Maricetta
Palazzo Steri (1307) resta uno dei palazzi più antichi e più belli della città, ma è anche uno dei più inquietanti poiché ospitò, dai primi anni del 1600, il tribunale della Santa Inquisizione e le sue carceri.
Istituito da Ferdinando II di Spagna, in Sicilia il Santo Uffizio ebbe diverse sedi, tra il Palazzo dei Normanni, il Castello a Mare e poi, a partire dal 1600 definitivamente a Palazzo Steri per l’appunto, fino a quando, nel 1782 il Tribunale venne abolito dal Viceré Caracciolo (un Viceré illuminato).
Le celle che ospitavano i detenuti, sono piene e ricche di grafiti, realizzati da persone particolarmente dotate di maestria nel disegno, nella poesia o semplicemente bravi a raccontare le loro disgrazie.
Le celle erano state intonacate in modo da fa sparire le prove di tanto orrore, così come vennero bruciati tutti i documenti del tribunale, per volere dello stesso Caracciolo.
Immaginate che archivio storico avremmo potuto leggere se il rogo (ancora una volta di troppo) non avesse distrutto le prove di tanto orrore.
Successivamente però (io so quasi per caso) l’intonaco fu rimosso e finalmente vennero alla luce i racconti di tanta sofferenza vissuta nel buio di queste celle maleodoranti e scarsamente illuminate.
Nella foto il graffito realizzato da un detenuto, il quale racconta la celeberrima battaglia di Lepanto del 1571, a cui sembra abbia partecipato l’autore stesso.
Per la cronaca. L'autore di questo graffito, scontati gli anni di carcere fù poi messo in libertà, perché non tutti i condannati erano dei destinati al rogo.