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Integrazione
no real difference between us...
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Giorgio Baruffi
Messaggio: #51
grazie a tutti e due...

di Pieroni ho letto e riletto più volte il primo, ma non il secondo che hai citato Francesco, i link sono nei bookmarks...

per Twin invece, da quale consigli di iniziare? considerando che non sono uno pissicologo? (per facilità di lettura e comprensione anche ad un neofita del settore?)
davidebaroni
Messaggio: #52
QUOTE(GiorgioBS @ Sep 16 2005, 01:41 PM)
grazie a tutti e due...

per Twin invece, da quale consigli di iniziare? considerando che non sono uno pissicologo? (per facilità di lettura e comprensione anche ad un neofita del settore?)
*



Più o meno, nell'ordine in cui li ho indicati... avevo pensato a questo aspetto del problema. smile.gif

A dire la verità, "pragmatica" e "la struttura della magia" si possono scambiare... ma "pragmatica" è più leggerino! wink.gif
"La struttura della magia" fa un sacco di riferimenti (ben spiegati) alla Grammatica Trasformazionale di N. Chomsky, ed è un po' più "tecnico". Però, per la "struttura" (appunto) di queste cose, per me è un po' la "bibbia". smile.gif

Io andrei a vedere se ne trovi uno in biblioteca, in prestito, e comincerei da quello. wink.gif Poi, se ti prende, beh... allora è un'altra storia! biggrin.gif

Anche quello sulla psicologia della Gestalt lo puoi leggere quando ti pare, come ordine. Per me è molto interessante. Ci sono dentro le basi neurologiche della composizione... wink.gif

Messaggio modificato da twinsouls il Sep 16 2005, 01:17 PM
Utente cancellato
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Messaggio: #53
Prima che li leggiate tutti e arrivate qui belli preparati biggrin.gif , vediamo se riuscite a leggere queste senza l'aiuto dei titoli wink.gif

P.S. Tre foto scannate col solito e ormai famosissimo scanner in mio possesso cerotto.gif ma tanto non è di qualità ma di contenuti che si parla


1^
Anteprima(e) allegate
Immagine Allegata

 
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Messaggio: #54
2^ foto, tema diverso
Anteprima(e) allegate
Immagine Allegata

 
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Messaggio: #55
Terzo tema, 3^ foto. Io avrei finito biggrin.gif Ora provate a capire di che si parla.
Anteprima(e) allegate
Immagine Allegata

 
Giorgio Baruffi
Messaggio: #56
quanto tempo abbiamo? biggrin.gif

sono tuoi scatti? il secondo è... inquietante...

ok, mi prendo il tempo che ci vuole, anzi, direi a tutti di inviare un MP a Claudio, senza scrievere qui direttamente, poi lui li metterà qui alla fine della "prova", questo per non influenzarci l'un l'altro... ok?
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #57
QUOTE(GiorgioBS @ Sep 16 2005, 04:43 PM)
sono tuoi scatti?


Magari!!!!!!!!!!!!!! rolleyes.gif

Mi genufletto solo per averlo pensato laugh.gif
Il Primo è di Magubane gli altri due sono del Sommo McCullin ma ne avrei altre che a parer mio lasciano poco all'interpretazione wink.gif Non l'ho trovato tra i miei e purtroppo nenache in rete ma c'è uno scatto di Nachtwey in cui è rappresentato un bimbo accostato ad un muro su cui si riflette l'ombra enorme di un braccio con un fucile...a me il messaggo è arrivato chiaro e forte biggrin.gif

Comunque se volete mandate pure gli MP li visionerò lunedì (domani sono a Venafro) e scriverò il risultato
Franco_
Messaggio: #58
x Twin grazie.gif

P.S. tra poco metteremo le nostre foto sul lettino prima di guardarle biggrin.gif



x Claudio: nella seconda si capisce tutto dal titolo: Macerata laugh.gif laugh.gif laugh.gif

A parte gli scherzi, ci sono immagini che parlano da sole, ma anche qui si possono prestare a molte interpretazioni, ad esempio la terza potrebbe essere intitolata
Follia
o
Verso un mondo migliore ?
o ancora
Così va il mondo ecc...

Il titolo aiuta il lettore a capire quali dei diversi possibili messaggi voleva comunicare.

