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La Composizione
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_Nico_
Messaggio: #76
Da questa angolazione, anzi curvatura... laugh.gif, il lavoro fotografico di Edward Weston è esemplare... Che si occupi di peperoni

IPB Immagine

conchiglie

IPB Immagine

IPB Immagine

radici

IPB Immagine

gambe

IPB Immagine

IPB Immagine

è evidente che si interessi abbastanza di forme curve, non d'oggetti... smile.gif
_Nico_
Messaggio: #77
Questo celebre nudo è piuttosto articolato, e le triangolazioni complesse, ma in definitiva -considerando la testa e le braccia- non è difficile cogliere che la composizione punta alla figura archetipica dell'uovo:

IPB Immagine

Weston tratta il corpo come fosse un paesaggio:

IPB Immagine

E il paesaggio come corpo sinuoso:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

IPB Immagine

È probabile che insista sulla metafora corpo <-> paesaggio fondando proprio sull'archetipo della dea madre, o comunque della terra come corpo vivo, come organismo e non solo oggetto. In fondo Weston insiste sulla curva come paradigma della vita, della sua sinuosità, della sua eleganza, della sua varietà...

davidebaroni
Messaggio: #78
Interessante questa faccenda delle forme curve... smile.gif

Da un punto di vista altro, rispetto alla fotografia, sappiamo che le forme curve sono da sempre associate alla sensualità, alla femminilità, alla morbidezza (altro attributo femminile)...

Quello che forse non tutti sanno è che, come dimostrato da ricerche scientifiche soprattutto dell'ultimo decennio, esiste un intero "range" di forme curve che (come le regole di suddivisione dello spazio) è profondamente inscritto nella nostra neurologia... rolleyes.gif

Queste forme sono di particolare interesse per le aree "sessuali" del cervello. Ad esempio, il profilo del seno, e ancor più la curva dei fianchi (che non a caso tanto si cerca di riprodurre con ogni possibile artificio nelle foto "glamour") e la... serpentina vita/fianco/bacino sono talmente "potenti" neurologicamente che è sufficiente mostrare un disegno che ne riproduca la forma (e specialmente se rispetta certe proporzioni...) per scatenare una (del tutto inconsapevole) risposta persino a livello ormonale in tutti i maschi di qualsiasi razza e cultura... tongue.gif

Credo che Weston, come molti altri, a un certo livello ne fosse consapevole. Come tu stesso fai notare, Nico, in queste sue opere il parallelismo corpo/sinuosità paesaggistiche è evidente...

L'effetto delle forme curve pare essere, neurologicamente, l'attivazione dei recettori endorfinici del cervello, con conseguente sensazione di piacere e rilassatezza. Ovviamente questo non è l'unico effetto, ma diciamo che pare essere il principale... messicano.gif

Continua, Nico, sono molto curioso. QUesto thread si fa ogni giorno più interessante! smile.gif

Messaggio modificato da twinsouls il Sep 13 2006, 09:55 AM
PAS
Messaggio: #79
Interessante Davide
Mi ricorda un passaggio di una discussione fatta recentemente, nella quale si attribuiva proprio alla modifica delle forme del nostro corpo in età avanzata la funzione di inibizione dell’altrui desiderio e di una istintiva ripulsione del corpo dell’anziano.

Maurizio continua!
Grazie!

Messaggio modificato da PAS il Sep 13 2006, 10:41 AM
sassoscritto
Messaggio: #80
Mi dispiace inquinare questo thread con un intervento banale come il mio, ma mi sembra doveroso ringraziare per queste opportunita' di arricchimento culturale. Grazie, vi seguo con molta attenzione...
Stefano
enrico
Messaggio: #81
Ho scoperto solo ora questa discussione. Stupenda!
Enrico
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #82
a questo punto mi domando cosa succede al fotografo con il contato?
guardare(fotografare) <=> contato

contato <=> comunicazione

comunicazione <=> spresione umana afetiva? sentimenti ?

so che e molto stretto queste commento pero, e difficile per me scrivere

Se io non toco, litteralmente al altro, al di là della sua forma, se io non entro in relazione con il altro sia che lo poso toccare con le mani o la con il sguardo, a volte dolce, a volte curioso, a volte tenero, a volte violento, a volte agresivo, a volte con paura e tutte le possibile emozioni umane
tutte la marea di forme e tecnica fotografica non potranno mostrare nulla di me
prima sento dopo guardo e torno a sentire e guardo ancora



Umberto Maturana e Gerda Verden Zoller in la decada del 90 anno publicato un lavoro chiamato
Amore e Gioco, la fundamenta dimenticata dello umano
Dal Ptriarcado alla Democracia
in spagnolo:
Amor y Juego, Fundamentos Olvidados de lo Humano
Desde el patriarcado a la democracia

In generale Maturana define a una cultura come una rete die azioni e emozioni che la definisce come tale. e che ogni cultura a una emozione prevalente che orienta le nostre azioni. di qua che fa una lunga reflesione su la cultura Patrircal e la Matristica, che non e sinonimo di Matriarcal.
E sopratuto la nostra cultura ocidentale...

