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L'indigesta Ricetta Del Pollo Al Mccurry
NYT: "Soprendentemente noiso"
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michelesala75
Messaggio: #1
La caustica definizione usata dal New York Times nell'articolo su McCurry indubbiamente suonera' a molti come una bestemmia gridata in chiesa.

Tuttavia penso che l'argomento sia effettivamente estremamente complesso. Tanto piu' complesso quanto piu' l'arte si mescola ai quattrini e a studiate campagne di marketing.

Siamo in un periodo in cui il fotogiornalismo viene violentato dallo staging della scena, in cui si dibatte se abbia ancora senso parlare di autoritratto quando ovunque vengono postati selfie, e nemmeno I siti di microstock comprano piu' foto di paesaggi.

Ci siamo quindi gia' cosi' abituati agli scatti perfetti composti da McCurry, che non ci troviamo piu' nulla di originale e interessante?
Forse la gente vuole veramente trovare in fotografia un mondo rappresentato in modo diverso, perche' quello che guarda tutti I giorni non gli piace piu'.


IPB Immagine

davidebaroni
Messaggio: #2
Ho letto l'articolo, e trovo che porti una serie di punti che hanno un sacco di senso. smile.gif
Poi, capiamoci... A me le foto di McCurry piacciono. Però non posso non riconoscere che sono "un cliché"... In un certo senso, "uguali a se stesse", e in questo senso "noiose". Formalmente fin troppo "perfette". L'articolo le definisce "Staged (messe in scena), o scattate in modo da sembrarlo". Io la penso diversamente, e di sicuro posso sbagliarmi, ma è la mia percezione: messe in scena, sì, ma scattate (e spesso raccontate) come se non lo fossero. E questo mi sta tanto, ma tanto sugli zebedei messicano.gif .
Per il resto, non conosco gli autori indiani citati nel testo, ma tendo ad essere d'accordo sui concetti espressi. smile.gif
pes084k1
Messaggio: #3
QUOTE(davidebaroni @ Apr 7 2016, 03:34 PM) *
Ho letto l'articolo, e trovo che porti una serie di punti che hanno un sacco di senso. smile.gif
Poi, capiamoci... A me le foto di McCurry piacciono. Però non posso non riconoscere che sono "un cliché"... In un certo senso, "uguali a se stesse", e in questo senso "noiose". Formalmente fin troppo "perfette". L'articolo le definisce "Staged (messe in scena), o scattate in modo da sembrarlo". Io la penso diversamente, e di sicuro posso sbagliarmi, ma è la mia percezione: messe in scena, sì, ma scattate (e spesso raccontate) come se non lo fossero. E questo mi sta tanto, ma tanto sugli zebedei messicano.gif .
Per il resto, non conosco gli autori indiani citati nel testo, ma tendo ad essere d'accordo sui concetti espressi. smile.gif


Quella di Mumbai, 1989 è tutt'altro che perfetta o bella o significativa:

http://www.nytimes.com/2016/04/03/magazine...cture.html?_r=1

Anche la foto della locomotiva era da inquadrare più a destra (e/o da più vicino). D'accordo, erano quasi certamente diapositive, ma aveva tutto il tempo di fare qualche altro tentativo: qualcosa di buono sarebbe passato pur di lì!

A presto telefono.gif

Elio

Messaggio modificato da pes084k1 il Apr 7 2016, 03:29 PM
andre78
Messaggio: #4
QUOTE(pes084k1 @ Apr 7 2016, 04:28 PM) *
Quella di Mumbai, 1989 è tutt'altro che perfetta o bella o significativa:


Io invece penso che quella, delle tre presentate a corredo dell'articolo, sia la più significativa, decifrabile, immersiva e rappresentativa. Dividetela grossolanamente in 3 sezioni verticali e in 2 orizzontali, ognuna racconta una storia, ognuna proietta verso un pensiero. Ognuna poi ha un qualcosa che la lega alle altre e il tutt'uno assume un senso dal quale è difficile distogliere lo sguardo. Come un intero film ben montato (forse anche scenografato e diretto? Boh, in questo caso poco mi importa).