Un saluto

Utente cancellato
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Messaggio: #59
Primo MP arrivato or ora. guru.gif
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #60
Veramente mi aspettavo un bel numero di MP su un argomento che ero convinto potesse interessare, invece al mio ritorno apro la pagina dei mesaggi e la trovo desolatamente vuota unsure.gif
Un'altra occasione persa per parlare un po' di fotografia invece che di pisel e di rumor? Non so, è certo che, sono sincero, non mi aspettavo un vuoto pneumatico così "assordante".
I Mesaggi li hanno mandati solo coloro i quali hanno prima dato vita ( grazie.gif Giorgio) e poi continuato ( grazie.gif Davide) la discussione. Fraroboy, grazie.gif anche a te, ha risposto in diretta.

Comunque questa la risposta di Davide che dopo aver messo in evidenza vari aspetti delle foto così conclude: "Comunque, guardandole "a modo mio", mi viene da dire che in realtà hanno un tema comune, l'isolamento urbano e la sua "spietatezza"."

Questa quella di Giorgio: "la prima mi porta alla mente subito il concetto di libertà, di libertà negate magari visto il muro e gli spuntoni di ferro...

la seconda, beh, inequivocabilmente la pazzia, o per definirla meglio, il disagio mentale estremamente pesante che può colpire l'uomo... latrovo davvero molto eloquente quanto inquietante...

la terza invece mi lascia un pò perplesso, perciò cerco di analizzarla per contenuti visibili...

ambientazione in qualche zona industriale ma disagiata dell'europa, mamma con carrozzina e, presumo, un bimbo al suo interno, atmosfera che definierei post-industriale, non lo so, sinceramente su di questa dovrei riflettere maggiormente... ecco però che qui, per un mio limite, non sono riuscito a cogliere appieno il messaggio... "

Da parte mia posso dire che nella prima ho visto l'anelito di libertà espresso dalla mano di un nero costretto al di là di un cancello chiuso "armato" da punte di lancia.
Un baluardo insormontabile? Non direi, un primo passo verso una visibilità che è inarrestabile. Con buona pace di chi quel cancello si ostina a tener chiuso.

Nella seconda c'è qualcosa che va al di là della disperazione del proprio stato. C'è un diversa "presa di posizione" da parte di chi quello stato subisce. In uno dei soggetti c'è rassegnazione, nell'altro, che credo fermamente non sia pazzo, ci leggo un tremendo atto d'accusa. La sfida di chi non vuol tacere e ci urla in faccia le nostre responsabilità.

Nella terza, che pensavo fosse la più leggibile, ci vedo lo schiacciamento di ogni diritto, anche delle generazioni future, ad un mondo diverso. Il progresso, o quello che la nostra società reputa tale, domina la scena incombente e senza lasciare nessuna via di scampo.

Un buon esercizio per me. grazie.gif per l'occasione.

_Nico_
Messaggio: #61
QUOTE(__Claudio__ @ Sep 15 2005, 06:10 PM)
... la foto a me piace, non sono riuscito a leggerci quello che tu volevi trasmettere e probabilmente è colpa mia non tua. [...] Da parte mia posso dire che è un buono scatto ma che non avrei mai pensato all'integrazione se tu non avessi fatto la premessa.
Esempi non so se ne ho, mi vengono però in mente una serie di foto di Nico che postò qualche tempo fa e che riprendevano un nonno (boanco) intento a giocare col nipotino (nero). Ecco in quelle foto io ho letto subito quel che Nico voleva significare, non so se ricordi.

Claudio si riferiva sicuramente a questa e altre foto scattate lo scorso autunno:

user posted image

Anch'io, come Claudio e Lambretta, non vedo con nettezza il tema dell'integrazione nella foto di Giorgio, che pure mi piace (e concordo con lui che in bn è altra cosa...). Credo che dipenda dall'assenza di "segnali di rinforzo" o di "conferma". Chiamo così quei fattori che possano chiarirci quale rapporto corre tra i due ragazzi fotografati da Giorgio. L'impossibilità di vedere i loro volti, le loro mani non ci consente di avere altre informazioni sul loro rapporto, di poter 'decifrare' con probabilità l'immagine.