Quindi per me tutti queli grandi maestri dell arte in generale al di la di una grande tecnica anno prima, un collegamento al Istinto e una intuizione della emozione che e prevalente en la propia cultura, dopo il analisis... dopo la tecnica...

Mi viene in mente una possibile "Fotografia Istintiva" e propio li che io trovo la Belleza...

forse...







Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #83
Forse voleva finire, Fotografia(sguardo) , Istinto e esprezione , fanno forse una Composizione che per la sua propria forza danno una certa bellezza
Water

domani un paio di esempi
davidebaroni
Messaggio: #84
Wow...

Wal, il tuo intervento apre una parentesi che meriterebbe un thread a parte. smile.gif

Per ora, mi limiterò a dire che quello di cui stiamo parlando è, in un certo senso, il "meccanismo" che permette ciò che dici... il "come funziona", almeno su questi piani.

Ma l'emozione... Beh, l'emozione è una cosa interessante.

Psicologicamente, l'emozione è il risultato della relazione fra uno stimolo (semplice o complesso che sia) e le associazioni che a quello stimolo sono correlate, e che vengono sia dalla nostra esperienza (e cultura) che dalla nostra neurologia.

Quando si guarda una foto (o un quadro, o un paesaggio naturale, o un viso, o quello che volete), così come quando si ascolta una musica, la risposta emotiva che abbiamo deriva in buona parte dall'effetto, programmato neurologicamente (e in parte culturalmente), che gli schemi compositivi ed espressivi usati hanno sulla nostra attività cerebrale. Infatti, lo stesso "contenuto", rappresentato secondo schemi compositivi diversi, produce un effetto diverso e scatena una risposta emotiva differente...

La Composizione di cui parla Nico ha a che fare con entrambi gli aspetti; gli interventi che ho fatto io finora riguardano essenzialmente la parte neurologica della questione. Il risultato di questa (peraltro non programmata) interazione è che sta emergendo pian piano il modo in cui si correlano certi schemi compositivi e l'espressione di certe emozioni/impressioni/rappresentazioni.

Dal mio, personalissimo, punto di vista, quello che chiami "istinto" è semplicemente la conoscenza "neurologica", innata, della composizione e dei suoi effetti... anche se mi rendo conto che quella che stiamo facendo è una ipersemplificazione. smile.gif

Sono curioso di vedere come andrà avanti questo thread... hmmm.gif

Davide
_Nico_
Messaggio: #85
QUOTE(sassoscritto @ Sep 13 2006, 10:22 PM) *

Mi dispiace inquinare questo thread con un intervento banale...

Caro Stefano, figurarsi se inquini! Grazie del tuo intervento...
_Nico_
Messaggio: #86
QUOTE(wal @ Sep 14 2006, 12:08 AM) *

Quindi per me tutti queli grandi maestri dell arte in generale al di la di una grande tecnica anno prima, un collegamento al Istinto e una intuizione della emozione che e prevalente en la propia cultura, dopo il analisis... dopo la tecnica...

Caro Walter, vuoi farli diventare tutti uguali a te! laugh.gif
Dire "tutti" è in questo caso piuttosto ardito... Vai a sapere te se seguono l'istinto o lo hanno represso, e vai a sappere anzitutto se e come comunica l'istinto in ogni essere umano... unsure.gif

Van Gogh era un pittore d'istinto, e piace anzitutto la sua vita tarvagliata, in virtù della quale le sue quotazioni sono salite ben oltre il suo valore. Ed esistono pittori -o artisti- metodici, razionali -talvolta persino razionalisti, che dell'istinto swi vogliono liberare. Un solo esempio: Mondrian...

Non mi piace quando si vuole ridure l'arte solo a istinto e a emozioni. Non mi piace perché significa che abbiamo già messo la ragione dalla parte della scienza, e abbiamo creato una sorta di "riserva indiana" per tutto ciò che razionale non è, e lo affibbiamo all'arte...

Non mi piace perché vedo ancora gli effetti d'una logica razionalista che spacca il mondo a metà. Non bastano le emozioni per fare arte. E non basta nemmeno l'istinto. E non basta nemmeno volersi esprimere. Ci vogliono tantissime altre cose. Per esempio le conoscenze tecniche. Perché l'arte implica il fare, e non solo l'avere emozioni.

Noi abbiamo una duplice componente, logica e analogica (che vuol dire diversa da quella logica). Questa duplice componente è del tutto equivalente alle nostre gambe. Pensare che l'arte sia solo emozione, istinto ha fatto sì che svanisse nel nostro mondo d'oggetti e consumi, che se ne parli sempre di più e se ne faccia sempre meno. Se ho due gambe cerco d'usarle ambedue, e non peserei mai di tagliarmene una credendo di poter andare più veloce...