Per me, ottimo esempio di quando i tecnicismi tecnologici svaniscono dinnanzi a contenuto e composizione.

Questo il mio pensiero circoscritto alla foto in questione. Su tutto il resto, boh. Sono ignorante.

Messaggio modificato da andre78 il Apr 7 2016, 05:39 PM
lexio
Messaggio: #5
Di quelle riportate nell'articolo, l'unica che mi piace e che trovo sensata è proprio quella di Mc Curry. Sia ben chiaro, non sono un suo fan, ma vedere pubblicata una fotografia con delle linee palesemente storte, giusto per fare un esempio, mi fa venire delle Mad--nne alte due metri che mi saltellano sulla spalla. Mi sa proprio tanto di nomi gonfiati dalla critica o dalla stampa o dagli addetti ai lavori e al che tutti i comuni mortali a osannarli per non farsi vedere ignoranti. Si la perfezione di Mc Curry stufa, forse dopo un po' è vero, ma per me pubblicare delle fotografie che hanno delle imperfezioni volute per farle sempbrare più immediate è ancora peggio (sia ben chiaro, ho imparato persino io a tenere la fotocamera dritta, come può non aver imparato il fenomeno indiano ?)
michelesala75
Messaggio: #6
QUOTE(lexio @ Apr 7 2016, 06:54 PM) *
Mi sa proprio tanto di nomi gonfiati dalla critica o dalla stampa o dagli addetti ai lavori e al che tutti i comuni mortali a osannarli per non farsi vedere ignoranti.


Sarebbe proprio bello se McCurry volesse mai condividere cosa pensa del (proprio) marketing editoriale, perche' secondo me non e' cosi' scontato che ai suoi livelli si possa non rimanere vittime del proprio stesso carnefice, inseguendo le proprie ambizioni.

Il "business", anche nella sua forma editoriale, ha leggi spietate e che poco hanno a che fare con arte, ispirazione, e desiderio di divulgare un prioprio messaggio: dai al pubblico quello che il pubblico vuole vedere/sentire/comprare.

E' una triste legge del mercato, che chiunque di noi nel suo piccolo puo' sperimentare facilmente: vuoi like e visibilita'? pubblica foto di gattini e animali coccolosi sui social.

Invece quando ti appassioni veramente alla fotografia, forse vorresti vedere coloro che siedono nell'olimpo della camera oscura, come delle creature pure, caste, rimaste illibate di fronte alle tentazioni del mercato delle immagini, e che prima di aver raggiunto l'apice della loro carriera possano avere una fine onorevole come quella di un Mozart, povero in canna e in disgrazia, o di un Van Gogh, suicida; invece, pensare a loro come professionisti retribuiti, al servizio di un editore, ci mette a disagio come pensare ai propri genitori che fanno sesso.



lacernia
Messaggio: #7
Ogni tanto qualcuno scrive delle cose, e poco importa se sono giuste, sbagliate o assurde e il tam tam mediatico si scatena e si formano gruppi più o meno grandi di sostenitori o detrattori.
Gli esempi sono tantissimi, per citarne un paio la teoria negazionista dell'olocausto nazista, milioni di persone si sono schierati appoggiando questa tesi, milioni non 3 o 4 individui che vogliono far parlare di se.
O per faccenda del complotto del governo amiricano per le torri gemelle a New York, si sono prodotti film, documentari dibattiti politici. E' la natura umana.

Vorrei però vedere quello scrittore del NYT con una reflex in mano e qualche indiano a far da modello a tirar fuori le immagini di Mc Curry ha fatto, che ci piaccia o meno l'azione marketing di veicolazione propria e delle sue opere ritengo che da fotografi come lui c'è solo da guardare ed imparare.
 
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