Risultato della ricerca: trazione integrale
davide.balsemin
Il Ponte di Olina costituisce senza dubbio una delle opere del passato più ragguardevoli ed ardite che si siano pervenute. Ancora oggi, pur soppiantato nella sua funzionalità dai vicini ponti di Pian della Valle (Pavullo-Acquaria) e del Prugneto (Pavullo-Sestola), si fa ammirare per la linea leggera del suo arco annerito dal tempo e perfettamente integrato nel paesaggio sassoso dello Scoltenna. Il ponte attuale si deve ad una ricostruzione del 1522 e pare che alle spese, gravate sulle terre dei Montecuccoli e della podesteria di Sestola, contribuissero anche Firenze e Lucca a dimostrazione del luogo strategico svolto nella viabilità frignanese fin dalle epoche più remote. Il Ponte di Olina era stato costruito con criteri che sono da ritenere avanzatissimi per la tecnica del tempo. L'arcata infatti ha una forma di tipo parabolico, con andamento che segue esattamente la linea dei carichi; la curva ottenuta permette cioè di assoggettare tutti i conci dell'arco ad un carico di pura compressione eliminando le componenti di trazione a cui la pietra non potrebbe resistere.
giuliocesare
Riscansionata, Riveduta e corretta, ho tolto i cavi dell'altatensione di trazione dei treni moderni che non si sposavano con l'ambientazione ottocentesca e poi ho dato un poco viraggio seppia.
gramauden
Fino agli inizi del XIX secolo, il paese di Brunate era praticamente isolato: dapprima una mulattiera, tracciata nel 1817 e che lo collegava a Como, e poi le tortuose e strette carrozzabili da Como e da Tavernerio, costruite nella seconda metà del XIX secolo, contribuirono a rompere questo isolamento. Ma tutto ciò non bastava. Fu soprattutto grazie all\'impulso della famiglia Bonacossa, che possiede tuttora una villa a Brunate, che si decise di intraprendere la costruzione di una funicolare a vapore che collegasse Como a Brunate, ponendo così fine in modo definitivo alle difficoltà di accesso al paese. Così, l\'11 novembre 1894, dopo meno di un anno di lavori, la Funicolare Como-Brunate fu solennemente inaugurata: tra le personalità che parteciparono alla cerimonia, spiccava la presenza del cardinale Andrea Carlo Ferrari, da pochi mesi arcivescovo di Milano. La sua costruzione ha contribuito non poco allo sviluppo turistico della località collinare, grazie anche allo spettacolare panorama su Como e sull\'omonimo lago che si può ammirare durante il viaggio. Nel 1911 la trazione divenne elettrica.
Mirko Manzo GrafiConcept
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Max010
Motore Anteriore, longitudinale verticale, 8 cilindri in linea, biblocco e teste in lega leggera, 2 valvole per cilindro, 2 alberi a camme in testa con comando a ingranaggi. Alimentazione a 2 carburatoti e 2 compressori volumetrici, accensione a magnete. Cilindrata (CC) 2905 cc (68x100 mm) Potenza e Coppia 180 CV a 5200 giri/min. Trasmissione Trazione posteriore, frizione anteriore pluridisco a secco, 4 marce + RM posteriore Telaio Longheroni e traverse a scatola saldati Carrozzeria Berlinetta (Touring Superleggera)
DanieleR76
La Nuvola è stata presentata al Salone di Parigi nel 1996 ed “esplorava” l'idea di reinterpretare il vecchio glorioso stile Alfa, ma in chiave moderna. Lunga 428 cm e larga 186 aveva proporzioni da vera sportiva, merito anche della trazione integrale e del 2.5 litri biturbo a benzina da 300 CV che la spingeva a 280 km/h.
