Risultato della ricerca: novecento
salvatoresisca
"In origine Roseto era una delle città satellite di Sibari, ai tempi della Magna Grecia. A Roseto erano coltivate le rose, i cui petali servivano per riempire i materassi su cui i sibariti dormivano. La Roseto odierna nacque nel X secolo d.C. , il principe Roberto il Guiscardo vi costruì tra il 1058 e il 1085 il Castrum Roseti, mentre raggiunse il suo massimo splendore nel 1260 quando fu costruito il Castrum Petrae Roseti (castello di Roseto). Dal 1623 al 1671 fu feudo della famiglia Rende di Bisignano, in persona dei baroni Lucantonio e Carlo. Dopo un periodo di declino e di sottomissione al potere baronale, aggravato dall'Unità d'Italia e dall'emigrazione che ha segnato questa terra nella prima metà del Novecento, nei primi anni 70 vennero costruiti i primi "residence", che aprirono le porte al turismo nello Jonio Calabrese e a Roseto Capo Spulico, che è andata nel tempo sviluppandosi specie nel settore del turismo balneare. Da ricordare che vi è stato per tutti gli anni 80 e buona parte degli anni 90 del '900 un forte sviluppo edilizio alla Marina per la costruzione di condomini che ospitano le "seconde case" di molti villeggianti. Negli ultimi anni invece si è progressivamente passati alla costruzione di strutture turistiche di livello (Hotels, villaggi, stabilimenti balneari attrezzati, discoteche)". (Da Wikipedia)
IvoMarkes
dedicata all\'amico Carlo.......................................................................................................................................................... PRALBOINO: Nel 569 Alboino, re del bellicoso popolo germanico dei Longobardi, dopo aver messo a ferro e fuoco il Friuli ed il Veneto, mosse il suo esercito alla presa prima di Mantova, poi di Brescia e delle altre città lombarde. Proprio in preparazione all\'assedio di Brescia, Alboino si accampò in un territorio posto ad una certa distanza dalla città. La località, per questo motivo, fu da quel momento chiamata Prato di Alboino, poi Prat\'Alboino ed in seguito Pralboino. Quando Desiderio, ultimo re dei Longobardi, fondò nel 758 il monastero di Leno, lo dotò di un vasto territorio, comprendente Pralboino, ed affidò ai monaci Benedettini la bonifica e la coltivazione di quelle terre. Il piccolo villaggio sorto al passaggio di Alboino, poté così svilupparsi e diventare una borgata sempre più importante. Dopo i primi duecento anni del Regno Longobardo ebbe inizio, con Carlo Magno, l\'era feudale e Pralboino fu ceduto, ai primi del novecento, dall\'Abate di Leno alla casata dei Gambara in cambio dei servigi resi al capostipite della famiglia, Ancilao, che aveva difeso le proprietà del monastero dagli attacchi degli Ungari. I Gambara ressero le sorti del paese come feudatari e signori sino al 1797, anno che segnò, ad opera di Napoleone, l\'abolizione dei diritti feudali con la caduta della Repubblica di Venezia, alla quale il territorio di Pralboino fu soggetto quasi ininterrottamente per 370 anni. Fino al 1815 Pralboino subì la dominazione Napoleonica e successivamente quella Austriaca fino al 1859. Fece poi parte del Regno d\'Italia e quindi della Repubblica dal 1946. ...da Wikipedia
ilgiova75
quando scesi da quella scala , non fu quello che vidi a fermarmi , fu quello che NON vidi... diamine in quella città c era tutto , tranne che una fine... \" novecento \"
cranb25
Il castello del Boccale è un grande maniero che si innalza a Livorno, a sud del quartiere di Antignano, lungo la strada costiera per Quercianella nel tratto di costa chiamato "Boccale" o "Cala dei Pirati". Il nucleo originario del castello del Boccale è rappresentato da una torre d'avvistamento (nota anche come torre del Maroccone o del Diavolo), costruita per volontà dei Medici nel XVI secolo, forse sui resti di una struttura preesistente realizzata dalla Repubblica di Pisa in epoca medioevale. Vi soggiornava il castellano e qualche soldato, ma le dimensioni erano modeste, tanto che non vi era spazio per l'artiglieria. A cavallo tra XIX e XX secolo, la torre fu sensibilmente trasformata; fu inglobata in una residenza in stile neomedioevale, con tanto di merlature e divenne proprietà della marchesa Eleonora Ugolini. Successivamente la dimora passò alla famiglia Whitaker-Ingham che, nei primi decenni del Novecento, eliminò le merlature, sostituendole con normali coperture a falda inclinata. Il castello, recentemente restaurato dopo un lungo periodo di abbandono, è stato frazionato in diversi appartamenti residenziali, mentre nel parco è stata ricostruita una piccola torre utilizzata come magazzino.
