Risultato della ricerca: yokai giapponesi
angelofarina
"Quando la pioggia scende,rende affascinante ancor di più strade e vicoli delle luminose città giapponesi,creando dei riflessi nell'acqua e sopra l'asfalto davvero meravigliosi.Questo fenomeno inizialmente per noi comuni mortali (occidentali) è quasi fastidioso,però poi ci si abitua velocemente riuscendo a cogliere la bellezza della cosa,e si ottiene grazie alle innumerevoli fonti di luce che si possono trovare lunga la strada e sopra ogni palazzo"
Raffaele Spettoli
In realtà sono quel che resta dei pali di sostegno di un vecchio casone a palafitta. Ripresi in controluce mi hanno ricordato in parte degli ideogrammi giapponesi scritti a pennello....più guardo questa immagine è più quei segni neri sembrano definirsi con più forza. Ogni commento/impressione saranno ben graditi. Grazie,..Raf
mauriziot
... forse la piazza più bella del mondo, finalmente fotografata senza (quasi) impalcature sulla Basilica, senza sposi giapponesi con fotografi personali e impianti luce al seguito, senza turisti ubriachi. I limiti della foto, sia a destra sia a sinistra, sono grosse impalcature che ricoprivano i rispettivi palazzi; non includere il faro in alto a sinistra, che comunque mi piace, significava tagliare parte del campanile (99 metri), la cui inclusione nel fotogramma è stata possibile solo con il massimo decentramento dell'obiettivo (24pc e macchina molto inclinata verso l'alto, ovviamente); difficile ottenere lo stesso risultato con il 21, che comunque produce in questo caso un distorsione della prospettiva molto marcata. Venezia, settembre 2018
fabiofoni
Ringrazio tutti per gli apprezzamenti che ho ricevuto e soprattutto per i commenti, dopo due giorni di assenza avrei un sacco di lavoro per rispondere personalmente a tutti.....nel mio fine settimana ho girato la zona di Pitigliano e i borghi di Sorano, Sovana , Abbadia San Salvatore, Montalcino e la zona dei pluri fotografati cipressini della Val d'Orcia, che oramai sono assaliti anche da spedizioni di giapponesi con attrezzatura mostruosa.....oggi ne ho trovati due pulmini pieni! Comincio quindi il mio viaggio da qui......la dedico a tutti voi cari amici che durante la mia assenza mi avete seguito comunque!
Marco Girelli
Il santuario scintoista Fushimi Inari Taisha, fondato nel 711, è uno degli edifici più antichi di Kyoto. Il Dio Inari è conosciuto come il nume dell’abbondanza e della prosperità, per questo i santuari dedicati a lui sono spesso frequentati da commercianti e uomini d’affari giapponesi alla disperata ricerca di un colpo di fortuna. L’entrata del santuario presenta giganteschi torii d’ingresso, dell’altezza di circa tre piani, che vengono poi accompagnati da più di 10.000 torii di grandezza media, allineati in vari sentieri che arrivano fino alla cima della montagna. Ogni torii è stato donato nell’arco dei secoli da commercianti o fedeli il cui nome è stato inciso sulle colonne. I torii sono talmente vicini gli uni a gli altri da formare caratteristici tunnel rosso/arancione.
maria.sal
Nelle gelide temperature di Jigokudani (Hell\'s Valley) in provincia di Nagano, un gruppo di macachi si immerge nelle calde acque di una sorgente termale. I macachi giapponesi, anche detti \"scimmie della neve\", vivono liberi in queste zone coperte di neve per 4 mesi l\'anno. Jigokudani è l\'unico posto conosciuto al mondo in cui le scimmie si immergono nelle sorgenti calde naturali. L\'abitudine di questi macachi è di scendere dalle montagne, dove si rifugiano di notte, per passare il giorno immersi nelle acque.(Rainews24)
AngioloManetti
Il santuario di Fushimi Inari è molto conosciuto per i suoi innumerevoli torii. Durante il periodo della fioritura dei ciliegi se si è fortunati si può incontrare ragazze del luogo che, con i tradizionali vestiti giapponesi, vanno a visitare questi templi. In questo caso ho colto l'attimo in cui questa ragazza si è fermata ad osservare la lanterna quasi volesse trarne ispirazione
Fabrizio.Bonifazi
Tempio Otowasan Kiyomizudera, Kyoto, Giappone. Uno dei templi giapponesi più famosi al mondo, ho avuto la fortuna di fotografarlo prima dei lavori di restauro che ancora sono in atto. Il periodo era quello del Momiji, l'autunno giapponese, quando le foglie si colorano di rosso. Suggestivo quanto l'Hanami.
