Risultato della ricerca: entusiasmo
Andrea Meneghel
Non sempre le cose vanno come vogliamo, e allora cerchiamo di concentrarci sulle nostre passioni, i nostri silenzi ... lasciamo spazio alle nostre paure che entrano sempre senza chiedere permesso; quando ho bisogno di staccare da tutto e dedicare tutti i miei pensieri a me stesso vado a fotografare; con me c\'è sempre mio fratello Marco Meneghel che per fortuna mia ha la mia stessa passione e la vive con il medesimo entusiasmo...questa foto l\'ho fatta alle 3:53 del mattino quando il sole ancora dormiva e le stelle nonostante l\'inquinamento luminoso lasciavano le traccie del loro scorrere nel cielo....dopo aver camminato in un bosco cosi tetro da far impallidire la strega di Hansel e Gretel, ecco le cascatelle della valle del Mis; 10 minuti di esposizione, 604secondi per l\'esattezza
RosannaFerrari
Se un sogno è il tuo sogno, quello per cui sei venuto al mondo, puoi passare la vita a nasconderlo dietro una nuvola di scetticismo, ma non riuscirai mai a liberartene. Continuerà a mandarti dei segnali disperati, come la noia e l’assenza di entusiasmo, confidando nella tua ribellione. (Massimo Gramellini)
mauriziot
Una foto "riaffiorata" tra quelle rimaste in sospeso; il bambino fa l'inequivocabile gesto che ha fame, ma dagli occhi, dal contesto e dalla postura si capisce che non è un gesto naturale ma un gesto che gli è stato insegnato. Il solito dilemma: seguire il cuore e dare, sentire la ragione è ignorare. In questo caso è stato dato del cibo, senza suscitare grande entusiasmo. Myanmar, gennaio 2018
angel53
purtroppo la foto risente degli anni, ma ho visto che sono in buona compagnia e stimolato dalle proposte di Salvo e Roberto mi accodo volentieri e con entusiasmo.
alex_giordani
Un'alba programmata, seguita, attesa... Giorno dopo giorno andavo a guardare le previsioni meteo cercando "il giorno perfetto"... Trovato!!! Prendo due giorni di ferie dal lavoro ed incrocio le dita... Forse la più bella alba a cui ho mai assistito. Fortuna? Non credo. Il giorno dopo sapevo che non sarebbe stata la stessa cosa, ed infatti nemmeno ho tirato fuori la fotocamera (condizioni pessime). Ma non importa, capita, l'importante è non mollare mai e seguire sempre con entusiasmo la propria passione, perché di tanto in tanto i sacrifici vengono ripagati!!!
PierPaoloMiglietta
Giornata di pioggia, improvvisamente si apre uno squarcio tra le nubi in direzione del sole al tramonto...corro a prendere la reflex...e dal balcone scatto qualche foto senza particolare entusiasmo..poi mentre sto per rientrare in casa faccio ancora questo scatto...e vado a cercare un vecchio disco dei Black Sabbath.....
ascal83
OMAGGIO A FELLINI Scene di film, scene come in un film. Attori e comparse che sembrano usciti dalla nebbia del tempo, dove un’altra vita corre parallela, altrove. L’Omaggio a Fellini parte da lì: dai frammenti di memoria che si ricompongono tra sogno e realtà, tra idea e aspirazione; in mezzo la fotografia, testimone dei luoghi, ma anche dei sentimenti. Come nella celebre pellicola del Maestro riminese (Otto e mezzo) è proprio l’ispirazione a cercare se stessa, a iniziare dal “dove”. Le fotografie vivono quindi di un’ambiguità genuina, dove l’equilibrio è precario: tra quel privato che è di ognuno di noi, e quel teatro dove tutto scorre; senza trama, ma con desideri precisi. Omaggio a Fellini nasce da un’idea di Roberto Gatti, fotografo innanzitutto. La sua ricerca, nel tempo, si è indirizzata in varie direzioni, ma la “fiaba” è sempre emersa nei suoi lavori: quella che non c’è, ma che in molti hanno sperato. Sono state coinvolte tre compagnie teatrali: le comparse del Magico Carnevale, il San Prospero Fantasy, un gruppo giovanile che fa recitazione sperimentale. Lo scopo era chiaro: ricreare atmosfere, da tradurre in fotografia. In cifre, Omaggio a Fellini si compone di: 14 fotografi (tra cui, Gianni Berengo Gardin e Luciano Bovina, poi riuniti nel gruppo F8 e mezzo), 45 comparse in costume “da film”, tre mesi di preparazione, giorni e giorni di scatto. Premiante è stato l’entusiasmo, di tutti: comparse comprese. Molte di loro provenivano da San Felice sul Panaro e San Prospero, località che ancora soffrono delle ferite telluriche e alluvionali. Tutte hanno conservato il loro modo di essere, alla ricerca della trama della vita.