Io ho avuto la fortuna di poter mettere a fuoco sia i segnali mimici che quelli gestuali: le mani del nonno che stringono quella del nipote, le loro espressioni serene, felici riducono gli equivoci: dubito qualcuno possa sostenere che i due si odino... smile.gif
In questo caso la questione è stata per me più semplice, perché non ho pensato ad alcuna idea. Li ho visti, mi sono piaciuti, e con discrezione li ho fotografati, per evitare di modificare il loro comportamento. Però anch'io, tutte le volte che parto da un'idea, fatico a concretarla in immagine... rolleyes.gif
Borges cominciava (più o meno) così una sua poesia: «la città è un poema che non m'è riuscito di fissare in versi...». Anch'io ho carrellate di temi che non m'è riuscito di fissare in immagini... smile.gif

La questione è d'interesse, almeno per me, perché ripropone il complesso rapporto tra immagine e parola (o idea). L'immagine è più esclusiva (più caratterizzante) della parola: non vedo mai IL o UN tavolo, ma QUESTO tavolo. Però l'immagine è anche più 'ambigua' della parola: essa, se priva di quelli che ho chiamato segnali di conferma si apre a molteplici interpretazioni. E per fare un solo sbrigativo esempio, nel campo dell'immagine la nostra cultura ci induce a credere che l'abito faccia il monaco... smile.gif

Scusatemi se ho affrontato l'argomento con la finezza dell'ascia... rolleyes.gif smile.gif
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #62
QUOTE(_Nico_ @ Sep 19 2005, 12:14 PM)
................................................................................
................................
Claudio si riferiva sicuramente a questa e altre foto scattate lo scorso autunno:
................................................................................
.......................................La questione è d'interesse, almeno per me, perché ripropone il complesso rapporto tra immagine e parola (o idea). L'immagine è più esclusiva (più caratterizzante) della parola: non vedo mai IL o UN tavolo, ma QUESTO tavolo. Però l'immagine è anche più 'ambigua' della parola: essa, se priva di quelli che ho chiamato segnali di conferma si apre a molteplici interpretazioni. E per fare un solo sbrigativo esempio, nel campo dell'immagine la nostra cultura ci induce a credere che l'abito faccia il monaco... smile.gif


Senza ombra di dubbio, parlo per me, una delle più belle foto mai viste, non solo qui. Fatta con Coolpix e...chi vuol capire capisca. smile.gif

Condividendo le tue riflessioni Nico, sull'ambiguità dell'immagine, che vorrebbe puntelli per essere "completamente" compresa, penso comunque che vi sono alcune foto, che pur essendo aperte, come ovvio, a interpretazioni diverse, queste vertono o finiscono per differenziarsi quasi esclusivamente per piccoli particolari dovuti, questo sì secondo me. dalla storia personale. E' un fatto però che, al di là di queste piccole differenziazioni, nella sostanza il "significato", almeno quello percepito e a questo punto direi anche pensato dall'autore, sia comunque arrivato a destinazione. grazie.gif Per il tuo intervento sempre puntuale.
_Nico_
Messaggio: #63
Grazie a te Claudio, due volte: per i complimenti (molto generosi), e soprattutto per aver sollecitato la riflessione. Talvolta l'ambiguità dell'immagine dipende dal nostro atteggiamento: la nostra cultura affida a essa -e in partciolare alla foto- la funzione di mostrare «ciò che è». E talvolta dimentichiamo che «ciò che appare» non è automaticamente ciò che è. Discorso un po' ingarbugliato, ma che ricordava con maggior efficacia Magritte:

user posted image

Vediamo una pipa, e la scritta dichiara che «questa non è una pipa». La scritta sconcerta, eppure è lapalissiana: non c'è legno, non la si può usare per fumare. Insomma, effettivamente e indiscutibilmente, non è una pipa... smile.gif

L'immagine non è la cosa, e la mappa non è il territorio. Affermazioni banali, ma spesso le 'ambiguità' dell'immagine derivano proprio dalla confusione tra immagine e cosa.
Franco_
Messaggio: #64
QUOTE(_Nico_ @ Sep 19 2005, 12:14 PM)
QUOTE(__Claudio__ @ Sep 15 2005, 06:10 PM)
... la foto a me piace ...

Claudio si riferiva sicuramente a questa e altre foto scattate lo scorso autunno:

Anch'io, come Claudio e Lambretta, non vedo con nettezza il tema dell'integrazione nella foto di Giorgio, che pure mi piace (e concordo con lui che in bn è altra cosa...). Credo che dipenda dall'assenza di "segnali di rinforzo" o di "conferma". Chiamo così quei fattori che possano chiarirci quale rapporto corre tra i due ragazzi fotografati da Giorgio. L'impossibilità di vedere i loro volti, le loro mani non ci consente di avere altre informazioni sul loro rapporto, di poter 'decifrare' con probabilità l'immagine.

