Bellissima segnalazione, Guido.
Il fatto che noi abbiamo percepito tutti una tonalità differente mentre parrebbe essere la stessa (stento ancora a crederlo
), dipende dalla imprescindibile capacità del cervello di categorizzare, di dare un'interpretazione contestuale dei milioni di impulsi elettrici che la retina ci fornisce, in modo che il mondo esterno ci risulti prevedibile e "vivibile".
La cosa sembra esplicarsi in diversi passaggi, ognuno pilotato da una particore funzione/zona del cervello.
Quando uno di questi passaggi salta, per qualche motivo fisiologico, si verificano strani fenomeni, discromie, anomalie della percezione, cose estremamente "curiose", che però mettono in luce alcuni aspetti del meccanismo della percezione animale prima ed umana poi.
Visto che il 3D è nato da una segnalazione, mi permetto di farne una bibliografica:
Un antropologo su Marte di Oliver Sacks (quello di "Risvegli"). In particolare il capitolo sul
pittore daltonico.
E' incredibile quanto sia poco banale il processo di percezione.
Riguardo alla calibrazione dei monitor, battute a parte, è un po' come il tiro al bersaglio, ogni monitor mette il centro dove dice lui, noi di nostro ci aggiungiamo, chi più chi meno, la nostra idea di dove sia il centro e la nostra imperizia "fisiologica" come cecchini, e alla fine, se sovrapponessimo i tiri su 10 bersagli diversi da parte di dieci cecchini diversi, non potremmo che ipotizzare che non ci sia nessun centro disegnato sui bersagli.
Ma se i bersagli fossero davvero tutti uguali, la disposizione dei fori sarebbe molto più sensata.
Prova ne sia che lo stesso cecchino, su due bersagli (monitor) diversi (non calibrati), da una parte spara in alto a sinistra, dall'altra, magari, in basso a destra.
Ben vengano allora le calibrazioni dei monitor ed i profili colore, almeno i soldi spesi in stampe ritorneranno quel minimo di soddisfazione che ci si può aspettare dai prorpi scatti.
Ciao.
Antonio