Risultato della ricerca: romana
ashbydelazouch
La parte superiore del campanile della Basilica romana di Santa Maria in Cosmedin visto dall'Aventino, in controluce con un bel tramonto primaverile di sfondo
gigivoz
A Miseno, sul lato nord-ovest del Golfo di Napoli, costruita nel periodo Augusteo, si trova la più grande cisterna romana di acqua potabile mai realizzata. Interamente scavata nel tufo ha la capacità di 12.000 metri cubi d’acqua, è alta 15 metri, lunga 72 e larga 25 ed è ricoperta da una volta a botte sostenuta da 48 enormi pilastri cruciformi, disposti in quattro file, a formare cinque lunghe navate. La cisterna fu costruita per approvvigionare di acqua gli uomini della Classis Misenensis, divenuta Classis Praetoria Misenensis Pia Vindex, la più importante flotta dell’Impero Romano, che era ormeggiata nel porto di Miseno. Costituiva il serbatoio terminale dell’acquedotto augusteo (Aqua Augusta) che, dalle sorgenti di Serino (AV), con un tragitto di 100 chilometri, portava l’acqua a Napoli e nei Campi Flegrei. Nella navata centrale, è collocata una piscina limaria di 20x5 metri, profonda 1,10 metri, una vasca funzionale allo svuotamento e alla pulizia periodica della cisterna.
remo calicchia
INSTAMBUL, Una delle grandi opere realizzate da Giustiniano nel 532 d.c. cisterna Romana con i suoi 80.000 metri cubi d\'acqua, con le sue 336 colonne.
mauriziot
L'isola Tiberina, all'alba, fotografata da Ponte Cestio con la Basilica di San Bartolomeo all'isola e, sullo sfondo, il Ponte Rotto. Un ottimo soggetto fotografico, con qualche resto dell'estate romana ancora presente e che richiede un ritorno non appena l'area sarà completamente pulita. Scattato prima dell'alba, un modo utile per impiegare il tempo. Roma, settembre 2019
mauriziot
gia' presentata con uno scatto fatto con il nikkor Ais 50 f.12. Qui la ripresa e“ con il nuovo 14 24 Z. Roma, novembre, 2021.
cirro71
Terminato durante il governo di Tiberio, nel 21 d.C. è un ponte a cinque arcate, in pietra d\'Istria. Esso collega il centro storico e più antico insediamento di Rimini di epoca romana, con il borgo di San Giuliano notoriamente conosciuto come il borgo dei pescatori. Su di esso correvano e corrono due vie consolari l\'Emilia che giungeva fino a Piacenza e la Popilia che terminava ad Aquileia.
gigivoz
Il sito, frequentato già  nell'età  del ferro, diventò porto cumano nel IV secolo a.C.; nel III secolo a.C. vide la presenza di Annibale; nel II secolo a.C. divenne un fiorente centro residenziale. Con l'impraticabilità  del Portus Iulius, fu colonia autonoma e trasformato in base della flotta pretoria romana del basso Tirreno. In età  augustea era il più importante sito militare romano della zona, e lo divenne ancora di più all'epoca di Marco Aurelio (161 d.C.), ma decadde con la caduta dell'Impero romano d'Occidente. Ospitava la prima flotta imperale, la Classis Praetoria Misenensis. Il porto sfruttava un doppio bacino naturale, quello più interno (detto Maremorto o Lago Miseno), in epoca antica dedicato ai cantieri e alla manutenzione navale, mentre quello più esterno era il porto vero e proprio. La città  romana, già  in decadenza alla fine dell'impero, fu abbandonata definitivamente nell'840, dopo l'ultima di una lunga serie di incursioni di pirati saraceni. La maggior parte degli ultimi abitanti si rifugiò nella vicina isola di Procida.
