Risultato della ricerca: serpente
en.giuliani
E' una falena appartenente alla famiglia Saturniidae, diffusa su gran parte del territorio mondiale, ma può essere localizzata principalmente nelle foreste tropicali dell’Asia e nelle Filippine, in Thailandia ed in Malesia. Essa presenta un’apertura alare di 30 cm ed è una delle specie più grandi del mondo; prende il suo nome dal disegno sulle sue ali che ricorda la colorazione dell’omonimo serpente. L’adulto ha una durata media di vita estremamente breve: infatti, vive solo pochissimi giorni, durante i quali non si nutre mai e riesce a sopravvivere sfruttando le riserve energetiche che accumula durante la fase larvale.
AlbertoGhizziPanizza
La mia D7000 e il 60mm sono stati messi a dura prova durante l\'attacco di questo Green Parrot Snake in Costarica
IvoMarkes
Borghetto sul Mincio. La storia di Borghetto è quella di un punto di passaggio importante e di una zona di confine contesa da opposti eserciti. Il guado del Mincio era il più comodo e sicuro a sud del lago di Garda, e il fiume una barriera naturale, nei secoli, tra le terre del mantovano e quelle del veronese, in una zona di frontiera presa di mira da signorie ed eserciti che qui avevano i loro appetiti: i Gonzaga, gli Scaligeri, i Visconti, la Serenissima di Venezia, l´Austria, la Francia. Hanno plasmato questi luoghi anche le battaglie napoleoniche e, soprattutto, quelle risorgimentali: eppure, il verde serpente del Mincio che qui si snoda per le campagne, rivela un´Arcadia insospettabile, suscita rêveries senza fine. Il paesaggio è immobile, perenne, senza tempo e ci riporta al nostro bisogno di sorgenti, alle nostre fonti, come in ogni mito fluviale in cui acqua e sogni si confondono. Passeggiare a Borghetto di sera per vedere un tramonto sul Mincio, o quando la nebbia confonde i contorni delle case facendo affiorare solo i merli ghibellini, è come naufragare in un medioevo immaginario. Borghetto è solo questo pugno di case, un antico villaggio di mulini in completa simbiosi con il suo fiume. Un idillio fluviale, con i tre antichi mulini che sembrano nascere dall´acqua. Il Ponte Visconteo, straordinaria diga fortificata, costruita nel 1393 per volere di Gian Galeazzo Visconti, è stato definito un "check-point d´antico regime". Lungo 650 m. e largo 25, ultimato nel 1395, era raccordato al sovrastante Castello Scaligero da due alte cortine merlate e integrato in un complesso fortificato che si estendeva per circa 16 km. Il Castello dalla sommità della collina continua a dominare con le sue torri la valle del Mincio. Della sua parte più antica resta la torre Tonda, singolare costruzione risalente al XII sec., mentre il resto del complesso è databile al XIV sec. Era dotato tre ponti levatoi di cui solo uno si è conservato. Infine, dentro il borgo, la Chiesa di S. Marco Evangelista è la ricostruzione in stile neoclassico (1759) dell´antica pieve romanica dedicata a Santa Maria (sec. XI), di cui restano due pregevoli affreschi quattrocenteschi.
IvoMarkes
La storia di Borghetto è quella di un punto di passaggio importante e di una zona di confine contesa da opposti eserciti. Il guado del Mincio era il più comodo e sicuro a sud del lago di Garda, e il fiume una barriera naturale, nei secoli, tra le terre del mantovano e quelle del veronese, in una zona di frontiera presa di mira da signorie ed eserciti che qui avevano i loro appetiti: i Gonzaga, gli Scaligeri, i Visconti, la Serenissima di Venezia, l´Austria, la Francia. Hanno plasmato questi luoghi anche le battaglie napoleoniche e, soprattutto, quelle risorgimentali: eppure, il verde serpente del Mincio che qui si snoda per le campagne, rivela un´Arcadia insospettabile, suscita rêveries senza fine. Il paesaggio è immobile, perenne, senza tempo e ci riporta al nostro bisogno di sorgenti, alle nostre fonti, come in ogni mito fluviale in cui acqua e sogni si confondono. Passeggiare a Borghetto di sera per vedere un tramonto sul Mincio, o quando la nebbia confonde i contorni delle case facendo affiorare solo i merli ghibellini, è come naufragare in un medioevo immaginario. Borghetto è solo questo pugno di case, un antico villaggio di mulini in completa simbiosi con il suo fiume. Un idillio fluviale, con i tre antichi mulini che sembrano nascere dall´acqua.
en.giuliani
Detta anche farfalla cobra, è una falena appartenente alla famiglia saturniidae, diffusa su gran parte del territorio mondiale, ma può essere localizzata principalmente nelle foreste tropicali dell’Asia e nelle Filippine, in Thailandia ed in Malesia. La farfalla cobra presenta un’apertura alare di 30 cm e si posiziona in classifica come una delle specie più grandi del mondo; prende il suo nome dal disegno sulle sue ali che ricorda la colorazione dell’omonimo serpente.
