Risultato della ricerca: monete
AntonioLimardi
Ripropongo la foto già postata ma con il riso che ormai è nato ed è in attesa di maturare. Lungo la strada che da Castellazzo Novarese conduce a Casaleggio, in aperta campagna, si possono osservare i ruderi di un'antica chiesa dedicata a Sant'Antonio Abate(Santo protettore degli animali, tanto da essere solitamente raffigurato con accanto un maiale che reca al collo una campanella). Si tratta di una chiesa a tre navate ,isolata nella campagna, perciò non ubicata al diretto servizio di un centro abitato, dotata di torre campanaria, particolare non comune per gli oratori campestri. Forse in origine erano annessi ambienti per l’ospitalità di viandanti e pellegrini o come dice la leggenda era la chiesa parrocchiale di un paese che ormai non esiste più, abbandonato quando i feudatari del territorio decisero di spostare la loro Signoria a Castellazzo, dove eressero il Castello. Tutti dovettero abbandonare le loro case ed anche il parroco la sua chiesa. Quest'ultimo, persona avarissima, non riuscì più a trovare il gruzzolo di monete d'oro che aveva nascosto ed è per questo che...in alcune notti, si odono pianti disperati tra i ruderi della chiesa: è il fantasma del Prevosto alla frenetica ricerca del gruzzolo di monete!
AntonioLimardi
Lungo la strada che da Castellazzo Novarese conduce a Casaleggio, in aperta campagna, si possono osservare i ruderi di un'antica chiesa dedicata a Sant'Antonio Abate(Santo protettore degli animali, tanto da essere solitamente raffigurato con accanto un maiale che reca al collo una campanella). Si tratta di una chiesa a tre navate ,isolata nella campagna, perciò non ubicata al diretto servizio di un centro abitato, dotata di torre campanaria, particolare non comune per gli oratori campestri. Forse in origine erano annessi ambienti per l’ospitalità di viandanti e pellegrini o come dice la leggenda era la chiesa parrocchiale di un paese che ormai non esiste più, abbandonato quando i feudatari del territorio decisero di spostare la loro Signoria a Castellazzo, dove eressero il Castello. Tutti dovettero abbandonare le loro case ed anche il parroco la sua chiesa. Quest'ultimo, persona avarissima, non riusci' piu' a trovare il gruzzolo di monete d'oro che aveva nascosto ed e' per questo che...in alcune notti, si odono pianti disperati tra i ruderi della chiesa: e' il fantasma del Prevosto alla frenetica ricerca del gruzzolo di monete!
FedericoNotamo
La cascata islandese Skógafoss è situata nel sud dell'isola presso la località Skógar, è originata dal fiume Skógaá, proveniente dal ghiacciaio Eyjafjallajökull su un salto che in altri tempi era una scogliera (adesso il mare dista diverse decine di km). Contende a Gullfoss (la cascata d'oro) il titolo di cascata più fotogenica d'Islanda anche per la facilità impressionante con cui il sole, colpendo le goccioline d'acqua sollevate dalla caduta, dà origine a splendidi arcobaleni. È larga 25 metri e cade per 60 metri. A destra del salto si inerpica una scalinata di circa 700 gradini che porta al culmine della cascata e a pochi passi dall'inizio del salto: vista mozzafiato garantita. Secondo una leggenda, il primo vichingo ad essersi stabilito nella zona, Þrasi Þórólfsson, nascose un tesoro, un forziere ricolmo di monete d’oro, nella caverna dietro la cascata. Quando il sole colpisce coi suoi raggi l’acqua, c’è chi dice abbia visto il riflesso dorato delle monete. In molti hanno cercato il tesoro, un ragazzo ebbe successo, trovò il forziere e, attaccando una corda ad uno degli anelli laterali, iniziò a tirare, ma l’anello si ruppe e il forziere affondò. L’anello d’argento con incisioni runiche fu in seguito usato come maniglia del portale della chiesa di Skógar e può essere oggi ammirato al museo. Alla grandiosa Skógafoss, depositaria del segreto di Þrasi, è attribuito anche un potere magico: si dice che chiunque si bagni nelle sue acque possa ritrovare un oggetto perduto e a lungo cercato.
CARMINEDELMA
La leggenda dice che non puoi raggiungere la base dell'arcobaleno..., ma se ci riesci troverai una pentola piena di monete d'oro. Ora conosco il luogo perciò...........
guido_str
Non valgono niente ma sono un ricordo di tanti anni fa
sassicaia67
nel campo dei miracoli ci si può imbattere nell\'albero dei tarocchi, laddove nel sottosuolo si celano molte monete d\'oro........ continua
madacqua
I suoi occhi gialli hanno lasciato una sola fessura per gettarvi le monete della notte (Pablo Neruda)
raptorpaolopietro
Bassa marea al tempio scintoista sull'isola di Miyajima dove i fedeli in visita approfittano del basso livello delle acque per recarsi a deporre delle monete nelle fessure del Thori e ricevere in cambio buona sorte...
