Quest'estate sono stato in viaggio a Monaco di Baviera, nelle sue vicinanze (30 min di treno) c'è un ameno paesino dal nome che fa paura Dachau, questo è il racconto di una viaggio nell'orrore di ciò che è stato, di ciò che è e di ciò che sarà se dimenticheremo il male che solo l'uomo sa così bene pianificare, in questo piccolo racconto fotografico ho voluto inserire le parole di chi il Lagher lo ha vissuto
“…A molti individui o popoli,può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che “Ogni Straniero è Nemico”. Per lo più questa convinzione giace in fondo agi animi come un infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e in coordinati, e non sta all’origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora al termine della catena, sta il Lager…”
“Se questo è un uomo” Primo Levi
Ingrandimento full detail : 1.1 MB
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Uomini
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Prigionieri
Ingrandimento full detail : 1.6 MB
Un malevolo paradosso
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La stazione
Ingrandimento full detail : 1.6 MB
Il campo
Ingrandimento full detail : 2.2 MB
Dachau è stato il primo campo aperto dal regime nazista, era anche il più piccolo ed era utilizzzato come palestra di addestramento delle SS
Reticolati
Ingrandimento full detail : 822.8 KB
Ingrandimento full detail : 840.9 KB
Ingrandimento full detail : 762.5 KB
Le celle per le torture
Ingrandimento full detail : 2.3 MB
Letti??
Ingrandimento full detail : 2.3 MB
“…Camminava a passi piccoli e lenti in una scatola di cemento con il soffitto basso. Non vedeva lampadine, ma nella stanza c’era una luce grigia- quasi che il sole riuscisse a penetrare attravero quel cielo di cemento-, una luce di pietra che non sembrava fatta per degli essseri umani…”
“…Era un movimento che aveva poco di umano. Un movimento estraneo anche a forme di vita minori. Non aveva senso ne scopo, non si doveva alla volontà di un essere vivente. La stanza era la foce di un fiume umano, gli ultimi arrivati spintonavano quelli già dentro, che a loro volta spintonavano il loro vicino, da quelle spinte, panciate spallate nasceva un movimento identico a quello delle molecole scoperto da Brown, il botanico…”
“…David vide la porta che si chiudeva: come attirato da un magnete, l’acciaio del battente si avvicinava docile, scivolava verso l’acciaio dell’infisso, fino a che le due parti si unirono e diventarono una cosa sola. Nella parte superiore del muro, dietro ad una reticella metallica, David vide muoversi qualcosa di vivo, una specie di grosso topo grigio, ma poi capì che si era accesa una ventola. E sentì un odore dolciastro…”
“… Respirava: ma anche respirare era diventato un lavoro, una fatica.. Avrebbe voluto concentrarsi su di un ultimo pensiero, mentre le campane suonavano a stormo. Ma non veniva, quel pensiero. Restava in piedi, muta,senza chiudere gli occhi ormai ciechi….”
“…David non si rese conto che i suoi occhi cominciavano a non vedere, che il suo cuore si svuotava e non sentiva più nulla, che il suo cervello era cieco e vuoto anch’esso. Lo avevano ammazzato, aveva smesso di esistere….”
“Vita e Destino” Vasilij Grossman
La camera a gas
Ingrandimento full detail : 1.9 MB
il forno
Ingrandimento full detail : 2.1 MB
“…..Il guaio del caso Eichmann era che uomini come luice n’erano tanti e che questi tanti non erano né perversi né sadici, bensi erano, e sono tuttora, terribilmente normali….
..Questa normalità è più spaventosa di tutte le atrocità messe insieme, perché implica.. che questo nuovo tipo di criminale realmente hostis generis humani commette i suoi crimini in circostanze che quasi gli impediscono di accorgersi o di sentire che agisce male..”
“La Banalità del Male” Hannah Arendt
"....I see the lights of the town
I see them out...."