Max010
Motore: Anteriore, longitudinale verticale, 4 cilindri in linea, monoblocco e testa smontabile in lega leggera, 2 valvole per cilindro, 2 alberi a camme in testa con comando a catena e ingranaggi. Alimentazione a 2 carburatori doppio corpo, accensione a spinterogeno, lubrificazione a carter umido. Cilindrata (CC) 1997,4 cc (85x88 mm) Potenza e Coppia 158 CV a 6500 giri/min. Trasmissione Trazione posteriore, frizione anteriore, monodisco a secco 4 marce + RM Telaio tubolare con longheroni laterali Carrozzeria Barchetta (Touring) Sospensioni Anteriore: ruote indipendenti, quadrilateri trasversali, molle elicoidali, ammortizzatori idraulici. Posteriore: assale rigido, triangolo superiore, puntoni inferiopri,molle elicoidali, ammortiz- zatori idraulici. Freni Idraulici, a tamburo sulle 4 ruote Dimensioni Passo: 2200 mm, lunghezza: 3950 mm, larghezza: 1780 mm, altezza: 1064 mm Peso 735 kg Massima velocità Oltre 220 km/h
massimomassarenti
Assisi La chiesa superiore presenta una facciata semplice a "capanna". La parte alta è decorata con un rosone centrale, con ai lati i simboli degli Evangelisti in rilievo. La parte bassa è arricchita dal maestoso portale strombato. Sul lato sinistro della facciata è stata appoggiata , nel Seicento, la Loggia delle benedizioni dalla quale, in epoca passata, si mostrava il Velo santo della Madonna. Sullo stesso lato, poco dopo la costruzione della chiesa superiore, è stato innalzato il campanile, un tempo cuspidato. L'architettura interna mostra invece i caratteri più tipici del gotico italiano: archi a sesto acuto che attraversano la navata, poggianti su semipilastri a fascio, dai quali si diramano costolature delle volte a crociera ogivali e degli arconi laterali che incorniciano le finestre. La fascia inferiore è invece liscia, e venne predisposta fin dall'inizio per la creazione di una bibbia per i poveri, rappresentata dalla decorazione didascalica ad affresco. Rispetto ad esempi marcatamente schiacciati (come la Basilica di Sant'Ambrogio a Milano) o ad altri orientati verso il verticalismo (gotico d'Oltralpe), la basilica francescana presenta un bilanciato equilibrio in alzato, con lo slancio dei pilastri e delle volte interrotto dall'orizzontalità del ballatoio che corre sotto le finestre, che dà un sofisticato ritmo di linee perpendicolari. Una certa somiglianza viene evidenziata con alcuni edifici francesi, come la cattedrale di Angers, che presenta affinità sia in alzato sia in pianta. La basilica superiore contiene la più completa raccolta di vetrate medievali d'Italia. Quelle della zona absidale (antecedenti al 1253) sono attribuite ad artisti della Germania nord-orientale, mentre quelle del transetto e della navata sono in parte di francesi e in parte di una bottega nata nell'ambito dell'officina del Maestro di San Francesco, databili nella seconda metà del XIII secolo. Intorno al 1288 sarebbero iniziate anche le decorazioni ad affresco. La decorazione di entrambe le basiliche corrisponde ad una serie di programmi (in qualche caso, in parte, distrutti), ciascuno dei quali è stato pensato in vista di un piano decorativo integrale, finalizzato all'esaltazione della figura di san Francesco. Lo straordinario risultato finale è dovuto al contributo essenziale di artisti di altissimo livello come Cimabue e Giotto, le cui sperimentazioni hanno fatto, della basilica di Assisi, uno dei luoghi più importanti per l'evoluzione dell'arte italiana ed europea tra il Duecento e il Trecento. La basilica superiore è adibita alle funzioni liturgiche di carattere ufficiale, come testimonia la presenza del trono papale nell'abside. La basilica superiore fu modello e ispirazione per le chiese francescane, anche se talvolta venne liberamente reinterpretato, per esempio usando una copertura a capriate invece delle volte. Tra le derivazioni più dirette la basilica di Santa Chiara, sempre ad Assisi, le chiese di san Francesco a Arezzo e a Cortona, la basilica di San Lorenzo Maggiore a Napoli. Fuori dall'Italia si riscontrano somiglianze per esempio nella Cattedrale di Angers in Francia, dove probabilmente ci furono contatti tramite Haymo di Faversham, generale dei francescani dal 1240 al 1244. La basilica di San Francesco ad Assisi, è il luogo che dal 1230 conserva e custodisce le spoglie mortali del santo serafico. Voluta da papa Gregorio IX quale specialis ecclesia, venne insignita dallo stesso Pontefice del titolo di Caput et Mater dell'Ordine minoritico e contestualmente affidata in perpetuo agli stessi frati. Nella complessa storia che ha segnato l'evoluzione dell'Ordine, la basilica (e l'annesso Sacro Convento) fu sempre custodita dai cosiddetti "frati della comunità", il gruppo che andò in seguito a costituire l'Ordine dei Frati Minori Conventuali. Presso la Chiesa sepolcrale della Basilica dove fu eretto l'altare sulla tomba del Santo, il 19 novembre 1585, il papa francescano Sisto V, con la bolla Supernae dispositionis istituiva l'Arciconfraternita dei Cordigeri. Nel 1754 Benedetto XIV l'ha elevata alla dignità di Basilica Patriarcale (oggi "Papale") e Cappella Papale. Nell'anno 2000, insieme ad altri siti francescani del circondario, la basilica è stata inserita nella Lista del patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.
