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Shahid...il Martire
Racconto immaginario.
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marcofranceschini
Messaggio: #1
Saluti a tutti
per un 3D come questo è doverosa una premessa.
Questa storia nasce dalla mia immaginazione, forse dall'immaginario collettivo.
La storia non vuole essere una condanna nei confronti di nessuno, il punto di vista di un fotografo è quello di un osservatore, che spesso per documentare, non può intervenire, un osservatore al di sopra delle parti.
Niente politica, niente religione, niente scontri di civiltà, niente giudizi...solo fotografia ed immaginazione.

Shahid. Questo è un uomo che ha deciso di farsi esplodere all'interno della metropolitana di Parigi.
Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.
L'ho incontrato mentre si recava a prendere il suo ultimo treno, ultimo non solo per lui, ma anche per altre 8 persone che hanno perso la vita nello scoppio dell'esplosivo che portava nel suo zainetto.

Quando si è accorto che lo stavo fotografando mi ha prima sorriso e poi ha sussurato delle parole che non sono riuscito a comprendere.

Fuori era una bellissima giornata, la luce sulla Dèfense fortissima,i colori saturi, ed un vento gelido tagliava la faccia.
Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.
Ho seguito l'uomo per un po', ad un certo punto si è girato e mi ha fatto un cenno con la mano, ho pensato che dovevo fermarmi lì, che non dovevo andare oltre...

Dopo pochi istanti l'esplosione, poi qualche decimo di secondo di assordante silenzio, infine solo le urla della gente che scappava in preda al panico....
ed il suono delle sirene,di tante sirene

Non avevo compreso le sue intenzioni, non potevo comprenderle, non potevo.
Ho visto le vite di quelle persone uscire dalle lamiere contorte del vagone, ed ho scattato ancora delle fotografie, io ormai non potevo fare altro.
Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.
Quando sono uscito fuori dalla stazione la luce non era più la stessa, il mondo non era più lo stesso, io non ero più la stessa persona...

Arrivato a casa ho scaricato la mia CF e mi sono messo a lavorare sulle immagini e sulla storia...
così è nata...

Shahid...il martire
Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Marco

Messaggio modificato da marcofranceschini il Jun 29 2008, 11:57 PM
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #2
Tema "esplosivo"...
A parte le battute credo sia un campo estrememente scivoloso, facile quindi cadere nella retorica.

Con questa premessa, trovo le tue visioni molto grafiche, il tema del racconto forte e complesso, forse avrebbe avuto bisogno di piu' spazio e, forse, anche in quel caso non sarebbe stato facile dipanare la matassa... smile.gif

Ad eccezione della terza, trovo piacevoli le foto e soprattutto i colori.

saluti
G
stefano.petitti
Messaggio: #3
Il tema è attualissimo, e porta alla paura dell'esistere odierno, nata non solo dal terrorismo (che in fondo è una causa di essa) ma dall'incertezza del futuro anche prossimo, della mancanza dei rapporti autentici tra le persone e quindi dal non essere riconosciuti come persone. Bel tema, le foto sono buone, ma dal mio punto di vista poche (la terza vorrebbe significare confusione e paura?).

Bravo in particolar modo per il coraggio ph34r.gif Pollice.gif

Ciao
Stefano
Lambretta SR48
Nikonista
Messaggio: #4
Bello!!! E basta...

Mi piace in particolare la quarta che è la "summa" delle altre 3...

Lì per là non avevo visto che trattavasi di racconto "immaginario" e sono andato a "controllare" sich...
Negativodigitale
Messaggio: #5
Ciao Marco,
l'evocazione di paure collettive, ancestrali o modernissime,
è una delle forme più fervide e più potenti di narrazione.
Non è detto che sia la più facile, anzi.

Questo tuo LIFE è tagliente, netto, crudelmente efficiente.
Ma, a mio avviso, manca di forza, di struttura narrativa, come se fosse un'ottima idea realizzata con fretta.
Non so se questa storia sia scritta di getto oppure viva nel tuo cassetto da tempo.
Per me, purtroppo, è un afono urlo.

Ciao! Paolo

Messaggio modificato da Negativodigitale il Jun 30 2008, 11:24 PM
musa
Messaggio: #6
...ma che paura!.... per chi vive a Parigi, come me, é stato un duro colpo, anzi un colpo basso!
...poi continuando nella lettura del racconto e delle immagini ne ho apprezzato la forza, la denuncia e soprattutto vi ho "letto" la frustrazione del fotografo che paga la sua capacità di prevedere, di seguire gli eventi, spettatore consapevole, fermo, in attesa... preda e predatore....maestro del libero arbritrio.