Io ho avuto la fortuna di poter mettere a fuoco sia i segnali mimici che quelli gestuali: le mani del nonno che stringono quella del nipote, le loro espressioni serene, felici riducono gli equivoci: dubito qualcuno possa sostenere che i due si odino... smile.gif
In questo caso la questione è stata per me più semplice, perché non ho pensato ad alcuna idea. Li ho visti, mi sono piaciuti, e con discrezione li ho fotografati, per evitare di modificare il loro comportamento. Però anch'io, tutte le volte che parto da un'idea, fatico a concretarla in immagine... rolleyes.gif
Borges cominciava (più o meno) così una sua poesia: «la città è un poema che non m'è riuscito di fissare in versi...». Anch'io ho carrellate di temi che non m'è riuscito di fissare in immagini... smile.gif

La questione è d'interesse, almeno per me, perché ripropone il complesso rapporto tra immagine e parola (o idea). L'immagine è più esclusiva (più caratterizzante) della parola: non vedo mai IL o UN tavolo, ma QUESTO tavolo. Però l'immagine è anche più 'ambigua' della parola: essa, se priva di quelli che ho chiamato segnali di conferma si apre a molteplici interpretazioni. E per fare un solo sbrigativo esempio, nel campo dell'immagine la nostra cultura ci induce a credere che l'abito faccia il monaco... smile.gif

Scusatemi se ho affrontato l'argomento con la finezza dell'ascia... rolleyes.gif smile.gif
*



Ciao Grandi (qui ve lo siete proprio meritato !!!)
Questa è la più bella discussione che ho letto nel forum.
La risposta di Nico la trovo esaustiva nei confronti di alcune delle mie domande di fondo sul linguaggio fotografico e sul suo uso.
Da un pò di tempo sto meditando su che cosa cerco veramente nella fotografia e sto faticando non poco a trovare le risposte: sto vivendo un momento di impasse, sono come bloccato. Spero che questa sia una crisi di crescita e non di rigetto.
Se mi volto indietro e guardo le mie foto mi accorgo che ne selverei al massimo un paio, non di più...

Spero che la discussione non si chiuda qui.
Un saluto a tutti
nuvolarossa
Messaggio: #65
Ahhhhhh.....
Erano mesi che non mi gustavo una discussione così....
Grazie Giorgio per averle dato vita e grazie ai "guru" che vi hanno partecipato!
Anch'io, come Claudio, Lambretta e Nico, nella foto non ci leggo imediatamente il significato che Giorgio gli ha attribuito. Ma se la foto viene "mediata" dal titolo o dalla descrizione, allora il messaggio si fa più chiaro.
Resta comunque una bellissima istantanea.
Le immagini di Magubane, di Natchwey o McCullin proposte da Claudio invece non hanno bisogno di alcun filtro, arrivano dirette al cervello e al cuore, anche se con sfumature differenti da persona a persona... E' questo che rende certi personaggi unici nel loro genere!
davidebaroni
Messaggio: #66
QUOTE(_Nico_ @ Sep 19 2005, 12:48 PM)
Grazie a te Claudio, due volte: per i complimenti (molto generosi), e soprattutto per aver sollecitato la riflessione. Talvolta l'ambiguità dell'immagine dipende dal nostro atteggiamento: la nostra cultura affida a essa -e in partciolare alla foto- la funzione di mostrare «ciò che è». E talvolta dimentichiamo che «ciò che appare» non è automaticamente ciò che è. Discorso un po' ingarbugliato, ma che ricordava con maggior efficacia Magritte:

...

Vediamo una pipa, e la scritta dichiara che «questa non è una pipa». La scritta sconcerta, eppure è lapalissiana: non c'è legno, non la si può usare per fumare. Insomma, effettivamente e indiscutibilmente, non è una pipa...  smile.gif

L'immagine non è la cosa, e la mappa non è il territorio. Affermazioni banali, ma spesso le 'ambiguità' dell'immagine derivano proprio dalla confusione tra immagine e cosa.
*



Nico, una volta di più, trovo che mi piacerebbe incontrarti... smile.gif
Hai perfino postato la stessa immagine che io volevo usare, e per lo stesso scopo! biggrin.gif