L'istinto può essere una delle componenti dell'arte, come le emozioni (a proposito, c'è qualcosa di più duraturo delle fuggevolissime emozioni: i sentimenti), le intuizioni, le volizioni, i pensieri. E tanto altro ancora. Non va bene quando riduciamo l'arte alla nostra modesta piccolezza. L'arte ci comprende, e noi fatichiamo a comprenderla.
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #87
Caro Walter, vuoi farli diventare tutti uguali a te!
Dire "tutti" è in questo caso piuttosto ardito... Vai a sapere te se seguono l'istinto o lo hanno represso, e vai a sappere anzitutto se e come comunica l'istinto in ogni essere umano...


Caro Nico, si,
tutti avviamo un collegamento al istinto, in che misura non lo so smile.gif smile.gif
se si segue o meno L'istinto no penso sia una elezione del tutto razionale wink.gif
L'istinto e una condotta innata, ereditaria,che non richiede apprendimento e che si manifesta davanti a stimoli specifici. La sua finalità biologica e l'adattamento all'ambiente, indispensabile alla sopravvivenza della specie.
Etologi come Eibl-Eibesfeldt e K. Lorenz, hanno chiarito, che gli istinti possiedono una potente influenza sul comportamento e per tanto il la espressione.
C' l'abitudine culturale di associare l'istinto all'irrazionale, nostante la funzione istintiva riveli una forma di intellighenzia che possiede una sua propria Logica.Il comportamento istintivo possiede una infrastruttura neuro-endocrina di grande precisione.
Autori di studio:
Darwin, Mac Dugall, Skinner, M. Mead, Droscher, Eibl-Eibesfeldt, K. Lorenz

Van Gogh era un pittore d'istinto, e piace anzitutto la sua vita tarvagliata, in virtù della quale le sue quotazioni sono salite ben oltre il suo valore. Ed esistono pittori -o artisti- metodici, razionali -talvolta persino razionalisti, che dell'istinto swi vogliono liberare. Un solo esempio: Mondrian...


Me dispiace e impossibile liberarsi del istinto, la parte istintiva dell essere umano e stata frequentemente repressa atraverso la storia, delle religione e dalle ideologie, Tuttavia, gli istinti hanno la funzione di conservare la vita e di permettere il sviluppo.

Non mi piace quando si vuole ridure l'arte solo a istinto e a emozioni. Non mi piace perché significa che abbiamo già messo la ragione dalla parte della scienza, e abbiamo creato una sorta di "riserva indiana" per tutto ciò che razionale non è, e lo affibbiamo all'arte...


E sorprendente anche linsensibilita dei sistemi di educazione che invece di restaurare gli istinti, sono preoccupati nel riforzare le abilita cognitive e la percezione simbolica e astratta.


Non mi piace perché vedo ancora gli effetti d'una logica razionalista che spacca il mondo a metà. Non bastano le emozioni per fare arte. E non basta nemmeno l'istinto. E non basta nemmeno volersi esprimere. Ci vogliono tantissime altre cose. Per esempio le conoscenze tecniche. Perché l'arte implica il fare, e non solo l'avere emozioni.

eee... si,
poso aggiungere che anche la divisione del corporeo e dello spirituale non a ragione di essere, forse questa indicherebbe una catastrofe antropologica, la prima grande dissociazione...
sono anche di accordo che l opera di arte significativa si forma di una ascesi (o scritto bene?) della sensibilita, da un apprendistato tecnico e da una esigenza personale di selezionare forme espressive, (fotografia).


Noi abbiamo una duplice componente, logica e analogica (che vuol dire diversa da quella logica). Questa duplice componente è del tutto equivalente alle nostre gambe. Pensare che l'arte sia solo emozione, istinto ha fatto sì che svanisse nel nostro mondo d'oggetti e consumi, che se ne parli sempre di più e se ne faccia sempre meno. Se ho due gambe cerco d'usarle ambedue, e non peserei mai di tagliarmene una credendo di poter andare più veloce...

Scuasa pero, forse la caratteristica intrinseca di una opera d arte e quella di "rimanere viva", la vitalita delle forme penso che si nutre sempre dell emozione, vaste per esempio guardare un dettagio del dipinto Gernica di Picasso e come esprime la disperazione durante il bombardamento della citta spagnola
Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.


L'istinto può essere una delle componenti dell'arte, come le emozioni (a proposito, c'è qualcosa di più duraturo delle fuggevolissime emozioni: i sentimenti), le intuizioni, le volizioni, i pensieri. E tanto altro ancora. Non va bene quando riduciamo l'arte alla nostra modesta piccolezza. L'arte ci comprende, e noi fatichiamo a comprenderla.