massimomassarenti
La chiesa superiore presenta una facciata semplice a "capanna". La parte alta è decorata con un rosone centrale, con ai lati i simboli degli Evangelisti in rilievo. La parte bassa è arricchita dal maestoso portale strombato. Sul lato sinistro della facciata è stata appoggiata , nel Seicento, la Loggia delle benedizioni dalla quale, in epoca passata, si mostrava il Velo santo della Madonna. Sullo stesso lato, poco dopo la costruzione della chiesa superiore, è stato innalzato il campanile, un tempo cuspidato. L'architettura interna mostra invece i caratteri più tipici del gotico italiano: archi a sesto acuto che attraversano la navata, poggianti su semipilastri a fascio, dai quali si diramano costolature delle volte a crociera ogivali e degli arconi laterali che incorniciano le finestre. La fascia inferiore è invece liscia, e venne predisposta fin dall'inizio per la creazione di una bibbia per i poveri, rappresentata dalla decorazione didascalica ad affresco. Rispetto ad esempi marcatamente schiacciati (come la Basilica di Sant'Ambrogio a Milano) o ad altri orientati verso il verticalismo (gotico d'Oltralpe), la basilica francescana presenta un bilanciato equilibrio in alzato, con lo slancio dei pilastri e delle volte interrotto dall'orizzontalità del ballatoio che corre sotto le finestre, che dà un sofisticato ritmo di linee perpendicolari. Una certa somiglianza viene evidenziata con alcuni edifici francesi, come la cattedrale di Angers, che presenta affinità sia in alzato sia in pianta. La basilica superiore contiene la più completa raccolta di vetrate medievali d'Italia. Quelle della zona absidale (antecedenti al 1253) sono attribuite ad artisti della Germania nord-orientale, mentre quelle del transetto e della navata sono in parte di francesi e in parte di una bottega nata nell'ambito dell'officina del Maestro di San Francesco, databili nella seconda metà del XIII secolo. Intorno al 1288 sarebbero iniziate anche le decorazioni ad affresco. La decorazione di entrambe le basiliche corrisponde ad una serie di programmi (in qualche caso, in parte, distrutti), ciascuno dei quali è stato pensato in vista di un piano decorativo integrale, finalizzato all'esaltazione della figura di san Francesco. Lo straordinario risultato finale è dovuto al contributo essenziale di artisti di altissimo livello come Cimabue e Giotto, le cui sperimentazioni hanno fatto, della basilica di Assisi, uno dei luoghi più importanti per l'evoluzione dell'arte italiana ed europea tra il Duecento e il Trecento. La basilica superiore è adibita alle funzioni liturgiche di carattere ufficiale, come testimonia la presenza del trono papale nell'abside. La basilica superiore fu modello e ispirazione per le chiese francescane, anche se talvolta venne liberamente reinterpretato, per esempio usando una copertura a capriate invece delle volte. Tra le derivazioni più dirette la basilica di Santa Chiara, sempre ad Assisi, le chiese di san Francesco a Arezzo e a Cortona, la basilica di San Lorenzo Maggiore a Napoli. Fuori dall'Italia si riscontrano somiglianze per esempio nella Cattedrale di Angers in Francia, dove probabilmente ci furono contatti tramite Haymo di Faversham, generale dei francescani dal 1240 al 1244.