Luca Cruciani
Se qualcuno mi chiedesse perchè il paesaggio.. Perchè ogni volta rivivo emozioni e sogni dei mille film, libri e storie di avvenure fantasy, e non, che vedevo e leggevo da bambino dove trovo tutt'ora lo stesso entusiasmo!
ascal83
OMAGGIO A FELLINI Scene di film, scene come in un film. Attori e comparse che sembrano usciti dalla nebbia del tempo, dove un’altra vita corre parallela, altrove. L’Omaggio a Fellini parte da lì: dai frammenti di memoria che si ricompongono tra sogno e realtà, tra idea e aspirazione; in mezzo la fotografia, testimone dei luoghi, ma anche dei sentimenti. Come nella celebre pellicola del Maestro riminese (Otto e mezzo) è proprio l’ispirazione a cercare se stessa, a iniziare dal “dove”. Le fotografie vivono quindi di un’ambiguità genuina, dove l’equilibrio è precario: tra quel privato che è di ognuno di noi, e quel teatro dove tutto scorre; senza trama, ma con desideri precisi. Omaggio a Fellini nasce da un’idea di Roberto Gatti, fotografo innanzitutto. La sua ricerca, nel tempo, si è indirizzata in varie direzioni, ma la “fiaba” è sempre emersa nei suoi lavori: quella che non c’è, ma che in molti hanno sperato. Sono state coinvolte tre compagnie teatrali: le comparse del Magico Carnevale, il San Prospero Fantasy, un gruppo giovanile che fa recitazione sperimentale. Lo scopo era chiaro: ricreare atmosfere, da tradurre in fotografia. In cifre, Omaggio a Fellini si compone di: 14 fotografi (tra cui, Gianni Berengo Gardin e Luciano Bovina, poi riuniti nel gruppo F8 e mezzo), 45 comparse in costume “da film”, tre mesi di preparazione, giorni e giorni di scatto. Premiante è stato l’entusiasmo, di tutti: comparse comprese. Molte di loro provenivano da San Felice sul Panaro e San Prospero, località che ancora soffrono delle ferite telluriche e alluvionali. Tutte hanno conservato il loro modo di essere, alla ricerca della trama della vita.
MauroCirigliano
Quando la passione per la fotografia incontra quella per l'avventura! Una notte indimenticabile trascorsa nel cuore delle Dolomiti insieme ad un gruppo di appassionati come me! Siamo al Passo Giau, uno dei posti più conosciuti, dove l'idea di simulare un campo base tra neve e stelle è stata accolta con entusiasmo da tutti! Un emozione unica che non dimenticherò mai!
ascal83
OMAGGIO A FELLINI Scene di film, scene come in un film. Attori e comparse che sembrano usciti dalla nebbia del tempo, dove un’altra vita corre parallela, altrove. L’Omaggio a Fellini parte da lì: dai frammenti di memoria che si ricompongono tra sogno e realtà, tra idea e aspirazione; in mezzo la fotografia, testimone dei luoghi, ma anche dei sentimenti. Come nella celebre pellicola del Maestro riminese (Otto e mezzo) è proprio l’ispirazione a cercare se stessa, a iniziare dal “dove”. Le fotografie vivono quindi di un’ambiguità genuina, dove l’equilibrio è precario: tra quel privato che è di ognuno di noi, e quel teatro dove tutto scorre; senza trama, ma con desideri precisi. Omaggio a Fellini nasce da un’idea di Roberto Gatti, fotografo innanzitutto. La sua ricerca, nel tempo, si è indirizzata in varie direzioni, ma la “fiaba” è sempre emersa nei suoi lavori: quella che non c’è, ma che in molti hanno sperato. Sono state coinvolte tre compagnie teatrali: le comparse del Magico Carnevale, il San Prospero Fantasy, un gruppo giovanile che fa recitazione sperimentale. Lo scopo era chiaro: ricreare atmosfere, da tradurre in fotografia. In cifre, Omaggio a Fellini si compone di: 14 fotografi (tra cui, Gianni Berengo Gardin e Luciano Bovina, poi riuniti nel gruppo F8 e mezzo), 45 comparse in costume “da film”, tre mesi di preparazione, giorni e giorni di scatto. Premiante è stato l’entusiasmo, di tutti: comparse comprese. Molte di loro provenivano da San Felice sul Panaro e San Prospero, località che ancora soffrono delle ferite telluriche e alluvionali. Tutte hanno conservato il loro modo di essere, alla ricerca della trama della vita.
