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80-200 2.8d & D200
Bella accoppiata?
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Goofy59
Messaggio: #26
QUOTE(Maicolaro @ Jul 11 2007, 09:45 AM) *

Si tratta della versione Af-s, l'unica dei 4 80-400 Af prodotti con motore swm incorporato, sicuramente il migliore della serie, a detta di alcuni superiore dal punto di vista ottico al 70-200 vr.
Confermo: avevo acquistato quello nuovo, ho fatto delle prove di MAF, ma non mi aveva convinto del tutto, non so se fosse questione di "fit" con la mia D200 o che altro, so solo che poi ho trovato un bel AF-S usato, l'ho provato per un po' di giorni, ed alla fine ho fatto il cambio.
A me pare decisamente più sharp, fa un bellissimo bokeh (oltretutto i motori sono più silenziosi e veloci ed accetta il duplicatore TC 1.4).
Non so se sia meglio del 70-200 VR ma mi trovo benissimo.
Maurizio1966
Messaggio: #27
QUOTE(Maicolaro @ Jul 11 2007, 09:45 AM) *


Si tratta della versione Af-s, l'unica dei 4 80-400 Af prodotti con motore swm incorporato, sicuramente il migliore della serie, a detta di alcuni superiore dal punto di vista ottico al 70-200 vr.


Io ho questa versione dell'80-200. Con tutto che mio figlio l'ha fatto cadere a terra (colpa mia però) sta funzionando stupendamente e sembra non averne risentito della botta.

http://www.nital.it/forum/uploads/11849466..._2460_77936.jpg

Messaggio modificato da Maurizio1966 il Jul 21 2007, 10:24 PM
lucafumero
Messaggio: #28
QUOTE(Maicolaro @ Jul 11 2007, 09:45 AM) *

Si tratta della versione Af-s, l'unica dei 4 80-400 Af prodotti con motore swm incorporato, sicuramente il migliore della serie, a detta di alcuni superiore dal punto di vista ottico al 70-200 vr.


Quattro versioni? Me le indicheresti (sono curioso!)?
Io ne conoscevo solo due: il bighiera afd e il "vecchio" a pompa (afd anche questo?)... Ora ci aggiungo la versione afs ma continua a mancarmene uno...
Anche gli schemi ottici sono diversi nelle varie versioni?
Grazie

Luca
Lucabeer
Messaggio: #29
QUOTE(lucafumero @ Jul 24 2007, 08:59 AM) *


Quattro versioni? Me le indicheresti (sono curioso!)?
Io ne conoscevo solo due: il bighiera afd e il "vecchio" a pompa (afd anche questo?)... Ora ci aggiungo la versione afs ma continua a mancarmene uno...


Esistono due versioni a pompa: la AF e la AF-D, che differiscono anche per la fattura dello switch di messa a fuoco FULL-LIMIT (a ghiera nel primo, a interruttore scorrevole nel secondo).

Se usi il motore di ricerca, dovrebbe pure esserci una discussione che mostra le foto di tutti e quattro...
Falco Stellare
Messaggio: #30
Una cosa che non riesco proprio a spiegarmi tecnicamente è proprio questo back/front-focus; il mio dubbio si basa, paradossalmente, sulla conoscenza dei sistemi adottati per la focheggiatura automatica delle fotocamere. Per spiegarmi occorre fare una premessa storico/tecnologica.

Le tecnologie di focheggiatura automatica sono sostanzialmente assimilabili a due principali categorie: le tecnologie attive e quelle passive.

I sistemi appartenenti alla prima categoria sono quelli più vecchi, e si basano sul rilevamento della distanza effettiva del soggetto dal piano focale: chiaramente, un'eventuale staratura di tale sistema potrebbe portare al risultato finale dell'immagine sfocata. Così funzionava il sistema di autofocus sviluppato da Polaroid nel 1986; la distanza del soggetto veniva valutata utilizzando la tecnologia del sonar, ossia un'onda acustica veniva emessa, e il tempo di andata/ritorno veniva valutato per identificare la distanza intercorrente tra soggetto e piano focale. La Polaroid Spectra prima, e SX-70 poi, funzionavano proprio a questo modo.

Questo sistema ovviamente soffriva di gravi limitazioni, la prima delle quali consisteva nell'impossibilità di focheggiare su soggetti posti al di là di una superficie trasparente, ad esempio il vetro di una finestra: il sonar rilevava la superficie del vetro, focheggiava su di essa, e il vero soggetto della ripresa era irrimediabilmente sfocato.

