Risultato della ricerca: leggenda
sassopiatto
Secondo una leggenda, in questo suggestivo rifugio viveva il poeta romano Gaio Valerio Catullo. Di fatto, la struttura è stata costruita solo dopo la sua morte e tuttavia fino a oggi ne porta il nome
brax
Pettirosso "Erithacus rubecula" L'immagine del pettirosso è stata spesso utilizzata come illustrazione d'amore è il simbolo di speranza, ottimismo e della vita che resiste alle difficoltà. Leggenda vuole che quando un pettirosso fa capolino alla finestra annunci l’arrivo della stagione fredda e della neve. Venezia- Mestre Oasi Lipu Gaggio Marcon (Italy) Gennaio 2024 Nikon Z8 Nikon 100-400 serie Z
RosannaFerrari
Il lago di Braies è situato nell’omonima valle, nella parte settentrionale del Parco Naturale Fanes-Sennes-Braies. Il lago, che spesso viene chiamato anche la “perla dei laghi dolomitici”, deve la sua origine allo sbarramento per frana. Ed anche questo lago nasconde una leggenda: con una piccola barca, ogni anno, in una notte di luna piena, la regina e Ljanta fecero il giro del lago di Braies in barca, uscendo dalla porta di roccia che ha dato il nome ladino “Sass dla Porta” alla Croda del Becco (2.810 m s.l.m.). Una giornata in cui le nubi l'han un pò fatta da padrona, resta il ricordo di una piacevole passeggiata, dalla quale ho tratto diversi scorci interessanti, che proporro' a seguire.
manlio.bottegoni
I laghetti di Portonovo sono due caratteristici laghetti salmastri che si trovano lungo la stradina che porta al molo, dietro alla torre. Circondati da un fitto canneto di giunchi e cannucce di palude tra i bianchi ciottoli di pietra del Conero, incastonati come due gioielli si estendono il Lago Profondo e il Lago del Calcagno (o Lago Grande nella foto). Leggende quasi magiche regnano sovrane in questo verde paradiso incontaminato. Antiche fonti testimoniano infatti che i laghetti si sono formati in tempi remoti quando l’acqua salata del mare, rimasta prigioniera per effetto di enormi macigni staccatisi dal monte Conero a causa di una gigantesca frana, si è mescolata nel tempo a bolle d’acqua dolce emergenti dal terreno. Secondo la leggenda questi laghi potrebbero essere collegati al mare tramite dei canali sotterranei che formerebbero dei vortici in grado di risucchiare chiunque vi nuoti vicino. Nessuno infatti ha il coraggio di tuffarsi nei laghetti, che rappresentano il regno incontrastato della fauna acquatica. Pare, comunque, che siano stati visti più volte, anche se non in tempi recenti, dei germani reali morti e con il piumaggio malmesso, galleggiare nel mare li vicino, proprio come se fossero stati, improvvisamente e senza scampo, risucchiati da potenti vortici d’acqua.
Fabrygot
.....e là dove la natura decide di collocare i propri limiti, esplode lo spettacolo. I tramonti. (Alessandro Baricco) Il lago Santo, di origine glaciale, nasce da una leggenda ed è uno specchio d\'acqua molto suggestivo a cinque chilometri dal paese di Cembra (TN).
JohnnyDep
I laghetti di Marinello si trovano ai piedi del promontorio di Tindari, dove sorge il Santuario della Madonna Nera. E’ una vasta area di sabbia con dei laghetti d’acqua salmastra, che si modificano in continuazione per effetto delle maree che aggiungono o spostano la sabbia (foto 1). Ad un fenomeno così singolare è inevitabilmente legata una leggenda, quella della Madonna Nera del Tindari (foto 2), che dall’alto domina la zona. "Si narra che una siciliana con il suo bambino venne ad adorare la Madonna nera del Tindari, trovata casualmente da pescatori del posto. Alla vista della Madonna nera rimase alquanto delusa, sebbene la statua della Madonna di Tindari sia ornata dalla frase: nigra sum sed formosa, «sono nera ma bella». Spontaneamente la contadina esclamò: Hàju vinutu di luntana via ppi vidiri a una cchiù brutta di mia! Pronunciare quelle parole e girarsi attorno senza più vedere suo figlio fu tutt'uno. Disperata si accorse che il bambino si dibatteva tra le onde del mare dinnanzi. Stravolta corse verso le onde per afferrarlo. E più correva e più le onde si ritiravano lasciando la spiaggia, finchè la povera donna potè afferrare il figlio e tornare facilmente sulla terraferma. A prova del miracolo compiuto, nella leggenda, dalla Madonna Nera si possono vedere proprio i laghetti di Marinello."
