Risultato della ricerca: gabriele di martino
ranxnerox
espulsione del Bolo , il martin pescatore dopo aver mangiato , rigurgita quello che non digerisce ... sequenza di 5 scatti dell\'espulsione , scattata all\'oasi Lipu di Gaggio , con nikon d4s 600 mm + 1,4 x 1/1250 f5,6 iso 3200 con cavalletto .
FabrizioSgrignuoli
Questa mattina fa molto freddo ma a Gabriele non importa, vuole andare con il suo Papà a fare fotografie seguendo ogni sua MOSSA! Fabrizio,il suo Papà,ne ha il cuore pieno di gioia,ha persino creato per lui un album sul suo computer con le foto più belle. E\' consapevole che non sarà così per sempre. Gabriele Crescerà. Forse un giorno quando sarà grande farà lo stesso con suo figlio pensando a quanto era bello uscire con il suo Papà a fare Fotografie.
mattiabonavida
Un maestoso tramonto sulle pale Di San Martino, ammirate dal Passo san Pellegrino, in Val di Fassa, Trentino.
pnemetz
Ghiacciaio della Fradusta - Pale di San Martino. Quando ho scattato questa foto (1997), il ghiacciaio della Fradusta era ancora il secondo come ampiezza delle Dolomiti dopo il ghiacciaio della Marmolada. Purtroppo negli ultimi anni è quasi completamente scomparso!
AlbertoGhizziPanizza
Qualcuno mi ha detto che i 14fps della D5 non servono a nulla... Questa immagine sono 4 fotogrammi sovrapposti a 14fps con Nikon D5 a ISO14400. Per chi fosse interessato stiamo organizzando un workshop di avifauna. Info: info@albertoghizzipanizza.com
FabrizioSgrignuoli
In casa o fuori.....sono molteplici le circostanze dove al posto di Gabriele ci sono Io con il mio papà incredibilmente è tutto così simile che la nostalgia prende il sopravvento......tanti bellissimi ricordi che alla fine ripagano il tempo passato. ( Villa d\'Este sala di Noè )
IvoMarkes
Verona. Inizialmente il castello prese il nome di San Martino in Aquaro, derivato dalla preesistente chiesa racchiusa nella Corte d'Armi, la cui esistenza risaliva all'VIII secolo. Il toponimo può essere ricondotto sia alla vicinanza dell'Adigetto (acquario o canale), sia alla vicinanza di un ponte (quaro), che avrebbe superato lo stesso canale, o l'Adige. Prese il nome di Castel Vecchio solo dopo la costruzione dei castelli San Felice e San Pietro. La vicenda costruttiva del castello è complessa e prolungata nel tempo: la complessità deriva, in generale, dall'importanza della sua posizione nell'organismo urbano, e in particolare dal suo stretto legame, morfologico e funzionale, con la cinta urbana eretta in epoca comunale lungo l'Adigetto. Non è qui trascurabile la presenza della porta generata dall'antico Arco dei Gavi, inglobato nella medesima cinta muraria comunale. Un altro elemento dell'ipotetica configurazione originaria del castello può essere stata la costruzione voluta da Alberto I della Scala, nel 1298, delle regaste, la muraglia che doveva servire ad arginare l'Adige nella grande ansa fra le mura comunali e il borgo murato di San Zeno.
danciaba
Nelle valli dell\'Alta Badia e sud Tirolo si ergono qua e la magnifici manieri ricchi di storia con guerre e passaggi di proprietà fra ricchi signori dei vari paesi confinanti, ma che oggi possiamo ammirarne la loro bellezza in tutta tranquillità. Maurizio
mattiabonavida
Una magnifica e magica alba ripresa al Passo san Pellegrino, in Val di fassa, con uno sfondo d'eccezione, le Pale di San Martino!
tirex24
Quando l\'ho postata ho visto che era orizzontale, stavo per toglierla e raddrizzarla, ma Rosanna, Jus e Gabriele, più veloci della luce, l\'avevano già commentata, e così l\'ho lasciata com\'era! :-)
nonzo
Pale di San Martino
fernandospirito55
A San Martino ogni mosto diventa vino ..Fra le principali tradizioni legate al vino nella cultura contadina questo proverbio nasce per via dell'usanza di aprire le prime botti di vino durante questo giorno …..Un Buon San Martino a tutti
MicheleColombo
I raggi di luce proiettati dalla luna che sorge dietro alle pale di San Martino. Il lago e la baita Segantini in primo piano. Elaborazione in Lightroom CC.
IvoMarkes
Il Lago del Gleno è situato in Val di Scalve nella parte iniziale di una lunga vallata che risale a nord verso l\'omonimo monte (m. 2882) e i Passi Bondione (m. 2680) e Belviso (m. 2518). Il primo dicembre 1923 alle ore 7.15 le dieci arcate centrali della diga del Gleno cedettero trascinando a valle sei milioni di metri cubi d\'acqua, fango e detriti. La furia si abbatté sugli abitati di Bueggio, Dezzo, Gorzone, Boario e Corna di Darfo e dopo 45 minuti terminò la sua corsa nel Lago d\'Iseo lasciandosi dietro 356 morti e immani disastri. Il 3 dicembre 1923 giunsero a Darfo a commemorare le vittime il Re Vittorio Emanuele III e Gabriele d\'Annunzio. A causa dell\'impraticabilità delle strade, nessuna autorità poté visitare Angolo Terme e Mazzunno. Il 30 dicembre 1923 il Procuratore del Re incolpava i responsabili della ditta Viganò ed il progettista ingegner Santangelo per l\'omicidio colposo di circa 500 persone. Dal processo, che ebbe luogo tra il gennaio 1924 e il luglio 1927, emerse che i lavori erano stati eseguiti in modo inadeguato (il titolare della diga era stato il vero direttore dei lavori, nonostante non ne avesse le capacità) ed in economia, che il progetto era stato cambiato più volte in corso d\'opera senza le opportune verifiche e che il controllo da parte del Genio civile era stato svolto in maniera approssimativa e superficiale. Il 4 luglio 1927 il Tribunale di Bergamo condannò Virgilio Viganò e l\'ingegner Santangelo a tre anni e quattro mesi più 7.500 lire di multa. Verrà poi scontata la pena di soli due anni e annullata la multa. Attualmente rimangono i due tronconi laterali, uniti da un piccolo muro realizzato allo scopo di impedire il totale deflusso dell\'acqua.