Bel lavoro! Bravo Marco.

Silvia

P.S. Gli scatti sono spettacolari, secondo me, anche se, c'é da dire che la défense é un grande set fotografico!
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #7
QUOTE(Negativodigitale @ Jul 1 2008, 12:23 AM) *
l'evocazione di paure collettive, ancestrali o modernissime,
è una delle forme più fervide e più potenti di narrazione.

...ed è (purtroppo!!) tornato ad essere uno sport alquanto in voga hmmm.gif

QUOTE(marcofranceschini @ Jun 30 2008, 12:55 AM) *
...solo fotografia ed immaginazione.

tant'è vero che l'immaginazione va esattamente dove gli input e i condizionamenti la portano.


Che non suoni come una condanna del tuo lavoro, Marco, non vuole affatto esserlo; credo e spero di averne compreso lo spirito.
Solo una riflessione sul "come mai" un uomo con barba e cappuccio su di una scala mobile ispiri proprio questo racconto fra i mille possibili.
Ottimo Life, comunque, se stimola a riflettere su di un argomento come questo. Pollice.gif

Complimenti,
Robi

Messaggio modificato da tide il Jul 1 2008, 11:32 PM
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #8
Visto che mi riesce difficile staccarmi da questo Life aggiungo un'ulteriore considerazione...

Certo è che se davanti all'uomo con barba e cappuccio non riusciamo a pensare ad altro (dico "riusciamo" perché nella stessa situazione non credo che la mia immaginazione reagirebbe diversamente) allora abbiamo permesso al terrore di vincere la sua battaglia, chiunque ci sia dietro... cosa che, a questo punto, cambia poco...
r.

Messaggio modificato da tide il Jul 1 2008, 11:47 PM
ANTENORE
Messaggio: #9
Ciao Marco!
Beh difronte a questo life provo sensazioni discordanti.
Le foto a mio avviso sono davvero belle, senza sbavature e ben assortite tant'è che bastano a sorreggere la tua storia e direi anche ad anticiparla.
Il punto dolente secondo me è quello che sottolinea Tide. Il tuo life anzi no solo il tuo racconto (e basta) sembra veramente figlio dell'imposizione culturale dei nostri telegiornali. Insomma provo la sensazione (come giustamente ha detto Tide) di "condizionamento".
Anch'io vorrei sapere le tue opinioni a riguardo.

Ciao, Matteo
PAS
Messaggio: #10
Le paure spesso necessitano della costruzione di stereotipi per essere più sopportabili.
Perché un terrorista non può invece essere rappresentato da un distinto giovane con trolley al seguito?

L’idea è buona Marco ma la sensazione “a pelle” è che presenti qualche cedimento retorico, con un testo un po’ scarno e scontato che certo non aiuta a conferirgli l’aura di progetto “pensato”

Pregevole l’esercizio di mosso, protagonista del lavoro, soprattutto nell'ultima. Pollice.gif
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #11
La parte migliore del Life, secondo il mio parere, è data dalla parte fotografica. Il testo è, sempre secondo me, scontato e stucchevole. L'immaginazione non riesce a bucare l'ovvio, scadendo così in mera cronaca ancorchè fantasiosa. Poco spazio alla figura del fotografo, nonostante tutto, per soffermarti a scrutare l'inconscio del kamikaze senza per questo discostarti da quella che potrebbe essere una ricostruzione in cronaca.

Manuela Innocenti
Messaggio: #12
Credo che quando si racconta una storia alimentata solo dalla nostra fantasia, ogni racconto sia possibile. Che l'uomo in questione abbia fatto nascere in Marco questa storia è altrettanto normale, questa storia, come altre storie, poteva essere anche un romanzo d'amore, ... lui ha scelto un'altra via.
Le fotografie... che poi sono quelle che dobbiamo ammirare e/o giudicare sono per me molto belle. nel loro insieme; in particolare la prima e l'ultima.
Complimenti !
armus
Messaggio: #13
Come raconto direi un po emozionante perche si vive con la paura e il terorismo.
Come scatto non hai portato cio che hai racontato.Poi una cosa non ho capito :la seguivi ,gli andavi dietro ,che cosa ti ha spinto di questo personagio ?! ohmy.gif
Fabio Pianigiani
Messaggio: #14
Salta subito all'attenzione la netta divisione dei due mondi.
Quello di superficie: bello e formale ... perfetto (la Defense) fatto per essere guardato ed ammirato con attenzione e quello imperfetto, caotico, sfuggente .... umano, di frequentatori dell'altra città e dell'altra parte del mondo che si spostano velocemente sotto la superficie.
La facciata di superficie e la realtà nelle viscere che si fondono nel dramma.
La disperazione che tenta di trovare una nuova possibilità rimescolando le carte in modo folle.

