premessa: qualche fotografia che possa servire da "case study" ci può stare, anzi, ci dovrà essere, mi piacerebbe però sviluppare bene ajche la teoria, una nostra teoria.
Fotografie...
…già, ne vediamo ogni giorno, ovunque, giornali, riviste, cartelloni pubblicitari ed internet, nei forum dedicati ad esse come il nostro soprattutto…
Ma come le guardiamo?
Come le “leggiamo”?
Seguiamo una logica oppure ci lasciamo trascinare dall’istinto?
Ma soprattutto, esiste la possibilità di codificare un metodo universale in grado di aiutarci a “leggere” una fotografia?
Vi immagino li seduti davanti al vostro monitor:
“Eh ma quante domande, e siamo solo all’inizio del post, chissà dove vuole arrivare questo qui?”
ecco, appunto, dove vorrei arrivare? (azz… un’altra domanda!)
la risposta è semplice, perlomeno è semplice, per me, specificare dove mi piacerebbe arrivare, poi arrivarci sarà compito di tutti noi, assieme, ognuno con le proprie esperienze e con le proprie convinzioni, dettate dalla diversa cultura che possediamo, da come viviamo la fotografia ma anche la vita quotidiana (che influisce, sempre secondo me, notevolmente anche davanti ad una fotografia) …
ah, la risposta, vero, avete ragione: leggere la fotografia con consapevolezza, con metodo, con modalità “codificate” ma che possono, sempre consapevolmente, essere stravolte o ignorate di volta in volta.
Riporto un brano di un libro che amo molto, forse è più chiaro di quanto lo sono stato io fino ad ora (beh, fa il professore di storia della fotografia alla Sapienza, per forza è più chiaro di me che assemblo iniettori!):
“L’immagine fotografica, io credo, va pensata un po’ come si pensa un albero: se mi limito a come lo vedo esteriormente (il tronco, le foglie, il movimento al vento, la dimensione) mi mancherà la consapevolezza delle radici profonde e gigantesche che si ramificano ed entrano in contatto con altre realtà, mi mancherà inoltre la percezione della sua crescita nel tempo. Se invece pretendo di osservarne solo la parte di solito invisibile: il sotto, il dentro, l’altrove, mi perderò quella frase d’amore incisa sulla corteccia di un salice, o non saprò più comprendere il senso di un cipresso in un giardino all’inglese: mancherò di cogliere, insomma, il ruolo che svolge, il mio oggetto d’analisi, nel mondo reale.
…
Una fotografia è dunque tanto apprezzabile quanto studiabile, tecnicamente in quanto fotografia, e stilisticamente o iconograficamente in quanto immagine.”
(cit. Augusto Pieroni)
Spero di essere stato in grado di spiegare le mie intenzioni, e con questo creare ad un thread lungo e costruttivo, che possa servire a tutti (me per primo) a leggere le fotografie in maniera sì naturale, ma ragionata e profonda.
giorgio
Fotografie...
…già, ne vediamo ogni giorno, ovunque, giornali, riviste, cartelloni pubblicitari ed internet, nei forum dedicati ad esse come il nostro soprattutto…
Ma come le guardiamo?
Come le “leggiamo”?
Seguiamo una logica oppure ci lasciamo trascinare dall’istinto?
Ma soprattutto, esiste la possibilità di codificare un metodo universale in grado di aiutarci a “leggere” una fotografia?
Vi immagino li seduti davanti al vostro monitor:
“Eh ma quante domande, e siamo solo all’inizio del post, chissà dove vuole arrivare questo qui?”
ecco, appunto, dove vorrei arrivare? (azz… un’altra domanda!)
la risposta è semplice, perlomeno è semplice, per me, specificare dove mi piacerebbe arrivare, poi arrivarci sarà compito di tutti noi, assieme, ognuno con le proprie esperienze e con le proprie convinzioni, dettate dalla diversa cultura che possediamo, da come viviamo la fotografia ma anche la vita quotidiana (che influisce, sempre secondo me, notevolmente anche davanti ad una fotografia) …
ah, la risposta, vero, avete ragione: leggere la fotografia con consapevolezza, con metodo, con modalità “codificate” ma che possono, sempre consapevolmente, essere stravolte o ignorate di volta in volta.
Riporto un brano di un libro che amo molto, forse è più chiaro di quanto lo sono stato io fino ad ora (beh, fa il professore di storia della fotografia alla Sapienza, per forza è più chiaro di me che assemblo iniettori!):
“L’immagine fotografica, io credo, va pensata un po’ come si pensa un albero: se mi limito a come lo vedo esteriormente (il tronco, le foglie, il movimento al vento, la dimensione) mi mancherà la consapevolezza delle radici profonde e gigantesche che si ramificano ed entrano in contatto con altre realtà, mi mancherà inoltre la percezione della sua crescita nel tempo. Se invece pretendo di osservarne solo la parte di solito invisibile: il sotto, il dentro, l’altrove, mi perderò quella frase d’amore incisa sulla corteccia di un salice, o non saprò più comprendere il senso di un cipresso in un giardino all’inglese: mancherò di cogliere, insomma, il ruolo che svolge, il mio oggetto d’analisi, nel mondo reale.
…
Una fotografia è dunque tanto apprezzabile quanto studiabile, tecnicamente in quanto fotografia, e stilisticamente o iconograficamente in quanto immagine.”
(cit. Augusto Pieroni)
Spero di essere stato in grado di spiegare le mie intenzioni, e con questo creare ad un thread lungo e costruttivo, che possa servire a tutti (me per primo) a leggere le fotografie in maniera sì naturale, ma ragionata e profonda.
giorgio