Ingrandimento full detail : 1.6 MB
per ricordare
Ingrandimento full detail : 1.6 MB
Ingrandimento full detail : 1.7 MB
a futura memoria
Ingrandimento full detail : 1.6 MB
Simbolo di morte e disperazione
Ingrandimento full detail : 558.4 KB
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un Uomo:
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un si o per un no
Considerate se questa è una Donna:
Senza capelli e senza nome
Senza più forza per ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Da “Se questo è un uomo” Primo Levi
Paolo
“…A molti individui o popoli,può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che “Ogni Straniero è Nemico”. Per lo più questa convinzione giace in fondo agi animi come un infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e in coordinati, e non sta all’origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora al termine della catena, sta il Lager…”
“Se questo è un uomo” Primo Levi
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Uomini
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Prigionieri
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Un malevolo paradosso
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La stazione
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Il campo
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Dachau è stato il primo campo aperto dal regime nazista, era anche il più piccolo ed era utilizzzato come palestra di addestramento delle SS
Reticolati
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Le celle per le torture
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Letti??
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“…Camminava a passi piccoli e lenti in una scatola di cemento con il soffitto basso. Non vedeva lampadine, ma nella stanza c’era una luce grigia- quasi che il sole riuscisse a penetrare attravero quel cielo di cemento-, una luce di pietra che non sembrava fatta per degli essseri umani…”
“…Era un movimento che aveva poco di umano. Un movimento estraneo anche a forme di vita minori. Non aveva senso ne scopo, non si doveva alla volontà di un essere vivente. La stanza era la foce di un fiume umano, gli ultimi arrivati spintonavano quelli già dentro, che a loro volta spintonavano il loro vicino, da quelle spinte, panciate spallate nasceva un movimento identico a quello delle molecole scoperto da Brown, il botanico…”
“…David vide la porta che si chiudeva: come attirato da un magnete, l’acciaio del battente si avvicinava docile, scivolava verso l’acciaio dell’infisso, fino a che le due parti si unirono e diventarono una cosa sola. Nella parte superiore del muro, dietro ad una reticella metallica, David vide muoversi qualcosa di vivo, una specie di grosso topo grigio, ma poi capì che si era accesa una ventola. E sentì un odore dolciastro…”
“… Respirava: ma anche respirare era diventato un lavoro, una fatica.. Avrebbe voluto concentrarsi su di un ultimo pensiero, mentre le campane suonavano a stormo. Ma non veniva, quel pensiero. Restava in piedi, muta,senza chiudere gli occhi ormai ciechi….”
“…David non si rese conto che i suoi occhi cominciavano a non vedere, che il suo cuore si svuotava e non sentiva più nulla, che il suo cervello era cieco e vuoto anch’esso. Lo avevano ammazzato, aveva smesso di esistere….”
“Vita e Destino” Vasilij Grossman
La camera a gas
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il forno
Ingrandimento full detail : 2.1 MB
“…..Il guaio del caso Eichmann era che uomini come luice n’erano tanti e che questi tanti non erano né perversi né sadici, bensi erano, e sono tuttora, terribilmente normali….
..Questa normalità è più spaventosa di tutte le atrocità messe insieme, perché implica.. che questo nuovo tipo di criminale realmente hostis generis humani commette i suoi crimini in circostanze che quasi gli impediscono di accorgersi o di sentire che agisce male..”
“La Banalità del Male” Hannah Arendt
"....I see the lights of the town
I see them out...."
Ingrandimento full detail : 1.6 MB
per ricordare
Ingrandimento full detail : 1.6 MB
Ingrandimento full detail : 1.7 MB
a futura memoria
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Simbolo di morte e disperazione
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Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un Uomo:
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un si o per un no
Considerate se questa è una Donna:
Senza capelli e senza nome
Senza più forza per ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Da “Se questo è un uomo” Primo Levi
Paolo
Rimango sempre provato da queste immagini che con i miei occhi ho visto 20 anni fa....
ricordo di aver raccolto in ricordo un rametto di salice che poi ho piantato in giardino....
a distanza di tanti anni quel rametto è diventato una splendida pianta, che oggi giorno nn mi fa dimenticare....!
Ottimo Reportage.
Bravo
Federico ;-)
ricordo di aver raccolto in ricordo un rametto di salice che poi ho piantato in giardino....
a distanza di tanti anni quel rametto è diventato una splendida pianta, che oggi giorno nn mi fa dimenticare....!
Ottimo Reportage.
