QUOTE
Un team di ricercatori di Harvard sta cercando di rivoluzionare il mondo delle lenti ottiche. Invece di lenti tradizionali curve che soffrono di vari difetti ottici, stanno lavorando su una lente piana e ultra-sottile che risolve i secolari problemi dell’ottica spingendo la qualità ai limiti delle leggi della natura.
I primi esperimenti su questa nuova tipologia di lenti risale al 2012 quando il gruppo di ricerca, guidato dal professor Federico Capasso, ha presentato un prototipo al mondo. Questo obiettivo di 60 nanometri è stato in grado di concentrare la luce in maniera del tutto accurata ma poteva funzionare solo con una singola lunghezza d’onda della luce, invece di tutto lo spettro visibile. La lente però aveva un potere di messa a fuoco che “avvicinava il limite fisico massimo stabilito dalle leggi dell’ottica”.
Le ultime prove però hanno mostrato grandi passi in avanti: il progetto ora è chiamato “metasuperficie acromatica” e l’ultima lente piatta utilizza delle nano-antenne di materiale dielettrico sulla superficie, che ne migliorano l’efficienza per essere utilizzata con una vasta gamma di lunghezze d’onda di luce.
Nelle lenti tradizionali, la luce in entrata soffre di aberrazioni cromatiche, perché le diverse lunghezze d’onda della luce sono focalizzate in diversi punti. Le aziende devono quindi includere elementi aggiuntivi al fine di risolvere questi problemi e mettere a fuoco tutte le lunghezze d’onda nello stesso punto.
La nuova lente piana, invece, è in grado di focalizzare 3 lunghezze d’onda in arrivo sullo stesso punto senza la necessità di ulteriori elementi correttivi, e utilizza le minuscole antenne sulla superficie di farlo. L’innovazione portata da queste lenti potrebbe essere enorme, in particolare potrebbe ridurre drasticamente le dimensioni degli obiettivi e realizzare lenti molto potenti ma miniaturizzate. Harvard al momento sta vagliando le opportunità commerciali per far diventare realtà questo nuovo genere di
I primi esperimenti su questa nuova tipologia di lenti risale al 2012 quando il gruppo di ricerca, guidato dal professor Federico Capasso, ha presentato un prototipo al mondo. Questo obiettivo di 60 nanometri è stato in grado di concentrare la luce in maniera del tutto accurata ma poteva funzionare solo con una singola lunghezza d’onda della luce, invece di tutto lo spettro visibile. La lente però aveva un potere di messa a fuoco che “avvicinava il limite fisico massimo stabilito dalle leggi dell’ottica”.
Le ultime prove però hanno mostrato grandi passi in avanti: il progetto ora è chiamato “metasuperficie acromatica” e l’ultima lente piatta utilizza delle nano-antenne di materiale dielettrico sulla superficie, che ne migliorano l’efficienza per essere utilizzata con una vasta gamma di lunghezze d’onda di luce.
Nelle lenti tradizionali, la luce in entrata soffre di aberrazioni cromatiche, perché le diverse lunghezze d’onda della luce sono focalizzate in diversi punti. Le aziende devono quindi includere elementi aggiuntivi al fine di risolvere questi problemi e mettere a fuoco tutte le lunghezze d’onda nello stesso punto.
La nuova lente piana, invece, è in grado di focalizzare 3 lunghezze d’onda in arrivo sullo stesso punto senza la necessità di ulteriori elementi correttivi, e utilizza le minuscole antenne sulla superficie di farlo. L’innovazione portata da queste lenti potrebbe essere enorme, in particolare potrebbe ridurre drasticamente le dimensioni degli obiettivi e realizzare lenti molto potenti ma miniaturizzate. Harvard al momento sta vagliando le opportunità commerciali per far diventare realtà questo nuovo genere di
http://www.macitynet.it/usa-si-lavora-su-u...e-fotografiche/
Articolo originale http://www.seas.harvard.edu/news/2015/02/p...ultra-thin-lens
Qui sento odore di Elio
ma usare 3 piani focali per i 3 colori primari? come sarebbe?
Elio e le onde tese ....
L'articolo dice che questa tecnologia permetterà di realizzare lenti molto potenti...
Io direi di cominciare ad organizzare delle veglie per questo evento,
...........chi sarà poi il primo fortunato a postare una bella foto del pupazzo con la lente "spianata"???
lo so che non sarò io e creperò d'invidia
spero facciano anche una bella macchina che contrasti la gravità, ......alle volte mi duole il coppino
...........chi sarà poi il primo fortunato a postare una bella foto del pupazzo con la lente "spianata"???
lo so che non sarò io e creperò d'invidia
spero facciano anche una bella macchina che contrasti la gravità, ......alle volte mi duole il coppino
ma usare 3 piani focali per i 3 colori primari? come sarebbe?
