Garbatella

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Garbatella #1 Il 18 febbraio 1920 inizia la costruzione del quartiere Garbatella. Il Re, Vittorio Emanuele II, posa la prima pietra in Piazza Benedetto Brin. L’idea era, all’epoca, di dare casa ai lavoratori che sarebbero stati impiegati nel futuro porto di Roma. Interno alla città, accessibile dal mare attraverso un canale parallelo al Tevere, opera pubblica che non vide mai la luce. Garbatella rimase comunque un quartiere a vocazione operaia, edificato secondo il modello della “città giardino”. L’idea di Città Giardino ha origine in Inghilterra durante la metà del XIX secolo. In quel periodo cresce l’industria e aumenta la popolazione dei centri urbani che si espandono in maniera caotica e spesso degradata. Ebenezer Howard, che sviluppò il concetto di “città giardino”, voleva salvare la città e fermare l’abbandono della campagna. La progettazione di questo nuovo tipo di città doveva quindi tener conto di tutti gli aspetti della vita umana, rispettando le esigenze primarie dell’individuo. Si pensò quindi a nuclei abitativi formati da residenze unifamiliari, immerse nel verde, collegate tra loro, con servizi, negozi, teatri, chiese, zone produttive e zone amministrative, in modo tale da rendere questi centri completamente autosufficienti. A Roma furono avviati diversi progetti di questo genere, Tufello e Monte Sacro, San Saba e Garbatella, solo quest’ultimo fu completato. Il quartiere, nel suo nucleo storico si presenta composto da palazzine basse che affacciano su cortili interni, ogni gruppo di case fa parte di un ‘lotto’, i lotti sono numerati. Una realtà unica nella città di Roma. Intorno un continuo mutamento. A mutare velocemente è, infatti, il contesto che circonda questo piccola realtà, trascinando tutto con la sua forza sociale. Garbatella fu edificata praticamente fuori Roma, oggi la continua espansione della città la ingloba, nella percezione collettiva è ormai un quartiere centrale, servito dalla metropolitana. Oltre ai lotti nel quartiere storico sono presenti due condomini chiamati ‘Alberghi Rossi’, usati per le operazioni di sfollamento nel ventennio fascista, ma anche come strutture di confino politico. Il ceto operaio che ha abitato Garbatella fino a pochi anni fa viene sostituito dalla classi medie e alte, che adesso possono acquistare le case dei lotti, vendute dall’Ente case popolari. Anche la vicinanza dell’università, ‘Roma Tre’, del palazzo della Regione Lazio, del centro commerciale dedicato al cibo, ‘Eataly’, favorisce questo processo. In futuro la costruzione di un gigantesco centro commerciale generalista, con all’interno quello che resta dell’originale progetto della Città dei Ragazzi, non farà che accelerare il mutamento in atto. Nello scoprire Garbatella è quasi obbligatorio misurasi con lo stereotipo della ‘comunità felice’. Un’idea mutuata direttamente da quella di ‘città giardino’. I cortili dei lotti sembrano essere degli spazi ideali di gioco per bambini e di incontro per adulti, ma spesso non è così e le stesse forme di anomia ed individualismo presenti in altre parti della città non vengono superate, le originali forme urbanistiche del quartiere non sembrano attivare autonomamente processi spontanei di socializzazione. Ma a differenza di altri spazi urbani è forte la presenza di corpi intermedi della società, oltre alle classiche istituzioni, ne cito alcuni a titolo di esempio: una delle più grandi sezioni, per numero di iscritti, dell’ex PCI, oggi sezione di Sinistra Ecologia e Libertà; il CSOA ‘La Strada’ presente da oltre 18 anni con le sue attività nel quartiere, ma anche nella città; tantissime associazioni dedicate alla musica, allo sport, agli anziani del quartiere; la memoria storica del circolo anarchico e archivio storico ‘Carlo Cafiero’, ‘Casetta Rossa’ uno spazio animato da un collettivo di attivisti e attiviste. Non è un elenco esaustivo e non vuole esserlo. Il conflitto sociale è presente nelle sue innumerevoli forme. Proprio davanti al Palazzo della Regione Lazio, mega costruzione simbolo tangibile del potere [e dei lussi] della politica, alcune case sono occupate a scopo abitativo; una comunità di persone che rivendica il diritto all’abitare con un percorso difficile e fieramente ostinato. L’immagine di Piero Bruno, giovane abitante del quartiere, vittima della violenza dello stato, campeggia su una delle sue vie principali. Ma ancora i tantissimi manifesti che si incontrano nelle vie e richiamano l’attenzione su iniziative politiche e di dibattito se non manifestazioni e cortei, sono la testimonianza della grande passione politica che incendia questa parte di Roma. E’ giusto interrogarsi sui processi della storia, come chiave di interpretazione del presente. Ma ancora più importante è interrogarsi sul futuro. Cosa è oggi Garbatella e cosa offre di originale e unico? Cosa è necessario proteggere dall’incessante ed inarrestabile processo di mutamento del contesto sociale, economico e funzionale urbano? Qui sicuramente entrano in gioco gli interessi diversi dei diversi ruoli sociali che ognuno è chiamato ad intepretare, o sceglie di interpretare, e sembrano oggi combattere, a Garbatella, importati persistenze contro l’imperante imposto bisogno di individualismo, presentato come strumento di estrema sopravvivenza, quando forse proprio nel tempo della ‘crisi’ la parola solidarietà e lotta sarebbero le più appropriate.

Dati EXIF
Data 00/00/0000 00:00:00
Image Info
Categoria Bianco e nero
Album Garbatella
Location
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Andrea Pace 11 anni fa
Grazie dei vostri consigli. Ho usato una esposizione lenta, 2". Il resto lo ha fatto il movimento della modella, Valeria Moccia, che ringrazio tanto

ni/ko 11 anni fa
Complimenti e grazie per la spiegazione storica e il gradito commento.
Se ne hai mettine altre di immagini...è un quartiere unico.
Unica sembra fosse la donna "garbata"di un tempo..da cui prese il nome il quartiere..

DUODISCUS 11 anni fa
bella l'idea della sovrapposizione!

ciao Vittorio

Garbatella