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Ritratto
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FALCON200
Messaggio: #1
può definirsi ritratto soltanto la fotografia ottenuta col la collaborazione del soggetto e mettendolo "in posa".....
oppure è ritratto anche lo scatto che comunque mostri il volto umano nella gamma delle sue espressività?
personalmente son convinto della seconda ipotesi....
M
gianpiero_mac_com
Messaggio: #2
Io credo che sia prevalente il risultato ottenuto piuttosto che il modo in cui è stato ottenuto, anche quando il soggetto è inconsapevole (ritratti rubati).
Ma è solo la mia opinione.

gianpiero
FALCON200
Messaggio: #3
perdonami....ma se è rubato...non è costruito....
M
karlsruhe
Iscritto
Messaggio: #4
Ritratto rubato.Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali. Ingrandimento full detail : 3.9 MB

Io penso che in un ritratto la posa possa essere costruita ma l´attimo sara´ sempre rubato come anche il contesto.
Gianluca.
karlsruhe
Iscritto
Messaggio: #5
Ma mi riferivo al momento scusami...

Secondo me di costruito si puo´ parlare su soggetti inanimi comunque piacere di parlare con una nuova persona.
IO rimango del parere che anche in ambito di moda la modella si fa rubare il momento anche perche la posa e solo uno spazio di tempo che mette a disposizione, e poi sta al fotografo rubare il momento.
FALCON200
Messaggio: #6
su questo concordo... raramente si fotografano statue...e per fortuna
M
Negativodigitale
Messaggio: #7
Per me questi due sono gli estremi e nel mezzo ci sta tutto il resto.

Riguardo alla definizione "in posa" ci andrei abbastanza cauto:
spesso il soggetto pur non essendo tecnicamente "in posa" subisce
un effetto benefico dalla presenza della fotocamera,
e se il fotografo è bravo ed il soggetto è adatto, ne può uscire una bella foto,
bella e consapevole.

Comunque è un argomentone, e se ne potrebbe parlare a lungo. smile.gif

Paolo
FALCON200
Messaggio: #8
personalmente preferisco cogliere ( tentare di) l'espressione che in quel momento mi colpisce
nella mia esperienza noto che la presenza di una fotocamera nei più raffredda l'espressività
vero anche tuttavia che in un esiguo numero di casi ho riscontrato l'effetto benefico di cui parli
M
Negativodigitale
Messaggio: #9
QUOTE(FALCON200 @ Jun 2 2009, 07:11 PM) *
...
noto che la presenza di una fotocamera nei più raffredda l'espressività
...


si, spesso si rompe l'incantesimo e addio foto,
e qua entriamo nel mare magno del tema della presenza del fotografo sulla scena,
altro argomentone ... ohmy.gif
FALCON200
Messaggio: #10
parlando ovviamente di modelli/e non professionisti...o comunque non abituati alla presenza di una fotocamere
M
Attilio PB
Messaggio: #11
Credo stia alla nostra sensibilità capire quando è il caso di svelare la nostra presenza per raccogliere l'effetto "benefico" della consapevolezza. A mio avviso dipende da molti fattori, non ultimo quanto il soggetto in quel momento si sente al centro di altre attenzioni, faccio due esempi per spiegare il concetto:

nel primo caso questa bimba sapeva che la stavo fotografando, era consapevole e complice, ma allo stesso tempo era convinta di essere solo una parte del panorama, di quella enorme stazione indiana, rimaneva tranquilla nonostante la consapevolezza:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.