L istinto è, una componenti dell arte

mi a scritto un amico:

Anche quando lartista e affeto da qualche malattia, come nel caso di Chopin, Hoelderlin e Dylan Thomas, Limpulso vitale che deriva dall emozione conferisce all0opera d0arte la sua consistenza e la sua Universalita.

Nico:, grazie per la spinta guru.gif
walter
Una Idea:
Davide, tu che sei capace, potresti parlare de
Istinto,Identità e composizione?
davidebaroni
Messaggio: #88
QUOTE
Una Idea:
Davide, tu che sei capace, potresti parlare de
Istinto,Identità e composizione?


blink.gif

Speriamo che io ne sia capace davvero... biggrin.gif

Domani ci provo, promesso. Ma non sono sicuro che quello che avrò da dire ti piaccia... rolleyes.gif

Per ora, buonanotte... devo dormirci su. biggrin.gif

Davide
_Nico_
Messaggio: #89
QUOTE(wal @ Sep 15 2006, 12:39 AM) *
la caratteristica intrinseca di una opera d arte e quella di "rimanere viva", la vitalita delle forme penso che si nutre sempre dell emozione, vaste per esempio guardare un dettagio del dipinto Gernica di Picasso e come esprime la disperazione durante il bombardamento della citta spagnola...

Se l'opera rappresentasse una natura morta sarebbe un remake di quadri che Braque e Picasso stesso avevano fatto trent'anni prima, ma molto meglio...

Insomma, e molto chiaramente: l'opera non è strepitosa (diciamo così...). È celebre per il suo contenuto...
In quel quadro c'è più museo (cioè opere viste al museo) che Guernica (cioè il dramma visto dal vero). Più che istinto c'è molta scaltrezza, ma questo è tipico di Piacasso... smile.gif
Luca C.
Messaggio: #90
Salve a tutti, bella discussione, che si muove su vari fronti.

Volevo far presente che tutti questi temi sono discussi su un libro di Richard Zakia, Perception and Imaging, che studia la relazione tra media visuali (al 90% la fotografia) e percezione. Collega temi della fotografia con quelli della psicologia. Parla per esempio di composizione, e motiva le scelte della composizione con quella che poi sarà la percezione dell'immagine.

Per esempio, prova a "motivare" l'emozione delle immagini di Weston in termini di "messaggio subliminale" e "archetipi" (anche se non è una figura umana io vedo qualcosa che mi ricorda una figura umana e ciò mi emoziona).

E discute di istinto e razionalità facendo riferimento del concetto Jung-iano di personalità (combinazione di Feeling Intuition Sensing Thinking, con un tipo predominante), illustrando esempi di fotografi significativi in ciascuna delle tipologie.
Non ricordo bene, ma Adams potrebbe essere un Thinking (razionale) mentre Bresson potrebbe essere un Intuition o un Sensing.
Insomma, la presenza/assenza di istinto e/o razionalità non ci favorisce o preclude nell'essere buoni fotografi; semplicemente, possiamo essere buoni fotografi in modi diversi.

Libro non banale, ma sicuramente consigliato per chi vuole veramente approfondire questi temi.
Lui è fotografo e insegnante di fotografia, ed ha scritto anche un libro sull'insegnamento della fotografia (insieme ad una psicologa).
Con riferimento a quest'altro thread, Zakia ha anche scritto un libro di citazioni sulla fotografia, ed i suoi libri sono comunque pieni di citazioni.

Buona luce e buona "percezione" a tutti

Luca
_Nico_
Messaggio: #91
QUOTE(cabibbo @ Sep 15 2006, 09:31 AM) *
E discute di istinto e razionalità facendo riferimento del concetto Jung-iano di personalità (combinazione di Feeling Intuition Sensing Thinking, con un tipo predominante), illustrando esempi di fotografi significativi in ciascuna delle tipologie.

Caro Luca, grazie della segnalazione, anzi delle segnalazioni. L'autore utilizza i tipi psicologici di Jung, cioè sensazione, sentimento, pensiero, intuizione. Non riesco a capire dal tuo ottimo riassunto se tiene in considerazione i due indirizzi di questi tipi, cioè l'estroverso e l'introverso. Il testo junghiano è reperibile anche in Italiano: Tipi psicologici.

Difficile valutare l'utilità d'un simile approccio, almeno per quanto mi riguarda. Nel senso che l'«opera» acquista significati sempre più ampî di quel che l'«operaio» (uso volutamente questo termine anti-romantico... smile.gif) vuole o è. Un esempio banale. Nella stagione della psicanalisi s'è lavorato sulla personalità degli artisti, e sono stati scritti diversi saggi al proposito.

S'è cercato per esempio di mettere in luce come l'omosessualità abbia influito sull'opera di Leonardo. Solo che l'opera di Leonardo è profondamente diversa da quella d'un altro omosessuale, cioè Michelangelo, è sostanzialmente agli antipodi... Dunque non è certo solo l'omosessualità la chiave dell'opera di Leonardo o Michelangelo.