Nuvolarossa, certo che quelle immagini arrivano "dirette al cervello e al cuore"... Nel dettaglio, però, ognuno di noi ci legge qualcosa di diverso. Per esempio, nelle risposte che altri hanno dato (e nel MP che Claudio mi ha inviato in risposta al mio) ho visto cose che non avrei mai visto altrimenti, perché semplicemente esulano dalla mia "mappa". Ad esempio, nella prima foto, manco mi ero accorto che si trattasse della mano di una persona di colore... Mi fido di Claudio che l'ha descritta così, ma fra controluce e contrasto e miopia talpinica aggravata... wink.gif Inoltre, essendo il concetto dell'isolamento razziale totalmente estraneo alla mia "mappa", faccio estremamente fatica a vederlo. Ancora, io e diverse altre persone a cui ho mostrato l'immagine "nuda e cruda" abbiamo pensato che sia stata scattata dall'interno del cancello, e quindi la mano appartiene ad una persona che vuole ENTRARE. Ma in questo caso il "prigioniero" è "chi scatta la foto", non il proprietario del braccio... wink.gif E questo cambia parecchio il "significato" dell'immagine. No? smile.gif

Insomma, l'immagine è un "significante". Ciò che trasforma il significante in significato è la mappa del mondo dell'osservatore. Magari più o meno tutti vediamo in queste tre immagini qualcosa di riconducibile all'"isolamento", ma anche questa è una parola con tanti significati quante sono le persone che la pronunciano, e probabilmente di più.

Di nuovo, parere personale. smile.gif

Messaggio modificato da twinsouls il Sep 19 2005, 12:54 PM
robben
Messaggio: #67
QUOTE(twinsouls @ Sep 19 2005, 01:53 PM)
Ancora, io e diverse altre persone a cui ho mostrato l'immagine "nuda e cruda" abbiamo pensato che sia stata scattata dall'interno del cancello, e quindi la mano appartiene ad una persona che vuole ENTRARE. Ma in questo caso il "prigioniero" è "chi scatta la foto", non il proprietario del braccio... wink.gif  E questo cambia parecchio il "significato" dell'immagine. No? smile.gif

Insomma, l'immagine è un "significante". Ciò che trasforma il significante in significato è la mappa del mondo dell'osservatore. Di nuovo, parere personale. smile.gif
*



Seguo il 3D dall'inizio; molto interessante, arrichito da interventi "di sostanza".

Ho citato le righe sopra perchè mi trovano in buon accordo.

Attendo ulteriori contributi.
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #68
Riporto su richiesta di Davide l'MP che mi ha inviato perchè sia più compiuto il suo pensiero ed è quindi giusto che sia lui stesso attraverso di esso a parlare:

Ciao Claudio!

Allora, vediamo un po'...
Ammetto che la prima mi ha subito fatto pensare a un "animale" in gabbia... oppure a un monello che cerca di arrivare all'albero di frutta , o a un tentativo (fallito) di prendere al volo una palla, o...

La seconda è veramente inquietante, come dice Giorgio? Non so. A un primo sguardo sì. Ma ammetto che il primo titolo che mi è venuto è "riporta qui la bottiglia, bastardo!" O anche "visioni", o "the Hulk in pensione". Eppure ci sta anche un sacco di altre cose. Dalla rabbia, alla follia, all'inutilità di tutto (guarda lo sguardo dell'altro vecchio in secondo piano!), a quello-che-ti-pare. Dipende da quale "cornice" costruisci intorno all'immagine. Senza sforzarmi più di tanto ne posso trovare una ventina.

La terza, per me, si intitola "Eppure...". Ma anche "Ma chi me l'ha fatto fare?". O persino "Quale futuro?". Potrei usare queste immagini, una qualsiasi di queste, per un "test proiettivo", chiedendo all'osservatore di raccontare la "storia" di cui l'immagine è un fotogramma, diciamo l'"adesso", e spiegando il "prima" e il "dopo"... Ti divertiresti!

Comunque, guardandole "a modo mio", mi viene da dire che in realtà hanno un tema comune, l'isolamento urbano e la sua "spietatezza".


Mentre leggevo gli ultimi interventi, facendo tesoro di quanto scritto dagli intervenuti, riflettevo su alcune delle frasi che più mi hanno fatto pensare. Una è questa di Nico:
QUOTE
Talvolta l'ambiguità dell'immagine dipende dal nostro atteggiamento: la nostra cultura affida a essa -e in partciolare alla foto- la funzione di mostrare «ciò che è». E talvolta dimentichiamo che «ciò che appare» non è automaticamente ciò che è.


