Ciao a tutti, leggendo il manuale del mio obiettivo 24/120 in dotazione con nikon d750, ad un certo punto leggo:
Con il sistema di messa a fuoco interna (IF) Nikon, la lunghezza focale diminuisce proporzionalmente alla distanza di ripresa.
Sapreste spiegarmi un pó meglio che significa?
Grazie in anticipo
Messaggio modificato da dennisbrown il Jan 31 2016, 08:03 PM
Con il sistema di messa a fuoco interna (IF) Nikon, la lunghezza focale diminuisce proporzionalmente alla distanza di ripresa.
Sapreste spiegarmi un pó meglio che significa?
Grazie in anticipo
Messaggio modificato da dennisbrown il Jan 31 2016, 08:03 PM
Ciao a tutti, leggendo il manuale del mio obiettivo 24/120 in dotazione con nikon d750, ad un certo punto leggo:
Con il sistema di messa a fuoco interna (IF) Nikon, la lunghezza focale diminuisce proporzionalmente alla distanza di ripresa.
Sapreste spiegarmi un pó meglio che significa?
Grazie in anticipo
Con il sistema di messa a fuoco interna (IF) Nikon, la lunghezza focale diminuisce proporzionalmente alla distanza di ripresa.
Sapreste spiegarmi un pó meglio che significa?
Grazie in anticipo
Le ottiche If rimangono con il barilotto sempre della stessa lunghezza al variare della focale,
L'accorciamento della focale è presente sulle ottiche in maniera differente da modello a modello, in parole povere più ti avvicini alla minima distanza di maf più si accorcia la focale impostata, uno dei tanto con l'effetto amplificato è il 70/200 Vrll che vicino alla minima distanza di maf anche se regolato a 200 in verità è solo un 135.
saro
Oltre a quanto giustamente detto da Saro, aggiungerei che
1) la lunghezza focale 'nominale' degli obiettivi vale all'infinito;
2) la variazione di lunghezza focale di molti obiettivi dipende dalla presenza di lenti flottanti e può aversi anche in obiettivi non IF.
Con lenti flottanti si intende uno spostamento delle lenti tale che la distanza tra i vari gruppi all'interno dell'obiettivo non rimane costante al variare della distanza di messa a fuoco. Le ottiche IF sono tutte a lenti flottanti .
Non sempre la lunghezza focale diminuisce. Può anche aumentare come nel caso dello Zeiss 100/2 Makro-Planar: la lunghezza focale passa da 97,5 mm all'infinito a 106,8 mm alla minima distanza di messa a fuoco (link).
Quando monti un moltiplicatore di focale a un qualsiasi obiettivo, hai di fatto creato un sistema a lenti flottanti: se focheggi, si muovono solo le lenti dell'obiettivo (quelle del moltiplicatore restano immobili). Dunque la nuova lunghezza focale 'moltiplicata' (ad es. 100 x 1.4 = 140 mm) vale - come sempre - solo all'infinito. Come focheggi a più corte distanze la focale cambia (il più delle volte diminuisce). Alcuni obiettivi a lenti flottanti nascono addirittura con un moltiplicatore di focale all'interno del loro schema ottico. Ad esempio, il Micro-Nikkor AF-D 105/2.8 è - quando focheggiato all'infinito - un 75 mm con un moltiplicatore 1,4 X (le tre lenti posteriori nello schema ottico), che rimane immobile quando metti a fuoco dall'infinito alla minima distanza (31,4 cm). Anche il gruppo anteriore dell'obiettivo 'flotta', e la sua focale diventa 72,7 mm alla minima distanza; la focale dell'intero schema ottico si riduce da 105 ad appena 73,7 mm (link).
Le lenti flottanti sono nate, in casa Nikon, con un grandangolare: il 24/2,8 nel lontano 1967. Venne chiamato da Nikon con la sigla CRC (close range correction: correzione alle brevi distanze, vedi http://www.nikon.it/it_IT/product/nikkor-lenses/glossary). Il loro scopo è quello di cercare di mantenere costante la qualità dell'obiettivo a tutte le distanze di messa a fuoco. Il tentativo non riesce mai del tutto (ogni obiettivo continua ad avere una resa diversa alle diverse distanze di messa fuoco), ma sicuramente aiuta a rendere minori queste differenze di resa rispetto ad obiettivi con schema 'classico' ( = lenti non flottanti).
Il sistema di messa a fuoco interna (IF) è nato nel 1976 e venne usato nel 200/2 IF-ED e nel 300/2.8 IF-ED. Nel 1978 nacque il primo macro IF, il Micro-Nikkor AI 200/4 IF.
Messaggio modificato da RPolini il Jan 31 2016, 10:43 PM
1) la lunghezza focale 'nominale' degli obiettivi vale all'infinito;
2) la variazione di lunghezza focale di molti obiettivi dipende dalla presenza di lenti flottanti e può aversi anche in obiettivi non IF.
Con lenti flottanti si intende uno spostamento delle lenti tale che la distanza tra i vari gruppi all'interno dell'obiettivo non rimane costante al variare della distanza di messa a fuoco. Le ottiche IF sono tutte a lenti flottanti .
Non sempre la lunghezza focale diminuisce. Può anche aumentare come nel caso dello Zeiss 100/2 Makro-Planar: la lunghezza focale passa da 97,5 mm all'infinito a 106,8 mm alla minima distanza di messa a fuoco (link).
Quando monti un moltiplicatore di focale a un qualsiasi obiettivo, hai di fatto creato un sistema a lenti flottanti: se focheggi, si muovono solo le lenti dell'obiettivo (quelle del moltiplicatore restano immobili). Dunque la nuova lunghezza focale 'moltiplicata' (ad es. 100 x 1.4 = 140 mm) vale - come sempre - solo all'infinito. Come focheggi a più corte distanze la focale cambia (il più delle volte diminuisce). Alcuni obiettivi a lenti flottanti nascono addirittura con un moltiplicatore di focale all'interno del loro schema ottico. Ad esempio, il Micro-Nikkor AF-D 105/2.8 è - quando focheggiato all'infinito - un 75 mm con un moltiplicatore 1,4 X (le tre lenti posteriori nello schema ottico), che rimane immobile quando metti a fuoco dall'infinito alla minima distanza (31,4 cm). Anche il gruppo anteriore dell'obiettivo 'flotta', e la sua focale diventa 72,7 mm alla minima distanza; la focale dell'intero schema ottico si riduce da 105 ad appena 73,7 mm (link).