L'idea sarebbe teoricamente giusta solo che poiché i piani non possono essere trasparenti si dovrebbero eseguire 3 scatti spostando micrometricamente o l'obiettivo o il sensore, filtrando la luce in arrivo per poi fonderli come si faceva nella stampa a colori col metodo additivo/sottrattivo ai bei tempi andati. Francamente credo che i progettisti di ottiche dovranno ancora sudare il loro stipendio per parecchi anni prima di potere abbandonare la correzione dell'aberrazione cromatica. Forse l'idea potrebbe andar bene in astronomia, chissà un Hubble costruito in tal modo cosa potrebbe mostrarci, magari l'occhietto triangolare di Dio, ma per la street la vedo dura.
Abbandonando i toni seriosi ... speriamo che Elio, ripetutamente invocato, non si accorga di questa discussione, chissà cosa potrebbe uscirne... vade retro, pietà !
P.S. Sto scherzando Elio, ti leggo sempre con interesse anche se non condivido praticamente nulla di quello che dici ... o cerchi di dire .
Messaggio modificato da giovanni949 il Feb 23 2015, 09:40 PM
L'idea sarebbe teoricamente giusta solo che poiché i piani non possono essere trasparenti si dovrebbero eseguire 3 scatti spostando micrometricamente o l'obiettivo o il sensore, filtrando la luce in arrivo per poi fonderli come si faceva nella stampa a colori col metodo additivo/sottrattivo ai bei tempi andati. Francamente credo che i progettisti di ottiche dovranno ancora sudare il loro stipendio per parecchi anni prima di potere abbandonare la correzione dell'aberrazione cromatica. Forse l'idea potrebbe andar bene in astronomia, chissà un Hubble costruito in tal modo cosa potrebbe mostrarci, magari l'occhietto triangolare di Dio, ma per la street la vedo dura.
Abbandonando i toni seriosi ... speriamo che Elio, ripetutamente invocato, non si accorga di questa discussione, chissà cosa potrebbe uscirne... vade retro, pietà !
P.S. Sto scherzando Elio, ti leggo sempre con interesse anche se non condivido praticamente nulla di quello che dici ... o cerchi di dire .
Abbandonando i toni seriosi ... speriamo che Elio, ripetutamente invocato, non si accorga di questa discussione, chissà cosa potrebbe uscirne... vade retro, pietà !
P.S. Sto scherzando Elio, ti leggo sempre con interesse anche se non condivido praticamente nulla di quello che dici ... o cerchi di dire .
I piani non possono essere trasparenti trasparenti?
Mai sentito parlare della pellicola a colori?
Ok forse il paragone non regge.....
E del Foveon?
I piani non possono essere trasparenti trasparenti?
Mai sentito parlare della pellicola a colori?
Ok forse il paragone non regge.....
E del Foveon?
Mai sentito parlare della pellicola a colori?
Ok forse il paragone non regge.....
E del Foveon?
Si è vero la pellicola a colori era formata da strati sovrapposti sensibili ciascuno a diverse frequenze d'onda più o meno come nel Foveon ma prescindendo dal fatto che quello era un bel problema nella resa, specie per i raggi di luce inclinati che andavano a fuoco su piani sfalsati qui parliamo di piani sensibili a colori diversi da disporre su piani focali diversificati in funzione della frequenza della luce che li colpisce. In teoria questo potrebbe essere possibile col Foveon disponendo i piani sensibili ai vari colori ad intervalli programmati in funzione dell'aberrazione cromatica ma il tutto con una enorme complicazione: le mutue distanze fra i vari piani in cui andrebbero a cadere a fuoco le diverse frequenze di luce non sono fisse ma variano con la distanza del soggetto che vogliamo mettere a fuoco e dunque questo sensore dovrebbe avere i 3 piani micrometricamente mobili l'uno rispetto all'altro complicando x 3 volte il problema che avevo prospettato. E' per questo che la soluzione del problema dell'aberrazione cromatica temo resterà ancor per tanto tempo nelle mani de progettisti delle ottiche classiche.
Mi scuso se sono stato poco chiaro per i meno introdotti nella progettazione ottica, temo di avere dato per scontati dei concetti che oggettivamente non possono essere, ma non posso scrivere un trattato sull'aberrazione cromatica, ammesso che ne sia capace, cosa di cui dubito assai !
Messaggio modificato da giovanni949 il Feb 25 2015, 12:17 PM
Sarebbe una vera rivoluzione a livello concettuale, bisogna poi vedere in fase realizzativa cosa ne verrà fuori.. anche il Foveon sopra citato è un'idea decisamente valida a livello di sensore, però non è a livello di prestazione dei sensori con matrice Bayer appena salgono gli ISO, e chissà se lo sarà mai....
