualità......può anche dipendere dal fatto che la supposta qualità potrebbe anche non esserci, o meglio....magari l'autore pensa che le sue storie siano di qualità, ma è una sua idea personale....non condivisa, infatti, la cosa piu importante di chiunque voglia comunicare qualcosa, è la capacità di arrivare alla gente....la capacità innata di saper comunicare............"arrivare" appunto, alla gente!
E in questo non mi sento di disprezzare nessuno, nemmeno Gigi Dalessio, il quale se vende dischi vuol dire che ha piu capacità di arrivare al cuore delle persone di tanti altri, poi come lo fa è questione di gusti, ad alcuni non piace, ma a molti, evidentemente piace piu di Miles Davis........perchè il linguaggio scelto per comunicare è più semplice e diretto!
Mai sminuire o disprezzare le qualità di una persona solo perchè non rientrano nel tuo gusto personale!
Comunque si, una buona foto dovrebbe raccontare qualcosa, suscitare un emozione in chi la guarda........ma non è importante che ogni foto sia buona.....domani il sole sorgerà ugualmente, anche senza la tua foto!
davidebaroni
QUOTE(R9positivo @ Jan 25 2020, 08:22 PM) *
Beh, il fatto che le persone siano tanto tonte da non capire le storie, tra virgolette, di qualità......può anche dipendere dal fatto che la supposta qualità potrebbe anche non esserci, o meglio....magari l'autore pensa che le sue storie siano di qualità, ma è una sua idea personale....non condivisa, infatti, la cosa piu importante di chiunque voglia comunicare qualcosa, è la capacità di arrivare alla gente....la capacità innata di saper comunicare............"arrivare" appunto, alla gente!
E in questo non mi sento di disprezzare nessuno, nemmeno Gigi Dalessio, il quale se vende dischi vuol dire che ha piu capacità di arrivare al cuore delle persone di tanti altri, poi come lo fa è questione di gusti, ad alcuni non piace, ma a molti, evidentemente piace piu di Miles Davis........perchè il linguaggio scelto per comunicare è più semplice e diretto!
Mai sminuire o disprezzare le qualità di una persona solo perchè non rientrano nel tuo gusto personale!
Comunque si, una buona foto dovrebbe raccontare qualcosa, suscitare un emozione in chi la guarda........ma non è importante che ogni foto sia buona.....domani il sole sorgerà ugualmente, anche senza la tua foto!

Ah, beh, senza la mia, di foto, sorgerà di sicuro, e non si accorgerà della differenza... Né lui né niente, o nessun, altro biggrin.gif
Ma se "suscitare un'emozione" é il parametro della qualità, allora, scusami, ma non ci siamo proprio...
Perché un'emozione, una foto, la suscita SEMPRE. Anche l'indifferenza é un'emozione... Quindi le foto sono TUTTE "buone" wink.gif
Primo Assunto della Comunicazione: Non si può non comunicare. OGNI comportamento (ogni "segno") é comunicazione.
L'emozione, QUALSIASI ESSA SIA, ce la mette l'osservatore. messicano.gif
Vai a rivedere le vecchie, vecchissime discussioni nella sezione "Temi" sulla "Lettura delle fotografie", o su cosa sia una "buona fotografia". Questa discussione é già stata fatta là. smile.gif
E la conclusione fu che una "buona" fotografia é quella che comunica INEQUIVOCABILMENTE proprio ciò che l'autore VOLEVA comunicare.
Il che porta il discorso sull'INTENZIONALITÁ della comunicazione stessa, e sono convinto che ci siano casi di fotografie che sono rimaste nella storia che di intenzionale avevano ben poco...
Ma questo discorso, secondo me, esula dalla domanda di Riccardo... "In un mondo in cui nessuno ascolta con attenzione, a chi raccontano qualcosa le foto?". A TUTTI, per via del Primo Assunto. La domanda che SECONDO ME segue spontanea é: "In un mondo in cui nessuno ascolta con attenzione, chi percepisce la storia che noi volevamo raccontare?" (e questo, ammesso che la nostra foto effettivamente la racconti...). messicano.gif

Per quel che riguarda l'altra domanda di Riccardo, "ha senso raccontare qualcosa in un mondo che guarda le foto e contestualmente le dimentica?", beh, lì ognuno risponderà per sé. PER ME, sì, perché, come ho detto, le si racconta a sé stessi, a volte con la speranza, magari, che raccontino qualcosa anche a qualcun altro... Ma non é poi così importante.

Buona serata,
Davide
R9positivo
beh le due domende sono collegate, ogni foto come tu dici suscita un emozione, ci sono foto che emozionano o fanno nascere sensazioni particolarmente forti, e foto che fanno ca-gare, (e anche questa è un emozione) che vengono dimenticate immediatamente.......
quale di queste è una buona foto? Ai posteri l'ardua sentenza!
davidebaroni
QUOTE(R9positivo @ Jan 25 2020, 09:47 PM) *
beh le due domende sono collegate, ogni foto come tu dici suscita un emozione, ci sono foto che emozionano o fanno nascere sensazioni particolarmente forti, e foto che fanno ca-gare, (e anche questa è un emozione) che vengono dimenticate immediatamente.......
quale di queste è una buona foto? Ai posteri l'ardua sentenza!


