Ciao a tutti, parlando con degli amici mi è venuto un dubbio:
quali differeze vi sono se utilizzo una pellicola 200 iso e tempi brevi e una pellicola 50 iso e tempi lunghi (in pieno sole, quindi tempi inferiori a 1/125) ?
ovviamente troverò un filo di grana nelle foto a 200 iso e poi ... vi sono differenze nei colori, tridimensionalità dell'immagine ecc. ecc.
mi hanno detto che è qualitativamente migliore una pellicola 50 iso di una a 200 iso, nel limite del possibile, ma vorrei capire il perchè se è vera questa affermazione.

La 50 ISO è (di suo) più nitida, più contrastata, ha meno latitudine di posa e meno grana.
Tutto ciò si riflette sull'immagine.
Oltre, naturalmente, alle implicazioni indotte da tempo e diaframma diversi.

Anche se le differenze, rispetto ad un tempo, si sono un po' attenuate, è sempre valido il principio che - soprattutto nel paesaggio e nel ritratto - è preferibile scattare con la più bassa sensibilità disponibile, per i motivi che ha scritto Gianni.
La finezza di grana, la ricchezza di dettaglio e di gamma tonale sono tutti pregi delle sensibilità minori.

La mitica Velvia 50 si trova ancora in giro, anche se ormai la versione da 100 ASA ne ha preso (a mio parere degnamente, per altri no) il posto. Sempre in casa Fuji, l'Astia è eccellente nei ritratti ed in tutti quei casi in cui il contrasto è già elevato, e non lo si vuole enfatizzare con una pellicola troppo squillante.


Se in determinate situazioni, tuttavia, occorre utilizzare tempi brevi o comunque sufficienti a fermare il mosso del soggetto mantenendo diaframmature adeguate, si può caricare in macchina pellicole più sensibili: mi trovavo bene con la Ektachrome E-200, che ha una ottima finezza di grana, e con la incredibile (per la sensibilità che ha) Provia 400F: al di là dell'intonazione generale un po' freddina, questa pellicola salva molte situazioni in c.f. in situazioni di luminosità critica. Soprattutto a chi era abituato a scattare a 50/18 ISO, questa 400 senza troppa grana sembrò un miracolo.

Certamente ci sono mille altre pellicole che altri mille fotografi troveranno migliori; io ti scrivo di queste perchè sono quelle con le quali mi sono trovato personalmente benone per parecchi anni. Non è infatti opportuno cambiare spesso tipo di pellicola, perchè è molto meglio disporre di una pellicola che si conosce bene, anche in una situazione non ideale per quella, che usarne una ad hoc ma della quale non si è potuto ancora sperimentare a sufficienza le caratteristiche di resa.

Ad es., in casi estremi ho "tirato" delle velvia 50 a 200 asa: beh, la situazione era critica, la luce scarsa, le 400F finite...insomma, ho esposto come meglio ritenevo ed i risultati (pur con una forte "tappatura" delle ombre) non sono stati da buttare. Soprattutto lo slittamento cromatico - che pure c'è stato - è tollerabile.

Certo, sto parlando di casi eccezionali; ma conoscendo un po' la velvia, ho tentato, con buon successo.

Quando si scatta in pieno sole si hanno di solito scene ad alto se non altissimo contrasto. In questi casi si devono fare delle scelte che portano ad avere delle alte luci ben esposte a fronte di ombre tappate o, al contrario, privilegiando le ombre ottenere alte luci bruciate.
Più la pellicola è di bassa sensibilità più questi problemi vengono accentuati proprio dalla scarsa latitudine di posa di queste emulsioni.
A differenza di quanto comunemente si possa pensare, in questi casi a venirci in aiuto sono proprio le emulsioni ad alta sensibilità che, dato la loro maggior latitudine di posa, pur non risolvendo il problema lo attenuano.

anche questa volta ho imparato molto dal forum, siete splendidi, questa è una fonte didattica eccellente.
le Vs risposte hanno confermato una mia idea, quella che la pellicola + sensibile ha una latitudine di posa maggiore.