Iran: turchese e argilla cruda. Un popolo antico...
Primavera del 2017.
La pianura che si estende dalle più basse colline dei monti Zagros verso i lontani argini del Tigri ed Eufrate e a sud verso le paludi del delta di questi due grandi fiumi, in aprile è già calda e avviata verso una afosa giornata.
Il confine tra Iran e Iraq è tranquillo in questa primavera del 2017 e lontani nel tempo sono gli anni in cui i due popoli sono stati ancora una volta spinti al massacro dalle manovre di piccole e grandi potenze imperialistiche. Ce li ricordano però drammaticamente le foto dei soldati iraniani morti, onorati come martiri, che scorrono davanti ai finestrini della corriera su cui siamo saliti...
Ziggurat
Tracce dell'antica civiltà elamitica rimaste in questa provincia iraniana: lo Ziggurrat di Chogha Zanbil compare dopo alcuni chilometri di strada sterrata tra coltivazioni di cereali, isolato nella pianura alluvionale di un fiume che scende dai monti Zagros.
Monti Zagros
Pastore
Kashan
I tetti dei bagni del Sultano Amir Ahmad
Kashan
Moschea
Abyaneh
Un villaggio di montagna
Abyaneh
Architettura di argilla cruda
Natanz
Argilla e turchese
Isfahan
Il ponte Khaju
Isfahan
Visita di istruzione
Isfahan
Piazza Naqsh-e jahn
Yadz
Entriamo nell’unico tempio zoroastriano autorizzato a restare aperto dalle autorità islamiche in questa regione. Alto, sopra il frontone, il faravahar, immagine iconica del busto di Ahura Mazd? dalla lunga barba mesopotamica, tra due grandi ali dispiegate e un'ampia coda piumata: “Ascoltate con le vostre orecchie la più alta verità, aprite la mente con attenzione e decidete, ogni uomo e donna personalmente, tra i due cammini, del bene e del male. Prima della Inaugurazione del grande giorno, o del giorno del Giudizio, sorgete tutti voi e cercate di diffondere le parole di Ahura”...
Yadz
Moschea
Yadz
Interno della moschea
Kerman
Gioco con le biglie
Kerman
Tempio di Zoroastro: il sacerdote entra nella vicina stanza del fuoco millenario, mantenuto in vita dai discendenti di popoli indo-iraniani, pastori erranti delle steppe asiatiche. Attraverso il vetro lo vediamo avvicinarsi al braciere in cui arde la fiamma. Servendosi di pinze e palette, la attizza con legna purificata e profumata. Ha la bocca coperta da una benda, per evitare che il suo fiato la contamini.