Bene. Ora... Pensa a quanti "artisti" hanno cominciato ad "emozionare" molti anni dopo essere morti, semplicemente perché la "storia" che raccontavano era "troppo avanti (o anche soltanto "dissonante"...) rispetto ai loro tempi". E a quanti sono, probabilmente, rimasti nel dimenticatoio senza MAI essere conosciuti, semplicemente perché le loro storie non sono mai state "trovate" da nessuno. Eppure, magari le hanno fatte vedere in giro... E NESSUNO ha avuto "l'emozione giusta". Quei pochi che sono stati "scoperti", lo sono stati perché, magari un secolo dopo essere morti, le loro "storie" hanno trovato un AMBIENTE in cui potevano essere ascoltate. Ma cosa sarebbe successo se le loro "storie" fossero stata "in sintonia" con, che so... Il secolo PRECEDENTE?
Siamo sicuri che i posteri siano i migliori giudici? messicano.gif

Ora, decidi tu quale sia la tua "priorità".
Raccontare storie che l'ambiente in cui ti trovi può "capire" e apprezzare, o raccontare la "TUA" storia, o una qualsiasi sfumatura fra queste?
Se quello che ti interessa é "raccontare storie che possono essere comprese e apprezzate da molti, ora", no problem. Probabilmente sei ben adattato al tuo tempo e alla cultura nella quale ti trovi a vivere.
Se quello che ti interessa é "raccontare la storia che TU hai in mente", può anche darsi che non la racconti a nessun altro che a te stesso, o che, se la racconti, non trovi alcun riscontro dal tuo "ambiente" e nel tuo tempo. Oppure, se é una storia "archetipica", che incontri il favore di tanti e "risuoni" con lo spirito dell'Umanità per i secoli dei secoli. Non lo puoi sapere, mentre scrivi la tua storia... O forse sì, ma allora ci sarebbe da chiedersi se davvero é "la TUA storia".
Ma ENTRAMBE possono essere "buone storie"... Buone fotografie. wink.gif

Ah, per inciso.
Se la storia che intendi raccontare é scomoda, MOLTO scomoda, verrà "dimenticata in fretta". O, se é veramente MOLTO scomoda verrà "fatta dimenticare" in fretta... E magari anche te. biggrin.gif
Anche se era una OTTIMA storia (foto). smile.gif

Il fatto che una cosa "emozioni" NON É MAI STATO un parametro della "qualità"... Il fatto che allarghi gli orizzonti, che porti fuori dalla "zona di conforto", che stimoli a crescere, eccetera, beh... quello magari sì. Ma alle "masse" questo non é mai veramente piaciuto...
Si dà troppo peso alle emozioni e al riscontro pubblico. Potrei fare esempi lampanti, ma scadremmo in politica...

Non é quello, a fare una "buona" storia (o una "buona" foto. Almeno, non secondo me. Ma chi sono io per dirlo? messicano.gif
R9positivo
Mah....sai, secondo me in giro c'è molta mondezza e anche un sacco di foto banali, puo darsi che io fotografo mi difenda dicendo che sono gli altri a non capire, o che sono troppo avanti, ma la verità, anche se non mi piace, è che se quello che faccio non piace, sono io che non sono capace a comunicare, o che quello che faccio è di scarsa qualità!
Stessa cosa per la musica, vedo alcuni cosi detti artisti moderni affermare di essere troppo avanti per essere capiti, ma poi ascolti quello che fanno e ti rendi conto che non è musica........quelli la musica la uccidono, senza rendersene conto!
davidebaroni
QUOTE(R9positivo @ Jan 26 2020, 09:33 AM) *
Mah....sai, secondo me in giro c'è molta mondezza e anche un sacco di foto banali, puo darsi che io fotografo mi difenda dicendo che sono gli altri a non capire, o che sono troppo avanti, ma la verità, anche se non mi piace, è che se quello che faccio non piace, sono io che non sono capace a comunicare, o che quello che faccio è di scarsa qualità!
Stessa cosa per la musica, vedo alcuni cosi detti artisti moderni affermare di essere troppo avanti per essere capiti, ma poi ascolti quello che fanno e ti rendi conto che non è musica........quelli la musica la uccidono, senza rendersene conto!

E questo cosa c'entra? hmmm.gif
Non stiamo mica parlando di noi, e del male che facciamo alla fotografia! biggrin.gif
Per inciso, no, non vuol dire necessariamente che "non sei capace di comunicare". Può benissimo voler dire che dici cose che sono "al di là delle capacità di comprensione del pubblico a cui arrivano". smile.gif
In giro c'é un sacco di monnezza che "vende un sacco" (vedi l'esempio di Gigi d'Alessio di prima, ma potrei dire Sferaebbasta o qualsiasi altro "trapper" e sarebbe anche peggio), perché il grande pubblico semplicemente non é in grado di apprezzare qualcosa di qualitativamente migliore.
Da cui la mia osservazione sul fatto che la "quantità" non é un parametro.
D'Alessio "vende" più di Miles Davis? Ma questo succede soltanto perché per essere in grado di "ascoltare" le storie di Miles Davis occorre una preparazione e una cultura (musicale e non solo) che non é diffusa a livello di massa. Idem per Milton, lo scrittore, già che parliamo di storie... Ci sono libri che a 16-18-20 anni semplicemente non capisci, e a 60 ti straincantano (e viceversa). Di nuovo, l'apprezzamento "in quantità" NON é un parametro di qualità.
E non parlo di quello che i cosiddetti "artisti" dicono di sé e della propria produzione... Se rileggi quel che ho scritto, ho spesso detto che quelli di cui parlo magari non fanno nemmeno vedere (o ascoltare) le loro opere ad altri. Fanno il loro "viaggio", bona lé. smile.gif
In ogni caso, spero di sentire anche Riccardo, a questo punto, per sapere se questa discussione la ritiene pertinente o no. Se lo é, andiamo pure avanti. Altrimenti fermiamoci... rolleyes.gif
dnovanta
la fotografia e' una cosa cosi' tanto complessa ed articolata che quando se ne parla, se ne discute, occorre distinguere di quale tipo di fotografia si sta parlando. Prescindere da questo sarebbe come paragonare la divina commedia e le sue implicazioni filosofiche all'elenco telefonico catalogandoli entrambi come letteratura. Non credo sia possibile "giudicare" allo stesso tempo l'utilita' di qualcosa con la sua capacita' di toccare la passione (o la ragione) dello spettatore.
Una fotografia documento dovrebbe essere impersonale, cruda, obiettiva ed imparziale. Una fotografia pero' puo' essere diametralmente opposta, e parlare di aspirazione o di visione personale, andando oltre l'oggettivita' visibile.
L'autore della fotografia dovrebbe essere consapevole della platea a cui si rivolge, e potersi "spiegare" di conseguenza.
lo spettatore dal canto suo dovrebbe saper comprendere cio' che gli viene proposto, ed usare un metro di giudizio adeguato, diverso per un tipo di fotografia piuttosto che un altro.
Alla fine credo che il problema non sia una questione di "fretta" o di superficialita', ma di abitudine a soffermarsi davanti ad una immagine senza preconcetti, potendo e sapendo farsi "neutri", disposti a cambiare idea, a lasciar parlare la fotografia fino alla fine, e solo dopo darne un giudizio, che spesso non e' dovuto alla questione tecnica, ma alla comprensione (o mancata comprensione) di cio' che quella fotografia racconta.
Metto qui uno scritto che ho trovato in rete, e che mi ha folgorata, perche' mi sono resa conto di quanto sia giusto per il mio modo di vedere la fotografia, e di come prima o poi vorrei riuscire a praticarla. E' un testo di Tano d'Amico:

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Bi
mauriziomaestri
QUOTE(dnovanta @ Jan 26 2020, 12:34 PM) *
la fotografia e' una cosa cosi' tanto complessa ed articolata che quando se ne parla, se ne discute, occorre distinguere di quale tipo di fotografia si sta parlando. Prescindere da questo sarebbe come paragonare la divina commedia e le sue implicazioni filosofiche all'elenco telefonico catalogandoli entrambi come letteratura. Non credo sia possibile "giudicare" allo stesso tempo l'utilita' di qualcosa con la sua capacita' di toccare la passione (o la ragione) dello spettatore.
Una fotografia documento dovrebbe essere impersonale, cruda, obiettiva ed imparziale. Una fotografia pero' puo' essere diametralmente opposta, e parlare di aspirazione o di visione personale, andando oltre l'oggettivita' visibile.
L'autore della fotografia dovrebbe essere consapevole della platea a cui si rivolge, e potersi "spiegare" di conseguenza.
lo spettatore dal canto suo dovrebbe saper comprendere cio' che gli viene proposto, ed usare un metro di giudizio adeguato, diverso per un tipo di fotografia piuttosto che un altro.
Alla fine credo che il problema non sia una questione di "fretta" o di superficialita', ma di abitudine a soffermarsi davanti ad una immagine senza preconcetti, potendo e sapendo farsi "neutri", disposti a cambiare idea, a lasciar parlare la fotografia fino alla fine, e solo dopo darne un giudizio, che spesso non e' dovuto alla questione tecnica, ma alla comprensione (o mancata comprensione) di cio' che quella fotografia racconta.
Metto qui uno scritto che ho trovato in rete, e che mi ha folgorata, perche' mi sono resa conto di quanto sia giusto per il mio modo di vedere la fotografia, e di come prima o poi vorrei riuscire a praticarla. E' un testo di Tano d'Amico:




Bi


Qui Bi, torniamo a qualche messaggio fa nel quale ho parlato di scopo. Lo scopo col quale si fotografa è fondamentale non solo per decidere a chi rivolgere le proprie fotografie ma anche a capire la foto stessa. Davide fotografa per se stesso ma in secondo luogo fotografa per denudare (anche se dice di non farlo volontariamente) l'uomo nella sua proverbiale invadenza esistenziale, nella sua ineluttabile incapacità di "essere Natura". Davide parlando e mostrando la sua personalità facilita il compito di lettura delle sua fotografia. Lo scopo è essenziale per calibrare il proprio messaggio, è essenziale per capire e farsi capire.
La fotografia vuota che Tano d'Amico rigetta in questa prima pagina di testo ha uno scopo anch'essa che è differente da quella che l'autore auspica ma che non per questo abbia meno diritto di esistere rispetto alla fotografia "impegnata". L'autore del tread ha scoperchiato un piccolo vaso di Pandora ma fondamentalmente chi emerge nel mare magnum di foto oggi spesso possiede tante qualità perchè riesce nella duplice impresa di emettere contenuti di qualità adatti al pubblico al quale si rivolge.
Finisco col riportare una frase che forse lascia il tempo che trova (sull'autore coinvolto) ma che trovo impressionante soprattutto detta da un nome importante dell'attuale fotografia (si dice il peccato ma non il peccatore), secondo lui oggi, col livello fotoamatoriale attuale, con le tecnologia attuali, con le competenze attuali, un Gianni Berengo Gardin (ha fatto proprio questo nome) non sarebbe emerso. Oggi dico, non 50 anni fa. Quindi entra anche una terza variabile. Quella temporale. Non solo dipende cosa fai e a chi lo propini ma anche il quando, in quale contesto storico viene propinato.
L'autore di questo stralcio di testo auspica una fotografia piena e non potrei essere più d'accordo di così ma alle foto poste sulle offerte del Conad dico "grazie" perché mi aiutano a fare la spesa.
R9positivo
Con le competenze attuali??? Ma se oggi piu che mai è pieno di fotografi che di tecnica fotografica non ne sanno mezza??!!
I fotografi di oggi....colpevole proprio la tecnologia, non sono abituati a costruire uno scatto ragionato, proprio perchè hanno imparato a fotografare con macchine fotografiche con le quali non era necessario farlo, e mentre una volta era fondamentale avere un profondo conoscimento della tecnica fotografica, altrimenti dovevi cestinare tutte le foto nel rullino, ora basta scattare a 12 frames per secondo, riguardare a monitor, cancellare le foto venute male e tenere il resto.....su 600 scatti al minuto, qualcuna decente esce sicuro, specie con un po di post produzione!
La tecnologia non è negativa di per se, ma di certo ti disabitua a pensare, percui c'è una bella differenza nel modo di conseguire uno scatto!
mauriziomaestri
QUOTE(R9positivo @ Jan 26 2020, 08:04 PM) *
Con le competenze attuali??? Ma se oggi piu che mai è pieno di fotografi che di tecnica fotografica non ne sanno mezza??!!
I fotografi di oggi....colpevole proprio la tecnologia, non sono abituati a costruire uno scatto ragionato, proprio perchè hanno imparato a fotografare con macchine fotografiche con le quali non era necessario farlo, e mentre una volta era fondamentale avere un profondo conoscimento della tecnica fotografica, altrimenti dovevi cestinare tutte le foto nel rullino, ora basta scattare a 12 frames per secondo, riguardare a monitor, cancellare le foto venute male e tenere il resto.....su 600 scatti al minuto, qualcuna decente esce sicuro, specie con un po di post produzione!
La tecnologia non è negativa di per se, ma di certo ti disabitua a pensare, percui c'è una bella differenza nel modo di conseguire uno scatto!