P.S.
Pur piacendomi Guccini avrei solo evitato le "lamiere contorte" ... wink.gif
marcofranceschini
Messaggio: #15
Saluti a tutti
naturalmente un grazie particolare a coloro che hanno lasciato un commento a questo 3D.

Ho letto qualche critica soprattutto riferita al testo e quindi al contenuto, provo a sintetizzare alcuni punti che mi hanno particolarmente colpito...

Paolo
QUOTE
Ma, a mio avviso, manca di forza, di struttura narrativa, come se fosse un'ottima idea realizzata con fretta.
Non so se questa storia sia scritta di getto oppure viva nel tuo cassetto da tempo.
Per me, purtroppo, è un afono urlo.

L'idea fotografica, è stata realizzata in pochissimo tempo.
La conferma della storia immaginata invece ha avuto bisogno di un bel po' di tempo,e di molti commenti che ponevano lo Shahid come protagonista, nonostante il fatto che il titolo della foto sul mio sito sia semplicemente "La Dèfense".

La narrazione è molto sintetica, l'idea iniziale era quella di utilizzare esclusivamente l'immagine finale, ma in questo modo ho voluto mostrare anche il percorso tecnico con il quale si è giunti a quella che StefanoL.ha definito
QUOTE
la "summa" delle altre 3...
.
Non so se manca di forza e di struttura narrativa,il mio dubbio e che quando si scrive sul web c'è sempre la necessità di ridurre all'osso il testo.

Tide
QUOTE
Certo è che se davanti all'uomo con barba e cappuccio non riusciamo a pensare ad altro... allora abbiamo permesso al terrore di vincere la sua battaglia

...per fortuna non è così...se anche effettivamente si vive meno tranquilli e piuttosto condizionati , quella battaglia non è stata vinta, la storia dimostrerà (oggi è ancora cronaca) che questa strategia non ha attecchito negli strati bassi della popolazione, che al contrario l'ha rifiutata.

Claudio
QUOTE
Il testo è scontato e stucchevole. L'immaginazione non riesce a bucare l'ovvio, scadendo così in mera cronaca ancorchè fantasiosa. Poco spazio alla figura del fotografo, nonostante tutto, per soffermarti a scrutare l'inconscio del kamikaze senza per questo discostarti da quella che potrebbe essere una ricostruzione in cronaca.

Come detto ho avuto bisogno di tempo per avere la conferma che l'immagine finale potesse evocare la figura di uno Shahid, comprendo che in questo modo il testo che ne è uscito fuori possa sembrare scontato e stucchevole.
Indipendentemente dal risultato fotografico e dalla bontà della cronaca fantasiosa, quello che ho provato a raccontare in alcuni passaggi è il ruolo del fotografo in alcune situazioni.
Musa
QUOTE
la frustrazione del fotografo che paga la sua capacità di prevedere, di seguire gli eventi, spettatore consapevole, fermo, in attesa... preda e predatore....maestro del libero arbritrio.
...mi vengono in mente alcuni fotografi di guerra o altri che si trovano o vengono inviati per documentare "catastrofi naturali"... fotografare o intervenire, fotografare o aiutare? Non è possibile fare ambedue le cose...Eddie Adams, Bill Foley, ma soprattutto Kevin Carter...

QUOTE
Non avevo compreso le sue intenzioni, non potevo comprenderle, non potevo.
In realtà avevo intuito le sue intenzioni, per questo l'ho seguito...

Marco

Messaggio modificato da marcofranceschini il Jul 9 2008, 04:46 PM
Lambretta SR48
Nikonista
Messaggio: #16
Be' è una questione per addetti ai lavori... lo stereotipo del "terrorista" nasce da una video/cinematografia approssimativa... se si cerca invece di "lavorare" bene vedasi Unitated 93 sebbene la storia sia molto "filmesca" si vede che i terroristi non assomigliavano per nulla allo "stereotipo" se no sarebbe facile acchiapparli e non è assolutamente così, l'abilità di "costoro" consiste proprio nel non essere "notati" figuriamoci poi fotografati dal nick carter fotografo di turno... fortunatamente c'è da stare "relativamente" tranquilli perché chi ci deve "pensare" ci pensa e per farlo bene deve essere più "trasparente" dell'acqua è un gioco di prestigio dove tutto si dissumula e niente è quello che sembra... alla fine occhio non vede cuore non duole... dormite tranquilli... wink.gif
 
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