Risultato della ricerca: soldati
giancarlo valentini
Civitella In Val di Chiana - L’assedio è finito. Il Generale Inverno abbandona lentamente il campo e si ritira verso il fondo valle. Il sole si fa spazio tra le nuvole e ci riporta un po’ di calore, di luce e di speranza. ---- Questi Sono i Giorni della Memoria, il mio è un piccolo contributo per non dimenticare. Dedico questa immagine al paese di Civitella e alla sua Gente. – Il 29 Giugno del 1944 un commando di soldati Tedeschi comandati dal Tenente Generale Schmalz per rappresaglia su tre sodati nazisti uccisi dai partigiani qualche giorno prima, fece irruzione nelle case del paese aprendo il fuoco sugli abitanti a prescindere dal sesso e dall\'età. L’epilogo di questo massacro ebbe luogo nella chiesa, mentre si stava celebrando la Messa. Entrati nell\'edificio sacro, i tedeschi divisero i fedeli in piccoli gruppi. Poi dopo aver indossato grembiuli mimetici in gomma per non sporcarsi di sangue, li freddarono con dei colpi alla nuca, anche il sacerdote don Alcide Lazzeri, che era stato risparmiato da tedeschi scelse di condividere la sorte dei suoi parrocchiani. Compiuta la strage, i tedeschi incendiarono le case di Civitella, provocando così la morte anche di coloro che avevano disperatamente tentato di salvarsi nascondendosi nelle cantine o nelle soffitte. Solo pochi abitanti riuscirono a salvarsi dal massacro. Alla fine della strage si contarono 155 morti in un paese distrutto, e semideserto.
salvatoresisca
Massiccio del Pollino: Sede del pino Loricato. Questo è uno dei tanti Pino Loricato, si chiama così per via della corteccia simile alla corazza dei soldati romani. Esso vive solo in poche zone del mondo, che io sappia certamente nel Parco Nazionale del Pollino, tra la Calabria e la Basilicata; pochi esemplari in Grecia e in California. Il suo habitat naturale è intorno ai 2000m s.l.m. su montagne rocciose. Spesso le sue radici entrano nelle fessure delle pietre fino a spaccarli e nutrirsi tra l’altro di quel poco di humus trasportato dal vento è impigliatosi nella stessa. Non teme le basse temperature, anche di -25° gradi ma teme i fulmini che può spaccarlo é portalo alla morte precoce; può vivere e superare i 1000 anni come il caso di Italus di 1230 accertato con metodi scientifici, risulta essere il Pino più vecchio d'Europa. Seguono altre immagini di questa specie poco conosciuta anche sull'habitat.
davide.balsemin
L'isola di Eilean Donan si trova al centro della confluenza dei tre loch che formano il Loch Duich ed è attorniata dalla catena montuosa Cullin. Il nome Eilean Donan significa "isola di Donan" (in lingua scozzese), termine che deriva con tutta probabilità da san Donan, religioso irlandese del VI secolo che raggiunse la Scozia attorno al 580 d.C. e che contribuì largamente alla cristianizzazione dell'area, nonché sull'isola ove pare che egli abbia fissato il proprio primo insediamento. L'isoletta è collegata alla costa dove sorge il paese di Dornie attraverso un ponte percorribile solo a piedi. Su quest'isola sorge il famoso castello di Eilean Donan, costruito la prima volta nel 1220 da Alessandro II di Scozia come baluardo di difesa contro le incursioni vichinghe, e si racconta sia stato uno dei rifugi di Robert Bruce durante la fuga dai soldati inglesi. A partire dalla fine del XIII secolo esso divenne la dimora del clan Mackenzie di Kintail (più tardi Conti di Seaforth). Dal 1511 il Clan Mac Rae, in qualità di protettori dei Mackenzie, divennero connestabili del castello. Nel 1719 il castello è stato occupato dalle truppe