In questo caso l'autore ha lavorato su aspetti psicologici più generali del fotografo, ma mi chiedo se scoprire che Adams sia un tipo di pensiero (e bisogna vedere se introverso o estroverso) mi ampli la percezione e soprattutto la comprensione delle sue foto. Se ciò accade, allora ne è valsa la pena... smile.gif

In merito alle discussioni che vertono sui massimi sistemi dell'arte, questa è molto più modesta. Non mi prefiggo di trovare le scaturigini dell'arte, o individuare quale siano le molle che la innescano nell'uomo. Il mio atteggiamento è simile a quella storiella zen, in cui l'allievo chiede al maestro, che sta pesando una balla di lino: -Maestro, qual è l'essenza del Budda? E il maestro risponde: -Questa balla di lino pesa 22 libbre... smile.gif

Provo a spiegare in termini "occidentali": l'allievo chiede qual è l'essenza dell'incommensurabile, e il maestro gli risponde che solo avendo il senso della misura si possono comprendere lo smisurato e l'incommensurabile...

Anch'io a mio tempo chiedevo dell'essenza del Budda e adesso, più modestamente e concretamente, provo a pesare il lino... smile.gif
Luca C.
Messaggio: #92
QUOTE(_Nico_ @ Sep 15 2006, 11:53 AM) *

Difficile valutare l'utilità d'un simile approccio

Beh, in effetti, il libro in questione propone numerosi punti di vista sulla relazione tra immagini (composizione) e percezione, e quello della personalità non è tra i più significativi, secondo me.
Più "utili" altri, che coprono aspetti più direttamente legati alla composizione, sia con trattazioni classiche che si trovano nei libri di fotografia (relazione tra figura e sfondo, prossimità, similarità, chiusura, ...) che altri più complessi, come subliminali, semiotica e retorica.

Libro fra l'altro anche pragmatico, perché propone numerosi esercizi ("compiti" di fotografia) per capire meglio i vari concetti (in fondo l'autore è un insegnante di fotografia).

E due parole sull'"utilità". A me, che sono presumibilmente un Thinking, il libro ha dato qualche strumento in più (per ora più teorico che pratico) sia per leggere il lavoro di altri che per comporre e "progettare" composizioni. Altri lo troveranno sicuramente noioso, poco leggibile o, appunto, inutile.

Ripeto però il mio punto di partenza: in questo thread sono state fatte considerazioni interessanti, su diversi aspetti, e molte di queste considerazioni possono essere trovate e dettagliate nel libro che ho citato. Chi fosse curioso...

Luca
davidebaroni
Messaggio: #93
Bene bene... Thread sempre più interessante!

Prima di cominciare, ringrazio anche Cabibbo per il suo intervento e la sua segnalazione, che, alla luce dell'ultimo chiarimento, condivido in buona parte nell'approccio, che sembra principalmente incentrato (come si evinceva anche dal titolo del libro) sulla Psicologia della Gestalt, o Psicologia della Forma, che appunto si occupa (pragmaticamente) della percezione e dei suoi aspetti. Io stesso avevo in passato invitato ad approfondire la conoscenza di questi aspetti...

Ora, negli ultimi post sono venuti allo scoperto alcuni temi molto interessanti, anche se personalmente li considero in un certo senso complementari a quello della composizione in sé.

Wal mi ha chiesto di parlare di Istinto, Identità e Composizione... Robetta da poco, leggera leggera. In un paio di centinaia di pagine dovremmo potercela cavare, facendo una sintesi... blink.gif

Comunque, vediamo un po' cosa posso dire che includa questo tema in quello più generale del thread...

Probabilmente devo iniziare con una premessa. E questa premessa, altrettanto probabilmente, NON è quella che ci si potrebbe aspettare da uno psicologo... biggrin.gif
Io non credo nelle psicologie interpretative. Quello che dicono zio Sigmund, Jung, Adler e tutti gli psicodinamici, così come tutti coloro che fanno capo a una "scuola di pensiero" psicologica che cerchi di spiegare i comportamenti e sentimenti umani (sì, anche Skinner e i Comportamentisti), è, appunto, soltanto un modo di spiegare, una metafora, una interpretazione, di un processo di cui non sappiamo una beatissima fava. O meglio, sappiamo alcune cose, soprattutto in termini di processo, ma sono tutte verità parziali, sguardi fugaci su processi di estrema complessità, che semplifichiamo per amor di comunicazione, per renderli "gestibili", per comodità... salvo poi dimenticarci di aver fatto la semplificazione e dichiarare "questa è la verità!".
Soltanto di recente, con l'avvento delle neuroscienze e dei moderni sistemi di brain imaging, si é cominciato a capire di più di questi processi... ma ancora a un livello molto grezzo. Dire che nel linguaggio è coinvolta l'area di Broca, e che essa ha certe funzioni, senza sapere esattamente come queste funzioni vengano svolte, è come dire che sappiamo che i pesci abitano il mare, ma senza sapere cosa ci facciano e come. Il livello di dettaglio delle nostre conoscenze sulle aree complesse del cervello, soprattutto (ma non solo) quello neocorticale, è ridicolmente basso, checché ci raccontino gli scienziati che lo studiano.