Max010
Years of production - 1999 - 2006 Motore: 4 cilindri in linea 20 Valvole - Cilindrata 1781 benzina ( sovralimentato con turbina K04 ) Potenza max/regime 165 kW (225 CV-HP ) a 5900 giri/min Coppia max 280 Nm Trazione integrale permanente Cambio meccanico a 6 rapporti Prestazioni: Velocità max 243 km/h - Accelerazione 0-100km/h 6.4 secondi
FrancescoFranciaFoto
Fabiana Britto posa per me sul set Playboy Italia: uno degli scatti a tema sweet Ieri su Pomeriggio 5 hanno trasmesso il backstage, con Nikon D850! :) Qui il backstage integrale per playboy Italia https://www.youtube.com/watch?v=P1vRtUi9IWk&t=25s
Max010
Ferrari 250 Monza - Il modello nacque dall’accoppiamento del telaio della 750 Monza con il motore della 250 MM. Quest’ultimo era un V12 a 60º, e fu progettato da Gioacchino Colombo La vettura era caratterizzata dall’avere il cambio montato nel retrotreno, che forniva una più equilibrata distribuzione dei pesi. Alla “250 Monza” furono anche installate sospensioni posteriori comprendenti un ponte De Dion, che migliorava la tenuta di strada Furono realizzati quattro esemplari con carrozzeria barchetta la cui linea fu disegnata da Dino Ferrari. Due furono costruiti da Pininfarina, e si ispiravano alla 500 Mondial. L’altra coppia fu invece realizzata da Scaglietti, ed il loro design ricordava quello della 750 Monza Il motore era un V12 a 60º non sovralimentato anteriore e longitudinale. L'alesaggio e la corsa erano rispettivamente 73 mm e 58,8 mm, che portavano la cilindrata totale a 2953,21 cm³. La testata ed il monoblocco erano fabbricati in lega leggera. Il rapporto di compressione era di 9:1, mentre la potenza massima erogata dal propulsore era di 240 CV a 7200 giri al minuto. La distribuzione era formata da un singolo albero a camme in testa che comandava due valvole per cilindro. L'alimentazione era assicurata da tre carburatori di marca Weber e modello 36 IF/4C. L'accensione era singola ed il relativo impianto comprendeva due magneti. La lubrificazione era a carter umido, mentre la frizione era multidisco. Le sospensioni anteriori erano indipendenti, ed avevano installato quadrilateri trasversali ed una balestra montata allo stesso modo; quelle posteriori erano invece formate da un ponte De Dion, doppi puntoni ed una balestra longitudinale. Entrambe montavano ammortizzatori idraulici Houdaille. I freni erano a tamburo sulle quattro ruote, mentre lo sterzo era a vite senza fine e settore dentato. La trazione era posteriore, e la trasmissione era formata da un cambio manuale a quattro rapporti più la retromarcia Il telaio era tubolare in acciaio. La carrozzeria era spyder a due posti, ed era opera di Scaglietti e Pininfarina La velocità massima raggiunta dalla “250 Monza” era di 250 km/h
Max010
Ferrari 250 Monza - Il modello nacque dall’accoppiamento del telaio della 750 Monza con il motore della 250 MM. Quest’ultimo era un V12 a 60º, e fu progettato da Gioacchino Colombo La vettura era caratterizzata dall’avere il cambio montato nel retrotreno, che forniva una più equilibrata distribuzione dei pesi. Alla “250 Monza” furono anche installate sospensioni posteriori comprendenti un ponte De Dion, che migliorava la tenuta di strada Furono realizzati quattro esemplari con carrozzeria barchetta la cui linea fu disegnata da Dino Ferrari. Due furono costruiti da Pininfarina, e si ispiravano alla 500 Mondial. L’altra coppia fu invece realizzata da Scaglietti, ed il loro design ricordava quello della 750 Monza Il motore era un V12 a 60º non sovralimentato anteriore e longitudinale. L'alesaggio e la corsa erano rispettivamente 73 mm e 58,8 mm, che portavano la cilindrata totale a 2953,21 cm³. La testata ed il monoblocco erano fabbricati in lega leggera. Il rapporto di compressione era di 9:1, mentre la potenza massima erogata dal propulsore era di 240 CV a 7200 giri al minuto. La distribuzione era formata da un singolo albero a camme in testa che comandava due valvole per cilindro. L'alimentazione era assicurata da tre carburatori di marca Weber e modello 36 IF/4C. L'accensione era singola ed il relativo impianto comprendeva due magneti. La lubrificazione era a carter umido, mentre la frizione era multidisco. Le sospensioni anteriori erano indipendenti, ed avevano installato quadrilateri trasversali ed una balestra montata allo stesso modo; quelle posteriori erano invece formate da un ponte De Dion, doppi puntoni ed una balestra longitudinale. Entrambe montavano ammortizzatori idraulici Houdaille. I freni erano a tamburo sulle quattro ruote, mentre lo sterzo era a vite senza fine e settore dentato. La trazione era posteriore, e la trasmissione era formata da un cambio manuale a quattro rapporti più la retromarcia Il telaio era tubolare in acciaio. La carrozzeria era spyder a due posti, ed era opera di Scaglietti e Pininfarina La velocità massima raggiunta dalla “250 Monza” era di 250 km/h
ValentinaPedretti
\"La gondola nera, slanciata, e il modo in cui si muove, lieve, senza rumore alcuno, ha qualcosa di strano, una bellezza da sogno, ed è parte integrale della città dell\'ozio, dell\'amore e della musica.\"