Le lenti flottanti sono nate, in casa Nikon, con un grandangolare: il 24/2,8 nel lontano 1967. Venne chiamato da Nikon con la sigla CRC (close range correction: correzione alle brevi distanze, vedi http://www.nikon.it/it_IT/product/nikkor-lenses/glossary). Il loro scopo è quello di cercare di mantenere costante la qualità dell'obiettivo a tutte le distanze di messa a fuoco. Il tentativo non riesce mai del tutto (ogni obiettivo continua ad avere una resa diversa alle diverse distanze di messa fuoco), ma sicuramente aiuta a rendere minori queste differenze di resa rispetto ad obiettivi con schema 'classico' ( = lenti non flottanti).
Il sistema di messa a fuoco interna (IF) è nato nel 1976 e venne usato nel 200/2 IF-ED e nel 300/2.8 IF-ED. Nel 1978 nacque il primo macro IF, il Micro-Nikkor AI 200/4 IF.
Messaggio modificato da RPolini il Jan 31 2016, 10:43 PM
ragazzi....che dire..vi ringrazio moltissimo per esservi presi la briga di rispondere in maniera così dettagliata ma questo è un concetto che non riesco ad afferrare, sarò tonto??
Non per minimizzare i vostri sforzi, ma nell'atto pratico e nel mio caso (24-120) come si traduce tutto cio'?
Forse non ho le idee ben chiare su come sia fatto un obiettivo internamente...e questo mi blocca?
In fondo il forum è uno scambio di esperienze e conoscenze......se qualcuno vuole sono sempre qui, grazie ancora
Non per minimizzare i vostri sforzi, ma nell'atto pratico e nel mio caso (24-120) come si traduce tutto cio'?
Forse non ho le idee ben chiare su come sia fatto un obiettivo internamente...e questo mi blocca?
In fondo il forum è uno scambio di esperienze e conoscenze......se qualcuno vuole sono sempre qui, grazie ancora
detto a parole semplici, e prendendo un obbiettivo a caso, come ad esempio l'AF-S 70-200 F2,8 VRII, se regoli la ghiera dello zoom a 200mm e scatti una foto ad un soggetto che si trova molto lontano (idealmente ad "infinito") la focale reale sara' effettivamente 200mm (mm piu' o mm meno), mentre se il soggetto si trova molto vicino (idealmente alla minima distanza di messa a fuoco), anche se la ghiera dello zoom e' regolata a 200mm, la focale effettiva dell'obbiettivo sara' inferiore, e nel caso in oggetto sara' all'incirca 150/160mm (mm piu' o mm meno)...
Ovviamente, come ti e' stato gia' detto prima, non e' un fenomeno che si verifica tassativamente in tutti gli obbiettivi internal focus, o che ha la stessa ampiezza del caso preso in oggetto
Buona luce e buone foto
Ovviamente, come ti e' stato gia' detto prima, non e' un fenomeno che si verifica tassativamente in tutti gli obbiettivi internal focus, o che ha la stessa ampiezza del caso preso in oggetto
Buona luce e buone foto
... ma nell'atto pratico e nel mio caso (24-120) come si traduce tutto cio'?
Si traduce che, impostata una certa lunghezza focale sul tuo zoom, l'inquadratura cambia se cambia la distanza di messa a fuoco. Il fenomeno si chiama focus breathing. Vedi questo filmato relativo al 70-200/2.8 VR II: https://www.youtube.com/watch?v=gh0kM45RCEk
Vai al trentesimo secondo (furgone bianco) e vedi come cambia l'inquadratura al variare della messa a fuoco: l'inquadratura (sfocata) che hai con l'obiettivo focheggiato alle lunghe distanze cambia quando focheggi sulla targa del furgone; in particolare l'angolo di campo inquadrato aumenta perché si riduce la lunghezza focale 'effettiva' anche se non ruoti la ghiera zoom.
... non e' un fenomeno che si verifica tassativamente in tutti gli obbiettivi internal focus ...
Perdonami, ma ho detto esattamente il contrario: tutti gli obiettivi IF hanno lenti flottanti e quindi cambiano la lunghezza focale al variare della distanza di messa a fuoco (vedi anche qui, dove vedi che - chi più chi meno - anche i supertele IF-ED diminuiscono la lunghezza focale alla minima distanza; l'effetto è ovviamente più pronunciato con un moltiplicatore).
Direi che ci sono! Grazie a tutti!! Ho trovato anche qualche altro video ben esposto (https://www.youtube.com/watch?v=tz8lbCrLBEs) ...
Yo!!!
Yo!!!
Riccardo, hai interpretato restrittivamente le mie parole, o meglio, ho la sensazione che le hai interpretate come desideravi, in modo da poterci rilevare un errore....
io stavo descrivendo la diminuzione della focale che avviene col 70-200, ed intendevo sottolineare che non e' tassativo che la focale diminuisca in misura cosi' sensibile, ma potrebbe anche aumentare, come nel caso dell'obbiettivo che hai indicato tu....
L'ho gia' detto in altro post, che la sera sono stanco, e non sempre la sintassi delle mie frasi rispecchia a pieno i dettami dell'accademia della crusca......
buona luce e buone foto anche a te
Luciano
io stavo descrivendo la diminuzione della focale che avviene col 70-200, ed intendevo sottolineare che non e' tassativo che la focale diminuisca in misura cosi' sensibile, ma potrebbe anche aumentare, come nel caso dell'obbiettivo che hai indicato tu....
L'ho gia' detto in altro post, che la sera sono stanco, e non sempre la sintassi delle mie frasi rispecchia a pieno i dettami dell'accademia della crusca......
buona luce e buone foto anche a te
Luciano
Riccardo, hai interpretato restrittivamente le mie parole, o meglio, ho la sensazione che le hai interpretate come desideravi, in modo da poterci rilevare un errore....
Ovviamente, come ti e' stato gia' detto prima, non e' un fenomeno che si verifica tassativamente in tutti gli obbiettivi internal focus, o che ha la stessa ampiezza del caso preso in oggetto
Caro Lucky, ti faccio notare che se citi le parole del prossimo in modo ambiguo, o se scrivi quando dovresti dormire, io non posso fare null'altro che riportare quanto avevo "detto prima" nei giusti binari.