spagnole intente a far nascere una nuova rivolta giacobita. Il castello venne tuttavia riconquistato e demolito dal cannoneggiamento di tre fregate della Royal Navy tra il 10 ed il 13 maggio 1719. Successivamente le truppe spagnole che occupavano il castello vennero sconfitte circa un mese dopo nella battaglia di Glen Shiel. Il castello viene lasciato per quasi due secoli in rovina e poi viene ricostruito e restaurato tra il 1912 e il 1932 dal tenente colonnello John Mac Rae-Gilstrap che lo aveva acquisito in quanto discendente del clan Mac Rae che ne era stato un tempo proprietario. (by Wikipedia)
salvatoresisca
Massiccio del Pollino: Sede del pino Loricato. Questo è uno dei tanti Pino Loricato, si chiama così per via della corteccia simile alla corazza dei soldati romani. Esso vive solo in poche zone del mondo, che io sappia certamente nel Parco Nazionale del Pollino, tra la Calabria e la Basilicata; pochi esemplari in Grecia e in California. Il suo habitat naturale è intorno ai 2000m s.l.m. su montagne rocciose. Spesso le sue radici entrano nelle fessure delle pietre fino a spaccarli e nutrirsi tra l’altro di quel poco di humus trasportato dal vento è impigliatosi nella stessa. Non teme le basse temperature, anche di -25° gradi ma teme i fulmini che può spaccarlo é portalo alla morte precoce; può vivere e superare i 1000 anni come il caso di Italus di 1230 accertato con metodi scientifici, risulta essere il Pino più vecchio d'Europa. Seguono altre immagini di questa specie poco conosciuta anche sull'habitat. In questo spettacolare esemplare si può notare la corteccia di cui parlavo prima e la strozzatura all'apice dovuta all'eccessivo peso della neve durante l'inverno.
salvatoresisca
Massiccio del Pollino: Sede del pino Loricato. Questo è uno dei tanti Pino Loricato, si chiama così per via della corteccia simile alla corazza dei soldati romani. Esso vive solo in poche zone del mondo, che io sappia certamente nel Parco Nazionale del Pollino, tra la Calabria e la Basilicata; pochi esemplari in Grecia e in California. Il suo habitat naturale è intorno ai 2000m s.l.m. su montagne rocciose. Spesso le sue radici entrano nelle fessure delle pietre fino a spaccarli e nutrirsi tra l’altro di quel poco di humus trasportato dal vento è impigliatosi nella stessa. Non teme le basse temperature, anche di -25° gradi ma teme i fulmini che può spaccarlo é portalo alla morte precoce; può vivere e superare i 1000 anni come il caso di Italus di 1230 accertato con metodi scientifici, risulta essere il Pino più vecchio d'Europa. Seguono altre immagini di questa specie poco conosciuta anche sull'habitat.
salvatoresisca
Massiccio del Pollino: Sede del pino Loricato. Questi sono due dei tanti Pino Loricato, si chiamano così per via della corteccia simile alla corazza dei soldati romani. Esso vive solo in poche zone del mondo, che io sappia certamente nel Parco Nazionale del Pollino, tra la Calabria e la Basilicata; pochi esemplari in Grecia e in California. Il suo habitat naturale è intorno ai 2000m s.l.m. su montagne rocciose. Spesso le sue radici entrano nelle fessure delle pietre fino a spaccarli e nutrirsi tra l’altro di quel poco di humus trasportato dal vento è impigliatosi nella stessa. Non teme le basse temperature, anche di -25° gradi ma teme i fulmini che può spaccarlo é portalo alla morte precoce; può vivere e superare i 1000 anni come il caso di Italus di 1230 accertato con metodi scientifici, risulta essere il Pino più vecchio d'Europa. Seguono altre immagini di questa specie poco conosciuta anche sull'habitat.