Quello della Polaroid era il capostipite dei sistemi attivi per il rilevamento della distanza del soggetto. Oggigiorno tale sistema non è più ovviamente in uso; nelle fotocamere più economiche si è adottata una variante del sonar, basata però sulla luce infrarossa: un emettitore proietta un fascio di luce IR sul soggetto, e rileva la luce riflessa; valutando la diminuzione dell'intensità della luce IR, il sistema è in grado di calcolare la distanza del soggetto. Un'alternativa più sofisticata e precisa prevede il calcolo del tempo intercorso tra l'emissione del raggio IR e il suo ritorno per riflessione sul sensore. Anche la tecnologia basata sugli IR ha ovviamente tanti problemi, ad esempio il sensore può essere confuso da sorgenti IR estranee, il soggetto principale può riflettere male il raggio IR inducendo il sensore ad una errata valutazione della distanza, ecc. ecc.

Tutti questi sistemi attivi non sono però implementati sulle moderne reflex digitali. L'autofocus di questi apparecchi funziona su un principio completamente diverso, estremamente più sofisticato, per certi versi affascinante perché tecnicamente si tratta della riproduzione (immensamente semplificata) in hardware di quello che normalmente avviene nel sofisticato sistema di focheggiatura dell'occhio umano. La tecnologia alla base di questi sistemi è quella passiva.

A parte Superman, nessun essere umano emette alcunché dagli occhi. Senza entrare nella trattazione fisiologicamente accurata del sistema di focheggiatura dell'apparato visivo umano (dovrei scrivere un libro) dirò soltanto che nella retina sono presenti alcuni neuroni uniti in un network funzionale in grado di valutare il contrasto di luminosità esistente tra zone contigue della retina; questo network neurale in sostanza fa muovere il muscolo che pilota il cristallino affinché esso focheggi correttamente l'immagine sulla superficie della retina (anche qui la semplificazione che sto facendo è veramente enorme). Appena il network rileva il massimo di contrasto tra due zone adiacenti allora decide che la miglior focheggiatura è stata raggiunta: il cristallino viene bloccato e l'operazione di autofocus è completata smilinodigitale.gif

Tutto questo avviene molte volte al secondo, dal nostro punto di vista potremmo dire che siamo dotati di un autofocus che lavora in "modo continuo" :-) In più, l'occhio umano focheggia ad una velocità pazzesca (realmente subliminale), che nemmeno il più veloce obbiettivo motorizzato di ultima generazione può nemmeno lontanamente sognare.

L'autofocus delle moderne reflex digitali funziona sul medesimo principio dell'individuazione del massimo contrasto: un sensore CCD lineare viene investito dalla luce proveniente dall'obbiettivo, e un microprocessore valuta in tempo reale le intensità di segnale dei singoli pixel, pilotando il motore di messa a fuoco finché non viene identificato un picco di contrasto (anche qui, semplifico assai); in quel momento il microprocessore arresta il motore, l'ottica si ferma, e il fuoco è raggiunto.

Anche questo sistema di focheggiatura automatica ha dei difetti intrinseci e dei limiti, e anche delle soluzioni operate dai vari progettisti, che tutti ben conosciamo e sui quali non mi soffermerò.

Tornando al discorso del front/back-focus, è abbastanza chiaro adesso perché non riesco a spiegarmelo tecnicamente: essendo in gioco un sistema integrato e prettamente valutativo, che cioé misura direttamente la figura ottica fornita dall'obbiettivo, com'è possibile che venga segnalato il raggiunto fuoco quando ciò non è vero?

Quale sarebbe la taratura che tanto spesso viene invocata da chi dice di essere soggetto a questo problema? Volendo essere precisi nelle definizioni, si tara un sistema su un altro sistema, ossia (ad esempio) si esegue una calibrazione opportuna di un sistema di misurazione quando questo deve influire su un altro sistema (un attuatore, ad esempio) che però è fisicamente estraneo al primo.

Nel sistema autofocus di una reflex, invece, il sistema di misurazione e quello di attuazione sono integrati, ossia sono coincidenti, e lavorano attraverso un'unica immagine, che è quella fornita dall'obbiettivo.

La mia confusione si complica ulteriormente quando sento che un'esemplare di reflex manifesta il problema con un'ottica, ma non con un'altra hmmm.gif

L'unica soluzione che mi viene in mente è l'inerzia.

Sì, l'inerzia, ossia la tendenza di un obbiettivo, piuttosto di un altro, a continuare il movimento di focheggiatura dopo che il motore ha cessato di ruotare, vuoi per errori nella progettazione degli elementi componenti, vuoi per un difetto di costruzione di un esemplare... In questo modo, la reflex segnala il raggiunto miglior fuoco, ma l'obbiettivo continua a muoversi quel tanto che basta a sfocare significativamente il soggetto. Risultato: l'utente dice che la coppia fotocamera/obbiettivo è affetta da back-focus (o front-focus, a seconda) e che deve essere tarata.

Cosa mi manca per capire come funziona davvero questo problema? Sto per comprare un 80-200/2.8 e la mia D200 se ne sta lì preoccupata da morire rolleyes.gif

Aiutatemi a capire!!! guru.gif

--
Falco Stellare - DeepVoid
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