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Una scelta di vita: Artisti di strada
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29 09 2022
Colori, suoni, acrobazie, espressioni e tanti giochi: sono gli artisti di strada che fanno divertire bambini ed adulti nelle piazze delle città e paesi in tutto il mondo e provengono da tutto il mondo. E che cos'è un artista di strada senza il pubblico? Loro vivono per far divertire e il loro pubblico è tutto: il sorriso finale e l'inchino dopo lo spettacolo è contagioso e parte l'applauso di ringraziamento e compare l'immancabile cappello per raccogliere un tributo che vale tutto il tempo che ci regalano con la loro antica arte di scena. Grazie a tutti loro che ci portano qualcosa che si sta dimenticando: una sana alllegria senza presunzione.
Fotografare o fotografarsi: questo è il dilemma. L'evoluzion
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07 09 2022
Gianni Berengo Gardin sicuramente si indignerà per questo portfolio ma l'evoluzione nella società di oggi ci ha portato ad avere tutto: macchine fotografiche, cellulari evoluti come computer ed usarli nei più svariati dei modi e soprattutto nella fotografia. Niente di strano ma io la vedo come il grande maestro però mi piace immortalare ogni forma di tendenza e di cambiamento nei comportamenti nelle società moderne. Questo portfolio vuole evidenziare il prima, durante e il dopo di uno scatto che sia fatto con il cellulare o altri mezzi fotografici
Ararad Khatchikian e lo sleddog in Italia
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02 09 2022
Ararad Khatchikian è un personaggio veramente eccezionale e particolare, da conoscere. Di origine armena nasce in Africa a Khartoum in Sudan sul fiume Nilo, da madre Italiana e padre Armeno ma presto viene attratto da una disciplina sportiva particolare: lo sleddog. Fonda la prima Scuola Italiana Sleddog, poi si ferma a Tarvisio e forma i nuovi musher cioè conducenti di una muta di cani da slitta e fa conoscere, insieme ai suoi collaboratori, questo sport a Tarvisio, Cortina, Sappada ecc. Mi ha attratto il suo amore per questi cani da slitta eccezionali di razza Alaskan Malamute, forti e particolarmente adatti ad essere cani da slitta e per la dedizione a questa pratica molto fisica. La gente prova questo sport con serenità e si avvicina ad una cultura sportiva poco conosciuta e forse anche capita ma di grande interesse.
Omaggio a Padova sotto le stelle
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31 08 2022
Padova, la mia città d’origine, anche se non ci abito più stabilmente da 35 anni, mi rimane sempre nel cuore. Nell’inverno del 2019, per vari motivi, vi sono ritornato per alcuni mesi e l’ho girata come facevo da giovane, anche di notte ed ho cercato di rubargli un po’ della sue immagini in piena solitudine perché gente, in giro, ce n’era veramente molto poca, ed era quello che volevo dalla mia città. Usare per le inquadrature solo le luci dei lampioni delle piazze, dei fari del Santo e le stelle nel cielo, per completare il quadro, per me è stato un ritorno al passato quando non c’erano timori di girare sino a tarda notte e scherzare con gli amici fermandosi di qua e di la, senza meta.
Il ricordo in un racconto: il Monte Piana in un'estate del 1
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27 08 2022
Raccontare con le parole, immaginare con le immagini e comporre una storia. Non è però una lezione di storia, tantomeno una lezione di fotografia ma un invito a chiudere gli occhi dopo aver guardato ogni scatto e rivivere quegli attimi che immaginiamo nel ritornare all’estate del 1916, estate come il periodo delle fotografie di questo portfolio. Chiudiamo gli occhi ed ascoltiamo il via vai dei soldati italiani o austriaci che siano, il loro vociare in tutti i dialetti della nostra Italia, chi bestemmia e chi prega, chi piange e chi grida “assalto”, chi si rifugia o riposa in una grotta scavata a mano, chi sale per i pendii e chi invece vive o muore tra le buche delle tante bombe che entrambe le parti si sono lanciate, gli spari dei fucili e delle mitragliatrici : questa era la vita sul Monte Piana. Questo è il Monte Piana, per gli italiani, Monte Piano per gli austriaci e dopo, per tutti, Monte Pianto dove tre il maggio del 1915 e il novembre del 1917 morirono 14.000 giovani e meno giovani italiani ed austriaci, una generazione intera distrutta da una guerra: la Prima Grande guerra. Pensavo di presentare il portfolio con scatti in bianco e nero perché richiamano le foto dell’epoca ma mi son detto: questi ragazzi vedevano il mondo come me, oggi, a colori con le stesse nuvole bianche, il colore azzurro del cielo, il verde dei prati. No, dovevo farlo a colori e voi provate a immaginate queste scene a colori, come loro.
Il ricordo in un racconto: il Monte Piana in un'estate del 2
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27 08 2022
Raccontare con le parole, immaginare con le immagini e comporre una storia. Non è però una lezione di storia, tantomeno insegnare a fotografare ma un invito a chiudere gli occhi dopo aver guardato ogni scatto e rivivere quegli attimi che immaginiamo nel ritornare all’estate del 1916, estate come il periodo delle fotografie di questo portfolio. Chiudiamo gli occhi ed ascoltiamo il via vai dei soldati italiani o austriaci che siano, il loro vociare in tutti i dialetti della nostra Italia, chi bestemmia e chi prega, chi piange e chi grida “assalto”, chi si rifugia o riposa in una grotta scavata a mano, chi sale per i pendii e chi invece vive o muore tra le buche delle tante bombe che entrambe le parti si sono lanciate, gli spari dei fucili e delle mitragliatrici : questa era la vita sul Monte Piana. Questo è il Monte Piana, per gli italiani, Monte Piano per gli austriaci e dopo, per tutti, Monte Pianto dove tre il maggio del 1915 e il novembre del 1917 morirono 14.000 giovani e meno giovani italiani ed austriaci, una generazione intera distrutta da una guerra: la Prima Grande guerra. Pensavo di presentare il portfolio con scatti in bianco e nero perché richiamano le foto dell’epoca ma mi son detto: questi ragazzi vedevano il mondo come me, oggi, a colori con le stesse nuvole bianche, il colore azzurro del cielo, il verde dei prati. No, dovevo farlo a colori e voi immaginate queste scene a colori, come loro.