Oggi più che mai c'è una presenza di una base fotoamatoriale che fotografa per puro piacere, fotografa per passatempo e da coloro non puoi pretendere grandi cose proprio perché il loro scopo è scattare per divertimento o per passare il tempo in una mezza giornata del Weekend. Si ritorna sempre allo scopo. E' un semplice hobby e si devono valutare le foto di costoro proprio dal motivo della loro genesi.
Ma oggi c'è anche una grandissima percentuale di fotoamatori che hanno grandi competenze. Intendo coloro che fanno qualche passo in più, che sono consci della portata della disciplina fotografica, che studiano o perlomeno si informano, che frequentano corsi. Questa categoria intermedia è in grado di produrre lavori, progetti, serie o scatti notevoli o comunque valevoli. Le competenze attuali in media sono più alte e lo sono per la grande mole di informazioni che si è in grado di reperire pressoché ovunque anche da coloro che approcciano il mondo della fotografia da poco ma che vogliono approfondire.
Comunque è interessante che io per competenze attuali (sono stato poco chiaro, lo ammetto) intenda le competenze culturali, tu le competenze tecniche. Le competenze tecniche ultimamente servono ma meno che in passato, la tecnologia aiuta in senso buono, poi certo hai ragione c'è gente che su 10.000 foto 20 ne tira fuori, altri che riescono ad avere una consapevolezza. Ma sono convinto che il numero di gente consapevole sia maggiore rispetto a quando la fotografia era "elitaria" e hai ragione anche quando scrivi che è differente a conseguire uno scatto oggi ma guardiamo sempre il perché si scatta. Penso che la valutazione sia migliore o comunque più accurata. Questa maggiore base di produttori di immagini, tornando alla base del discorso, sono in grado di ampliare anche la base dei fruitori di immagini, molti di essi consapevoli ed in grado di elevare il discorso generale. Poi ovvio questa maggiore base ha il risvolto della medaglia di coloro che guardano le foto in 5 secondi siano maggiori rispetto al passato ma credo che in fin dei conti vi sia stato e vi sia un bel fermento in generale.
R9positivo
Di sicuro c'é stato un cambio epocale, anche nel modo di lavorare nel campo fotografico, mentre una volta erano pochi quelli che potevano permettersi il lusso di vivere di fo
otografia, perchè bisognava davvero avere quel qualcosa in piu, ora invece, dato la facilità con la quale chiunque può acquisire immagini, la figura del fotografo come io me la ricordo, è sparita, o meglio......è cambiata radicalmente!
Una volta si andava di viaggio con in borsa una 50ntina di rulli di velvia, e tra tutti si salvavano poche decine di scatti....... se eri bravo, ora invece c'è una capacità di registrare immagini praticamente infinita, quello che si scattava in una settimana lo si scatta in un pomeriggio, non esiste piu l'esigenza di pensare allo scatto, anzi è il contrario, risulta piu produttivo scattare a go go, nella quantità qualcosa salta sempre fuori....specie potendo previsualizzare lo scatto!
Per certi versi, quantità a discaspito della qualità, però anche no....perchè nella quantità, per il gioco delle probabilità, ci salta fuori anche lo scatto di qualità, poco importa in che modo sia stato realizzato, che sia per caso o per uso cosciente del mezzo, l'importante è il risultato.
Ovviamente questo è un discorso generalizzato, ed è ovvio che oggi come allora, ci sono eccellenti fotografi, ci mancherebbe!
dnovanta
QUOTE(mauriziomaestri @ Jan 26 2020, 07:02 PM) *
Qui Bi, torniamo a qualche messaggio fa nel quale ho parlato di scopo. Lo scopo col quale si fotografa è fondamentale non solo per decidere a chi rivolgere le proprie fotografie ma anche a capire la foto stessa. Davide fotografa per se stesso ma in secondo luogo fotografa per denudare (anche se dice di non farlo volontariamente) l'uomo nella sua proverbiale invadenza esistenziale, nella sua ineluttabile incapacità di "essere Natura". Davide parlando e mostrando la sua personalità facilita il compito di lettura delle sua fotografia. Lo scopo è essenziale per calibrare il proprio messaggio, è essenziale per capire e farsi capire.
La fotografia vuota che Tano d'Amico rigetta in questa prima pagina di testo ha uno scopo anch'essa che è differente da quella che l'autore auspica ma che non per questo abbia meno diritto di esistere rispetto alla fotografia "impegnata". L'autore del tread ha scoperchiato un piccolo vaso di Pandora ma fondamentalmente chi emerge nel mare magnum di foto oggi spesso possiede tante qualità perchè riesce nella duplice impresa di emettere contenuti di qualità adatti al pubblico al quale si rivolge.
Finisco col riportare una frase che forse lascia il tempo che trova (sull'autore coinvolto) ma che trovo impressionante soprattutto detta da un nome importante dell'attuale fotografia (si dice il peccato ma non il peccatore), secondo lui oggi, col livello fotoamatoriale attuale, con le tecnologia attuali, con le competenze attuali, un Gianni Berengo Gardin (ha fatto proprio questo nome) non sarebbe emerso. Oggi dico, non 50 anni fa. Quindi entra anche una terza variabile. Quella temporale. Non solo dipende cosa fai e a chi lo propini ma anche il quando, in quale contesto storico viene propinato.
L'autore di questo stralcio di testo auspica una fotografia piena e non potrei essere più d'accordo di così ma alle foto poste sulle offerte del Conad dico "grazie" perché mi aiutano a fare la spesa.