mauriziot
... di notte, tra uno scroscio d'acqua e un altro. Il Pantheon, in latino classico Pantheum, è un edificio di epoca romana nel centro storico di Roma. Originariamente costruito come tempio dedicato a tutte le divinità passate, presenti e future, nel 27 a.C. da Marco Vipsanio Agrippa, genero di Augusto, e poi convertito in basilica cristiana nel Vii secolo. Particolare la sua una struttura circolare unita a un portico in colonne corinzie (otto frontali e due gruppi di quattro in seconda e terza fila) che sorreggono un frontone. Roma, maggio, 2019
sassopiatto
Nel cuore della Franciacorta, tra colline e vigneti, sorge uno dei più importanti e meglio conservati borghi medievali lombardi. Visibile da miglia e miglia di distanza spicca l’antica rocca, oggi chiamata Castello di Bornato. Imponenti mura di pietra grezza elevate intorno ad una torre di origine romana da Inverardo di Bornato nel 1270 ne dimostrano l’importante ruolo difensivo.
IvoMarkes
SOAVE..provincia di Verona ::::Per l\'epoca romana abbiamo, come testimonianza, i sepolcreti della frazione Castelletto, quello di contrada Cernìga, quello nei pressi della chiesetta della Bassanella ed altri. Inoltre alcune lapidi vennero studiate dal Mommsen. Probabilmente, vista la vicinanza, Soave era un pagus importante nei pressi della Via Postumia. Nel 932, un diacono, tale Dagilberto, fa testamento e dispone in eredità beni posti in Soave. Documento più importante è quello che attesta per la prima volta l\'esistenza del castello (934), in un secolo dove gli Ungari penetrano nell\'Europa Occidentale. In realtà è probabile che il castello sorga su un antico fortilizio romano. Nel 1029 abbiamo la Pieve di San Lorenzo segnalata tra le 48 Vicarie Foranee della Diocesi di Verona. È probabile che la chiesa fosse ubicata nel Borgo San Lorenzo, sulla strada per Monteforte d\'Alpone. Con il trattato di Campoformio (1797) cadeva la Serenissima e iniziava la dominazione austriaca che, nel 1805, ritornò francese; Soave divenne centro del Distretto della Tramigna comprendente anche Caldiero, Colognola ai Colli e Illasi. Nel 1809 ci furono scontri tra austriaci e francesi in un\'area tra Cazzano di Tramigna e Soave. Con il Congresso di Vienna (1815), il Veneto passò nel Regno Lombardo Veneto fino a quando, nel 1866, anche Soave entrò a far parte del Regno d\'Italia.
BMauroS
Isola di Ponza (LT) . . . La curvatura a mezzaluna richiama alla mente proprio la luna. Era frequentata già al tempo dei Romani (e dei Greci prima di loro). Era utilizzata come approdo a mo’ di porto naturale, sulla sommità della scogliera sono ancora visibili i resti di una necropoli romana. La parete di tufo bianco a picco sulla spiaggia è alta più di 100 metri. Nell’antichità la spiaggia era raggiungibile attraverso un tunnel scavato nella roccia dai romani, costruito con una lieve pendenza in opus reticolatum. Il passaggio è lungo quasi 200 metri ed è provvisto di lucernari che servivano ad illuminare la cavità scura. Attualmente è chiusa per pericolo caduta massi . . . E' raggiungibile solo via mare. Forse anche questo contribuisce a renderti ancor più affascinante, meravigliosa Chiaia di Luna . . .