E comunque per favore qualcuno mandi un messaggio ad Elio perchè qui c'è bisogno di lui !
E comunque per favore qualcuno mandi un messaggio ad Elio perchè qui c'è bisogno di lui !
Provo a chiarire meglio per i meno addentrati: L'aberrazione cromatica è il fenomeno per cui i raggi di luce deviati dalla lente, che dovrebbero andare a convergere tutti sul piano focale per formare un'immagine corretta, vengono deviati in maniera diversa in funzione della loro frequenza d'onda, cioè del loro colore. Questo è un fenomeno fisico ineluttabile, per intenderci è quello che in natura dà origine all'arcobaleno ed è rimediabile solo con l'aggiunta di altre lenti che inducano una aberrazione uguale e contraria o drasticamente con le lenti asferiche. Ne segue che i "raggi rossi" che compongono l'immagine cadranno su un piano mentre i "raggi blu" su un piano diverso parallelo al primo e così via. Ne segue che se in teoria pongo dei filtri successivi per cui registro sul sensore i vari colori uno alla volta traslandolo ogni volta parallelamente a se stesso in modo che ogni colore vada a fuoco correttamente avrei risolto il problema ... peccato che la cosa è parecchio complicata anche perché l'entità della traslazione del sensore varierebbe al cambiare della distanza dell'oggetto da mettere a fuoco. Può sembrare molto complesso ma è così che si operava quando si stampava a colori, filtrando i vari colori primari uno alla volta, solo che non si spostava il piano focale nè la MAF perché alla fine lo scostamento del piano focale era impercettibile, lo scopo era diverso, ma qui ci complicheremmo la vita ancora di più, le problematiche sono come le ciliegie, una tira l'altra. Scusate la pesantezza intrinseca dell'argomento.
Si è vero la pellicola a colori era formata da strati sovrapposti sensibili ciascuno a diverse frequenze d'onda più o meno come nel Foveon ma prescindendo dal fatto che quello era un bel problema nella resa, specie per i raggi di luce inclinati che andavano a fuoco su piani sfalsati qui parliamo di piani sensibili a colori diversi da disporre su piani focali diversificati in funzione della frequenza della luce che li colpisce. In teoria questo potrebbe essere possibile col Foveon disponendo i piani sensibili ai vari colori ad intervalli programmati in funzione dell'aberrazione cromatica ma il tutto con una enorme complicazione: le mutue distanze fra i vari piani in cui andrebbero a cadere a fuoco le diverse frequenze di luce non sono fisse ma variano con la distanza del soggetto che vogliamo mettere a fuoco e dunque questo sensore dovrebbe avere i 3 piani micrometricamente mobili l'uno rispetto all'altro complicando x 3 volte il problema che avevo prospettato. E' per questo che la soluzione del problema dell'aberrazione cromatica temo resterà ancor per tanto tempo nelle mani de progettisti delle ottiche classiche.
Mi scuso se sono stato poco chiaro per i meno introdotti nella progettazione ottica, temo di avere dato per scontati dei concetti che oggettivamente non possono essere, ma non posso scrivere un trattato sull'aberrazione cromatica, ammesso che ne sia capace, cosa di cui dubito assai !
Mi scuso se sono stato poco chiaro per i meno introdotti nella progettazione ottica, temo di avere dato per scontati dei concetti che oggettivamente non possono essere, ma non posso scrivere un trattato sull'aberrazione cromatica, ammesso che ne sia capace, cosa di cui dubito assai !
Per me sei stato chiarissimo e hai pure risposto al mio dubbio.
Davo per scontato che i diversi piani cromatici (intendo i principali) cadevano a distanze fisse, invece mi dici a secondo della lente applicata possono avere distanze differenti.
Per me sei stato chiarissimo e hai pure risposto al mio dubbio.
Davo per scontato che i diversi piani cromatici (intendo i principali) cadevano a distanze fisse, invece mI dici a secondo della lente applicata possono avere distanze differenti.
Davo per scontato che i diversi piani cromatici (intendo i principali) cadevano a distanze fisse, invece mI dici a secondo della lente applicata possono avere distanze differenti.
Non solo al cambiare della lente perché la deviazione è legata alla curvatura della lente ma anche in funzione della distanza del soggetto da mettere a fuoco perché cambia l'angolo di incidenza dei raggi con la superficie della lente. E un problemaccio per l'ottica classica peraltro ben risolto nella modellazione assistita dal calcolo automatico. Qui però mi astengo perché per quanto vedo siamo ben oltre l'ottica classica, chissa che non ne venga fuori qualche rivoluzione !