Mauri io non intendevo portare il testo di D'Amico per legittimarlo, semplicemente e' uno degli aspetti della fotografia che mi piace e che comprendo meglio, e lui l'ha descritto in modo magistrale. Mi capita spesso di vedere mostre d'arte di grandi fotografi, e spesso resto a riflettere se cio' che mi colpisce sarebbe lo stesso riportato al tempo attuale, se la quotidianita' ritratta fosse la mia la vedrei allo stesso modo dentro una fotografia?
Le tecnologie attuali saranno obsolete fra pochi anni, e forse le foto che oggi, qui e altrove, vengono criticate o osannate avranno con il tempo un destino inverso, (o forse tutta la ns tecnologia che ci fa produrre files invece che carta stampata ci destina all'oblio).
Le foto del conad non sono poi mica una bazzeccola, in una discussione qui sul forum si chiedevano info su shutterstock. Io ci ho provato: produrre una foto asettica, distaccata, neutra, e' una delle cose piu' difficili in assoluto!!!
riccardobucchino.com
Ragazzuoli, io di solito rispondo un po' a tutti ma avete scritto un muro di testo.

Quello che penso io è che oggi c'è un livello di superficialità generale che è impressionante.

Siamo iper-stimolati da ogni cosa che ci circonda e l'eccessiva quantità di stimoli e informazioni porta a non analizzare nulla in modo accurato. Ne è la prova che molte risposte vanno totalmente fuori tema, ma non ve ne do una colpa, è normale che sia così. Non dovrebbe essere normale ma lo è.

Quella del "deve raccontare" era solo un introduzione all'argomento, non mi interessa parlare di bontà o non bontà delle foto ma dell'attenzione con cui le guardiamo.
Una foto ci manda un messaggio ma noi di quel messaggio quanto ne percepiamo e quanto ne ricordiamo?

Ora in un mondo che non da importanza al messaggio fotografico (qualunque esso sia, anche "guarda che bella che è questa ragazza" o "guarda che bel paesaggio") tutto il lavoro professionale ha ancora senso non perché venga osservato ma perché viene pagato e quindi porta a "campare". Ma le altre foto, quelle diciamo legate al piacere di fare le foto che senso hanno? Cioè servono a noi magari per ricordare ma se le condividiamo a pochissimi interessa.

Avete mai usato (o visto altri farlo) il telefono per guardare cose inutili (non messaggi o simili) mentre guardavate la tv? Beh quello è l'esempio che siamo talmente abituati ad essere iper-stimolati che quando stiamo facendo una sola cosa (tipo guardare la tv) per non "annoiarci" con una cosa che in teoria dovrebbe già essere un sistema per non annoiarsi cerchiamo altri stimoli altrove. Ma che attenzione diamo a queste cose? Beh, nessuna.

E' l'avere tutto subito che ci porta inevitabilmente a non dare peso alle cose, diventa NORMALE vedere subito una foto e quindi non è più una cosa interessante ma è una cosa ordinaria.

Volevo dare risposte in questo post ma ho solo replicato le mie domande, non ho risposte.
riccardobucchino.com
QUOTE(Antonio Canetti @ Jan 25 2020, 10:07 AM) *
se capisco bene il secondo problema e che si fatica di più a pubblicare/vendere foto? la digitalizzazione a semplificato enormemente la post produzione rendendola alla porta di tutti, non c'è più bisogno di anni di studio di arti grafiche, quindi una grande offerta di prodotti buoni che inevitabilmente un abbassamento dei prezzi a danno di chi fa il fotografo di mestiere, un secolo fa si andava dal fotografo per farsi una bella foto, oggi si allunga il braccio e via un selfie.


Non avevo parlato di questo ma fa niente.
Parli di post produzione, nelle foto della galleria "bauhaus" ce ne sono alcune su cui c'è un lavoro lunghissimo di correzione dei colori, e non lavori per ESALTARE i colori o renderli interessanti ma per renderli fedeli a come io li ho visti, la visione del fotografo, non quella giusta matematicamente (anche se si avvicina molto a questa) o quella spettacolare, la mia (su tutte in realtà il lavoro sul colore è stato infinito, ma su alcune è un lavoro su temperatura, tonalità e HLS ad un livello che si può definire solo con il termine maniacale) ma quanti hanno notato questa cosa? (non hanno neanche notato che c'è una foto che è uno schifo ma è li per un motivo preciso)

Una delle foto è questa, quanto lavoro in ACR ci può essere dietro una scatto così semplice con colori tenui?

IPB Immagine

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Questa è un altra, con i colori minimamente sbagliati mantenendoli tenui come nella realtà nessuno potrebbe apprezzare che la parte di fondo a sinistra è verdina come il soffitto e quella di destra e una striscia sono sul rosa? Sono bravi tutti a fare la post produzione ma quanti ci mettono attenzione e quanti invece alzano solo contrasti, saturazione e chiarezza per fare una foto "WOW". Io il contrasto nelle foto che faccio bene non lo tocco praticamente mai, lo gestisco solo con gli altri parametri perché ho risultati più accurati.