Detto questo, veniamo al primo tema: l'Istinto...
L'istinto, come giustamente detto da Wal, possiamo definirlo come un insieme di "conoscenze innate" indipendenti dall'apprendimento e dalla cultura, che "governa" una certa gamma di azioni e risposte comportamentali. Ed è esattamente di questo che parlo io stesso quando dico che le regole di composizione, o la risposta a determinate forme, sono inscritte nella nostra neurologia... Ma questo non ha nulla a che vedere con le emozioni, che invece sembrano essere tanto valutate, anche in questo ambiente della fotografia. Un pulcino appena uscito dall'uovo, a cui venga mostrata (in cielo) la sagoma di un falco, fugge e si nasconde... ma non perché abbia provato l'emozione "paura". Questa è una antropomorfizzazione, una proiezione di un'emozione (o sentimento) "umano" su un animale. Il pulcino si nasconde perché la sua neurologia gli dice di farlo. Punto. Come ben sanno i comportamentisti, si può addestrare un pulcino a una diversa risposta, che contraddica il suo "istinto". E questo è ciò che, sistematicamente, facciamo noi umani con noi stessi: ci addestriamo a "riconoscere", ad identificarci con, una serie di "risposte" che NON sono istintive, ma che diventano automatiche. La maggior parte dei comportamenti che chiamiamo istintivi dovremmo in realtà chiamarli automatici... cioé appresi e ripetuti fino al punto da essere eseguiti automaticamente, senza pensarci, come se fossero istintivi.

Vi chiederete cosa piffero c'entri tutto questo con la composizione, o con questo thread... blink.gif
C'entra eccome, e ci arriviamo fra poco.

Intanto, affrontiamo il tema dell'Identità... Cioé il "Chi sono io?". E con questo tocchiamo un altro punto dolentissimo...

Per la stragrande maggioranza delle persone, c'è (dal mio punto di vista) in atto un equivoco che fa più danni di quasi qualsiasi altra cosa, e cioé si confonde l'Identità con l'Immagine di sé. Mi spiego: Identità è "ciò che siamo", e cioé la somma di tutti i nostri potenziali, il nostro Essere. L'Immagine di sé é quella rappresentazione di noi stessi in cui ci identifichiamo, nella quale ci riconosciamo, e che è spesso definita attraverso una serie di comportamenti... che NON sono ciò che siamo, ma il modo in cui esprimiamo ciò che siamo. E poiché ci riconosciamo solo in una parte minima dei nostri potenziali, ecco che tendiamo a considerare "valide" solo le espressioni di quella parte. Salvo poi, quando ci capita di agire comportamenti al di fuori di quella parte (e nei quali non ci riconosciamo), dire "Ero fuori di me!" biggrin.gif

Perché questo è importante? Perché nel momento in cui ci identifichiamo in una immagine di noi stessi, selezioniamo una serie di comportamenti che la esprimano e ci "alleniamo" inconsapevolmente ad agirli fino a che ci diventano così familiari ed automatici da essere definiti "istintivi"... e a quel punto li subiamo anziché agirli. Se invece siamo aperti a una definizione "mobile", in evoluzione, della nostra identità ecco che ci apriamo anche a nuovi comportamenti e scelte, che agiamo attivamente anziché subirle passivamente. La differenza è fondamentale. Infatti è nel secondo caso che ci apriamo maggiormante all'apprendimento, al "come si fa", mentre nel primo "le cose accadono" e siamo "vittime" dell'emozione. Per inciso, questa "fame" di emozioni senza controllo viene proprio dalla "distanza" che ci separa dalla totalità della nostra Identità, e che ci siamo costruiti noi stessi. E noi usiamo queste emozioni per "sentirci vivi", perché dentro di noi "sappiamo" (anche se inconsciamente) che una grossa parte di noi è, se non morta, certamente bloccata, imprigionata, limitata... Lo sappiamo per forza: l'abbiamo rinchiusa NOI, nella prigione della nostra Immagine di sé. biggrin.gif

Confondiamo il "provare emozioni" con l'essere vivi e il "riuscire a trasmettere le nostre emozioni" con il "comunicare"... ma non vogliamo imparare il linguaggio di questa comunicazione.
E qui faccio una dichiarazione che immagino impopolare.

C'è una enorme distanza fra il provare un'emozione (processo interno) e l'esprimerla e comunicarla efficacemente (processo esterno).

Per spiegarmi farò una citazione.

