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Trecento chilometri a nord del circolo polare artico, il sole di marzo è ancora avaro.
Le poche ore di luce che regala sono preziose e già all’alba deve iniziare la preparazione delle mute da traino.

C’è un’evidente inquietudine nei recinti degli husky. Acuti sensori dicono loro che oggi sarà uno di quei giorni speciali.
La prima avvisaglia è già arrivata chiara: Le slitte sono state spostate dalla capanna e disposte in fila lungo la pista, tra gli abeti rossi e le betulle vestiti ancora dei cristalli della notte artica.


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Poi l’odore in avvicinamento dell’uomo capobranco e della sua compagna danno la certezza: oggi sarà il giorno della corsa.
Il torpore che segue la notte gelida appena trascorsa lascia subito il posto ad una crescente eccitazione. E quando l’uomo entra nel recinto, esplode in una danza esuberante e chiassosa di guaiti. Perché ciascuno vuole essere il prescelto.
Ma la scelta è una fase delicata, occorre conoscere i cani uno per uno affinché nel traino sia rispettata una scala gerarchica che garantisca collaborazione e non troppa competizione.
I prescelti vengono quasi trascinati alle slitte, tanto è incontenibile la loro esuberanza. Ed una volta imbracati, subentra una vigile attesa che pregusta già la lunga galoppata.


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Gli husky siberiani sono nati per correre. Selezioni di parecchi decenni hanno esaltato la loro resistenza alla corsa.
Una necessità antica di cacciatori in branco del grande nord. Quando arrivare per primi significava sopravvivere.

Si parte. I guaiti cessano all’improvviso perché la corsa pretende tutte le forze e tutta l’attenzione per seguire l’odore del capobranco.
Un trotto veloce e ritmico, che chissà con quali meccanismi la muta riesce a sincronizzare in modo che nessuna energia venga dissipata inutilmente.


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La sosta arriva dopo un’ora di corsa. Il pasto è riservato agli uomini.
I cani non mangiano. Sanno che non è il loro momento e pur percependo prepotentemente gli odori del cibo non accennano a chiederlo in nessun modo.
La corsa non è finita e non ammette gli sprechi di energia che la digestione inevitabilmente pretenderebbe.
Sanno che il premio lo porterà la fine della corsa al termine della giornata.


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Si riparte con un sole basso e pigro che non vede l’ora di rituffarsi oltre l’orizzonte.


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Bellissimo reportage, non le commento una per una perché ora l'unico sentimento è l'invidia per la fantastica esperienza che hai vissuto. grrrrr

Un’altra perla

Lo conoscevo già ma rivederlo e rileggerlo è sempre un grande piacere.

Complimenti

Roberto

bellissimo racconto...................
complimentoni per le foto ,ma per i posti che hai visto e l'esperienza che hai fatto

ciao
Peppe

Ahhh, ancora la mia Lapponia

Grandi foto e grande racconto


Patricia

Valerio
avevo gia avuto modo di apprezzare un altro tuo lavoro sull argomento e devo dire che oltre a trasmetterci i momenti le tue immagini ce ne fanno quasi sentire l odore........bellissime
bravo ancora
Riccardo

Vi ringrazio del passaggio


Più che un reportage è un omaggio a questi animali straordinari. Campioni di generosità oltre che di una incredibile resistenza fisica.

Un viaggio assieme a loro nei silenzi del grande nord mi ha fatto vivere sensazioni e ritrovare valori dimenticati da tempo.

Ciao

Valerio

Bellissimo reportage, con menzione speciale per alcuni scatti tecnicamente difficili ma ben realizzati.

Ogni anno riesci (e sembra quesi incredibile) a superarti. Oltre allo splendido uso delle focali e quindi alla tecnica, riesci a farmi immedesimare quasi come soggetto attivo del racconto attraverso l'uso delle inquadrature e dei tagli. Sei davvero super HP!

Non posso che quotare
Oltre alla splendida fotografia dimostri una capacità narrativa veramente invidiabile.
In poche righe ed in poche immagini riesci a trasmettere tutte le sensazioni di questa bellissima esperienza.

Bravissimo

Gennaro

Ottime immagini, ottima location e ottime didascalie, complimenti Valerio
deve essere stata veramente un'emozione unica da vivere almeno una volta.

bellissime le foto, super il racconto!
essenziale, solo il necessario per descrivere il momento
e insieme anche cio' che ha emozionato te!

...ma...nella 16...dopo..hai dovuto ripulire la lente?
io dico di si....una bella leccata amichevole non ci credo che non te la sei presa....

complimentissimi!!!!!

Bianca

difficile fare di meglio...complimenti Valerio

ciao

ottimo!!

Riguardavo le tue foto e mi ha colpito la tecnica che hai usato nella quinta.

Hai scelto un primo piano americano decentrato a destra efficacissimo che dà all’immagine una straordinaria sensazione di tridimensionalità.
Sembra di essere “dentro” alla foto.
Sono dettagli che forse sfuggono ad uno sguardo frettoloso.

Roberto

Bel reportage Valerio...accompagnato da una altrettanto ottima discalia...certo che invidia andare in quei posti...meraviglia.

Ps. certo che quei cani sono davvero fantastici.

Salutoni Albè

Ancora un bellissimo lavoro caro Valerio!!
Bellissime immagini con le quali hai portato tutti noi su quelle slitte!!
Grazie!!

Bruno

Bello bello il racconto, come pure le immagini.
M'è preso freddo, ma freddo!

Paolo