vito.s
Brescia Romana, il Capitolium
IvoMarkes
Costruito nel primo secolo a.C. per sostituire un preesistente ponte in legno, Ponte Pietra è il più antico monumento romano di Verona e forse anche il più suggestivo. Esso univa l'originario tracciato della via Postumia con il colle antistante in corrispondenza di un guado, utilizzato sin dalla notte dei tempi. All'epoca dell'impero romano erano sette i ponti che attraversavano il fiume Adige in vari punti della città, e due lo facevano in prossimità del teatro Romano: IL PONTE MARMOREUS ED IL PONTE POSTUMIUS (ponte Pietra e il ponte Postumio). Quest'ultimo realizzato leggermente a valle del primo a seguito delle modiche tardo repubblicane del tracciato urbano, quanto l'ortogonalità del nuovo l'impianto viario impose di rettificare il tracciato della via Postumia per farla coincidere con il Decumano Massimo. Sarebbe interessante vedere ancora oggi i due ponti quasi affiancati, ma nell'anno 905 il ponte Postumio fu semidistrutto da una piena dell'Adige e, dopo tre secoli, nel 1239 esso cedette definitivamente all'impeto del fiume. In oltre duemila anni di storia, numerose piene devastanti e crolli a cui seguirono altrettante ricostruzioni, hanno conferito a ponte Pietra l'attuale configurazione a schiena d'asino con arcate asimmetriche, che è assai diversa da quella originaria di epoca romana. Una foggia irregolare che serve per facilitare il flusso della corrente, che in questa ansa dell'Adige risulta maggiore sulla riva rivolta verso l'antico teatro Romano. Bello di giorno, offre il meglio di sé durante la notte, quando una sapiente illuminazione e il silenzio in cui si ode l'acqua stagliarsi contro le pile, lo rendono uno dei luoghi più romantici dell'intera città. Anch'esso purtroppo, come accaduto per tutti i ponti di Verona, è stato oggetto dello scempio nazista durante la seconda Guerra Mondiale. Fatto saltare il 24 aprile 1945 dai tedeschi in fuga, è stato ricostruito utilizzando esclusivamente i materiali originali recuperati dal letto del fiume.
gigivoz
Il nome Avernus deriva dal greco άορνος (\'senza uccelli\'). Si narra che tale assenza fosse dovuta al fatto che le acque del lago esalassero dei particolari gas che non permettessero la vita agli uccelli. Secondo la religione greca e poi romana, era un accesso all\'Oltretomba, regno del dio Plutone. Per tal motivo gli inferi romani (l\'Ade greco) si chiamano anche Averno. Il lago di Averno giace all\'interno di un cratere vulcanico spento nato 4.000 anni fa. Infatti anche il poeta Virgilio nel sesto libro dell\'Eneide colloca vicino a tale lago l\'ingresso mistico agli Inferi, dove l\'eroe Enea deve recarsi (scrupea, tuta lacu nigro nemorumque tenebris VI, 238).
alex9
...anche qui molto probabilmente ci saranno solo palazzi... così come prima di questa distesa arida di sterpaglie c'era soltanto bosco o forse pineta. Eh sì è una foto, digitale.. ma era una giornata, semi limpida ma soprattutto bella.
lucianodagata
E\' la più grande cisterna romana: interamente scavata nel tufo, ha la capacità di 12.000 metri cubi d’acqua, è alta 15 metri, lunga 72 e larga 25 ed è ricoperta da una volta a botte sostenuta da 48 enormi pilastri cruciformi, disposti in quattro file. La cisterna fu costruita per approvvigionare di acqua la Classis Misenensis, la più importante flotta dell’Impero Romano, ormeggiata nel porto di Miseno (NA).
mgnello
La sacra di San Michele è un complesso architettonico collocato sul monte Pirchiriano, all'imbocco della bassa val di Susa. Situato nel territorio del comune di Sant'Ambrogio vicino ai Laghi di Avigliana di Torino e poco sopra la borgata San Pietro, che appartiene alla diocesi di Susa. Un posto quasi unico nel suo genere... Secondo alcuni storici, già in epoca romana esisteva, nel luogo in cui sorge ora l'abbazia, un presidio militare che controllava la strada verso le Gallie. Successivamente anche i Longobardi installarono un presidio che fungesse da baluardo contro le invasioni dei Franchi, facendo del luogo un caposaldo delle cosiddette chiuse longobarde delle quali rimangono alcune vestigia nel sottostante paese di Chiusa di San Michele. Il culto micaelico presso i Longobardi era già diffuso all'epoca, e questo porta a supporre che l'origine del culto a San Michele presso la vetta del Monte Pirchiriano fosse già presente precedentemente all'edificazione della Sacra di San Michele.