La Cripta normanna fu edificata su un piccolo pianoro come parte integrante della Motta.
Alla struttura si accede mediante due scale interne che mettono in comunicazione l’opera con la Cattedrale sovrastante e una porta principale che la mette in comunicazione con l’esterno.
La Cripta normanna per diversi secoli fu utilizzata come luogo di sepoltura di vescovi, d’ ecclesiastici e di laici. In seguito rimase chiusa per decenni, quasi dimenticata.
La svolta e il ritorno alla luce si ebbe nel 1935 per volontà di Mons. Demetrio Moscati, che fece risistemare la Cripta rimuovendo le sepolture e le divisioni interne.
Oggi la struttura, racchiusa nelle sue spesse mura, conserva la sua tranquillità evidenziata dalla presenza di una cappella dedicata al Beato Mons. Castrillo e del mezzo busto di San Francesco da Paola alla quale è attribuito il miracolo della “Scivolenta”. Si narra che nel 1855 un contadino di Sant’Agata d’Esaro disubbidì al volere di San Francesco da Paola che gli era apparso, e quest’ultimo lo accecò. In seguito il contadino giunse presso la curia vescovile di San Marco per accertare la sua cecità e in quell’occasione venne celebrata una messa durante la quale la statua di San Francesco, esposta durante la funzione, gli ridonò la vista.