In questo secondo caso, invece, il mio soggetto era già al centro dell'attenzione dei piu' (una cerimonia locale) e svelare la mia presenza probabilmente l'avrebbe fatta "mettere in posa" con un'espressione tirata, viceversa cosi' ha mantenuto tutta la tensione ed attenzione del momento:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Ciao
Attilio
maxiclimb
Messaggio: #12
Personalmente non apprezzo molto la categoria dei ritratti cosiddetti "rubati".
Certamente hanno una loro evidente ragion d'essere, vuoi per esigenze pratiche, vuoi per la ritrosia di alcuni soggetti.
Tuttavia, istintivamente li inserisco più in un ambito reportagistico che di vero e proprio ritratto.
Per esempio, i due (bellissimi) scatti di Attilio li vedrei benissimo proprio nella sezione Reportage di viaggio, o al limite Street (categoria dai confini a volte nebulosi).
La sensazione (opinabilissima e passibile di molti distinguo) che spesso ho di fronte agli scatti "rubati", è che si sia scelta la strada più facile.
Fare un ritratto con un soggetto consapevole e consenziente espone ad alcune difficoltà tecniche e relazionali: bisogna ottenere il consenso, bisogna trovare il giusto feeling che permetta di farlo rilassare fino a fargli assumere le stesse espressioni spontanee che avremmo avuto "rubando" la foto, bisogna insomma fare in modo che si dimentichi della fotocamera.
Tutto questo richiede tempo, energie emotive, capacità relazionali, empatia, voglia di mettersi in gioco e.... un certo rischio di fallimento, con conseguente rifiuto (o peggio, foto brutte e forzate).
Insomma, bisogna anche essere disposti a... rinunciare a scattare.
Fotografare "di nascosto" invece, tolte le difficoltà relative alla distanza e agli elementi di disturbo, da un punto di vista emotivo e "di rischio intrinseco" è certamente più facile.
La scusa secondo cui si fotografa di nascosto per non guastare la spontaneità del soggetto, alcune volte mi sembra appunto.... una scusa. unsure.gif
Ovviamente qualche volta i risultati possono essere molto, molto validi.
Ma le soddisfazioni - e i risultati - possibili fotografando persone consapevoli, secondo me sono notevolmente superiori. smile.gif
Chiaramente, ma è bene ribadirlo ancora, mi sto riferendo solo al tema "ritratto", mentre per categorie quali street o reportage le cose sono ben diverse, e in quei casi per me il fotografo dovrebbe idealmente essere invisibile.

Un bravo ritrattista che si cimenta spesso con perfetti sconosciuti:
http://www.flickr.com/photos/benoitpaille/...57608771907083/
Manuela Innocenti
Messaggio: #13
Anche io sono per il ritratto consapevole, dove tra chi fotografa e chi viene ripreso si crea un feeling particolare (non sempre ovviamente). Sono d'accordo con Maxi, parlando di ritratto.
Grazie per il link del ritrattista, davvero molto interessante rolleyes.gif

Messaggio modificato da Manuela Innocenti il Jun 3 2009, 09:44 AM
toad
Messaggio: #14
Sono d’accordo, in toto, con maxiclimb. Anzi, se devo essere sincero fino in fondo, il mio modo di vedere è ancora più estremista, ma mi rendo conto che può essere fuorviante. Comunque…
Secondo me, il ritratto vero e proprio – nell’accezione non letterale del termine - non può prescindere dalla consapevolezza del soggetto. I cosiddetti ritratti rubati, sono istantanee, termine che non deve essere visto in modo riduttivo, perché spesso si vedono fotografie magnifiche, e quelle di Attilio ne sono un ottimo esempio. Istantanee, perché, appunto còlgono l’istante, a volte , come detto, in modo magistrale e significativo.

Ma il ritratto è un’altra cosa. Secondo una linea di pensiero che condivido nel ritratto (in questo caso fotografico o pittorico non ha importanza) i soggetti sono tre: la persona ritratta, il ritrattista e colui che osserva l’opera, perché in qualche modo l’osservatore entra anch’esso in empatia virtuale con gli altri due protagonisti attraverso le sensazioni che percepisce osservando l’opera.

Lasciando perdere questa elucubrazione, rimane il fatto che soprattutto quando parliamo di modelle/i non professionisti, due fotografi diversi porteranno a casa sicuramente due risultati differenti fotografando il medesimo soggetto, tecnica di ripresa a parte. Il rapporto che si crea tra fotografo e soggetto è parte integrante dell’immagine ottenuta ed è percepibile nella maggior parte dei casi. D’altra parte proviamo un attimo a pensare ai ritratti pittorici. Erano (sono) frutto di una serie di sedute, mica di una soltanto. E’ inevitabile e dovrei dire doveroso, che tra le due persone coinvolte si crei un rapporto di complice collaborazione per l’ottenimento del risultato voluto, o almeno dovrebbe essere così. La fotografia, da questo punto di vista fa risparmiare tempo, anche se le cose più belle, personalmente, non le ottengo quasi mai nella prima sessione di scatti.