Ad ogni modo, io non interpreto nulla "come desidero, in modo da poterci rilevare un errore" e prendo atto di questa caduta di stile. Del resto, le proprie "sensazioni" sono frutto della propria educazione e sensibilità.
Perdonami, ma ho detto esattamente il contrario: tutti gli obiettivi IF hanno lenti flottanti e quindi cambiano la lunghezza focale al variare della distanza di messa a fuoco (vedi anche qui, dove vedi che - chi più chi meno - anche i supertele IF-ED diminuiscono la lunghezza focale alla minima distanza; l'effetto è ovviamente più pronunciato con un moltiplicatore).
Già che siamo in argomento di lenti flottanti vorrei condividere alcune considerazioni per cercare di capirne un po' di più ed approfondire l'argomento.
Le lenti flottanti possono essere sostanzialmente di tre tipi: CRC, IF e RF; il significato si può trovare qui:
http://imaging.nikon.com/lineup/lens/glossary.htm
Mi sembra però che gli scopi siano diversi:
- il CRC ha lo scopo di estendere l'alto livelle delle prestazioni di un obiettivo ad un grande intervallo di distanze, da infinito fino alla minima distanza; tutte le lenti si muovono (anche se non in blocco) e l'obiettivo si allunga ed accorcia variando la distanza di messa a fuoco come gli obiettivi non dotati di CRC, IF o RF. E' una complicazione introdotta al solo scopo di migliorare la qualità ottica; ottimi obiettivi con CRC sono ad esempio il 28mm f/2.8 AIS, il 55mm f/2.8 AIS ed il 105mm f/2.8 AIS, effettivamente hanno prestazioni molto elevate sia ad infinito che alla minima distanza di messa a fuoco, nei due macro la migliore prestazione ad infinito rispetto alle versioni meno luminose (55mm f/3.5 e 105mm f/4) si nota.
- il RF ed IF invece sembrerebbe che nascano soprattutto con gli scopi di ridurre le lenti in movimento per velocizzare la messa a fuoco e di far sì che l'obiettivo non si allunghi (chissà perché questa caratteristica sembra abbia molta importanza per gli utenti, a me non da nessun fastidio) quando si focheggia verso la minima distanza. E la qualità ottica ne risente o ne guadagna? La comprensibile esigenza di un AF veloce può far decidere i progettisti che vale comunque la pena anche se si sacrifica un po' la qualità? Io ho la sensazione che questi sistemi di messa a fuoco non siano fatti per migliorare la qualità ma per andare in contro a certe esigenze di mercato. Esempi di obiettivi che con l'introduzione dell'IF hanno cambiato schema ottico peggiorando la qualità rispetto alle versioni precedenti sono il 300mm f/4.5 IF-ED ed il 400mm f/5.6 IF-ED; anche al 105mm f/2.8 VR molti preferiscono il vecchio AF-D per un uso prettamente macro e Rorslett attribuisce all'IF le maggiori aberrazioni cromatiche longitudinali di questa versione rispetto all'AF-D. E poi una considerazione: mi risulta che gli obiettivi MF di alto livello (per esempio Zeiss 100mm e 135mm) si estendano con la messa a fuoco e non abbiano IF o RF. Forse perché non sono stati fatti compromessi sulla qualità ottica?
Che ne pensate?
Già che siamo in argomento di lenti flottanti vorrei condividere alcune considerazioni per cercare di capirne un po' di più ed approfondire l'argomento.
Le lenti flottanti possono essere sostanzialmente di tre tipi: CRC, IF e RF; il significato si può trovare qui:
http://imaging.nikon.com/lineup/lens/glossary.htm
Mi sembra però che gli scopi siano diversi:
- il CRC ha lo scopo di estendere l'alto livelle delle prestazioni di un obiettivo ad un grande intervallo di distanze, da infinito fino alla minima distanza; tutte le lenti si muovono (anche se non in blocco) e l'obiettivo si allunga ed accorcia variando la distanza di messa a fuoco come gli obiettivi non dotati di CRC, IF o RF. E' una complicazione introdotta al solo scopo di migliorare la qualità ottica; ottimi obiettivi con CRC sono ad esempio il 28mm f/2.8 AIS, il 55mm f/2.8 AIS ed il 105mm f/2.8 AIS, effettivamente hanno prestazioni molto elevate sia ad infinito che alla minima distanza di messa a fuoco, nei due macro la migliore prestazione ad infinito rispetto alle versioni meno luminose (55mm f/3.5 e 105mm f/4) si nota.
- il RF ed IF invece sembrerebbe che nascano soprattutto con gli scopi di ridurre le lenti in movimento per velocizzare la messa a fuoco e di far sì che l'obiettivo non si allunghi (chissà perché questa caratteristica sembra abbia molta importanza per gli utenti, a me non da nessun fastidio) quando si focheggia verso la minima distanza. E la qualità ottica ne risente o ne guadagna? La comprensibile esigenza di un AF veloce può far decidere i progettisti che vale comunque la pena anche se si sacrifica un po' la qualità? Io ho la sensazione che questi sistemi di messa a fuoco non siano fatti per migliorare la qualità ma per andare in contro a certe esigenze di mercato. Esempi di obiettivi che con l'introduzione dell'IF hanno cambiato schema ottico peggiorando la qualità rispetto alle versioni precedenti sono il 300mm f/4.5 IF-ED ed il 400mm f/5.6 IF-ED; anche al 105mm f/2.8 VR molti preferiscono il vecchio AF-D per un uso prettamente macro e Rorslett attribuisce all'IF le maggiori aberrazioni cromatiche longitudinali di questa versione rispetto all'AF-D. E poi una considerazione: mi risulta che gli obiettivi MF di alto livello (per esempio Zeiss 100mm e 135mm) si estendano con la messa a fuoco e non abbiano IF o RF. Forse perché non sono stati fatti compromessi sulla qualità ottica?
Che ne pensate?