O a questa di Davide:
QUOTE
Ancora, io e diverse altre persone a cui ho mostrato l'immagine "nuda e cruda" abbiamo pensato che sia stata scattata dall'interno del cancello, e quindi la mano appartiene ad una persona che vuole ENTRARE. Ma in questo caso il "prigioniero" è "chi scatta la foto", non il proprietario del braccio...  E questo cambia parecchio il "significato" dell'immagine. No?


In ambedue ci sono spunti di riflessione che mi hanno portato a fare una considerazione sulla quale vorrei sentire anche il vostro parere, vostro e di tutti quelli che vorranno dire la loro ovviamente wink.gif
Si tratta inpratica di far entrare in gioco un'altra variabile, oltre il titolo e la didascalia. La conoscenza dell'autore. Mi spiego meglio, nell'immagine di Magritte c'è una verità assoluta: quella raffigurata è una pipa. Ce n'è un'altra però più sottile, nascosta...magrittiana: questa non è una pipa, ma solo la sua rappresentazione. Due verità in apparente contrapposizione ma altrettanto "vere". Ora mi e vi chiedo, se non avessimo saputo che l'immagine è di Magritte, avremmo cercato quel significato nascosto e da interpretare conoscendolo? ( io molto poco in realtà unsure.gif) . Se l'avessimo vista magari su un muro delle nostre periferie, non avremmo avuto la tentazione di scriverci sotto: NUN BEVE CHE TE FA MALE! laugh.gif
E ancora: io amo in modo particolare Peter Magubane, conosco la sua storia, conosco le sue lotte e mi emoziono ogni qualvolta ho l'occasione di vedere una sua foto. Quella che ho postato non ha nè titolo nè didascalia ma la mia interpretazione non appena vista è stata quella che ho proposto. Perchè? Non pensate che la conoscenza dell'autore possa aver guidato il mio giudizio? Da quanto scritto da Davide ho concluso che probabilmente è così.
Passo la parola biggrin.gif
davidebaroni
Messaggio: #69
QUOTE(__Claudio__ @ Sep 19 2005, 04:42 PM)
Si tratta inpratica di far entrare in gioco un'altra variabile, oltre il titolo e la didascalia. La conoscenza dell'autore.


Beh, è un altro modo di "mettere una cornice"... Se è per quello, ci sono anche "le conoscenze dell'osservatore"! biggrin.gif

QUOTE(__Claudio__ @ Sep 19 2005, 04:42 PM)
Mi spiego meglio, nell'immagine di Magritte c'è una verità assoluta: quella raffigurata è una pipa. Ce n'è un'altra però più sottile, nascosta...magrittiana: questa non è una pipa, ma solo la sua rappresentazione. Due verità in apparente contrapposizione ma altrettanto "vere". Ora mi e vi chiedo, se non avessimo saputo che l'immagine è di Magritte, avremmo cercato quel significato nascosto e da interpretare conoscendolo? ( io molto poco in realtà unsure.gif) . Se l'avessimo vista magari su un muro delle nostre periferie, non avremmo avuto la tentazione di scriverci sotto: NUN BEVE CHE TE FA MALE! laugh.gif


Più che di una "verità assoluta" (concetto nel quale, proprio per i mitivi di cui stiamo discutendo in questo thread, personalmente NON credo) e di una "magrittiana", direi che c'è una verità "apparente", di superficie, e una "nascosta", profonda. Il fatto di cercare o no quest'ultima, come diceva Nico, dipende dal nostro atteggiamento: se prendiamo le cose per il loro valore apparente, tenderemo a non cercarla. Ma se, per esempio, pensiamo (come me) che ogni linguaggio è essenzialmente metaforico, e che quindi ogni rappresentazione non è "la" realtà ma "una" metafora della realtà, o meglio di un aspetto di essa, allora sì, lo cercheremo, e magari cercheremo tutte le verità di questo tipo che ci è possibile individuare... rolleyes.gif