Non amo riprendere le persone a loro insaputa o fotografandole come se imbracciassi un fucile, anche se spesso l’ho fatto ottenendo in qualche caso anche dei buoni risultati. Ma sono foto che generalmente appagano solo un certo gusto estetico e che non mi soddisfano appieno.

Credo, infine, che non ci sia nulla di riprovevole, nell’ammettere che non si ha il coraggio o non si riesce a far posare una persona, o a creare il famoso feeling. E’ sempre comunque meglio un’istantanea (riuscita wink.gif ) di un ritratto insignificante. smile.gif
capannelle
Messaggio: #15
Penso che un ritratto debba sempre cogliere un'immagine spontanea e significativa del soggetto fotografato.
Questo si può ottenere sia con una 'foto rubata' che instaurando un rapporto con il soggetto.

Credo che l'importante sia il risultato finale e non il modo con il quale lo si ottiene: essere talebani in queste cose non è per niente utile, come inutili sono le elucubrazioni cerebrali fine a se stesse.

Personalmente adotto entrambe le tecnichge di approccio al soggetto a seconda dei casi.

Allego due foto di strada: nella prima foto ho ritratto un francese che gira a piedi per L'Europa dopo aver chiacchierato un po' con lui, nella seconda foto ha ritratto la signora che era ovviamente inconsapevole

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali. Ingrandimento full detail : 5.3 MB

IPB Immagine Ingrandimento full detail : 81.9 KB
Luc@imola
Messaggio: #16
Ottima e interessante discussione che vorrei incanalare in una sezione credo piu' attinente: PHOTO CULTURE >> Temi.
A mio modo di vedere e' piu' un modo di vedere il ritratto, su cui si puo' avere differenti vedute, che non la ricerca di una tecnica fotografica per ottenerli.
Grande Tema.
toad
Messaggio: #17
QUOTE(Luc@imola @ Jun 3 2009, 02:50 PM) *
Ottima e interessante discussione che vorrei incanalare in una sezione credo piu' attinente: PHOTO CULTURE >> Temi.


Pollice.gif


QUOTE(capannelle @ Jun 3 2009, 02:39 PM) *
essere talebani in queste cose non è per niente utile, come inutili sono le elucubrazioni cerebrali fine a se stesse.


Guarda, se c'è proprio uno che non è talebano, quello sono io, e mi pare di averlo ampiamente dimostrato proprio in questo forum biggrin.gif
Ma, a domanda specifica, ho risposto specificatamente, facendo ben presente che sono mie considerazioni. D'altra parte, nell'accezione comune adottata anche qui, in "Ritratti" trovano spazio entrambe le casistiche. Così come in altre sezioni ci sono immagini che dovrebbero stare in "Ritratti". wink.gif

QUOTE(capannelle @ Jun 3 2009, 02:39 PM) *
Allego due foto di strada: nella prima foto ho ritratto un francese che gira a piedi per L'Europa dopo aver chiacchierato un po' con lui, nella seconda foto ha ritratto la signora che era ovviamente inconsapevole