Panizza Ilario
Lo scorso fine settimana a Roma vicino al Colosseo di pomeriggio. Mi fermo ad osservare e vedo di tutto , edifici nuovi edifici vecchi , resti ,mura antiche , macchine ,autobus ,fermata della metro , bancarelle ,soldati romani , venditori abusivi, gente da tutto il mondo che cammina con il naso all\'insù fotografa commenta apprezza e intanto viene sera. Poi alzo lo sguardo e vedo alberi e un stupendo tramonto con colori morbidi mi sembra in secondo di aver cambiato posto. E\' proprio vero al Colosseo puoi veder di tutto.
canadesevolante61
"Lasciamo che i morti seppelliscano i morti, ma fin quando si è vivi, bisogna vivere ed essere felici." Cimitero germanico del Passo della Futa dove sono sepolti i resti di 30.000 soldati tedeschi che hanno combattuto nella seconda guerra mondiale.
deltabravo74
rivisitazione della famosissima foto del 23 febbraio 1945 del fotografo Joe Rosenthal, scattata sul monte Suribachi nell'isola di giapponese di Iwo Jima, che vedeva i soldati americani issare la bandiera degli Stati Uniti, sulla sommità del monte.
cirro71
\"Dormi sepolto in un campo di grano non è la rosa non è il tulipano che ti fan veglia dall\'ombra dei fossi ma son mille papaveri rossi lungo le sponde del mio torrente voglio che scendano i lucci argentati non più i cadaveri dei soldati portati in braccio dalla corrente così dicevi ed era inverno e come gli altri verso l\'inferno te ne vai triste come chi deve il vento ti sputa in faccia la neve fermati Piero , fermati adesso lascia che il vento ti passi un po\' addosso dei morti in battaglia ti porti la voce chi diede la vita ebbe in cambio una croce ma tu no lo udisti e il tempo passava con le stagioni a passo di giava ed arrivasti a varcar la frontiera in un bel giorno di primavera e mentre marciavi con l\'anima in spalle vedesti un uomo in fondo alla valle che aveva il tuo stesso identico umore ma la divisa di un altro colore sparagli Piero , sparagli ora e dopo un colpo sparagli ancora fino a che tu non lo vedrai esangue cadere in terra a coprire il suo sangue e se gli sparo in fronte o nel cuore soltanto il tempo avrà per morire ma il tempo a me resterà per vedere vedere gli occhi di un uomo che muore e mentre gli usi questa premura quello si volta , ti vede e ha paura ed imbraccia l\'artiglieria non ti ricambia la cortesia cadesti in terra senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento che il tempo non ti sarebbe bastato a chiedere perdono per ogni peccato cadesti interra senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento che la tua vita finiva quel giorno e non ci sarebbe stato un ritorno Ninetta mia crepare di maggio ci vuole tanto troppo coraggio Ninetta bella dritto all\'inferno avrei preferito andarci in inverno e mentre il grano ti stava a sentire dentro alle mani stringevi un fucile dentro alla bocca stringevi parole troppo gelate per sciogliersi al sole dormi sepolto in un campo di grano non è la rosa non è il tulipano che ti fan veglia dall\'ombra dei fossi ma sono mille papaveri rossi.\" La guerra di Piero - F. De André
en.giuliani
La fontana di Trevi è la più scenografica delle fontane di Roma. Fu costruita, ad iniziare dal 1732, sulla facciata di Palazzo Poli da Nicola Salvi su commissione di papa Clemente XII. La scena è dominata da una scogliera rocciosa che occupa tutta la parte inferiore del palazzo, al cui centro si apre una grande nicchia delimitata da colonne che la fanno risaltare come fosse sotto un arco di trionfo. Qui si erge una grande statua del dio Oceano che incede su un cocchio a forma di conchiglia trainato da due cavalli alati, soprannominati rispettivamente «cavallo agitato» (quello di sinistra) e «cavallo placido», in riferimento agli analoghi momenti del mare a volte calmo e a volte burrascoso. Ai lati della grande nicchia centrale ci sono altre due nicchie, più piccole, occupate dalle statue della Salubrità (alla sinistra di Oceano) e dell'Abbondanza (alla destra di Oceano). Ai lati dell'arco principale, sopra le due nicchie, sono collocati due pannelli a bassorilievo, raffiguranti Agrippa nell'atto di approvare la costruzione dell'acquedotto dell'Aqua Virgoe e la «vergine» che mostra ai soldati il luogo dove si trovano le sorgenti d'acqua.