Paolo_Squizzato
innocuo serpente d'acqua al suo risveglio dal letargo
IvoMarkes
La storia di Borghetto è quella di un punto di passaggio importante e di una zona di confine contesa da opposti eserciti. Il guado del Mincio era il più comodo e sicuro a sud del lago di Garda, e il fiume una barriera naturale, nei secoli, tra le terre del mantovano e quelle del veronese, in una zona di frontiera presa di mira da signorie ed eserciti che qui avevano i loro appetiti: i Gonzaga, gli Scaligeri, i Visconti, la Serenissima di Venezia, l´Austria, la Francia. Hanno plasmato questi luoghi anche le battaglie napoleoniche e, soprattutto, quelle risorgimentali: eppure, il verde serpente del Mincio che qui si snoda per le campagne, rivela un´Arcadia insospettabile, suscita rêveries senza fine. Il paesaggio è immobile, perenne, senza tempo e ci riporta al nostro bisogno di sorgenti, alle nostre fonti, come in ogni mito fluviale in cui acqua e sogni si confondono. Passeggiare a Borghetto di sera per vedere un tramonto sul Mincio, o quando la nebbia confonde i contorni delle case facendo affiorare solo i merli ghibellini, è come naufragare in un medioevo immaginario. Borghetto è solo questo pugno di case, un antico villaggio di mulini in completa simbiosi con il suo fiume. Un idillio fluviale, con i tre antichi mulini che sembrano nascere dall´acqua. Il Ponte Visconteo, straordinaria diga fortificata, costruita nel 1393 per volere di Gian Galeazzo Visconti, è stato definito un \"check-point d´antico regime\". Lungo 650 m. e largo 25, ultimato nel 1395, era raccordato al sovrastante Castello Scaligero da due alte cortine merlate e integrato in un complesso fortificato che si estendeva per circa 16 km. Il Castello dalla sommità della collina continua a dominare con le sue torri la valle del Mincio. Della sua parte più antica resta la torre Tonda, singolare costruzione risalente al XII sec., mentre il resto del complesso è databile al XIV sec. Era dotato tre ponti levatoi di cui solo uno si è conservato. Infine, dentro il borgo, la Chiesa di S. Marco Evangelista è la ricostruzione in stile neoclassico (1759) dell´antica pieve romanica dedicata a Santa Maria (sec. XI), di cui restano due pregevoli affreschi quattrocenteschi.
elelavinia88
Camminare sulle foglie nei sentieri d'autunno è inoltrarsi in un arcobaleno infinito, pieno di curve e saliscendi. Un serpente a squame colorate che si snoda per boschi e costoni fino alle cime dei monti. - M. Corona
niczap
incontri di giardino
canadesevolante61
Possa il vostro cammino essere tortuoso, ventoso, solitario, pericoloso e portarvi al panorama più spettacolare. Possano le vostre montagne elevarsi fino alle nuvole e superarle. (Edward Abbey)
riccardo.mantero
Questo è quel che succede quando metti un fotografo con un ultra grandangolo, di fronte a un domatore di serpenti che vuole guadagnare la sua mancia, in mezzo al nulla, nel deserto. Noi, io e la bestia, ci guardammo negli occhi. Zoomate sul suo sguardo ... Grazie alle foto nel backstage (sulla mia pagina instagram @riccardo_mantero), realizzate da Andrea Paganini, è possibile vedere che la testa del serpente è arrivata fin dentro il paraluce del mio obiettivo!!! Ma non finisce qui! Il serpente ha leccato il vetro frontale del mio obiettivo per controllarlo! E io ho scattato!! Tecnicamente parlando sapete bene che è impossibile mettere a fuoco un soggetto mentre "tocca" l'obiettivo, infatti la lingua è sfocata, inoltre è quasi impossibile fare una foto come questa con un singolo scatto a causa della breve profondità di campo. In effetti questo scatto è stato ottenuto usando la tecnica del focus-stacking e ho dovuto scattare le mie foto, muovendomi avanti e indietro abbastanza rapidamente per catturare tutte le parti della scena a fuoco, senza tuttavia allarmare la bestia, secondo il domatore, davvero pericolosa, poi vai a sapere, sono comunque felice che lui abbia mantenuto la calma e avesse il sangue freddo