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Ex manicomio di Mombello
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25 11 2013
E' conosciuta anche come "Villa di Napoleone". All'inizio dell'800 è stata la dimora dell'imperatore francese durante la campagna d'Italia. Fu conosciuta all’epoca come Villa Pusterla – Crivelli, progettata dall’architetto Francesco Croce che la fece edificare sui resti di un antico edificio risalente, si pensa, al medioevo che rispettava i canoni estetici e architettonici dell’epoca e possedeva un maestoso giardino che la circondava e che conferiva ulteriore prestigio al luogo. Nel 1865 Villa Pusterla – Crivelli aprì ufficialmente le porte a molte povere anime con storie tanto diverse quanto simile nella loro sofferenza, e divenne in breve tempo "il manicomio più grande d’Italia". Il 13 maggio 1978 con l’entrata in vigore della legge Basaglia si diede inizio allo smantellamento e conseguente chiusura di tutti i manicomi presenti sul suolo italiano, e Mombello seguì la stessa sorte. La definitiva chiusura del complesso avvenne nel 1999, anno in cui terminò la totale dismissione delle strutture. In questo luogo si mescola il fascino del mistero con la storia, anche recente. Proprio in questo luogo è morto Benito Albino Bernardi, primogenito di Benito Mussolini, il Duce, dopo aver trascorso gli ultimi anni della sua vita rinchiuso in questo manicomio. Le leggende, inoltre, parlano anche di un passaggio segreto, una galleria voluta dallo stesso Napoleone, che potesse consentirgli la fuga in caso di pericolo. Forse questo cunicolo è stato identificato con una galleria un tempo occultata dietro ad un finto pannello e raggiungibile dai sotterranei della villa e tamponata da una muratura dopo una quarantina di metri. I racconti degli anziani vogliono che, prima dell’entrata in vigore della legge Basaglia, alcuni dottori effettuassero esperimenti clinici non autorizzati sui malati di mente. I resti di queste vittime innocenti sarebbero state poi gettate in un pozzo all'interno dei sotterranei, per nasconderne le prove.
Pallanuoto
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05 02 2013
Brunate - Como
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28 01 2013
Consonno - Città Fantasma
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25 01 2013
La storia dell'antico borgo di Consonno, in comune di Olginate (Provincia di Lecco), è di quelle che sono retaggio dei ruggenti anni Sessanta, quando un improbabile "Grande Ufficiale Conte Mario Bagno", imprenditore senza scrupoli, decise di acquistare in un colpo solo l'intero tenimento di Consonno, tipico borgo brianzolo sul Monte di Brianza. Tutto il borgo venne demolito per realizzarvi una improbabile città dei divertimenti, una sorta di "Las Vegas" della Brianza. Bagno mise insieme un'accozzaglia di reperti e testimonianze che richiamavano tutti i luoghi del mondo e della storia, che prese il posto dell'antico borgo. "A Consonno il cielo è più azzurro", recitavano gli striscioni di benvenuto di chi, varcata la porta d'entrata con due armigeri medioevali fantocci in posizione di guardia, saliva all'improbabile minareto.