oliviero1946
ponte vecchio o ponte gobbo o meglio ponte del diavolo è di età romanica ed è lungo 280 mt con 11 archi tutti completamente irregolari.La sua originederiva da una leggenda,SAN COLOMBANO ansioso di giungere a BOBBIO per iniziarel\'opera di evangelizzazione,si trovò di fronte al diavolo che gli avrebbe promesso di costruire un ponte durante la notte in cambio della prima anima che lo avrebbe oltrepassato la mattina dopo.E il diavolo mantenne la promessa cosruendo il ponte irregolare per via della diversa altezza dei demoni che tenevano le arcate in fase di costruzione.Il primo essere che passò la mattina dopo fu un cane(poverino!). Si dice che nella cripta della chiesa di SAN COLOMBANO ci siano ancora le orme dello stesso sventurato animale
massimo tommi
Per chi non lo sapesse, il ponte della Maddalena è comunemente identificato come \"Ponte del Diavolo\", la leggenda popolare ne attribuisce la costruzione a Lucifero, il quale venne poi truffato dal capo muratore, che molto preoccupato del ritardo accumulato nella costruzione scese a patti con il Demonio, che gli consentì di completare l\'opera in una sola notte in cambio della prima anima che avesse attraversato il Ponte. Il capo muratore accettò l\'offerta e il Ponte fù ultimato, ma disperato per l\'imminenza del pesante tributo, corse dal Parroco del paese, il quale, ascoltata la confessione, escogitò uno stratagemma e fece attraversare il Ponte ad un povero cane, il Diavolo lo prese e si gettò nelle acque del fiume.
nick abbrey
Per i cinesi è il luogo più bello del \"Regno di Mezzo\" ed è la meta da visitare almeno una volta nella vita. La leggenda narra che sia stato generato dalla caduta di una perla della via lattea oltre 1400 anni fa. Ma leggenda o no, è davvero un posto incantevole ... se non fosse per i migliaia e migliaia di turisti ... cinesi !!!
IvoMarkes
_____Leggenda pagana........ La baia sulla, quale si trova Garda, culmina a nord in Punta San Vigilio, una punta di roccia che si tuffa nelle acque del lago e riemerge sottoforma di ciò che venne chiamato “Lo scoglio della Stella” mentre la punta delimita “la Baia delle Sirene”. Il nome Vigilio proviene dal Vescovo di Trento che nel IV° secolo svolse un’intensa opera di evangelizzazione in quel territorio. Ma l’altra derivazione proviene da una leggenda. Vigilio nipote del dio dei boschi vide un giorno una bellissima ninfa di nome Stella e se ne innamorò perdutamente. Lei però lo rifiutò deridendolo e lui preso da un raptus di follia la trasformò in una pietra, ciò che oggi sarebbe lo scoglio della Stella. ______Leggenda cristiana.............. Vi è una chiesetta sul promontorio dal nome di S.Vigilio che lega la nascita del luogo ad un’altra leggenda. Un tempo anche qui vi era una rocca distrutta dall’invasione di Franchi. Questo luogo ormai in rovina venne donato da Carlo Magno ad un eremita che aveva colpito il Re per la sua umiltà e sincerità. L’eremita si chiamava Vigilio e avrebbe vissuto il resto dei suoi giorni in questo luogo magico e di preghiera, dove avrebbe anche lasciato questa terra. Eletto santo venne costruita una chiesa in suo ricordo perchè la sua anima potesse continuare a riposare e a pregare in questo meraviglioso luogo di pace. Così Punta San Vigilio nasce da una leggenda pagana e da una cristiana, un po’ per far felici tutti!
en.giuliani
Una leggenda piemontese vuole che Glicine in origine fosse una pastorella perseguitata dalla tristezza e dalla malinconia. Solo l’amore dei suoi animali riusciva a consolarla. Un giorno la sua disperazione fu così tanta da ispirarle un pianto senza fine, durante il quale le sue lacrime cominciarono a trasformarsi in fiori viola e i suoi arti in numerosi rami. Qui si ritrova un motivo molto ricorrente nella mitologia e nella tradizione popolare: ovvero quello della ninfa o dell’essere femminile che si tramuta poi in albero o fiore. Questo tema risale probabilmente ai primordi del politeismo europeo, quando le credenze animistiche che riconoscevano nella natura la manifestazione delle forze femminili della creatività e della fecondità, erano ancora molto importanti.