Appunto, ma sono due immagini ben differenti! ohmy.gif
La prima (bella!) ben rappresenta, secondo me, lo spirito del personaggio, che è perfettamente coinvolto e si compiace di mostrarsi.
La seconda è particolare e gustosa per via del manifesto. Onestamente, se l'avessi postata in "Ritratti", l'avrei spostata in "Street", proprio perché rappresenta una grottesca situazione di vita quotidiana, ma della personalità della signora, francamente, non còlgo nulla.
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #18
..ieri pomeriggio mi è capitato di entrare "in sintonia" con le persone che intendevo fotografare..mi trovavo al parco e un gruppetto arzillo di anziani stava allegramente cicerando e cantando a suon di fisarmonica nel cortile di una cascina..
sono bastate poche chiacchiere in compagnia e il loro entusiasmo è stato tale da accogliere me ed il moroso tra loro, invitandoci a suonare e bere assieme.
Le foto che ho fatto non so se rendono l'atmosfera che si era creata, ho dei dubbi! ma ho notato l'importanza di questo relazionarsi come già altre volte mi era stato consigliato, anche su questo forum! i volti erano distesi, spontanei e felici di lasciarsi riprendere (ora aspettano le foto che gli ho promesso!)
Spero che la cosa possa servirmi in futuro per 'fuggire di meno' e scattare meglio wink.gif
Negativodigitale
Messaggio: #19
QUOTE(Paoletta80 @ Jun 3 2009, 03:16 PM) *
..ieri pomeriggio mi è capitato ....

Ora, però, si vogliono vedere le foto ... wink.gif tongue.gif

Paolo
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #20
QUOTE(Negativodigitale @ Jun 3 2009, 03:21 PM) *
Ora, però, si vogliono vedere le foto ... wink.gif tongue.gif

Paolo


ahah smile.gif) mi sa che ho pensato più a suonare la fisa e a bere il vino wink.gif) ma prometto di farvele vedere !!!
FALCON200
Messaggio: #21
grazie per l'esposizione esauriente delle varie posizioni, le sto leggendo con molta attenzione
grazie davvero
M

complimenti ad Attilio per gli scatti
!!!!!!!
anche a capannelle
FALCON200
Messaggio: #22
QUOTE(toad @ Jun 3 2009, 12:02 PM) *
Sono d’accordo, in toto, con maxiclimb. Anzi, se devo essere sincero fino in fondo, il mio modo di vedere è ancora più estremista, ma mi rendo conto che può essere fuorviante. Comunque…
Secondo me, il ritratto vero e proprio – nell’accezione non letterale del termine - non può prescindere dalla consapevolezza del soggetto. I cosiddetti ritratti rubati, sono istantanee, termine che non deve essere visto in modo riduttivo, perché spesso si vedono fotografie magnifiche, e quelle di Attilio ne sono un ottimo esempio. Istantanee, perché, appunto còlgono l’istante, a volte , come detto, in modo magistrale e significativo.

Ma il ritratto è un’altra cosa. Secondo una linea di pensiero che condivido nel ritratto (in questo caso fotografico o pittorico non ha importanza) i soggetti sono tre: la persona ritratta, il ritrattista e colui che osserva l’opera, perché in qualche modo l’osservatore entra anch’esso in empatia virtuale con gli altri due protagonisti attraverso le sensazioni che percepisce osservando l’opera.

Lasciando perdere questa elucubrazione, rimane il fatto che soprattutto quando parliamo di modelle/i non professionisti, due fotografi diversi porteranno a casa sicuramente due risultati differenti fotografando il medesimo soggetto, tecnica di ripresa a parte. Il rapporto che si crea tra fotografo e soggetto è parte integrante dell’immagine ottenuta ed è percepibile nella maggior parte dei casi. D’altra parte proviamo un attimo a pensare ai ritratti pittorici. Erano (sono) frutto di una serie di sedute, mica di una soltanto. E’ inevitabile e dovrei dire doveroso, che tra le due persone coinvolte si crei un rapporto di complice collaborazione per l’ottenimento del risultato voluto, o almeno dovrebbe essere così. La fotografia, da questo punto di vista fa risparmiare tempo, anche se le cose più belle, personalmente, non le ottengo quasi mai nella prima sessione di scatti.

Non amo riprendere le persone a loro insaputa o fotografandole come se imbracciassi un fucile, anche se spesso l’ho fatto ottenendo in qualche caso anche dei buoni risultati. Ma sono foto che generalmente appagano solo un certo gusto estetico e che non mi soddisfano appieno.

