Risultato della ricerca: cuzco
andrea polvicino
“… nel 1911, in Perù, un esimio professore di storia dell’Università di Yale abbandonò le sue ricerche in una valle a nordovest di Cuzco per attraversare l’umida foresta pluviale e raggiungere una montagna che svettava a circa 2400 metri sul livello del mare. Là, oltre il ruggito del fiume Urubamba, trovò un’antica cittadella di pietra; terrazze scolpite, templi e tombe, costruzioni di granito e pareti levigate ricoperte di vegetazione e rampicanti. Hiram Bingham si era imbattuto in Machu Picchu. “Quelli di Machu Picchu potrebbero essere i resti più grandi e importanti scoperti in Sud America dal tempo della conquista spagnola” scrisse nell’edizione 1913 del National Geographic. Ma le sue parole erano fuorvianti. Bingham non aveva “scoperto” Machu Picchu, lo aveva forse portato all’attenzione del mondo occidentale. Le prime notizie dirette su visitatori delle rovine di Machu Picchu indicano, infatti, che Agustín Lizárraga, un proprietario terriero locale giunse sul posto il 14 luglio 1902 alla guida di alcuni conterranei. Un graffito su uno dei muri del Tempio delle Tre Finestre lo prova …”
CarmeloPrestigiovanni
Queste saline si trovano a circa 40 minuti da Cuzco e ogni singola vasca è tramandata da padre in figlio.
andrea polvicino
“… nel 1911, in Perù, un esimio professore di storia dell’Università di Yale abbandonò le sue ricerche in una valle a nordovest di Cuzco per attraversare l’umida foresta pluviale e raggiungere una montagna che svettava a circa 2400 metri sul livello del mare. Là, oltre il ruggito del fiume Urubamba, trovò un’antica cittadella di pietra; terrazze scolpite, templi e tombe, costruzioni di granito e pareti levigate ricoperte di vegetazione e rampicanti. Hiram Bingham si era imbattuto in Machu Picchu. “Quelli di Machu Picchu potrebbero essere i resti più grandi e importanti scoperti in Sud America dal tempo della conquista spagnola” scrisse nell’edizione 1913 del National Geographic. Ma le sue parole erano fuorvianti. Bingham non aveva “scoperto” Machu Picchu, lo aveva forse portato all’attenzione del mondo occidentale. Le prime notizie dirette su visitatori delle rovine di Machu Picchu indicano, infatti, che Agustín Lizárraga, un proprietario terriero locale giunse sul posto il 14 luglio 1902 alla guida di alcuni conterranei. Un graffito su uno dei muri del Tempio delle Tre Finestre lo prova …”
andrea polvicino
“… nel 1911, in Perù, un esimio professore di storia dell’Università di Yale abbandonò le sue ricerche in una valle a nordovest di Cuzco per attraversare l’umida foresta pluviale e raggiungere una montagna che svettava a circa 2400 metri sul livello del mare. Là, oltre il ruggito del fiume Urubamba, trovò un’antica cittadella di pietra; terrazze scolpite, templi e tombe, costruzioni di granito e pareti levigate ricoperte di vegetazione e rampicanti. Hiram Bingham si era imbattuto in Machu Picchu. “Quelli di Machu Picchu potrebbero essere i resti più grandi e importanti scoperti in Sud America dal tempo della conquista spagnola” scrisse nell’edizione 1913 del National Geographic. Ma le sue parole erano fuorvianti. Bingham non aveva “scoperto” Machu Picchu, lo aveva forse portato all’attenzione del mondo occidentale. Le prime notizie dirette su visitatori delle rovine di Machu Picchu indicano, infatti, che Agustín Lizárraga, un proprietario terriero locale giunse sul posto il 14 luglio 1902 alla guida di alcuni conterranei. Un graffito su uno dei muri del Tempio delle Tre Finestre lo prova …”