MadEmilio
Fattore C: posto giusto al momento giusto! A Scilla l’11 agosto ero solo di passaggio, arrivato di pomeriggio per poi partire l’indomani mattina verso la Sicilia. Mentre in automobile raggiungevo il paese provenendo da Villa San Giovanni, noto una lingua di nuvola scendere verso il mare, pensando “non può essere una tromba marina…” E invece, non appena trovo un punto panoramico, mi fermo e questo è lo spettacolo: due trombe marine (piccole, infatti non tirava neanche molto vento) e il paesino di Scilla, indifeso di fronte al paesaggio quasi apocalittico. Tempo cinque minuti e le trombe marine che si dirigevano verso la costa si dissolvono. Fenomeno che ho letto non essere raro da quelle parti (inutile credo ricordare la leggenda dei mostri marini Scilla e Cariddi nell’Odissea), per me e i passanti che mi hanno affiancato in quei pochi minuti è stato a dir poco affascinante.
vir87
Una leggenda scozzese racconta di una bellissima fanciulla, Fiona MacDonald, che il giorno delle sue nozze cadde da cavallo e, totalmente sfigurata in viso, venne rifiutata dal promesso sposo. In lacrime, corse sulle rive del fiume sotto il ponte di Sligachan, dove incontrò il Re delle Fate. Colpito dalla bellezza interiore della ragazza, quest’ultimo le disse di immergere il viso nell’acqua del fiume, in modo da recuperare il suo aspetto. Una volta tornata bellissima, Fiona decise di rinunciare a tutto per colui che era riuscito ad amarla senza fermarsi alle apparenze, scomparendo insieme al Re sulle sponde del fiume #blackcuillins #sligachanbridge #scotland #legendofscotland #skyeisland #sligachan #oldbridge #natura #nikon #landascape #naturephotography #scozia #fiume #fate #fairy #fairystories #clouds #skye
sax54
Viaggio di quest\'estate in IRLANDA come sempre in Moto. Poche sono le terre che sanno incantare l’immaginazione del viaggiatore ancor prima che il viaggio inizi.L’Irlanda è tra queste.Il segreto di ciò? Non c’è dubbio,l’elemento mitico,il senso di magia e di leggenda profondamente radicati e tuttora operanti nell’animo di quest’isola grande tre volte la Sicilia composta dalla Repubblica d’Irlanda o Eire e dalll’Irlanda del Nord di appartenenza Inglese.La sua lingua originaria,il gaelico (è ancora lingua nazionale dell’Eire) seduce con una fonetica scattante e musicale. Quando poi si sbarca sulle sponde smeraldine dell’isola e quindi se ne percorre il territorio,questo sentimento non fa che crescere.Perchè la natura è fiaba,una rapsodia di verdi(i pascoli le colline le foreste)e di azzurri(i cieli di cristallo,il mare spumoso,e i suoi laghi)di monti sassosi e scogliere brunite quali i CLIFF OF MOHER,di paesaggi solitari come le torbiere del nord,oppure solari come accade al sud,intorno a Killarney e nelle penisole delle “Cinque dita”.Perchè le città ,da Dublino a Galway,da Cork a Linmerick,stanno vivendo un rinascimento dettato dal miracolo economico,che dopo un periodo critico,dove stavano messi peggio di noi Italiani,sono stati capaci di rimettersi in gioco,non so con quale prezzo pagato dalla popolazione. Il nostro viaggio inizia dalla terra francese dove ci imbarchiamo, non prima di aver visitato i paesini di GIVERNY,dove CLAUDE MONET trascorse parte della sua vita di artista e ROSCOFF, nostro punto d’imbarco, e la stupenda isola di BATZ situata a poche miglia dalla terra ferma e percorsa interamente in bicicletta, dove si aprivano ai nostri occhi scenari stupendi.
