Risultato della ricerca: bianchi
manlio.bottegoni
Gioiello del Parco regionale del Monte Cònero, Portonovo si distende in un contesto naturale ancora intatto, dove la macchia mediterranea arriva a toccare l\'acqua cristallina del mare. L\'arenile formato da una frana staccatasi da Pian Grande in epoca remota, risplende dei bianchi ciottoli di pietra del Cònero, levigati continuamente dalle onde. Il territorio di Portonovo, è parte integrante del Cònero, un monte abitato fin dalla preistoria e ne ha seguito le sorti: piceno, dorico, romano, bizantino, pontificio, francese, e infine, italiano. Nel medioevo questa zona era contraddistinta da tracce di vita monastica , con eremiti alla ricerca di silenzio e solitudine. La sua spiaggia fu punto d\'approdo e predaggio di navi turche. Di ciò si incontrano significative testimonianze storiche quali la torre di guardia eretta nel \'700 a difesa dai pirati e il Fortino Napoleonico baluardo militare ora adibito ad albergo.
AlbertoGhizziPanizza
Focus Stacking di 18 immagini Flash fibre ottiche - Cavalletto Gitzo Carbon 6X - Testa micrometrica Manfrotto 405 - Slitta micrometrica autocostruita - Alzo specchio - Scatto remoto - ombrelli (per ridurre la brezza) - diffusore - pannelli bianchi. Scattata tra le golene del Po
manlio.bottegoni
I laghetti di Portonovo sono due caratteristici laghetti salmastri che si trovano lungo la stradina che porta al molo, dietro alla torre. Circondati da un fitto canneto di giunchi e cannucce di palude tra i bianchi ciottoli di pietra del Conero, incastonati come due gioielli si estendono il Lago Profondo e il Lago del Calcagno (o Lago Grande nella foto). Leggende quasi magiche regnano sovrane in questo verde paradiso incontaminato. Antiche fonti testimoniano infatti che i laghetti si sono formati in tempi remoti quando l’acqua salata del mare, rimasta prigioniera per effetto di enormi macigni staccatisi dal monte Conero a causa di una gigantesca frana, si è mescolata nel tempo a bolle d’acqua dolce emergenti dal terreno. Secondo la leggenda questi laghi potrebbero essere collegati al mare tramite dei canali sotterranei che formerebbero dei vortici in grado di risucchiare chiunque vi nuoti vicino. Nessuno infatti ha il coraggio di tuffarsi nei laghetti, che rappresentano il regno incontrastato della fauna acquatica. Pare, comunque, che siano stati visti più volte, anche se non in tempi recenti, dei germani reali morti e con il piumaggio malmesso, galleggiare nel mare li vicino, proprio come se fossero stati, improvvisamente e senza scampo, risucchiati da potenti vortici d’acqua.
AndreaBenvenuti1994
La danza degli angeli. Due aironi bianchi maggiori si sfidano a colpi di becco e ali, una scena durata pochi istanti, che ho ripreso anche grazie alle potenzialità della Nikon D5!
dominique.lucas
«Per i vichi marini nell'ambigua sera cacciava il vento tra i fanali preludii dal groviglio delle navi i palazzi marini avevan bianchi arabeschi nell'ombra illanguidita ed andavamo io e la sera ambigua» (Dino Campana, Genova Canti Orfici, 1914)
brizio61
L’Aglio orsino (Allium ursinum L.) è una pianta bulbosa, erbacea, perenne, eretta non molto alta, con fiori bianchi e foglie larghe, delicate e setose, dall\'odore pungente di aglio appartenente alla famiglia delle Liliaceae come il tulipano, il giglio, il mughetto ed altre. La si può trovare nei nostri boschi a volte in popolamenti spesso massivi e fitti.
sebastianocalleri
Ieri sera,in giro per i numerosi presepi viventi allestiti nella mia zona (Testa dell'acqua Noto) sono entrato in questa piccola e diroccata casa di campagna,dove veniva rappresentato un luogo di culto risalente al periodo di nascita di nostro Signore. La piccola dimora semibuia,il cui altare era addobbato in un modo semplice e umile,con dei cenci bianchi e rossi e illuminata da tre candelabri che nel buio totale creavano una suggestione indescrivibile. Chiunque entrava veniva trasportato in una dimensione surreale,si notava chiaramente dall'espressione del volto il più delle volte solcato da una lacrima. Una drammatica carica emotiva e spirituale,un coinvolgimento totale,nel silenzio,una commozione che veniva fuori dal profondo dell'anima e il tutto veniva magicamente esternato con il più semplice gesto di Amore e Fratellanza...Il segno della croce!
Paolo_Squizzato
...la rosa rossa io la immagino così. Elaborazione in PP luce e contrasto e toni bianchi grigi e neri. Sono ben accettate le critiche.
ambro2000
DURANTE IL VIAGGIO VERSO AL BRETAGNA MI SONO FERMATO PER RIPOSARE VICINO A UN CAMPO PIENO DI FIORI BIANCHI E PRIMA DI RIPARTIRE HO PENSATO FACCIAMO UN PAIO DI SCATTI MA MENTRE STAVO METTENDO A FUOCO UN FIORE E' ARRIVATA QUESTA FARFALLA DALLE ALI TUTTE SFRANGIATE ... CHISSA' QUANTO AVEVA VIAGGIATO FORSE PIU' DI ME POTEVO FORSE MANDARLA VIA? ALLORA HO SCATTATO. VOI CHE NE DITE, HO FATTO BENE ?
desadex
Fuochi d'artificio di un albero
bluebell
Dalle finestre dell'ex sede della Stasi di Berlino si vede questo, edifici scatolari bianchi e neri, al massimo grigi. L'unica nota di colore è data dalle (poche) tende colorate alle finestre.
ambro2000
RISERVA DELLO ZINGARO A FINE MAGGIO, BIANCHI FIORI DI CAMPO E LE FAMOSE PALME NANE MA IL CIELO SE NE FA UN BAFFO ...
Paolo_Squizzato
"La Specola di Padova è la sede dell'antico osservatorio astronomico dell'Università di Padova: è posta sull'antica Torlonga del Castello di Padova, la maggiore delle due torri dell'antico Castello di Padova. È alta 49,59 m che con l'antenna parafulmine arriva a 53,30 m."...." La Torlonga era un'antica torre di difesa, edificata nel IX secolo d.C. Fu risistemata da Ezzelino III da Romano nel XIII secolo ed è legata alla sua fama di crudeltà: fu infatti prigione e sala di tortura per i nemici del tiranno. Caduto il tiranno, il castello fu abbandonato. Nella seconda metà del Trecento i nuovi signori di Padova, i Carraresi, edificarono il nuovo castello, sui resti del preesistente in parallelo al Bacchiglione. In una antica veduta della città di Padova è raffigurato colorato a quadri bianchi e rossi (Giusto de' Mennabuoi nella Basilica di Sant'Antonio di Padova). Con la costruzione delle mura cinquecentesche il castello e la torlonga persero la loro funzione militare e caddero in abbandono. Infatti nel Settecento l'antica fortezza, in gran parte cadente, veniva chiamata "Castel Vecchio", e da tempo era stata destinata a magazzino di granaglie, di paglia, di fieno, deposito di armi e munizioni. Nel 1761 il senato veneziano decretò l'istituzione di un osservatorio astronomico per l'Università padovana. Il progetto fu voluto dall'abate Giuseppe Toaldo che assieme all'architetto Domenico Cerato di Vicenza utilizzò l'esistente torrione, aggiungendovi alla sommità la sala di accesso alle torrette d'osservazione." - Fonte Wikipedia