QUOTE(__Claudio__ @ Sep 19 2005, 04:42 PM)
E ancora: io amo in modo particolare Peter Magubane, conosco la sua storia, conosco le sue lotte e mi emoziono ogni qualvolta ho l'occasione di vedere una sua foto. Quella che ho postato non ha nè titolo nè didascalia ma la mia interpretazione non appena vista è stata quella che ho proposto. Perchè? Non pensate che la conoscenza dell'autore possa aver guidato il mio giudizio? Da quanto scritto da Davide ho concluso che probabilmente è così.
Passo la parola
*



Il processo che descrivi, che è per inciso comune a tutti noi come osservatori, è quello di associare allo stimolo (l'immagine) i fattori culturali derivanti dall'esperienza e conoscenza personale. Lo facciamo tutti, lo ripeto, ad un livello o ad un altro. Ed è il motivo per cui ognuno legge cose "diverse" (ad un certo livello) da chiunque altro: le esperienze individuali, della vita di ognuno, e che formano nel tempo la sua "mappa", sono appunto individuali ed uniche.

Non esistono due "mappe" uguali, perché non esistono due VITE uguali.

Le associazioni che tu (come ognuno di noi) fai quando vedi un'immagine, e che sono per la maggior parte INconsce, forniscono la "cornice culturale" all'interno della quale avviene l'attribuzione del significato. Il titolo, la didascalia, il racconto sono altri "livelli" di cornice.
Ma la cornice è fondamentale nell'attribuzione di significato, ed è impossibile non mettercela... rolleyes.gif
Sarebbe come guardare una tavola di un test di Rorschach e vederci solo una macchia d'inchiostro! biggrin.gif wink.gif

Bel casino, eh? wink.gif biggrin.gif laugh.gif

Messaggio modificato da twinsouls il Sep 19 2005, 06:24 PM
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #70


"Ad una foto stampata si può far dire quello che si vuole;una volta ho mostrato una foto del Papa a mia madre, che era una donna pia.
Mi ha detto che era la mia foto più religiosa. Un mio amico ha affermato l'esatto contrario, che era la foto più antireligiosa in assoluto.
E allora....la stampa illustrata gioca con queste ambiguità delle immagini per manipolare, e in realtà spesso comunica più del giornalismo.
Ciò che è terribile sono le didascalie sotto il titolo, che cambiano il senso delle immagini."

"Siano mute, perchè devono parlare agli occhi e al cuore."

Henry Cartier Bresson.

Infatti solo in questo modo le immagini acquistano un vero significato, perchè diventa un significato personale.

Impostare un immagine attraverso un titolo la rende vuota per l'osservatore perchè non la farà mai sua, ma sarà sempre in un "limbo", quello imposto dall'autore.
Ed il cuore dell'osservatore rimarrà vuoto....freddo!


Buone foto a tutti!

Ciao!

Federico.
robben
Messaggio: #71
QUOTE(__Claudio__ @ Sep 19 2005, 04:42 PM)
Non pensate che la conoscenza dell'autore possa aver guidato il mio giudizio?
*



Non è che lo penso, ne sono certo! smile.gif

QUOTE(twinsouls @ Sep 19 2005, 07:23 PM)
Il processo che descrivi è per inciso comune a tutti noi come osservatori, è quello di associare allo stimolo (l'immagine) i fattori culturali derivanti dall'esperienza e conoscenza personale. Lo facciamo tutti, lo ripeto, ad un livello o ad un altro. ....

Le associazioni che tu (come ognuno di noi) fai quando vedi un'immagine, e che sono per la maggior parte INconsce, forniscono la "cornice culturale" all'interno della quale avviene l'attribuzione del significato.
*



PAS
Messaggio: #72
C’è una cosa che colpisce nella foto:
la naturalezza con cui i due ragazzi stanno vicini.
Questa naturalezza mi ha ricordato quella che osservavo in mio figlio quando, alla scuola primaria, aveva stretto amicizia con un ragazzino di colore.

Giorgio hai voluto intitolare il tuo 3D “Integrazione”.
A me “Integrazione” ricorda qualcosa di forzoso, di due culture diverse che cercano di convivere nonostante i reciproci pregiudizi.
La tua foto ci comunica un’altra cosa: Per questi ragazzini i pregiudizi proprio non ci sono.

I pregiudizi non nascono con noi, ma li acquisiamo nostro malgrado, assimilando nel tempo ciò che chiamiamo cultura (occidentale o mussulmana che sia) con tutte le distorsioni che essa comprende.

E’ questo secondo me che dà grande speranza perché in futuro non si parli più di integrazione ma di uguaglianza.
 
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