Le lenti flottanti possono essere sostanzialmente di tre tipi: CRC, IF e RF; il significato si può trovare qui:
http://imaging.nikon.com/lineup/lens/glossary.htm
Mi sembra però che gli scopi siano diversi:
- il CRC ha lo scopo di estendere l'alto livelle delle prestazioni di un obiettivo ad un grande intervallo di distanze, da infinito fino alla minima distanza; tutte le lenti si muovono (anche se non in blocco) e l'obiettivo si allunga ed accorcia variando la distanza di messa a fuoco come gli obiettivi non dotati di CRC, IF o RF. E' una complicazione introdotta al solo scopo di migliorare la qualità ottica; ottimi obiettivi con CRC sono ad esempio il 28mm f/2.8 AIS, il 55mm f/2.8 AIS ed il 105mm f/2.8 AIS, effettivamente hanno prestazioni molto elevate sia ad infinito che alla minima distanza di messa a fuoco, nei due macro la migliore prestazione ad infinito rispetto alle versioni meno luminose (55mm f/3.5 e 105mm f/4) si nota.
- il RF ed IF invece sembrerebbe che nascano soprattutto con gli scopi di ridurre le lenti in movimento per velocizzare la messa a fuoco e di far sì che l'obiettivo non si allunghi (chissà perché questa caratteristica sembra abbia molta importanza per gli utenti, a me non da nessun fastidio) quando si focheggia verso la minima distanza. E la qualità ottica ne risente o ne guadagna? La comprensibile esigenza di un AF veloce può far decidere i progettisti che vale comunque la pena anche se si sacrifica un po' la qualità? Io ho la sensazione che questi sistemi di messa a fuoco non siano fatti per migliorare la qualità ma per andare in contro a certe esigenze di mercato. Esempi di obiettivi che con l'introduzione dell'IF hanno cambiato schema ottico peggiorando la qualità rispetto alle versioni precedenti sono il 300mm f/4.5 IF-ED ed il 400mm f/5.6 IF-ED; anche al 105mm f/2.8 VR molti preferiscono il vecchio AF-D per un uso prettamente macro e Rorslett attribuisce all'IF le maggiori aberrazioni cromatiche longitudinali di questa versione rispetto all'AF-D. E poi una considerazione: mi risulta che gli obiettivi MF di alto livello (per esempio Zeiss 100mm e 135mm) si estendano con la messa a fuoco e non abbiano IF o RF. Forse perché non sono stati fatti compromessi sulla qualità ottica?
Che ne pensate?
Io ne penso che hai inserito delle problematiche che potrebbero suscitare un bel dibattito che ci porterebbe a capire meglio questi oggetti e capire se i vari "rinnovamenti" sono sempre tali. Ma io "ascolto" e non sono in grado di dire niente in proposito.
Quello invece che vorrei dire è qualcosa sulla mie esperienza di lavoro passata con i due micro 55. E non so se in un forum tecnico sia corretto parlare di "impressioni" non suffragate da prove scientifiche ... ma qualche parola sull'esperienza la dico lo stesso. Fra i due 55 ho sempre preferito il 3,5 nell'uso su still life di piccola oggettistica ad un rapporto che oscilla fr l'1:3 e l'1:5 (a spanne). Non solo: non ho mai rilevato una caduta nel 3,5 usato all'infinito, ma per me almeno eguagliava con grandissima qualità il 2,8. Dove invece mi è sempre sembrato più scarso è proprio in macro all'1:1 in particolare a diaframmi chiusi. Di recente l'ho confrontato sempre all'1:1 (con pk13) con il 60 AFD e il 60 mi è apparso ancor migliore. C'è da dire che il tubo pur essendo dedicato, un filo toglie.
Per affetto (e ricordi del passato) di recente ho ripreso il 55 3,5 a poche lire, addirittura un pre AI. Usato nel paesaggio a f5,6 e "solo" su D200 ho rivisto un dettaglio incredibile, forse superiore a un 50 1,8, almeno nella mia sensazione. Ma può sempre darsi che io interpreti il "dettaglio incredibile" con maggior microcontrasto o qualcosa del genere.
Roberto
Messaggio modificato da robermaga il Feb 2 2016, 11:40 AM
Caro Lucky, ti faccio notare che se citi le parole del prossimo in modo ambiguo, o se scrivi quando dovresti dormire, io non posso fare null'altro che riportare quanto avevo "detto prima" nei giusti binari.
Caro Riccardo, onestamente non mi sembra di aver citato le tue parole in modo "ambiguo" come dici tu, semmai sei stato tu a citare le mie estrapolandone solo una parte...... quando la mia frase era piu' lunga ed aveva un riferimento al 70-200
detto a parole semplici, e prendendo un obbiettivo a caso, come ad esempio l'AF-S 70-200 F2,8 VRII, ...... la focale effettiva dell'obbiettivo sara' inferiore, e nel caso in oggetto sara' all'incirca 150/160mm (mm piu' o mm meno)...
Ovviamente, come ti e' stato gia' detto prima, non e' un fenomeno che si verifica tassativamente in tutti gli obbiettivi internal focus, o che ha la stessa ampiezza del caso preso in oggetto
Ovviamente, come ti e' stato gia' detto prima, non e' un fenomeno che si verifica tassativamente in tutti gli obbiettivi internal focus, o che ha la stessa ampiezza del caso preso in oggetto
Ad ogni modo, io non interpreto nulla "come desidero, in modo da poterci rilevare un errore" e prendo atto di questa caduta di stile. Del resto, le proprie "sensazioni" sono frutto della propria educazione e sensibilità.
Perfetto, va bene cosi': tu rimani con le tue sensazioni ed io rimango con quelle che mi hanno suggerito le tue parole, e poiche' non credo che questo sia un tema di interesse generale, direi che il discorso si potrebbe terminare qui.
A prescindere da cio', ti mando un caro saluto.
Luciano
Messaggio modificato da _Lucky_ il Feb 2 2016, 04:04 PM
Io ne penso che hai inserito delle problematiche che potrebbero suscitare un bel dibattito che ci porterebbe a capire meglio questi oggetti e capire se i vari "rinnovamenti" sono sempre tali. Ma io "ascolto" e non sono in grado di dire niente in proposito.