Anni fa, su una rivista fotografica ancora in commercio, scriveva un tizio sotto lo pseudonimo di Chenz. Ancora ricordo a memoria linizio di uno dei suoi articoli: "Siete 'il' fotoamatore evoluto medio. E siete nello studio medio del fotoamatore medio: 18m x 12 x 6, nel quale 8 banchi ottici Balcar illuminano la modella media: 18 anni, bionda, statuaria, completamente nuda e totalmente priva di inibizioni nei confronti del fotografo. Avvicinate l'occhio al mirino della vostra macchina fotografica... ed ecco che davanti a voi non avete più la modella, ma un cartoncino grigio medio Kodak 18% e una griglia di composizione. Perché se non è così, la foto non vi viene!".

Per dirla con altre parole: se quel cantante così ricco di pathos e che tanto vi emoziona provasse veramente le emozioni che descrive e trasmette mentre canta, NON POTREBBE CANTARE. Non ci riuscirebbe: le emozioni lo travolgerebbero e glie lo impedirebbero, "spezzandogli" la voce e strozzandogli la gola.

Quindi, una cosa è provare l'emozione o il sentimento. E tutta un'altra è trasformare questo in una comunicazione efficace. Per arrivare a questo risultato occorre conoscere e sperimentare tutto un "come si fa", un linguaggio con i suoi segni, le sue "parole", la sua sintassi e grammatica, e i suoi aspetti non-verbali.

E' di questo che si tratta in questo thread. Del "come si fa" e delle sue radici fisiologiche e culturali.

Certamente NON delle emozioni in sé, o del sesso degli angeli, né di filosofia. Ma, pragmaticamente, di segni, parole, grammatica e sintassi, ed elementi non-verbali del LINGUAGGIO fotografico, e cioé di COMPOSIZIONE, e , a volte, di come funziona.

Insomma, dell'equivalente fotografico di una nobile arte letteraria: la retorica.

Davide
Fabio_Porcelli
Messaggio: #94
Davide sei un mito, riesci a rendere comprensibile le cose complicate che richiedono tanto studio e lavoro introspettivo. In questo tuo discorso rivedo tanti tuoi interventi che erano solo la parte di un tutto che qui a preso forma.
E' impossibile essere spettatore di un evento e essere reporter di quell'evento. Per riuscire a avere delle performance che da un punto di vista emotivo sconvolgerebbero bisogna inevitabilmente distaccarsene, come in sala operatoria. Forse mi sono un po' allontanato, ma era per vedere se avevo capito.
Noi nasciamo con un istinto e tutta la vita non facciamo altro con l'educazione e con le "sovrastutture" a sipprimenre l'istinto per formarcene un altro a nostro uso e consumo.
Ma allora le regole compositive sono frutto dell'istinto o sono sovrastrutture?
_Nico_
Messaggio: #95
QUOTE(twinsouls @ Sep 15 2006, 02:16 PM) *

E' di questo che si tratta in questo thread. Del "come si fa" e delle sue radici fisiologiche e culturali.

Certamente NON delle emozioni in sé, o del sesso degli angeli, né di filosofia. Ma, pragmaticamente, di segni, parole, grammatica e sintassi, ed elementi non-verbali del LINGUAGGIO fotografico, e cioé di COMPOSIZIONE, e , a volte, di come funziona.

Insomma, dell'equivalente fotografico di una nobile arte letteraria: la retorica.

Mi sembra un modo molto valido di circoscrivere la questione: ci occupiamo di "come si fa" e il come, anticamente, competeva alla retorica nella sfera del linguaggio. Poiché di linguaggio visivo ci occupiamo, certamente la sfera retorica ci compete. Ma precisando che questa negletta area della comunicazione non è un modo per infiorare il discorso o un magazzino polveroso di espedienti per convincere l'ascoltatore...

Sebbene possa divenire bagaglio per persuadere, la retorica è in realtà l'unica area in cui l'immaginario prenda forma. Insomma, conoscere le figure retoriche non è solo un vezzo, ma è anzitutto modo per comprendere come l'immaginario -il motore del nostro essere; la coscienza è l'autista- si manifesti in noi e in coloro che ci circondano. E avere una sintetica mappa dell'immaginario può essere utile, se si desidera parlare tramite le immagini...

Non è certo il caso di tirare in ballo anche l'immaginario e il ruolo che svolge la retorica nel dargli forma, ma a chi fosse interessato, o semplicemente curioso, posso indicare un mio piccolo e modesto abbozzo sull'argomento: Le logiche dell'immaginario e la grammatica dei simboli.

Tra non molto riprenderò a pesare il lino... smile.gif
davidebaroni
Messaggio: #96
QUOTE
Ma allora le regole compositive sono frutto dell'istinto o sono sovrastrutture?