Credo, infine, che non ci sia nulla di riprovevole, nell’ammettere che non si ha il coraggio o non si riesce a far posare una persona, o a creare il famoso feeling. E’ sempre comunque meglio un’istantanea (riuscita wink.gif ) di un ritratto insignificante. :)


ammetterai pure tuttavia che vi siano fotografi che amino le espressioni spontanee in sè...
e questo al di là del coraggio che nella vita è ben altra cosa
M
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #23
Temo che il voler incasellare una fotografia nello stretto ambito di un cliché sia riduttivo. Come detto da qualcuno più sopra (Toad credo hmmm.gif ):
QUOTE
Secondo me, il ritratto vero e proprio – nell’accezione non letterale del termine - non può prescindere dalla consapevolezza del soggetto.

o da Max:
QUOTE
............La sensazione (opinabilissima e passibile di molti distinguo) che spesso ho di fronte agli scatti "rubati", è che si sia scelta la strada più facile..................
La scusa secondo cui si fotografa di nascosto per non guastare la spontaneità del soggetto, alcune volte mi sembra appunto.... una scusa. unsure.gif
Ovviamente qualche volta i risultati possono essere molto, molto validi.
Ma le soddisfazioni - e i risultati - possibili fotografando persone consapevoli, secondo me sono notevolmente superiori. smile.gif

Queste affermazioni, seppur personali, tendono a tagliar via una buona fetta di quei ritratti, o che almeno io giudico tali, che fanno parte dei "ritratti ambientati". Quella sorta di istantanee, come sono state chiamate, che vedono il soggetto del ritratto interagire con l'ambiente che lo circonda e che perderebbe, secondo il mio parere ma non solo, quella spontaneità che lo vede protagonista. Non è questione di paura laugh.gif, di relazionarsi. Molto spesso dopo aver fotografato il soggetto e riprendendolo nel suo ambiente, lo avvicino, scambio con lui opinioni, faccio quattro chiacchiere e poi, col suo permesso, magari lo fotorafo. Altro genere di ritratto che, a me personalmente invece, dà poche o nulle soddisfazioni. Ritratti ambientati...street...istantanee...ritratto nell'accezione letterale del termine. Tutto questo mi sa di gabbia.
FALCON200
Messaggio: #24
grazie Claudio
capita anche a me di interagire successivamente col soggetto ritratto "inaspettatamente"
M
Attilio PB
Messaggio: #25
Molto interessanti le posizioni espresse. In effetti se mi fermo a pensare al ritrattista penso a colui che ha descritto Toad, pittore o fotografo poco importa, sono d'accordo; tuttavia pur accettando il distinguo dell'interazione con il soggetto, a mio avviso rimangono aree di indeterminazione nelle quali la soglia tra ritratto e reportage è molto labile.

Perdonate se pubblico ancora due scatti, ma per immagini chiarisco meglio il pensiero: la situazione è chiaramente di reportage, sono a documentare un incontro "diplomatico" tra capi-villaggio e delegazioni umanitarie in pieno deserto, nel primo scatto il mio soggetto è perfettamente consapevole della mia presenza e sorride divertito della mia attenzione nei suoi confronti, lui è solo il consigliere di un capo villaggio, figura di secondo piano dell'incontro, il mio lieve cenno di saluto lo mette di buon umore e sorride alla macchina fotografica:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

nel secondo scatto, pochi minuti dopo, la situazione è cambiata radicalmente, i capi-villaggio stanno discutendo tra di loro e l'attenzione del mio soggetto viene completamente rapita dalla discussione, io scompaio, per lui non esisto piu':

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Qual'è il confine tra ritratto e reportage? Il primo scatto è un ritratto ed il secondo è reportage? Oppure è tutto reportage? Oppure grazie al primo scatto anche il secondo diventa un ritratto? Nel secondo scatto è chiaro che non c'è paura nell'approccio con il soggetto, dal quale ho già avuto attenzione ed approvazione, ma altrettanto chiaramente non c'è alcuna interazione con lui.
Probabilmente sbagliando, io li ho sempre considerati ritratti, mentre la documentazione dell'incontro era il mio reportage, ora che mi ci fate soffermare meglio mi vengono diversi dubbi biggrin.gif
Ciao
Attilio
 
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