Quello invece che vorrei dire è qualcosa sulla mie esperienza di lavoro passata con i due micro 55. E non so se in un forum tecnico sia corretto parlare di "impressioni" non suffragate da prove scientifiche ... ma qualche parola sull'esperienza la dico lo stesso. Fra i due 55 ho sempre preferito il 3,5 nell'uso su still life di piccola oggettistica ad un rapporto che oscilla fr l'1:3 e l'1:5 (a spanne). Non solo: non ho mai rilevato una caduta nel 3,5 usato all'infinito, ma per me almeno eguagliava con grandissima qualità il 2,8. Dove invece mi è sempre sembrato più scarso è proprio in macro all'1:1 in particolare a diaframmi chiusi. Di recente l'ho confrontato sempre all'1:1 (con pk13) con il 60 AFD e il 60 mi è apparso ancor migliore. C'è da dire che il tubo pur essendo dedicato, un filo toglie.
Per affetto (e ricordi del passato) di recente ho ripreso il 55 3,5 a poche lire, addirittura un pre AI. Usato nel paesaggio a f5,6 e "solo" su D200 ho rivisto un dettaglio incredibile, forse superiore a un 50 1,8, almeno nella mia sensazione. Ma può sempre darsi che io interpreti il "dettaglio incredibile" con maggior microcontrasto o qualcosa del genere.
Roberto
Quello invece che vorrei dire è qualcosa sulla mie esperienza di lavoro passata con i due micro 55. E non so se in un forum tecnico sia corretto parlare di "impressioni" non suffragate da prove scientifiche ... ma qualche parola sull'esperienza la dico lo stesso. Fra i due 55 ho sempre preferito il 3,5 nell'uso su still life di piccola oggettistica ad un rapporto che oscilla fr l'1:3 e l'1:5 (a spanne). Non solo: non ho mai rilevato una caduta nel 3,5 usato all'infinito, ma per me almeno eguagliava con grandissima qualità il 2,8. Dove invece mi è sempre sembrato più scarso è proprio in macro all'1:1 in particolare a diaframmi chiusi. Di recente l'ho confrontato sempre all'1:1 (con pk13) con il 60 AFD e il 60 mi è apparso ancor migliore. C'è da dire che il tubo pur essendo dedicato, un filo toglie.
Per affetto (e ricordi del passato) di recente ho ripreso il 55 3,5 a poche lire, addirittura un pre AI. Usato nel paesaggio a f5,6 e "solo" su D200 ho rivisto un dettaglio incredibile, forse superiore a un 50 1,8, almeno nella mia sensazione. Ma può sempre darsi che io interpreti il "dettaglio incredibile" con maggior microcontrasto o qualcosa del genere.
Roberto
Ciao Roberto,
ho scritto che la differenza si nota, ma devi proprio andare a cercarla. Come al solito le differenze sono molto piccole, a grandi aperture e sono quasi ininfluenti in pratica. In particolare trovo il 105mm f/4 un po' fiacco a TA ad infinito, ed ho riscontrato a TA un po' di curvatura di campo ad infinito nel 55mm f/3.5 (tieni conto però che il mio è un pre AI prima versione mentre il tuo mi sembra sia successivo e quindi ci possono essere piccole differenze anche se lo schema è lo stresso; ad ogni modo sembrerebbe che entrambi abbiano qualche piccola differenza di comportamento con la distanza).
Già che siamo in argomento di lenti flottanti vorrei condividere alcune considerazioni per cercare di capirne un po' di più ed approfondire l'argomento.
Le lenti flottanti possono essere sostanzialmente di tre tipi: CRC, IF e RF; il significato si può trovare qui:
http://imaging.nikon.com/lineup/lens/glossary.htm
Mi sembra però che gli scopi siano diversi:
- il CRC ha lo scopo di estendere l'alto livelle delle prestazioni di un obiettivo ad un grande intervallo di distanze, da infinito fino alla minima distanza; tutte le lenti si muovono (anche se non in blocco) e l'obiettivo si allunga ed accorcia variando la distanza di messa a fuoco come gli obiettivi non dotati di CRC, IF o RF. E' una complicazione introdotta al solo scopo di migliorare la qualità ottica; ottimi obiettivi con CRC sono ad esempio il 28mm f/2.8 AIS, il 55mm f/2.8 AIS ed il 105mm f/2.8 AIS, effettivamente hanno prestazioni molto elevate sia ad infinito che alla minima distanza di messa a fuoco, nei due macro la migliore prestazione ad infinito rispetto alle versioni meno luminose (55mm f/3.5 e 105mm f/4) si nota.
- il RF ed IF invece sembrerebbe che nascano soprattutto con gli scopi di ridurre le lenti in movimento per velocizzare la messa a fuoco e di far sì che l'obiettivo non si allunghi (chissà perché questa caratteristica sembra abbia molta importanza per gli utenti, a me non da nessun fastidio) quando si focheggia verso la minima distanza. E la qualità ottica ne risente o ne guadagna? La comprensibile esigenza di un AF veloce può far decidere i progettisti che vale comunque la pena anche se si sacrifica un po' la qualità? Io ho la sensazione che questi sistemi di messa a fuoco non siano fatti per migliorare la qualità ma per andare in contro a certe esigenze di mercato. Esempi di obiettivi che con l'introduzione dell'IF hanno cambiato schema ottico peggiorando la qualità rispetto alle versioni precedenti sono il 300mm f/4.5 IF-ED ed il 400mm f/5.6 IF-ED; anche al 105mm f/2.8 VR molti preferiscono il vecchio AF-D per un uso prettamente macro e Rorslett attribuisce all'IF le maggiori aberrazioni cromatiche longitudinali di questa versione rispetto all'AF-D. E poi una considerazione: mi risulta che gli obiettivi MF di alto livello (per esempio Zeiss 100mm e 135mm) si estendano con la messa a fuoco e non abbiano IF o RF. Forse perché non sono stati fatti compromessi sulla qualità ottica?
Che ne pensate?
Le lenti flottanti possono essere sostanzialmente di tre tipi: CRC, IF e RF; il significato si può trovare qui:
http://imaging.nikon.com/lineup/lens/glossary.htm
Mi sembra però che gli scopi siano diversi:
- il CRC ha lo scopo di estendere l'alto livelle delle prestazioni di un obiettivo ad un grande intervallo di distanze, da infinito fino alla minima distanza; tutte le lenti si muovono (anche se non in blocco) e l'obiettivo si allunga ed accorcia variando la distanza di messa a fuoco come gli obiettivi non dotati di CRC, IF o RF. E' una complicazione introdotta al solo scopo di migliorare la qualità ottica; ottimi obiettivi con CRC sono ad esempio il 28mm f/2.8 AIS, il 55mm f/2.8 AIS ed il 105mm f/2.8 AIS, effettivamente hanno prestazioni molto elevate sia ad infinito che alla minima distanza di messa a fuoco, nei due macro la migliore prestazione ad infinito rispetto alle versioni meno luminose (55mm f/3.5 e 105mm f/4) si nota.