IvoMarkes
Le spiagge dello sbarco...Per preparare l'invasione della Normandia il primo ministro britannico Whiston Churchill fece costruire sul Tamigi due porti prefabbricati che vennero montati nella baia di Arromanches: 146 cassoni in cemento affondati a formare un frangiflutti semicircolare a cui furono ancorati ponti galleggianti. Qui sbarcarono 2 milioni e mezzo di soldati, 4 milioni di tonnellate di equipaggiamento e 500.000 veicoli.
brizio61
La torre, posta a 3 m.l.m, prende il suo nome dall'omonima chiesetta della borgata marina,che si trova dietro di essa. Secondo il Vico, la torre di forma tronco conica con volta a cupola, è databile al 1639 anche se fu ristrutturata nel '700. Costruita in materiale scistoso, fu eretta, per difendere il porto, la tonnara e la costa dalle invasioni barbaresche, per volere e a spese dei baroni di Posada; fino al 1867 chiamata torre di Santa Lucia di Posada, solo in seguito fu denominata torre di Santa Lucia di Siniscola. Ospitava un alcaide e 2 soldati con armatura leggera e secondo i documenti storici “un cannone del calibro da 5, 1 cucchiaro di rame, 10 pietre, 8 palle di spingardo, 1 caldaro, 1 trepiedi, 2 corni marini, agucie per ammorzare, 1 canochiale, 1 zappa...”. La torre su un bastione sul lungo mare del piccolo borgo di Santa Lucia, è in buono stato di conservazione. Vicino alla torre di San Giovanni di Posada.
fabiofoni
Si sta come d\'autunno sugli alberi le foglie...... G.Ungaretti
CIMBRI
Dedicata a Giuseppe , vero maestro del \"Bianco e Nero\".. Questa vecchio scatto del 1920 circa e\' posto all\'ingresso dell\'ex cimitero militare Austroungarico in contrada Vanzi-Molini di Laghi (VI) dove furono sepolte le salme di 48 soldati dell\'armata Imperiale che con la \"strafen-expedition\" del 1916 arrivarono fino alle porte della Pianura vicentina... L\'immagine ritrae tre sorelle del luogo ed e\' tratta dall\'archivio Fotografico Paolo Marzari , Schio.
canadesevolante61
“L'amore impedisce la morte. L'amore è vita. "Tutto, tutto ciò che io capisco, lo capisco solamente perché amo. È solo questo che tiene insieme tutto quanto. L'amore è Dio, e il morire significa che io, una particella dell'amore, ritorno alla sorgente eterna e universale.” Cimitero Germanico del passo della Futa dove sono sepolti i resti di 30.000 soldati tedeschi caduti nella seconda guerra mondiale
Rob75
Nella zona di ampliamento della Certosa (Chiostro VI) è edificato il monumento ossario ai caduti della Prima guerra mondiale, realizzato su progetto di Arturo Carpi e Filippo Buriani. Raccoglie resti di circa 3000 soldati bolognesi e italiani deceduti durante il ricovero in uno degli ospedali allestiti in città durante la grande guerra. Vi sono inoltre ospitati i corpi di alcune centinaia di soldati austro-ungarici, morti nei vari campi di prigionia del territorio bolognese. Nell'agosto 1940, con solenne cerimonia, furono traslate nell'ossario anche le spoglie del martire risorgimentale Ugo Bassi.
nikongiuliaita
SULLE MONTAGNA DELLA CARNIA (FRIULI)
dylan72
Il 27 gennaio del 1945, i soldati sovietici dell’Armata Rossa liberarono il campo di sterminio nazista di Auschwitz, in Polonia, che era stato evacuato in precedenza. Quel giorno finì il più grande omicidio di massa della storia avvenuto in un unico luogo. Negli anni in cui il campo fu operativo vi furono rinchiusi 1,3 milioni di persone, e ne sopravvissero poche migliaia. Sui numeri non ci sono certezze, ma secondo i dati dell’US Holocaust Memorial Museum le SS tedesche uccisero almeno 960 mila ebrei, 74 mila polacchi, 21 mila rom, 15 mila prigionieri di guerra sovietici e 10 mila persone di altre nazionalità. La foto è stata scattata a Berlino presso la piazza del Memoriale per gli ebrei assassinati d'Europa.