IPB Immagine

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davidebaroni
Riccardo, ma la "storia" a cui ti riferisci é la "storia" della lavorazione a cui sottoponi il file della tua foto? hmmm.gif
Perché se é così, la tua domanda IMHO non ha praticamente senso, a meno che non ti chiedi "Chi, fra i tuoi colleghi, si chiede cosa ci sia dietro quella foto, in termini di lavoro (pre- e post-scatto)?". Perché chi non ha competenza in questa materia non coglierà MAI una cosa come questa, anzi, probabilmente nemmeno se lo chiederà. E, sinceramente, mi chiedo anche se abbia senso coglierlo... Uno può fare una foto "perfetta", spendendoci sopra ore e giorni della più accurata post-produzione possibile, e ottenere una riproduzione iper-perfetta della "realtà" vista dai suoi occhi al momento dello scatto... E, con quella foto, non raccontare assolutamente nulla tranne, appunto, il proprio "sforzo produttivo". rolleyes.gif
Invece, se la foto in qualche modo "racconta una storia", o comunque colpisce l'attenzione, allora ci si può anche chiedere queste cose... se si é "del mestiere", appunto. Altrimenti che senso ha? smile.gif
Insomma, c'é una questione semantica, e cioé il significato attribuito al "raccontare una storia".
E c'é la domanda su "quale sia la storia di cui parliamo".
E infine quella sulla capacità, o la volontà, o l'interesse, o l'utilità, di cercare e comprendere quella storia... a seconda della risposta alla domanda precedente smile.gif
Almeno, per quel che posso comprendere da ciò che scrivi.
La domanda come é stata posta nel primo messaggio del thread, in realtà, non significava nulla... Era troppo ambigua. Adesso cominciamo ad avvicinarci ad una domanda PRECISA. Cominciamo...
R9positivo
QUOTE(riccardobucchino.com @ Jan 24 2020, 05:26 PM) *
Una buona fotografia deve raccontare qualcosa*, lo dicono tutti e credo che sia la verità.
Raccontare qualcosa non importa se bello o brutto.
*spesso va accompagnata da didascalie ma immaginiamo il "prodotto finito" una foto o una foto più la sua didascalia, deve "dirci" qualcosa
In un mondo sempre più superficiale dove niente viene analizzato con cura, dove ogni cosa viene vista e dimenticata in fretta. A chi stiamo raccontando qualcosa?


In effetti da quello che avevi scritto si capiva tutt'altro.......
raccontare attraverso un immagine? Cioè dare rilievo al soggetto fotografato, che in questo caso è il protagonista, a volte anche a discapito di una tecnica di scatto perfetta, o raccontare cosa? Perchè un tavolo e due sedie dicono poco in questo senso, tranne quello che ci puoi raccontare tu.......perche dal punto di vista di chi osserva può essere visto come un esercizio fine a se stesso, di una tecnica che tu stai affinando, ma da li a comunicare......
riccardobucchino.com
QUOTE(davidebaroni @ Jan 27 2020, 07:39 PM) *
Riccardo, ma la "storia" a cui ti riferisci é la "storia" della lavorazione a cui sottoponi il file della tua foto? hmmm.gif
Perché se é così, la tua domanda IMHO non ha praticamente senso, a meno che non ti chiedi "Chi, fra i tuoi colleghi, si chiede cosa ci sia dietro quella foto, in termini di lavoro (pre- e post-scatto)?". Perché chi non ha competenza in questa materia non coglierà MAI una cosa come questa, anzi, probabilmente nemmeno se lo chiederà. E, sinceramente, mi chiedo anche se abbia senso coglierlo... Uno può fare una foto "perfetta", spendendoci sopra ore e giorni della più accurata post-produzione possibile, e ottenere una riproduzione iper-perfetta della "realtà" vista dai suoi occhi al momento dello scatto... E, con quella foto, non raccontare assolutamente nulla tranne, appunto, il proprio "sforzo produttivo". rolleyes.gif
Invece, se la foto in qualche modo "racconta una storia", o comunque colpisce l'attenzione, allora ci si può anche chiedere queste cose... se si é "del mestiere", appunto. Altrimenti che senso ha? smile.gif
Insomma, c'é una questione semantica, e cioé il significato attribuito al "raccontare una storia".
E c'é la domanda su "quale sia la storia di cui parliamo".
E infine quella sulla capacità, o la volontà, o l'interesse, o l'utilità, di cercare e comprendere quella storia... a seconda della risposta alla domanda precedente smile.gif
Almeno, per quel che posso comprendere da ciò che scrivi.
La domanda come é stata posta nel primo messaggio del thread, in realtà, non significava nulla... Era troppo ambigua. Adesso cominciamo ad avvicinarci ad una domanda PRECISA. Cominciamo...



QUOTE(R9positivo @ Jan 27 2020, 09:14 PM) *
In effetti da quello che avevi scritto si capiva tutt'altro.......
raccontare attraverso un immagine? Cioè dare rilievo al soggetto fotografato, che in questo caso è il protagonista, a volte anche a discapito di una tecnica di scatto perfetta, o raccontare cosa? Perchè un tavolo e due sedie dicono poco in questo senso, tranne quello che ci puoi raccontare tu.......perche dal punto di vista di chi osserva può essere visto come un esercizio fine a se stesso, di una tecnica che tu stai affinando, ma da li a comunicare......


Fermi un attimo, ho messo die risposte separate, una alla discussione generale e una ad un singolo utente, due cose separate, completamente separate. Tanto separate che nel secondo post ho scritto "non avevo pensato a questo" come dire "non era questo il senso".

Detto ciò le due foto che ho messo da sole non raccontano niente, infatti c'è una pagina dedicata con una lunghissima didascalia, é un reportage architettonico, una cosa da nerd dell'architettura ma le ho pubblicate per parlare di post e rispondere a Canetti ma come già detto non c'è relazione alcuna col post originale ho solo voluto rispondere a lui.

Cmq la storia del raccontare l'avete messa tutti al centro del dibattito ma io l'ho messa come cosa assodata "racconta qualcosa" ok detto ciò la domanda era A CHI STIAMO RACCONTANDO? e ho parlato di questo, ossia dell'argomento principale nella mia PRIMA risposta di oggi non nella seconda che ripeto era un OT.
riccardobucchino.com
QUOTE(riccardobucchino.com @ Jan 27 2020, 06:50 PM) *
Ragazzuoli, io di solito rispondo un po' a tutti ma avete scritto un muro di testo.

Quello che penso io è che oggi c'è un livello di superficialità generale che è impressionante.

Siamo iper-stimolati da ogni cosa che ci circonda e l'eccessiva quantità di stimoli e informazioni porta a non analizzare nulla in modo accurato. Ne è la prova che molte risposte vanno totalmente fuori tema, ma non ve ne do una colpa, è normale che sia così. Non dovrebbe essere normale ma lo è.

