Dario Peracchi
Ubud, il cuore culturale di Bali, è una cittadina piena di templi splendidi e circondata da rigogliose risaie terrazzate, un vero idillio. Ma sebbene si tratti di un paesone, le sue (strette) strade sono tra le più congestionate dal traffico di tutta l’Indonesia, roba da restare bloccati con lo scooter per venti minuti senza riuscire a spiegarsene il motivo. Ecco perché a Ubud è caldamente consigliato girare a piedi, e soprattutto concedersi una lunga visita ristoratrice al Sacred Monkey Forest Sancturary, qualcosa in più di una semplice oasi cittadina. L’area, a cui si fa spesso riferimento semplicemente come Monkey Forest, è una porzione delimitata di foresta pluviale situata al limitare sud occidentale di Ubud, in cui vivono in completa libertà centinaia di macachi balinesi dalla coda lunga.
La riserva è di per sé è un luogo incredibile, disseminato di templi, di immensi grovigli di alberi e piccoli corsi d’acqua, che nell’insieme creano uno scenario da film d’avventura. Tra gli edifici religiosi principali si trova il Pura Dalem Agung Padangtegal, il Grande tempio dei morti, seguito da alcune strutture anticamente dedicate alle cremazioni e da numerose statue ricoperte dal muschio rappresentanti animali e figure della mitologia indonesiana. (Fonte: https://thewanderlust.org/2014/07/21/sacred-monkey-forest-sanctuary-ubud-bali-indonesia/)