Maricetta
Ormai è quasi un’abitudine, quando vado in giro per la città per diletto, il Pisco Caffè è il luogo della colazione. Ho scoperto che ogni due settimane circa espongono le opere di un nuovo artista. Queste sono quelle di una ragazza che, evidentemente, ama i cartoni giapponesi. Chi vuole essere il prossimo con le proprie foto?
Marco Girelli
Il santuario scintoista Fushimi Inari Taisha, fondato nel 711, è uno degli edifici più antichi di Kyoto. Il Dio Inari è conosciuto come il nume dell’abbondanza e della prosperità, per questo i santuari dedicati a lui sono spesso frequentati da commercianti e uomini d’affari giapponesi alla disperata ricerca di un colpo di fortuna. L’entrata del santuario presenta giganteschi torii d’ingresso, dell’altezza di circa tre piani, che vengono poi accompagnati da più di 10.000 torii di grandezza media, allineati in vari sentieri che arrivano fino alla cima della montagna. Ogni torii è stato donato nell’arco dei secoli da commercianti o fedeli il cui nome è stato inciso sulle colonne. I torii sono talmente vicini gli uni a gli altri da formare caratteristici tunnel rosso/arancione.
claudio-lm
la bellezza di Ginkakuji supera quella del Padiglione d’oro nel cuore di molti giapponesi
AngioloManetti
Una coppia con i tradizionali abiti giapponesi attraversa i torii del santuario di Fushimi Inari (Kyoto, Japan)
francesco5ss
1
Le Snow Monkey , Macachi Giapponesi , frequentano le calde acque termali del parco di Jigokudani dove nel freddo inverno vanno per riscaldarsi. ho ritratto il piccolo di macaco mentre durante una nevicata beve in una pozza di acqua calda.
elcarpi
Evento Giapponese a Roma......Hanami....fioritura dei Sakura(ciliegi Giapponesi)
Marco_Gabbuggiani
Curiosi questi due giapponesi.
claudio-lm
cimici ? giapponesi ??
teresa.zanetti
iki
L’Iki è un modus vivendi tipico dei Giapponesi che si esplicita nella figura della geisha. Rappresenta la quintessenza della seduzione finalizzata a se stessa. Si differenzia dagli approcci tradizionali perché rinuncia alla conquista grazie alla forza spirituale. La caratteristica principale è la rottura dell’equilibrio ordinario, che si palesa in tutte le “manifestazioni corporee” dell’Iki. Componendosi di vistosità e modestia, distinzione e volgarità, dolcezza e asprezza, Iki rappresenta il “termine medio”, non sbilanciandosi mai verso l’uno o l’altro estremo. Per i giapponesi la seduzione si limita ad un cenno allusivo: mostrare pezzi di vestiti più intimi di sfuggita, mentre si cammina, o piccoli lembi di pelle, esprime la dualità della seduzione iki: rompendo l’uniformità del kimono che avvolge completamente la figura femminile, si suggerisce un’apertura all’altro sesso. La bellezza si coglie in piccoli accenni, viene sussurrata dalla peculiarità dell’abbigliamento e dalle posture. Le tonalità iki sono poche e contrastanti, fatte di colori freddi che esprimono al contempo sobrietà ed eleganza, raccoglimento interiore e sfumature dinamiche.