Bravo
Federico ;-)
Toccante e commovente.
Immagini davvero toccanti.
Hai fatto un reportage davvero perfetto.
I miei complimenti
Immagini davvero toccanti.
Hai fatto un reportage davvero perfetto.
I miei complimenti
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un Uomo:
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un si o per un no
Considerate se questa è una Donna:
Senza capelli e senza nome
Senza più forza per ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Da “Se questo è un uomo” Primo Levi
Paolo
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un Uomo:
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un si o per un no
Considerate se questa è una Donna:
Senza capelli e senza nome
Senza più forza per ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Da “Se questo è un uomo” Primo Levi
Paolo
e finisce più o meno così:
"stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi."
molto bello, bravo.
un saluto
cristina
immagini curatissime .... di altissimo livello! Complimenti, un reportage di alto livello!!! COMPLIMENTI!
Ennio
Ennio
La cosa più sconvolgente è capire che stavo visitando una fabbrica, il problema è che il suo prodotto era la morte e lo sterminio di esseri umani, raccapricciante la pianificazione la meticolosa realizzazione.
"stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi."
Grazie Cristina
Paolo
Un reportage molto profondo e triste Paolo....descritto con ottime immagine convertite ottimamente....
Ho i brivi e le lacrime per tutto questo.....
Ciao
Vito
Ho i brivi e le lacrime per tutto questo.....
Ciao
Vito
Una serie di foto molto intensa che ricorda una pagina drammatica di storia, una pagina che, a mio parere, non bisognerebbe mai dimenticare.
Grazie Vito e grazie Odisseo, purtroppo il ricordo è sempre molto più breve di quello che dovrebbe, ed anche gli orrori più grandi vengono stemperati nelle nebbie del tempo, questo comporta una spaventosa ciclicità della follia umana a dispetto di quanto la storia ci dovrebbe insegnare.
ancora
Paolo
ancora
Paolo
angoscia e pietà ma anche rabbia.
condivido anche io
Bellissimo e toccante reportage impreziosito dalle parole di chi ha purtroppo vissuto quell'inferno.
Grazie Maurizio, fotografo92, katmai e Lady O grazie per i vostri commenti
ciao Paolo
ciao Paolo
Complimenti Paolo sei veramente bravo
Vincenzo
Vincenzo
Reportage ben eseguito,scatti toccanti drammatici!
Ben fatto,queste foto devono trasmettere e le tue lo fanno.
Ben fatto,queste foto devono trasmettere e le tue lo fanno.
Significative!!! Complimenti
Sono passato per Dachau quest'estate con moglie e figlia.
Non potevi raccontare quel triste posto in modo migliore.
Ottime inquadrature, sapiente uso del bianco e nero e testi importanti:
I miei più sinceri complimenti.
Non potevi raccontare quel triste posto in modo migliore.
Ottime inquadrature, sapiente uso del bianco e nero e testi importanti:
I miei più sinceri complimenti.
La mia preferita senza dubbio "Arbeit Macht Frei"
Un lavoro eccellente, le tue immagini sono testimonianze agghiaccianti di un'immensa tragedia, che è bene ricordare per evitare che possa ripetersi ancora.
Franco
Franco
un bellissimo reportage da tenere a memoria.
Sono stato anch'io a Dachau qualche anno fa e rivedere quei luoghi attraverso le tue foto ancora mi fa rabbrividire.
Rabbrividisco ancora di più perchè solo questa estate ho scoperto che mio nonno è stato deportato lì, poi fortunatamente è riuscito a scappare e dopo qualche mese di cammino è rientrato a casa.
Bel reportage.
Saluti
Rabbrividisco ancora di più perchè solo questa estate ho scoperto che mio nonno è stato deportato lì, poi fortunatamente è riuscito a scappare e dopo qualche mese di cammino è rientrato a casa.
Bel reportage.
Saluti
di cuore a tutti voi per il passaggio e per la vostra testimonianza che in un mondo sempre più "smemorato" ha un enorme valore
Paolo
Messaggio modificato da pcosta il Oct 28 2009, 06:54 PM
Grande lavoro di reportge guardando le foto mi sono commosso ,complimenti bravo
Ottimo reportage