Etneo71
Natura Viva! Emozioni e Test! @etneo71 Zoom Nikkor Z 180-600, sul mio canale YouTube la recensione completa dopo due mesi di utilizzo! Dal 02 settembre ho condotto numerosi test, moltissime fotografie e video, per esplorare con entusiasmo questa nuova ottica. Sarà destinato a diventare il compagno Ideale di ogni Nikonista per Naturalistica e Sport? Quanto vale veramente questo Zoom? Se Vuoi sapere cosa ne penso, non ti resta che vedere cosa ho scoperto! Ti aspetto sul mio canale YouTube!! Qui trovi il link diretto, copialo e vedi la recensione! https://youtu.be/AZ0FtOfWD8Y?si=-MR9rUCzZOHM04k1 Tanti Saluti e Buon Weekend!!! Fotografati con: Nikon Z9 & Nikkor Z 180-600mm
ascal83
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ascal83
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ascal83
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Etneo71
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Maricetta
L’Antico Stabilimento Balneare di Mondello, costruito a palafitta sul mare, è stato progettato dall’architetto Rudolf Stualker (il lavoro era stato originariamente pensato per la città di Ostenda, in Belgio, ma venne spostato nella località di Mondello a causa della maggior bellezza del paesaggio di quest’ultima: obiettivamente, volete veramente mettere a paragone Mondello con Ostenda? Tsè!). L’edificio, unico nel suo genere, rappresenta una delle opere architettoniche in stile Art Nouveau più belle d’Europa. La realizzazione del progetto fu affidata all’impresa di Giovanni Rutelli, che riuscì a costruire un edificio resistente all’azione corrosiva dell’acqua e della salsedine, ultimando i lavori nel 1912. Lo Stabilimento Balneare di Mondello, fu inaugurato il 15 Luglio 1913. Tuttavia non tutti conoscono la triste storia che c’è dietro ai progetti di bonifica dell’area di Mondello, che vede protagonista l’ingegnere milanese Luigi Scaglia. Egli, giunto a Palermo nel 1906 per seguire la Targa Florio, si innamorò di Mondello, e vedendo in esso qualcosa di ben più importante dei primi stabilimenti balneari estivi costruiti in legno, presentò al Comune di Palermo i suoi progetti (linee tramviarie che avrebbero collegato la città a Mondello, una serie di villette, uno stabilimento balneare permanente), accompagnati da una nota di entusiasmo, nella quale si leggeva: «Il fine precipuo, o Signori, che si propone di raggiungere la Società che io ho l’onore di rappresentare, è quello di exploiter Mondello. Chi ha veduto una volta sola questo lembo di paradiso non può non chiedersi meravigliato come mai esso non sia il ritrovo quotidiano di quanti cercano nella visione del Bello ristoro e conforto. Nessun pittore ebbe mai nella sua tavolozza tanta varietà di verde quanto ne offre all’occhio estasiato l’immenso bosco di agrumi, di ulivi, di carrubbi che circonda, digradante al mare, il bel golfo turchino, specchiantesi in un cielo più turchino, chiuso tra il superbo monte Gallo e il nostro Pellegrino, sacro al poeta». Nonostante tutto, l’amministrazione comunale affidò lo sfruttamento della zona costiera alla società “Les Tramways de Palerme” (oggi è conosciuta come “Mondello Immobiliare Italo Belga S.A.” ed è concessionaria della spiaggia di Mondello). Per questo motivo, nel 1914, ultimati i lavori di questa società, e inaugurato lo Stabilimento Balneare, l’imprenditore Luigi Scaglia, probabilmente amareggiato dal voltafaccia del Comune di Palermo e dei suoi progetti andati in fumo, pone fine alla sua esistenza con il suicidio. (Tratto dal sito LaLaPa)
Etneo71
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Etneo71
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