LadyGi
... ma un'immagine della scala a spirale all'interno del Museo del Novecento di Milano (progetto di Italo Rota e collaboratori)
IvoMarkes
Molinetto della Croda...Refrontolo (TV) -- Il Molinetto della Croda è un antico mulino ad acqua ubicato in area paesaggistica di rilievo della provincia di Treviso, nella valle del Lierza, lungo la strada che collega l'abitato di Refrontolo (comune a cui il monumento appartiene) a quello di Rolle. Il mulino è sorto nel XVII secolo, con l'aggiunta di poco successiva di un alloggio per la famiglia custode, di una stalla e di un granaio. Sfruttava le acque del torrente Lierza, principale affluente del Soligo, ai piedi di un salto d'acqua di 12 metri; fu dismesso nel 1953]. Nella seconda metà del Novecento, dopo aver vissuto anni di degrado, il mulino è stato acquistato dal comune di Refrontolo, che ha proceduto a un accurato restauro e ne ha fatto un museo della molitura, oltre che una sede di esposizioni, tra cui, nel 2009, un'importante retrospettiva del pittore Angelo Lorenzon e, nel periodo invernale, l'annuale Mostra internazionale dei presepi. Nella tarda serata del 2 agosto 2014 lo spiazzo prospiciente il molinetto che ospitava una festa privata sotto il tendone della pro-loco è stato scenario di una violenta esondazione del torrente Lierza, una ondata di acqua e fango di un metro e mezzo che ha spazzato via tutto causando la morte di quattro persone ed il ferimento di altre otto.
Fabrygot
Il santuario di San Romedio è un santuario dedicato alla figura di San Romedio - situato su un ripido sperone di roccia, nello splendido scenario naturale della Val di Non, nel territorio comunale di Coredo. Il santuario è costituito da cinque chiese costruite nell’arco di circa novecento anni fra il 1000 e il 1918. Le cinque chiese sono state costruite a ridosso di una ripida parete di roccia e sono unite tra loro dai 130 gradini di una spettacolare scalinata. Esso è visitato annualmente da circa 200.000 pellegrini, ed è custodito da due frati dell\'Ordine di San Francesco d\'Assisi. (nota tratta da wikipedia)
mummyx
Santa Maria in Campitelli è una delle chiese di Roma, sita nel rione Sant\'Angelo. Di antichissima origine, Santa Maria in Campitelli fu ricostruita nel XVII secolo dall\'architetto Carlo Rainaldi su commissione di papa Alessandro VII, che volle celebrare la fine di una pestilenza costruendo una degna sede per un\'icona mariana ritenuta miracolosa. La chiesa riunì infatti due titoli, Santa Maria in Campitelli, qui collocata dall\'alto medioevo, e Santa Maria in Portico, dove era conservata l\'immagine miracolosa. L\'edificio fu terminato nel 1667, privo delle statue pensate nel progetto originario della facciata.L\'interno è a pianta longitudinale. La spazialità tipica delle chiese della controriforma è però contraddetta da due assialità trasversali; il progetto iniziale prevedeva una navata di forma ellittica, disposta in senso longitudinale e conclusa da un secondo spazio a pianta circolare. L\'alzato è scandito da una serie di monumentali colonne libere ispirate all\'architettura di Andrea Palladio, inusuali nel Barocco romano. Il progetto Negli altari sono collocate tele di Luca Giordano, Sebastiano Conca e del Baciccia. Da ricordare anche il sepolcro del cardinale Bartolomeo Pacca. Nella piazza antistante è collocata una fontana di Giacomo della Porta, che nel progetto urbanistico di Alessandro VII avrebbe dovuto essere accompagnata da una seconda, non eseguita, in posizione simmetrica. La chiesa si affaccia sulla piazza omonima. Appartenente originariamente al rione Campitelli, l\'edificio venne attribuito al rione Sant\'Angelo quando i confini di quest\'ultimo vennero estesi intorno alla metà del novecento. Fonte: Wikipedia
Maricetta
Villino Florio, una casina di caccia dei primi del novecento. Un capolavoro Liberty.