Nikonpietra
Sito archeologico di "cuddara di crastu" Siamo all'età del bronzo...qui sono state trovate monete in rame con impressa la Dea Cerere ..divinità del Grano;)
albymus
"Castel del Monte" è un originalissimo castello di forma ottagonale fatto edificare da Federico II ed inserito nell'elenco dei monumenti nazionali italiani e patrimonio dell'umanità dell'UNESCO. Esso si trova anche raffigurato nelle monete da un centesimo. "Castel del Monte" is an original octagonal castle built by Frederick II and inserted in the list of Italian national monuments and UNESCO World Heritage Site. It is also depicted in the coins from one cent.
domenicoformichella
NB. Le persone fotografate in questo album sono state ricompensate con monete per poter comprare viveri.
Djt27
Il lungo porticato detto “Bancogiro”, che affaccia su campo San Giacometo, vicino al ponte di Rialto era, ai tempi della Serenissima, la Banca circolante di Credito, dove i mercanti solevano incontrarsi per le loro contrattazioni. Nel corso del XVI secolo, numerosi banchi di prestito privati fallirono, quindi il governo della Serenissima decise di liquidare i rimanenti per evitare che la credibilità di Venezia, come piazza finanziaria internazionale, venisse compromessa. Intanto, a partire dal 1524, a Rialto, veniva messo alla prova un banco di prestito con capitali interamente pubblici. L'istituzione del “Banco di Scritta” o “del Giro”, risale al 1619 e tale nome derivava dal particolare metodo organizzativo adottato; infatti, la funzione principale del Banco Giro, non era prestare denaro, ma piuttosto provvedere a pagare somme cospicue per conto dei propri clienti, soprattutto ricchi commercianti, per i quali era pericoloso fare acquisti al mercato portando con sé grossi quantitativi di denaro e monete che dovevano, tra l'altro, essere contate sul posto ad ogni transazione. (dal sito Comune di Venezia)
AngioloManetti
La particolarità del No Name Pub è aver raccolto (ed attaccato ovunque all'interno) banconote da 1 dollaro fornite dai vari clienti che vi si sono recati nel tempo (Big Pine Key, Key West, Florida)
bobbore67
Anticamente, si diceva che la porta dell\'inferno fosse a \"Perda Liana\", presso il confine Gairo-Seui, e che lì, si trovassero i demoni e le streghe che al chiar di luna, facessero le loro tregende. Per diventare ricchi, bisognava andare a \"Perda Liana\" e vendere l\'anima al diavolo, in cambio avrebbe ricevuto qualunque ricchezza. La gente, quando si accorgeva che una persona diventava ricca velocemente si diceva che era andato a \"Perda Liana\". Un giorno un giovane, decise di vendere l\'anima al diavolo, pur di diventare ricco. Dopo aver camminato per molte ore giunse alla meta. Il Tonneri era bellissimo. Al tramonto il Tacco calcareo emanava colori suggestivi, che avevano alcunchè di sinistro. Il giovane si sedette e aspettò. A mezzanotte, vide apparire una frotta di diavoli che si misero a danzare in cima al Tonneri. L\'uomo si rivolse a un demone e gli domandò qual era il capo; gli indicarono il diavolo più grosso che tirava un somaro che aveva una bisaccia carica di monete d\'oro, che mandavano un gran tintinnio. Quando vide il diavolo nel volto esclamò: \"Gesù, Maria e Giuseppe! Eita esti custa camarada! Santa Giuglia avocada, boghimindi de mesu!\" A quelle parole i demoni scomparvero ed il ragazzo tornò a casa più povero di prima.
jlb
Pioggia di monete
jlb
coppia di monete che danzano
emanuele_leone_1990
Il Castello Il complesso monumentale del castello medievale di Mercato S. Severino costituisce uno dei più notevoli episodi di architettura militare dell\'Italia meridionale (è il secondo per estensione in quest\' ambito geografico) essendo composto da un primo nucleo di fondazione longobarda, un secondo normanno ed un terzo svevo - angioino - aragonese . L\'interesse storico ambientale è reso evidente dalle rovine superstiti dei suoi ambienti e delle sue tre cinte fortificate. Le strutture murarie del castello, in parte in buone condizioni, configurano attualmente tutta l\'estensione originaria che raggiunge circa i 350 x 450 metri. Il castello è stato sede, e strumento, della più importante famiglia del Regno, i Sanseverino , dopo gli Aragona , che traevano la loro origine dagli Angerio normanni. Fu abbandonato a causa della partecipazione dell\'ultimo Sanseverino alla congiura dei Baroni contro Ferrante. Nel castello, nella sua cappella ancora in parte conservata, S. Tommaso, recatosi a trovare la sorella Teodora, sposata Sanseverino , ebbe l\'ultima visione prima della morte che lo colse sulla strada per la Francia , dove si recava in qualità di ambasciatore del papa. Recenti scavi condotti dal Centro per Archeologia medievale dell\'Università degli Studi di Salerno hanno rivelato una stratigrafia complessa che ha messo in luce resti di officine metallurgiche, sistemi per l\'uso di macchine da difesa, come catapulte e mangani, e materiali d\'uso quotidiano, come ceramiche, monete, ecc., che potrebbero essere ben utilizzati sia per la creazione di un museo che di laboratori per la ricerca scientifica.