Potremmo dire che le regole compsitive sono frutto dell'istinto... e che le "spiegazioni" psicofilosoficoculturalsociologicoeccetera sono sovrastrutture. biggrin.gif

Ma faremmo una ipergeneralizzazione. smile.gif

Forse è più preciso dire che le regole, in sé, sono "frutto dell'istinto", o, come a me piace di più, della nostra neurologia. Le associazioni interne che ce le fanno leggere e che suscitano le nostre risposte emotive (l'emozione è SEMPRE una "risposta"), invece, sono almeno in parte frutto di sovrastrutture che possono essere culturali, personali, intellettuali e quant'altro. Ma in ogni caso la neurologia "comanda"... wink.gif

Per questo servirebbero altri 16.852 threads, e cadremmo di nuovo in ciò che stiamo cercando di evitare: l'interpretazione... rolleyes.gif

Limitiamoci a quello che è il tema del thread: "come si fa". smile.gif

Messaggio modificato da twinsouls il Sep 15 2006, 01:49 PM
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #97
Grazie Nico, grazie Davide e bellissimo leggere le vostre risposte
guru.gif

Nico,Me viene una parola della matematica che si applica oggi in tanti campi diversi, INTEGRAZIONE, e che in La composizione (fotografica) non e per me dll tutto chiara...
Walter
_Nico_
Messaggio: #98
Ho introdotto le composizioni curve facendo ricorso al lavoro di Edward Weston, centrato su una ricerca formale che ha nelle combinazioni di curve il proprio principio. Nato nel 1886, è evidentemente stato influenzato dall'Art Nouveau, ma chi davvero dà fondamento documentario (e fotografico) all'Art nouveau è Blossfeldt, che fotografa sistematicamente le origini delle curve dell'Art Nouveau, ovvero i viluppi vegetali, componendoli proprio come ornamenti Art Nouveau:

IPB Immagine

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Nella concezione che conduce all'Art nouveau la linea non è un contorno, ma l'espressione d'una forza, e la curva -in particolare- esprime una forza vitale. Un artista come Severini -vicino al dinamismo futurista e alle composizioni cubiste- chiarisce quale possa essere la funzione della linea curva:
QUOTE
La linea retta è un elemento di costruzione destinato a sparire nel quadro (è quanto stiamo 'snudando' in questa discussione... smile.gif), e talvolta una linea d'opposizione, ma solo la linea curva è l'espressione vivente dell'idea, la vera immagine trasposta della vita. La curva nel quadro si collega a una concezione dinamica dell'universo.

(I corsivi sono dell'autore)

Tuttavia è più facile enunciare la funzione della linea curva che metterlo in pratica...

La difficoltà consiste sostanzialmente in due aspetti: la forma curva regolare per eccellenza, il cerchio, è una forma chiusa, non modulare, al contrario del quadrangolo; inoltre proprio l'uso del quadrangolo come formato crea difficoltà di composizione con forme curve...

Se prendiamo come esempio il solito formato 2/3 (cioè quello della pellicola 24x36), e lo suddividiamo secondo la sua stessa struttura, possiamo usare i moduli quadrati per inscrivervi archi di cerchio (in genere cerchi interi, semicerchi, o quarti di cerchio) che risulteranno 'consonanti' col formato. Ecco un esempio di quarti cerchio costruiti sul 2/3 a compore una spirale:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Se s'avverte il fascino della spirale, forma che sintetizza la curva come forma organica per eccellenza, lo si può ovviamente trovare nella natura (conchiglia fotografata da Steichen), nell'architettura (scala a chiocciola fotografata da Laughlin). La si può anche cercare e, se è il caso, costruire, come in questo nudo di Imogen Cunningham:

IPB Immagine



In questo caso la Cunnigham, altra strenua studiosa di forme curve come Weston smile.gif , ha individuato nel corpo una curva che 'adagia' sui moduli del formato in 3/4:

IPB Immagine

In questo caso, dunque, la curva della composizione è in rapporto col formato che la racchiude.

Il rapporto tra forme curve continue -qual è la spirale- e i moduli quadrati dun quadrangolo affiora lucidamente in questa foto di Outerbridge, che con eleganza s'innesta tra le ricerche cubiste e gli oggetti surrealisti...

IPB Immagine
_Nico_
Messaggio: #99
Anche la Cunningham va in cerca di spirali, e ne trova di ben più eleganti del suo torso maschile:

IPB Immagine

Inutile dire che con i suoi torsi e le sue calle ha offerto parecchi spunto al signor Mapplethorpe, di cui mostro solo un fiore... rolleyes.gif laugh.gif

IPB Immagine
Giorgio Baruffi
Messaggio: #100
QUOTE(_Nico_ @ Sep 17 2006, 01:21 PM) *

signor Mapplethorpe, di cui mostro solo un fiore... rolleyes.gif laugh.gif



e menomale! laugh.gif laugh.gif laugh.gif

grandissimo Maurizio, è un piacere leggere questo thread...
 
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