Risultato della ricerca: migrare
orillo luigi
Viva l'Amore. Le cicogne di Racconigi . Se la natura umana è quella di non stare confinati in casa, ma di muoversi liberamente, quella dei grandi uccelli è di poter migrare e percorrere a ogni stagione migliaia di chilometri nei cieli di mezzo mondo, dall’Equatore alle zone artiche. La «quarantena» di questi giorni è, dunque, poca cosa rispetto alla limitazione che due cicogne del Centro Lipu di Racconigi vivono da anni. Sono una coppia e alcuni giorni fa la femmina ha deposto cinque uova nel nido di rami intrecciati, che ha laboriosamente preparato nelle scorse settimane. «È un piccolo miracolo della natura quello a cui assistiamo ogni anno con questa coppia - spiega la veterinaria Gabriella Vaschetti, responsabile del Centro alle spalle del castello di Racconigi -. I due esemplari sono stati affidati alle nostre cure diversi anni fa. La femmina era stata raccolta, ferita gravemente ad un’ala, nei pressi dello Stretto di Messina. Qualcuno le aveva sparato. Il maschio, invece, aveva colpito un cavo della linea elettrica nel Piacentino. Tutte e due le cicogne non possono più volare». Grandi migratori, possenti eppure fragili, costretti a terra per sempre. Ma a Racconigi hanno trovato una nuova vita. Hanno un grande spazio verde a disposizione, che condividono, diversi mesi l’anno, con decine di altri esemplari di passaggio durante la migrazione. Le due cicogne menomate si sono innamorate, formano una coppia fissa e, da anni, depongono uova e allevano pulcini che poi diventano esemplari che attraversano i cieli dal Nord Africa alla Germania. «Il destino – continua la Vaschetti – vuole che i piccoli di cicogna imparino a volare da soli e migrino prima dei genitori. Così non è un problema se mamma e papà restano a terra. In questo periodo, quando ci lamentiamo delle limitazioni che l’emergenza sanitaria ci impone, la storia che ci racconta questa coppia è un esempio di come la natura sappia essere meravigliosa e la vita possa andare avanti anche di fronte a destini che paiono segnati». I piccoli nati negli anni passati sono già stati segnalati in Spagna e nel Nord Africa. «Dalle 5 uova deposte - spiega la veterinaria - nasceranno due o tre piccoli. Aiuteremo la coppia ad alimentarli, perché non possono volare lontano per procacciarsi il cibo. Ma il nostro aiuto finirà lì. Al resto penseranno tutto loro. La vita va avanti, nonostante tutto».
LU.PETTI
Trent’anni fa in Armenia quattrocento centri abitati furono rasi al suolo dal terremoto più devastante del dopoguerra. Il 7 dicembre 1988 alle 11:41 del mattino la terra tremò come mai successo prima nel nord dell’Armenia. L’epicentro del terremoto, di magnitudine 6,8, fu localizzato nella città di Spitak, che venne completamente rasa al suolo in meno di 30 secondi. In totale furono 21 le città del nord dell’ Armenia colpite dai danni provocati dal sisma, il cui bilancio in termini di vite umane fu impressionante: 25 mila vittime accertate, 140 mila invalidi, più di mezzo milione di sfollati. Grazie all’intervento italiano, nel 1989 venne costruito un centro abitativo chiamato VILLAGGIO ITALIA, con 204 case-container dotate di confort di base per accogliere altrettante famiglie sfollate. Oggi, dopo più di 30 anni, oltre 4000 famiglie vivono ancora in condizioni estreme all’interno dei container, sopportando il rigido inverno armeno nelle piccole case ormai fatiscenti. La speranza di poter finalmente avere la loro “casa” e di poterci “migrare” entro un futuro prossimo è l’unica cosa che riesce a dare un senso alla loro vita precaria di disagio e di instabilità .
micro
Libellula emigrante,arriva dall\'Africa nel mese di Maggio,si riproduce velocemente,verso meta Agosto sfarfalla. Alla mattina presto,è facile trovarla posata in mezzo ai prati,dove ho fatto questa foto. Ai primi di Settembre si raggruppano in centinaia di esemplari,e continuano la loro emigrazione verso nord.
Stanchino
Settembre, andiamo. È tempo di migrare. Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso il mare: scendono all'Adriatico selvaggio che verde è come i pascoli dei monti. Han bevuto profondamente ai fonti alpestri, che sapor d'acqua natia rimanga né cuori esuli a conforto, che lungo illuda la lor sete in via. Rinnovato hanno verga d'avellano. E vanno pel tratturo antico al piano, quasi per un erbal fiume silente, su le vestigia degli antichi padri. O voce di colui che primamente conosce il tremolar della marina! Ora lungh'esso il litoral cammina La greggia. Senza mutamento è l'aria. Il sole imbionda sì la viva lana che quasi dalla sabbia non divaria. Isciacquio, calpestio, dolci romori. Ah perché non son io cò miei pastori?
DiegoCarrascoph
Se avessimo la possibilità di migrare sulla Luna, lo fareste? io si!