Quella del "deve raccontare" era solo un introduzione all'argomento, non mi interessa parlare di bontà o non bontà delle foto ma dell'attenzione con cui le guardiamo.
Una foto ci manda un messaggio ma noi di quel messaggio quanto ne percepiamo e quanto ne ricordiamo?

Ora in un mondo che non da importanza al messaggio fotografico (qualunque esso sia, anche "guarda che bella che è questa ragazza" o "guarda che bel paesaggio") tutto il lavoro professionale ha ancora senso non perché venga osservato ma perché viene pagato e quindi porta a "campare". Ma le altre foto, quelle diciamo legate al piacere di fare le foto che senso hanno? Cioè servono a noi magari per ricordare ma se le condividiamo a pochissimi interessa.

Avete mai usato (o visto altri farlo) il telefono per guardare cose inutili (non messaggi o simili) mentre guardavate la tv? Beh quello è l'esempio che siamo talmente abituati ad essere iper-stimolati che quando stiamo facendo una sola cosa (tipo guardare la tv) per non "annoiarci" con una cosa che in teoria dovrebbe già essere un sistema per non annoiarsi cerchiamo altri stimoli altrove. Ma che attenzione diamo a queste cose? Beh, nessuna.

E' l'avere tutto subito che ci porta inevitabilmente a non dare peso alle cose, diventa NORMALE vedere subito una foto e quindi non è più una cosa interessante ma è una cosa ordinaria.

Volevo dare risposte in questo post ma ho solo replicato le mie domande, non ho risposte.


Questo qui citato é il punto della questione.
R9positivo
Io mi sono perso blink.gif
davidebaroni
QUOTE(riccardobucchino.com @ Jan 27 2020, 09:51 PM) *
Questo qui citato é il punto della questione.

Riccardo... Primo, abbiamo risposto eccome alla tua domanda "a chi stiamo raccontando?". Poi può non essere la risposta che ti aspetti tu, o quella che vuoi. Ma é la nostra risposta. E il bello é che é la stessa risposta che hai dato tu, senza forse accorgerti di avere dato una risposta: "Cioè servono a noi magari per ricordare ma se le condividiamo a pochissimi interessa". smile.gif
E, secondo, in quello che citi come "il punto della questione" delle domande ce ne sono ben più di una. E vanno da "Una foto ci manda un messaggio ma noi di quel messaggio quanto ne percepiamo e quanto ne ricordiamo?" a "Ma le altre foto, quelle diciamo legate al piacere di fare le foto che senso hanno?"... Poi fai domande a cui dai immediatamente dopo la tua risposta, quindi non le considero "domande" rivolte a noi. smile.gif

Come vedi, R9positivo "si é perso". E anche io non mi oriento molto bene, vista l'assoluta "non specificità" delle "domande" messicano.gif . Mi dai l'impressione di non stare facendo delle domande... ma di cercare in qualche modo conferma a risposte che ti sei già dato. Magari mi sbaglio... messicano.gif
riccardobucchino.com
QUOTE(davidebaroni @ Jan 27 2020, 10:58 PM) *
Riccardo... Primo, abbiamo risposto eccome alla tua domanda "a chi stiamo raccontando?". Poi può non essere la risposta che ti aspetti tu, o quella che vuoi. Ma é la nostra risposta. E il bello é che é la stessa risposta che hai dato tu, senza forse accorgerti di avere dato una risposta: "Cioè servono a noi magari per ricordare ma se le condividiamo a pochissimi interessa". smile.gif
E, secondo, in quello che citi come "il punto della questione" delle domande ce ne sono ben più di una. E vanno da "Una foto ci manda un messaggio ma noi di quel messaggio quanto ne percepiamo e quanto ne ricordiamo?" a "Ma le altre foto, quelle diciamo legate al piacere di fare le foto che senso hanno?"... Poi fai domande a cui dai immediatamente dopo la tua risposta, quindi non le considero "domande" rivolte a noi. smile.gif

Come vedi, R9positivo "si é perso". E anche io non mi oriento molto bene, vista l'assoluta "non specificità" delle "domande" messicano.gif . Mi dai l'impressione di non stare facendo delle domande... ma di cercare in qualche modo conferma a risposte che ti sei già dato. Magari mi sbaglio... messicano.gif


Io non credo ci sia una risposta sola ad ognuna delle domande e non é neppure auspicabile che ce ne sia una sola. Porsi domande serve a ragionare e ho pensato di dare uno spunto di riflessione a tutti.

E comunque no, non ho bisogno di conferme, mi interessa il ragionamento che porta ad esse. È come un viaggio, il bello non è arrivare ma viaggiare altrimenti si direbbe "parto per arrivare a..." e non "parto per un viaggio". smile.gif
davidebaroni
QUOTE(riccardobucchino.com @ Jan 28 2020, 12:01 AM) *
Io non credo ci sia una risposta sola ad ognuna delle domande e non é neppure auspicabile che ce ne sia una sola. Porsi domande serve a ragionare e ho pensato di dare uno spunto di riflessione a tutti.

E comunque no, non ho bisogno di conferme, mi interessa il ragionamento che porta ad esse. È come un viaggio, il bello non è arrivare ma viaggiare altrimenti si direbbe "parto per arrivare a..." e non "parto per un viaggio".