- il RF ed IF invece sembrerebbe che nascano soprattutto con gli scopi di ridurre le lenti in movimento per velocizzare la messa a fuoco e di far sì che l'obiettivo non si allunghi (chissà perché questa caratteristica sembra abbia molta importanza per gli utenti, a me non da nessun fastidio) quando si focheggia verso la minima distanza. E la qualità ottica ne risente o ne guadagna? La comprensibile esigenza di un AF veloce può far decidere i progettisti che vale comunque la pena anche se si sacrifica un po' la qualità? Io ho la sensazione che questi sistemi di messa a fuoco non siano fatti per migliorare la qualità ma per andare in contro a certe esigenze di mercato. Esempi di obiettivi che con l'introduzione dell'IF hanno cambiato schema ottico peggiorando la qualità rispetto alle versioni precedenti sono il 300mm f/4.5 IF-ED ed il 400mm f/5.6 IF-ED; anche al 105mm f/2.8 VR molti preferiscono il vecchio AF-D per un uso prettamente macro e Rorslett attribuisce all'IF le maggiori aberrazioni cromatiche longitudinali di questa versione rispetto all'AF-D. E poi una considerazione: mi risulta che gli obiettivi MF di alto livello (per esempio Zeiss 100mm e 135mm) si estendano con la messa a fuoco e non abbiano IF o RF. Forse perché non sono stati fatti compromessi sulla qualità ottica?
Che ne pensate?
Un po' di ordine. Al cambio della distanza di messa a fuoco cambiano le aberrazioni dell'obiettivo. Questa compensazione si può fare o aggiungendo lenti addizionali (specie a breve distanza) o includendo gruppi flottanti che essenzialmente correggono la curvatura di campo a diverse distanze: questo è il CRC per Nikon o le lenti flottanti di Zeiss. Muovendo queste lenti cambia la lunghezza focale, ma è considerata un fatto secondario nell'impiego rispetto alle aberrazioni, di una quantità che dipende dall'esito dei calcoli. Ovviamente cambiano anche le aberrazioni e soprattutto il loro bilanciamento (es.: bokeh, astigmatismo).
Le messe a fuoco IF e RF sono nate per evitare all'autofocus di dover muovere grossi blocchi di vetro smorzati: il motorino di una D4s farebbe ridere nel tentare di spostare il barilotto solo di un 105/2.5... Allora è giocoforza usare per la MAF un solo gruppo di lenti mobili e leggere. Questa è una questione di adattamento, non di qualità, che può avere cadute inaspettate.
Ancora una volta aberrazioni e focali cambiano, ma l'enfasi è posta sulla possibilità di fare AF e non è che il progettisti miri ad altro! Le ottiche IF pompano più aria e polvere all'interno dell'ottica e meno nella camera.
Un terzo caso è quello delle lenti telecentriche (che tendono ad avere apertura costante con il fuoco), che una volta inquadrate non cambiano apertura e pochissimo l'ingrandimento con la MAF. Nei macro facilitano e rendono migliore il focus stacking (es. 105/2.8 AFS VR G e 70-180 AFD), ma possono comportare altri movimenti di aberrazioni e focale. In particolare, avvicinandosi al soggetto, la lunghezza focale deve diminuire. Non è una regola per gli altri casi.
Ogni spostamento ottico degrada sempre le prestazioni di punta.
A presto
Elio
Ciao Roberto,
ho scritto che la differenza si nota, ma devi proprio andare a cercarla. Come al solito le differenze sono molto piccole, a grandi aperture e sono quasi ininfluenti in pratica. In particolare trovo il 105mm f/4 un po' fiacco a TA ad infinito, ed ho riscontrato a TA un po' di curvatura di campo ad infinito nel 55mm f/3.5 (tieni conto però che il mio è un pre AI prima versione mentre il tuo mi sembra sia successivo e quindi ci possono essere piccole differenze anche se lo schema è lo stresso; ad ogni modo sembrerebbe che entrambi abbiano qualche piccola differenza di comportamento con la distanza).
ho scritto che la differenza si nota, ma devi proprio andare a cercarla. Come al solito le differenze sono molto piccole, a grandi aperture e sono quasi ininfluenti in pratica. In particolare trovo il 105mm f/4 un po' fiacco a TA ad infinito, ed ho riscontrato a TA un po' di curvatura di campo ad infinito nel 55mm f/3.5 (tieni conto però che il mio è un pre AI prima versione mentre il tuo mi sembra sia successivo e quindi ci possono essere piccole differenze anche se lo schema è lo stresso; ad ogni modo sembrerebbe che entrambi abbiano qualche piccola differenza di comportamento con la distanza).
Ciao anche a te Roberto
avevo sperato che questa discussione prendesse piede dopo il tuo intervento e quello di Elio, ma tant'è ... Certo è che in una sezione tecnica, è di queste cose che si dovrebbe approfondire. Si vede che a differenza di me, tanta gente è perfettamente edotta su questi argomenti.
Trovo convincente quello che dite : "Le messe a fuoco IF e RF sono nate per evitare all'autofocus di dover muovere grossi blocchi di vetro smorzati" (Elio) e " La comprensibile esigenza di un AF veloce può far decidere i progettisti che vale comunque la pena anche se si sacrifica un po' la qualità? Io ho la sensazione che questi sistemi di messa a fuoco non siano fatti per migliorare la qualità ma per andare in contro a certe esigenze di mercato." (Rolubich) ma ... se non erro Nikon ha impiegato questa soluzione fin dal 77 e in particolare su lunghi tele. Ciò non è derivato dal fatto di aver una minor lunghezza complessiva e un miglior bilanciamento insieme a un movimento più naturale della maf in prodotti dove questo aspetto può anche fare la differenza? E una domanda che pongo, ma pure una considerazione.
