QUOTE(alkmenes @ Jul 26 2012, 09:37 PM)
Sempre la solita domanda: Meglio morire di fame subito, o di cancro tra vent'anni?
E spesso la risposta non è così scontata...
Però nel dopoguerra, grazie anche all'industrializzazione e al diffuso benessere che c'è stato la vita media si è allungata eccome!!
Oggi vedo in giro gente senza denti!! Malandata, triste, senza speranza nel futuro.... quanto camperanno tutte queste persone che non possono più permettersi nemmeno le medicine per la pressione, per la prostata, ecc.?
QUOTE(Francesco Martini @ Nov 26 2012, 09:03 PM)
Questa e' una discussione "spinosa".....
ma se la fabbrica chiude ...sono piu' di 11.000 persone sul lastrico..e poi..
quella fabbrica e' li da decenni.....
possibile che in tutto questo tempo nessuno si e' accorto che inquinava???
Dove erano le ASL e gli ammiistratori locali????? Dormivano????
Inoltre..quela e ' la fabbrica di acciao piu' grande d'europa,
la seconda e' tedesca..
non c'e' un gioco politico internazionale per farla chiudere????????
Chi lo sa!!!!!!
Francesco Martini
Il problema è che se si smette di produrre ghisa->acciaio->lamiere, ecc non si alimenta più l'industria a valle. Bisogna comprare i grezzi dai tedeschi ed altri ancora che, ovviamente privilegiano le loro fabbriche manufatturiere e a noi danno quello che resta e a caro prezzo!!
Perdiamo cioè piano piano anche l'industria a valle, è la fine della industrializzazione! E non possiamo nemmeno tornare all'agricoltura, non ne siamo capaci e non ne abbiamo nemmeno voglia.
Abbiamo già sbagliato in passato con: acciai speciali (Genova Campi) profilati (Bagnoli) e tubi (Dalmine), se ora chiudono anche Taranto sarà una catastrofe, ovviamente ce ne accorgeremo tra 5-10 anni quando, causa scarsa competitività, dovranno chiudere anche le manifatturiere a valle...
QUOTE(Max Lucotti @ Nov 27 2012, 11:02 AM)
Come non quotare parola per parola?
Copio uno stralcio dal corriere :
Per l'economia italiana un danno a catena, che colpirebbe, innanzitutto gli altri stabilimenti del gruppo (Novi Ligure, Racconigi, Marghera e Patrica), quindi l'indotto (oltre ai 12 mila dipendenti diretti, ce ne sono tra i 5 e i 7 mila che vivono dei servizi che ruotano intorno al megastabilimento, il più grande d'Europa, e i clienti, che vanno dal distretto metalmeccanico di Brescia all'industria degli elettrodomestici, dai cantieri navali al settore dell'auto, dall'edilizia al comparto dell'energia. Tanto che Federacciai-Confindustria ha quantificato in una cifra oscillante tra 5,7 miliardi e 8,2 miliardi di euro le ripercussioni negative sull'economia nazionale. Cioè qualcosa che può valere mezzo punto del prodotto interno lordo.
Aggiungo che le nostre industrie dovranno acquistare acciaio da paesi esteri, quindi altro danno economico per valuta che non rimane in Italia.
Tante ditte in tutta Italia ne risentiranno, l'indotto indiretto è notevole per la chiusura del più importante polo industriale siderurgico.Tutti ne pagheremo le conseguenze, perchè il costo della disoccupazione ricade su tutti gli Italiani....
Che tristezza....
ecco, quella è la situazione!