...Infatti la maggior parte della gente dice "Vado a..." biggrin.gif
In ogni caso, anche per ragionare servono domande PRECISE. Più precisa la domanda, più precisa la risposta. smile.gif
E un contesto... Di nuovo, più preciso é, meglio é. smile.gif
Qui finora si e no si é capito di cosa si parla... E no, "di fotografia" non é una risposta sufficientemente precisa. messicano.gif
AndreaPerini
ho letto qua e la non perchè sia superficiale ma perchè al momento non ho tempo e avete scritto tantissimo, credo però che questa sia una discussione come molte altre in cui si discute di produzioni artistiche fruibili da molte più persone di quelle che hanno a disposizione tutti gli strumenti per comprenderle.
Le foto oggi le fanno tutti, troppe e con ogni mezzo, non possono essere tutte dei capolavori e nemmeno tutte possono pretendere di attirare l'attenzione di molti disposti a restare lì ad ammirarle per ore.
Ma poi siamo certi che la foto che abbiamo fatto abbia qualcosa da comunicare a qualcuno? magari a me parla chiaramente di qualcosa ma posso essere un architetto con un determinato percorso di vita e quella foto mi rimanda a mille altre opere d'arte viste in giro per il mondo, posso avere la pretesa che possa dire lo stesso ad altre persone?
Forse si dovrebbe scegliere meglio il pubblico delle foto per avere più uniformità e certezza di venire capiti.
Io non sono un esperto di quadri e ho studiato come molti di voi arte alle medie: non ho mai capito perchè qualcuno possa spendere milioni per un Picasso o per una tela graffiata, ma sarà una mia mancanza e credo che a nessuno di competente importi che io non ci spenderei mille euro.
Perchè si deve pretendere che le proprie foto raccontino qualcosa? Non possono essere semplicemente belle? Non credo che si possa essere tutti i giorni a fotografare di fronte a un episodio talmente eclatante, come alcune foto di avvenimenti storici famose, da fermare il pubblico a guardare la nostra "opera".
riccardobucchino.com
QUOTE(anet80 @ Jan 28 2020, 05:34 PM) *
Io non sono un esperto di quadri e ho studiato come molti di voi arte alle medie: non ho mai capito perchè qualcuno possa spendere milioni per un Picasso o per una tela graffiata, ma sarà una mia mancanza e credo che a nessuno di competente importi che io non ci spenderei mille euro.


Al perché si spendono soldi su opere d'arte costosissime ti rispondo molto facilmente in 3 punti:
_ L'arte non è tassata, ZERO, tu puoi possedere opere per 1 miliardo di € e non ci paghi tasse annuali, un altra cosa su cui quasi non si pagano tasse sono le auto d'epoca, secondo te i ricchi sono tutti appassionati di auto d'epoca e opere d'arte o forse è una questione di tasse?
_ L'arte col passare del tempo aumenta valore, soprattutto se è stata comprata da circuiti ufficiali, inoltre si può speculare sui prezzi, per dire io ho 10 quadri di un artista famoso ma non troppo magari li ho pagati 10 mila € l'uno, all'asta di un altro suo quadro mi accordo con un altro per far salire a dismisura il prezzo, l'opera viene battuta a 500.000 €, a quel punto gli altri miei quadri non valgono più 10.000€, se li rivendo essendoci un precedente di opera di quell'autore venduta a 500.000 è facile che anche gli altri si avvicinino a quella cifra.
_ L'arte non paga dazi doganali, parti da qui e vai in USA con in valigia 1 milione di €... te li sequestrano se non li dichiari (e quindi non ci paghi dei dazi), ma se tu porti un quadro che vale 50 milione di € nessuno ti farà pagare nulla per due motivi, il primo è che effettivamente non ci sono dazi, e il secondo è che anche se ci fossero tu potresti dire alla dogana "ma secondo voi se valesse tanto lo trasporterei io in aereo al posto di farlo trasportare da un azienda specializzata? ma per favore, è una copia non ho davvero un picasso, l'ho preso in strada da un artista è una bella copia, è fatto a mano ma è solo un souvenir".
Ed è così che l'arte serve a accumulare denaro non tassabile e a spostare denaro senza pagare tasse, insomma l'arte è nobile e bella ma al servizio dell'evasione fiscale. Secondo te perché Bill Gates ha comprato MILIONI di fotografie? Se le sfoglia?


QUOTE(anet80 @ Jan 28 2020, 05:34 PM) *
Perchè si deve pretendere che le proprie foto raccontino qualcosa? Non possono essere semplicemente belle? Non credo che si possa essere tutti i giorni a fotografare di fronte a un episodio talmente eclatante, come alcune foto di avvenimenti storici famose, da fermare il pubblico a guardare la nostra "opera".


Non voglio pretendere nulla, io dico che è assodato che la fotografia racconti qualcosa, il punto della questione non è se racconta o non racconta ma A CHI STIAMO RACCONTANTO QUALCOSA IN UN MONDO SUPERFICIALE? Cioè dovreste concentrarvi a riflettere su questo mondo sempre più superficiale, che "consuma" contenuti in fretta ma non ne ricorda nessuno.
R9positivo
Il discorso forse è molto piu semplice, mentre una volta, quando nemmeno esistevano mezzi di comunicazione come la televisione, la fotografia ricopriva un ruolo fondamentale nel raccontare fatti accaduti, situazioni, etc. ora viviamo una situazione completamente opposta.......tutto è immediatamente visibile e raggiungibile in rete, e attraverso diversi apparati in grado di diffondere immagini, video, e quanto altro, in tempo reale!
Percui va da se che la fotografia abbia perso gran parte del fascino del raccontare una storia, anche se, una buona foto, fortunatamente mantiene sempre un certo fascino, ma forse ora guardiamo ad una foto piu come forma d'arte, rispetto al passato.....un po come si farebbe con un quadro.
Poi, si sa......l'arte rientra nel campo del gusto personale, e anche la monnezza spesso viene spacciata per arte!
R9positivo
Da guardare fino alla fine!

https://youtu.be/S6N4QPUofUw
riccardobucchino.com
QUOTE(R9positivo @ Jan 31 2020, 11:41 AM) *
Da guardare fino alla fine!

https://youtu.be/S6N4QPUofUw


Non ha relazione con la mia domanda.
R9positivo
La risposta alla tua domanda, è dentro di te........ rolleyes.gif
davidebaroni
QUOTE(R9positivo @ Jan 31 2020, 03:36 PM) *
La risposta alla tua domanda, è dentro di te........ rolleyes.gif

...Ed é sbagliata! messicano.gif
(cit. "Quelo" messicano.gif )
R9positivo
QUOTE(davidebaroni @ Jan 31 2020, 03:37 PM) *
...Ed é sbagliata! messicano.gif
(cit. "Quelo" messicano.gif )


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