mauriziot
... qui l'ambiente è molto buio e la foto dà già una luminosità maggiore di quella reale. L'ambiente trasmette misticismo e antichità che la foto solo in parte può rendere. Il monastero di Gherard, parzialmente scavato nella roccia, risale al IV secolo d.c.. Il nome significa “il monastero della lancia”, con riferimento proprio alla lancia che ferì Cristo durante la crocifissione, che secondo la leggenda sarebbe stata portata in Armenia dall’apostolo Taddeo e conservata nel monastero insieme a molte altre reliquie. Nel 2000 il monastero è entrato a far parte della lista dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Armenia, luglio2022
AntonioLimardi
Ripropongo la foto già postata ma con il riso che ormai è nato ed è in attesa di maturare. Lungo la strada che da Castellazzo Novarese conduce a Casaleggio, in aperta campagna, si possono osservare i ruderi di un'antica chiesa dedicata a Sant'Antonio Abate(Santo protettore degli animali, tanto da essere solitamente raffigurato con accanto un maiale che reca al collo una campanella). Si tratta di una chiesa a tre navate ,isolata nella campagna, perciò non ubicata al diretto servizio di un centro abitato, dotata di torre campanaria, particolare non comune per gli oratori campestri. Forse in origine erano annessi ambienti per l’ospitalità di viandanti e pellegrini o come dice la leggenda era la chiesa parrocchiale di un paese che ormai non esiste più, abbandonato quando i feudatari del territorio decisero di spostare la loro Signoria a Castellazzo, dove eressero il Castello. Tutti dovettero abbandonare le loro case ed anche il parroco la sua chiesa. Quest'ultimo, persona avarissima, non riuscì più a trovare il gruzzolo di monete d'oro che aveva nascosto ed è per questo che...in alcune notti, si odono pianti disperati tra i ruderi della chiesa: è il fantasma del Prevosto alla frenetica ricerca del gruzzolo di monete!
en.giuliani
Sono i fiori perfetti per esprimere un’autentica dichiarazione d’amore. Proprio per questo motivo, il significato del tulipano è proprio quello di amore vero. Una leggenda popolare, infatti, racconta che questo fiore sia nato dal sangue di un giovane che si suicidò per una delusione d’amore. Il nome deriva dal turco “tullband” che significa copricapo, turbante, proprio in virtù della forma del fiore. Il tulipano, durante il regno di Solimano il Magnifico, conobbe una forte popolarità, tanto che in Turchia, già nel corso del XVI secolo, furono creati diversi “cultivar”, molti dei quali giunti fino ai giorni nostri.
Marco Girelli
Il Ponte Sacro, interamente laccato di vermiglio, forma un arco grazioso sul fiume Daiya-gawa. La sua raffinatezza contrasta con la natura selvaggia della gola. La leggenda vuole che l’eremita che fondò Nikko abbia attraversato il fiume portato da due serpenti, simboleggiati oggi dal ponte. In epoca feudale solo l’imperatore aveva il diritto di attraversare il ponte. Al di là di esso si apre l’intero sito di Toshogu, con un parco di 16000 cedri.
marcocalandra89
Il nome dell'arcipelago di Acitrezza deriva dalla leggenda secondo la quale i faraglioni siano le pietre scagliate dal ciclope Polifemo contro Ulisse in fuga, come narrato nell'Odissea di Omero. Mi sono diretto ad Acitrezza per immortalare i piccoli isolotti e cogliere le tonalità calde dell'alba.
en.giuliani
… scatto senza pericoli di contagio … :D :D Anemone significa “fiore del vento”, per il temperamento delle sue corolle che ondeggiano lievi anche con la più blanda brezza. Nella mitologia greca, Anemone era un'affascinante ninfa. Di lei si erano innamorati due venti: Zefiro, che soffia in primavera e Borea, freddo di tramontana. I due, nella lotta per contendersi l'amata, scatenarono bufere e tempeste, facendo arrabbiare Flora (Dea della vegetazione) che, ingelosita, scagliò un incantesimo su Anemone, trasformandola in un fiore e legandola ai suoi spasimanti per sempre. La corte di Zefiro, delicato vento di primavera, l'avrebbe fatta schiudere; mentre le carezze di Borea, vento freddo, l'avrebbe portata a disperdere precocemente i petali. Secondo la leggenda, per questa ragione è un fiore di breve durata.