E pure un'altra relativa ai 300 e 400 pre AF dei quali parli. Dalla tabella vedo che sono convissuti nello stesso periodo ben n°3 300 Ai (poi AIS) un 300 AI 4,5 (6 lenti 5 gruppi), un 300 AI 4,5 ED (6/4) e un 300 AI 4,5 IF ED (7/6) quello che citi pure tu, considerandolo inferiore ai più semplici. E lo stesso (quasi) vale per i 400. Ecco, era poi così necessario un tele dispendio di energie (creative ed economiche). E se un utente e piccolo appassionato de vintage quale io sono, riguardo a queste due focali su che tipo di 300 e 400 si dovrebbe orientare, magari considerando pure i pre AI, se sono validi?
Un grazie e un cordiale saluto.
Roberto
Ciao anche a te Roberto
avevo sperato che questa discussione prendesse piede dopo il tuo intervento e quello di Elio, ma tant'è ... Certo è che in una sezione tecnica, è di queste cose che si dovrebbe approfondire. Si vede che a differenza di me, tanta gente è perfettamente edotta su questi argomenti.
Trovo convincente quello che dite : "Le messe a fuoco IF e RF sono nate per evitare all'autofocus di dover muovere grossi blocchi di vetro smorzati" (Elio) e " La comprensibile esigenza di un AF veloce può far decidere i progettisti che vale comunque la pena anche se si sacrifica un po' la qualità? Io ho la sensazione che questi sistemi di messa a fuoco non siano fatti per migliorare la qualità ma per andare in contro a certe esigenze di mercato." (Rolubich) ma ... se non erro Nikon ha impiegato questa soluzione fin dal 77 e in particolare su lunghi tele. Ciò non è derivato dal fatto di aver una minor lunghezza complessiva e un miglior bilanciamento insieme a un movimento più naturale della maf in prodotti dove questo aspetto può anche fare la differenza? E una domanda che pongo, ma pure una considerazione.
E pure un'altra relativa ai 300 e 400 pre AF dei quali parli. Dalla tabella vedo che sono convissuti nello stesso periodo ben n°3 300 Ai (poi AIS) un 300 AI 4,5 (6 lenti 5 gruppi), un 300 AI 4,5 ED (6/4) e un 300 AI 4,5 IF ED (7/6) quello che citi pure tu, considerandolo inferiore ai più semplici. E lo stesso (quasi) vale per i 400. Ecco, era poi così necessario un tele dispendio di energie (creative ed economiche). E se un utente e piccolo appassionato de vintage quale io sono, riguardo a queste due focali su che tipo di 300 e 400 si dovrebbe orientare, magari considerando pure i pre AI, se sono validi?
Un grazie e un cordiale saluto.
Roberto
avevo sperato che questa discussione prendesse piede dopo il tuo intervento e quello di Elio, ma tant'è ... Certo è che in una sezione tecnica, è di queste cose che si dovrebbe approfondire. Si vede che a differenza di me, tanta gente è perfettamente edotta su questi argomenti.
Trovo convincente quello che dite : "Le messe a fuoco IF e RF sono nate per evitare all'autofocus di dover muovere grossi blocchi di vetro smorzati" (Elio) e " La comprensibile esigenza di un AF veloce può far decidere i progettisti che vale comunque la pena anche se si sacrifica un po' la qualità? Io ho la sensazione che questi sistemi di messa a fuoco non siano fatti per migliorare la qualità ma per andare in contro a certe esigenze di mercato." (Rolubich) ma ... se non erro Nikon ha impiegato questa soluzione fin dal 77 e in particolare su lunghi tele. Ciò non è derivato dal fatto di aver una minor lunghezza complessiva e un miglior bilanciamento insieme a un movimento più naturale della maf in prodotti dove questo aspetto può anche fare la differenza? E una domanda che pongo, ma pure una considerazione.
E pure un'altra relativa ai 300 e 400 pre AF dei quali parli. Dalla tabella vedo che sono convissuti nello stesso periodo ben n°3 300 Ai (poi AIS) un 300 AI 4,5 (6 lenti 5 gruppi), un 300 AI 4,5 ED (6/4) e un 300 AI 4,5 IF ED (7/6) quello che citi pure tu, considerandolo inferiore ai più semplici. E lo stesso (quasi) vale per i 400. Ecco, era poi così necessario un tele dispendio di energie (creative ed economiche). E se un utente e piccolo appassionato de vintage quale io sono, riguardo a queste due focali su che tipo di 300 e 400 si dovrebbe orientare, magari considerando pure i pre AI, se sono validi?
Un grazie e un cordiale saluto.
Roberto
Ammesso che con l'adozione del sistema IF la qualità ottica venga leggermente sacrificata, è giusto che le esigenze pratiche siano più importanti di una piccolissima differenza di resa. L'IF è praticamente necessario per le ottiche AF di certe dimensioni ed è anche un grande aiuto sui tele a fuoco manuale, è normale quindi che sia stato utilizzato anche prima dell'avvento dell'AF in molti tele Nikon d'epoca. Le ghiere di messa a fuoco del 300mm f/4.5 IF-ED AIS e del 500mm f/4 IF-ED AI-P si muovono con due dita senza nessuno sforzo, quella del 400mm f/5.6 ED-AI è molto più dura.
Riguardo alle differenze fra le varie versioni del 300mm f/4.5, ti posso dire le mie impressioni basate su ricerche in rete ed esperienza personale. Le versioni peggiori sono le prime senza lenti ED, le migliori sono le successive (K prima ed AI dopo) con lenti ED senza IF, le ultime versioni IF-ED sono una via di mezzo (e sembrerebbe siano migliori a breve distanza rispetto ad infinito). Ho cercato a lungo (e la cerco ancora) la versione ED non IF ma è quasi introvabile, ho preso quindi un IF-ED ed è abbastanza scadente a TA ed anche a f/5.6 non eccelle, forse ho un esemplare sotto lo standard ma il test di cui riporto il link è abbastanza eloquente (vedi a metà pagina, c'è il link a Flickr per vederla più grande).
http://www.fredmiranda.com/forum/topic/929565/5355
Se cerchi un 300mm f/4.5 ti consiglierei di andarci cauto e magari di provarlo prima, molti sono soddisfatti della versione IF-ED, forse lo usano a distanze ravvicinate od hanno un esemplare migliore del mio. Filippo ne ha uno, penso che se gli chiedi qualche foto di prova sarebbe contento di aiutarti.
