francesco sciumbata
Questi volti devastati
in questa sporca cittÃ
facce arrossite con occhi pitturati.
Fanno smorfie di riso
salutano anche l’indeciso, all’improvviso.
Si meravigliano per delle sciarpe nuove,
per dei guanti tinti
con seme di chissà quale fiore
oppure per dei ciondoli con scritto Mio Signore.
Nessuno mi degna la vista,
nessuno inciampa nel riflesso
del mio cappotto lercio…
Nessuno.
Sono Saverio l’indifferenza sul marmo.
Sono Saverio un fuoco spento.
Sono Saverio un foglio bianco.
Basta! Basta!
Non posso più utilizzare la vista,
ho la cenere negli occhi
ho la mente che fuma per questa svista.
Ora tu che vuoi?
Che ti serve?
… vuoi farmi uno scatto?
Oh! Comprendo.
Vuoi prenderti tutti gli onori
portandomi rispetto con una scritta di luce
che racconta tutto ciò che la ragione ti ha detto?
Fai pure ragazzo … fai pure
Ricordati però
che qui c’è sempre Saverio il matto
che ti ha concesso il permesso
di rendergli atto.