Quello che ho provato varcando quella porta socchiusa, è stata un misto d'indecisione, paura, ma adrenalina, tanta adrenalina pura. Non sapevo cosa e chi mi potesse aspettare li dentro, ma l'occasione fa l'uomo ladro e la voglia di scoprire e andare oltre è sempre stato uno status molto forte. Vi lascio con queste righe scritte da una sensibilissima critica, qualche giorno dopo degli scatti. "Da piccola te l'ho già detto mi piaceva arredare le case delle bambole, ci perdevo ore e poi finiva che non ci giocavo neanche e dovevo rimettere già tutto in ordine, oppure i lego, li adoravo, costruivo case, rifugi, poi mi sono sempre divertita a immaginare dentro le case cosa ci fosse, sbirciavo dalle finestre, penso mi siano sempre piaciute le cose che vanno ricomposte, rimontate, sistemate in qualche modo, perché era come riempirle con un po' di me...e se ci pensi, una casa, un palazzo, una parete da verniciare, ogni cosa è in costruzione. Ci sono cose appena cominciate, da iniziare, da completare, abbozzi di case, di stanze da arredare, letti da rifare, libri da finire...finestre lasciate socchiuse in case abbandonate, pronte ad accogliere lo sguardo curioso di chi passerà di lì ed entrerà nel buio della finestra, sarà luce sul nero che s'intona con i pensieri, che riempie dov'era vuoto. E forse alcune cose, certi spazi, non aspettano altro che d'essere riempiti, di diventare finiti, senza che tu chieda permesso, ti lasceranno entrare, e potrà essere una mano a riempire d'amore un'altra mano, un bacio a colmare la bocca, il riflesso di un sorriso a riempire la scheggia di uno specchio rotto...perché ci sono cose come i sentimenti che non puoi vedere eppure sono in costruzione, ecco, anche queste parole messe in fila sono in costruzione e sarà lo sguardo di chi legge a renderle piene. E c'è da riempire un bicchiere di vino ad un amico, c'è da incollare foto in un album, c'è da costruire; nessuna cosa è vuota, è solo da riempire. Lasciami entrare allora, perché il vuoto che ti sembra di avere dentro, visto da qui è bellissimo, invitami ad entrare, nel nero bellissimo che s'intona col mio e mettici tutto quello che vuoi, mettici pure la paura, mettici tutto quello che non senti ancora, costruisci insieme a me."

“Ciao Michele, ho pensato alle foto delle luci, sai cosa mi ricordano? Quelle scie di luce le ho associate alle luci che vedevo da bambina dal finestrino, mentre l'auto andava e si viaggiava...E io ero lì a guardare fuori, posti in cui non mi sarei fermata ma sarei stata solo di passaggio, immaginando chi avrei potuto conoscere o chi poteva vivere nelle case che costeggiavano la strada o in quelle più lontane quasi nascoste, irraggiungibili, provando a disegnare col pensiero una strada interna che avrebbe unito le case, gli alberi e perché no anche me. Le scie delle luci di notte, viste dal finestrino di un'auto in cui preferivo restare sveglia piuttosto che addormentarmi e perdermi quello spettacolo, di cose che passano veloci, di persone appena incrociate, ma pur sempre altrettanta vita...E poi questa cosa, di guardare fuori, di incantarmi a guardare fuori me la sono portata dietro crescendo...A volte quelle luci per strada sono le luci dei fari di altre auto la sera quando ci si ritira a casa, o le luci attorno in autostrada, sul treno, di città in cui per un attimo ci sei e poco dopo non più. E chissà se ci tornerai, chissà com'è che si sta lì...Come ogni scia può essere una luce, un bagliore, che sia emozione, che sia una persona che sta andando via, che duri il tempo di un abbraccio o meno di uno sbadiglio, è una scia, che trascina con sé altra luce, una luce che sta scomparendo, una persona che va via o forse è luce appena nata, non lo so, quelle scie sono tutto questo. E tutte queste luci messe insieme poi ritornano a noi, solo che noi spesso non sappiamo vederle, forse dimentichiamo che esistono, dimentichiamo che in fondo siamo una vita e centomila scie di luci diverse... Spero che chi vedrà le foto non avrà bisogno di leggere le mie parole per capire, ma che ci aggiunga le proprie di emozioni ” Grazie.