gabrielegiannetti
Continua il mio viaggio nella Livorno antica. Lo stabilimento Acque della Salute fu costruito, a partire dal 1903, su progetto dell\'ingegnere Angiolo Badaloni, autore anche del grande Mercato delle vettovaglie di Livorno. L\'area prescelta era quella posta al termine del rettilineo del viale degli Acquedotti (oggi viale Carducci), in una fascia ancora non urbanizzata ad est della città. Qui, presso l\'antico podere del Vigna, nel 1854, era stata scoperta una polla d\'acqua salata idonea alla cura delle malattie dell\'apparato digerente; nel 1856 alcuni cittadini si adoperarono affinché la sorgente fosse chiusa all\'interno di un tempietto ottagonale per favorirne lo sfruttamento commerciale. Una iscrizione ricordava l\'evento: \"Scorrente per tramite occulto quest\'acqua sorgiva bagnò per secoli inutilmente sotterra limo vile infecondo curiosità industre commise oggi alla scienza rilevarne i principii e l\'uso benefico onde meritamente si noma acqua della salute ed ecco sopra la terra deserta non invano augurato all\'utile pubblico un sorriso dell\'arte\". Il successo fu tanto che nei primi anni del Novecento la polla fu rilevata dalla società Acque della Salute, che decise di costruirvi intorno uno stabilimento vero e proprio. Le terme furono completate rapidamente e inaugurate nel luglio del 1904; nello stesso anno fu aperta una linea tranviaria che dallo stabilimento conduceva fino al centro cittadino. In breve le Acque della Salute divennero uno dei principali centri di attrazione di Livorno, che all\'epoca era ancora una delle capitali italiane del turismo balneare. Per quelle che raggiunsero persino l\'appellativo di \"Montecatini a mare\", fu innalzato anche un lussuoso albergo, l\'Hotel Corallo, dotato già all\'epoca di ascensori elettrici. Utilizzata anche nel dopoguerra sino al disastroso incendio del 1968 che ne decretò definitivamente la chiusura. Ecco cosa ne resta
Maricetta
Tra la fine dell’800 ed i primi del novecento, lo stile liberty ha imperato in questa città. Alcuni dei maggiori esempi? Il Teatro Massimo, il Grand Hotel Villa Igea, bellissimo e frequentato dai potenti di allora, oltre che da ricconi. I Florio stessi ne sono un esempio, con il villino Florio e tanto ancora. Ma questa insegna che fa la “reclame” (come si diceva una volta) al Grand Hotel Excelsior (che spartisce l’edificio con una Banca) e che è un esempio tipico dello stile liberty è sempre passata inosservata. Ignorata dalla maggior parte di noi (anche per la trasformazione dell’ambiente circostante che ne ha oscurato la visione) Mi è sempre piaciuta e oggi pensavo di “omaggiare” questo periodo storico così ricco per la mia città, con una foto che le dia il giusto valore.
Menszeta
Giudecca-Venezia, Casa dei Tre oci. Dal 7 aprile al 7 agosto 2016, la mostra Helmut Newton. Fotografie. White Women / Sleepless Nights / Big Nudes presenta, per la prima volta a Venezia, oltre 200 immagini di Helmut Newton, uno dei fotografi più importanti e celebrati del Novecento. www.treoci.org
simone.porrelli
Si trova in Lungotevere Arnaldo da Brescia, a pochi passi da un altro edificio degno di nota (Palazzina Nebbiosi); oggi è la sede della Cassa dei Geometri. Ricco di grandi finestre, è composto da 3 piani fuori terra e presenta particolari architettonici unici, come la scala in foto e le vetrate. Il palazzo venne costruito da Hermann Corrodi, un pittore paesaggista, nei primi anni del Novecento (1903-06, in stile umbertino dall'ingegnere Aureli). Palazzo adibito a studi di artistici, animato da personalità di spicco, fra le quali bisogna ricordare Trilussa: egli nel 1915 decise di venire in questo Palazzo per scrivere e vivere di arte e lettura, ma il Palazzo stesso accoglieva soltanto atelier di pittori; lui per non dare nell'occhio, nei primi anni scriveva di nascosto e nelle stanze comuni dipingeva, affinché nessuno lo notasse. Poi negli anni ottenne la possibilità di soggiornare creandosi un piano ammezzato proprio nel palazzo, dove visse fino alla sua morte (1950). Il piano ammezzato ad oggi non ospita più la casa di Trilussa.
Paolo Tomberli
Il Modernismo è un insieme di stili architettonici con caratteristiche analoghe, che sorse intorno agli inizi del Novecento in Europa, in coincidenza con l'Art Nouveau.
AlessandroBellavia
Il cosiddetto "ponte della cappella", sul fiume Reuss, è il ponte di legno più antico d'Europa, datato 1333, che contiene oltre cento pannelli secenteschi in cui è raffigurata la storia della città di Lucerna della quale il ponte, insieme alla Torre dell'acqua nella foto, è il simbolo; nella prima metà del Novecento, purtroppo, la struttura si è incendiata nella notte ed è stata quasi interamente ricostruita.
mgnello
Il gipeto (Gypaetus barbatus) è un rapace di notevoli dimensioni (può raggiungere un’apertura alare di circa 280 cm), che si era estinto sulle Alpi all’inizio del Novecento a causa della spietata caccia attuata nei suoi confronti. Nell’area del Parco le ultime osservazioni risalgono agli anni ‘30. Tuttavia, grazie a un progetto internazionale promosso dalla Vulture Foundation Conservation, questo magnifico animale è tornato a volare sulle Alpi a partire dal 1986 e dal 1994 anche sul territorio del Parco. Al momento sono 43* i gipeti rilasciati nell’area Marittime Mercantour e ormai 6* i giovani che si sono involati in natura nelle Alpi Meridionali.