Per quanto riguarda il 400mm f/5.6 il discorso sembrerebbe analogo (migliore la versione ED rispetto alla IF-ED) ma con differenze molto più piccole. La versione ED è meno comune della IF-ED ma non così rara come il 300mm, qualche tempo fa ne ho trovato uno e l'ho preso: ottima resa anche a TA (ci mancherebbe, è un f/5.6!).
Ciao anche a te Roberto
avevo sperato che questa discussione prendesse piede dopo il tuo intervento e quello di Elio, ma tant'è ... Certo è che in una sezione tecnica, è di queste cose che si dovrebbe approfondire. Si vede che a differenza di me, tanta gente è perfettamente edotta su questi argomenti.
Trovo convincente quello che dite : "Le messe a fuoco IF e RF sono nate per evitare all'autofocus di dover muovere grossi blocchi di vetro smorzati" (Elio) e " La comprensibile esigenza di un AF veloce può far decidere i progettisti che vale comunque la pena anche se si sacrifica un po' la qualità? Io ho la sensazione che questi sistemi di messa a fuoco non siano fatti per migliorare la qualità ma per andare in contro a certe esigenze di mercato." (Rolubich) ma ... se non erro Nikon ha impiegato questa soluzione fin dal 77 e in particolare su lunghi tele. Ciò non è derivato dal fatto di aver una minor lunghezza complessiva e un miglior bilanciamento insieme a un movimento più naturale della maf in prodotti dove questo aspetto può anche fare la differenza? E una domanda che pongo, ma pure una considerazione.
E pure un'altra relativa ai 300 e 400 pre AF dei quali parli. Dalla tabella vedo che sono convissuti nello stesso periodo ben n°3 300 Ai (poi AIS) un 300 AI 4,5 (6 lenti 5 gruppi), un 300 AI 4,5 ED (6/4) e un 300 AI 4,5 IF ED (7/6) quello che citi pure tu, considerandolo inferiore ai più semplici. E lo stesso (quasi) vale per i 400. Ecco, era poi così necessario un tele dispendio di energie (creative ed economiche). E se un utente e piccolo appassionato de vintage quale io sono, riguardo a queste due focali su che tipo di 300 e 400 si dovrebbe orientare, magari considerando pure i pre AI, se sono validi?
Un grazie e un cordiale saluto.
Roberto
avevo sperato che questa discussione prendesse piede dopo il tuo intervento e quello di Elio, ma tant'è ... Certo è che in una sezione tecnica, è di queste cose che si dovrebbe approfondire. Si vede che a differenza di me, tanta gente è perfettamente edotta su questi argomenti.
Trovo convincente quello che dite : "Le messe a fuoco IF e RF sono nate per evitare all'autofocus di dover muovere grossi blocchi di vetro smorzati" (Elio) e " La comprensibile esigenza di un AF veloce può far decidere i progettisti che vale comunque la pena anche se si sacrifica un po' la qualità? Io ho la sensazione che questi sistemi di messa a fuoco non siano fatti per migliorare la qualità ma per andare in contro a certe esigenze di mercato." (Rolubich) ma ... se non erro Nikon ha impiegato questa soluzione fin dal 77 e in particolare su lunghi tele. Ciò non è derivato dal fatto di aver una minor lunghezza complessiva e un miglior bilanciamento insieme a un movimento più naturale della maf in prodotti dove questo aspetto può anche fare la differenza? E una domanda che pongo, ma pure una considerazione.
E pure un'altra relativa ai 300 e 400 pre AF dei quali parli. Dalla tabella vedo che sono convissuti nello stesso periodo ben n°3 300 Ai (poi AIS) un 300 AI 4,5 (6 lenti 5 gruppi), un 300 AI 4,5 ED (6/4) e un 300 AI 4,5 IF ED (7/6) quello che citi pure tu, considerandolo inferiore ai più semplici. E lo stesso (quasi) vale per i 400. Ecco, era poi così necessario un tele dispendio di energie (creative ed economiche). E se un utente e piccolo appassionato de vintage quale io sono, riguardo a queste due focali su che tipo di 300 e 400 si dovrebbe orientare, magari considerando pure i pre AI, se sono validi?
Un grazie e un cordiale saluto.
Roberto
Anche il peso dei supertele classici ha stufato chi li deve mantenere allo stadio o al Parlamento. Piccolo e leggero è bello e avanzato e migliore, anche se si sacrifica qualcosa di inessenziale (i supertele poi fanno sempre paura sulla carta, sono correttissimi e "nitidissimi", ma vibrazioni e aria ammazzano tutto, COMUNQUE PESANTE SIANO TREPPIEDI, BORSE PIENE DI SABBIA (!) O ALTRO). Gli ammiragli inglesi di corazzate, devi arrivare a 14-15 Ky per ottenere qualcosa di buono.... con pezzi da oltre 32 Ky. I supertele AIS, trattamenti MC a parte, non sono essenzialmente migliorati, sono facili da fare da quando ci sono i vetri ED.
A presto
Elio
Tu fai domande un po' ... difficili Andrea !
R.
Messaggio modificato da robermaga il Feb 4 2016, 04:54 PM
R.
Messaggio modificato da robermaga il Feb 4 2016, 04:54 PM
Ky = 1000 yarde, circa 900 m: dicevano checon i supercannoni dovevi avvicinarti per far qualcosa di buono. Lo stesso vale per i tele.
Tutto qui.
A presto
Elio
Tutto qui.
A presto
Elio
Ah...1000 yarde....menomale!
Conoscendoti, avevo pensato ad una delle componenti trasversali del vettore K, nell'ambito del momento angolare-orbitale dei fotoni!
Fil.
Gli ammiragli inglesi di corazzate, devi arrivare a 14-15 Ky per ottenere qualcosa di buono.... con pezzi da oltre 32 Ky.
Compro una vocale!
no aspetta prendo anche una consonante!
mi sa che devo fare un investimento e prenderne una decina per tipo altrimenti non ci arrivo
Dai Elio, certi sottintesi alle volte rendono gli interventi troppo astrusi, quasi impenetrabili.......e poi ovvio arrivano le risposte scanzonate